ATP Montecarlo, l'ultima di Paire: "Sembra di giocare in un cimitero"

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ATP Montecarlo, l’ultima di Paire: “Sembra di giocare in un cimitero”

Eliminato al primo turno da Thompson, il francese colleziona sconfitte e continua a esagerare nelle dichiarazioni: “Gioco perché ho preso 12mila dollari per stare in hotel e poi torno a casa, è perfetto”

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Benoit Paire – ATP Santiago 2021 (foto via Twitter @chile_open)
 

La sconfitta al primo turno di Montecarlo, per mano di Jordan Thompson (6-4, 6-7, 7-6), ha nuovamente tirato fuori il meglio (si fa per dire) di Benoit Paire. Il francese sembra in caduta libera – 16 ko nelle ultime 18 partite – e conferma i soliti limiti di tenuta mentale, che si riflettono sul rendimento. Pare evidente come il tennis di questo momento storico, tra bolle da rispettare e assenza di ogni genere di contorno, non sia l’ideale per uno che ha fatto sempre fatica a rimanere sul pezzo. La svogliatezza, che spesso gli fa consegnare le partite agli avversari, trova seguito nelle consuete dichiarazioni sopra le righe.

Nella sala stampa del Country Club, in ogni caso, il numero 35 del mondo è andato decisamente oltre il buon senso. “Non me ne importa nulla di perdere una partita così – le sue parole -, vivo a due ore di distanza. Gioco anche il doppio e poi me ne vado. L’atmosfera è assolutamente triste in quello che sarebbe uno dei tornei migliori del mondo. Lo dicono tutti, ma solo io vengo a parlarne qui. Sembra di giocare in un cimitero (in riferimento al silenzio per l’assenza dei tifosi, ndr), che tu faccia un vincente o un errore è la stessa cosa. In questo momento la vita quotidiana fa schifo e anche il circuito, l’unico momento felice è quando sono a casa e posso stare senza mascherina e non pensare al Covid“.

Questo rigetto, però, non lo spinge a fermarsi. L’avignonese comunque si presenta ai tornei e spiega anche il perché, ostentando uno status da privilegiato che fa poco per meritarsi. “Che io vinca o perda non mi cambia nulla – prosegue -, non ho più la scintilla dell’entusiasmo, sono infelice quando mi trovo sul campo, ma non mi fermo perché ho preso dodicimila dollari per stare in hotel, ora vado a casa, è perfetto“. La sua breve spedizione nel Principato si concluderà – come da lui stesso accennato – con il doppio. Insieme al connazionale Mannarino sfiderà gli specialisti Koolhof e Kubot, con poche possibilità di spuntarla. Per la sua gioia, probabilmente. Fino a quando tutto ciò avrà un senso.

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