ATP Madrid: Berrettini batte un buon Delbonis e vola ai quarti. La finale non è utopia

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ATP Madrid: Berrettini batte un buon Delbonis e vola ai quarti. La finale non è utopia

MADRID – Il n. 1 italiano ribalta un tie-break complicato e vince in due set: adesso solo Garin lo separa dalla seconda semifinale ‘1000’ in carriera. Se vince risale a n.9. Il tabellone autorizza a sognare

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Matteo Berrettini - Madrid 2021 (photo Mateo Villalba)
 

dal nostro inviato a Madrid

La terra rossa fa bene a Matteo Berrettini. Dopo un periodo non facile a causa dell’infortunio agli addominali, il n. 1 del tennis italiano conferma di aver ritrovato la forma giusta e vince un match tutt’altro che scontato contro Federico Delbonis, argentino n. 77 del mondo ma grande esperto di questa superficie, affrontato oggi per la prima volta. Questa vittoria, arrivata dopo un’ora e 37 minuti col punteggio di 7-6(4) 6-4, consente a Matteo di raggiungere i quarti di finale in un evento di categoria 1000 per la terza volta in carriera e inoltre si tratta del primo tennista azzurro ad arrivare così avanti in questo torneo. Nello spicchio di tabellone di Matteo, eliminato Medvedev, sono rimasti solo tennisti che giocherebbero la prima finale in un Masters 1000 in carriera.

CRONACA – Quando due tennisti estremamente efficaci alla battuta si affrontano, è sotto altri aspetti che bisogna riuscire a fare la differenza e indubbiamente il n. 10 del mondo è il giocatore che possiede più variazioni. A scambi in corso, ha cercato fin dal primo punto di rompere il ritmo all’avversario, mentre l’argentino è rimasto fedele al suo schema di gioco. Nell’ottavo game c’è stato il primo momento di suspense di un match in generale abbastanza monotono fino al tie-break. Con un paio di risposte efficaci l’argentino si è conquistato due palle break che l’avrebbero mandato a servire per il set; Matteo ha però tirato fuori tutta la sua solidità, sia mentale che tennistica, per cavarsi fuori da una situazione rischiosissima.

Il sonnecchiante pubblico dell’Arantxa Sanchez Stadium è stato risvegliato da qualche errore gratuito di Delbonis, il quale ogni tanto ha perso le misure del campo ma mai per un numero di punti sufficienti a mandare Berrettini avanti nel punteggio. Matteo non ha saputo sfruttare l’unica chance di break avuta, ad un passo dal tie-break, e il mancino argentino – scampato il pericolo – ha subito ritrovato la bussola. Giunti al tie-break il match si è acceso sul serio. Quando Berrettini era vicino al baratro, sotto 1-4, ha cambiato passo sia da fondo variando spesso l’effetto della palla, sia con il servizio raggiungendo il picco a 236km/h, che dopo 53 minuti gli ha dato il primo set 7 punti a 4. Sei punti consecutivi, giocati con l’attenzione di un vero top 10.

Come ho fatto a ribaltarlo? Ho pensato che alla fine era 4-1, ma c’era solo un mini-break da recuperare. Poi una volta 4-4, beh, diventa un ring; a quel punto vince chi lo vuole di più” ha detto Matteo in conferenza stampa.

Il secondo parziale è sembrato mettersi subito in discesa per Matteo, ma si è rivelato ostico quasi quanto il primo. Delbonis ha confermato di valere molto di più del suo attuale ranking n. 77 quando si gioca sulla terra battuta, e ha spinto Berrettini al suo limite costringendolo a cercare le righe con le accelerazioni di dritto più spesso del dovuto. L’italiano ha comunque risposto colpo su colpo con una grinta che l’ha accompagnato per tutto il match (magari avesse potuto cederne un pizzico a Sinner) e ha stravinto anche la sfida delle smorzate. Uno dei pochissimi passaggi a vuoto in tutto il match è stato fatale a Federico ed è iniziato proprio con un doppio fallo: Berrettini non si è lasciato pregare e infine un dritto finito in rete in uscita dal servizio di Delbonis ha concluso l’incontro.

Rispondendo a una domanda in inglese, Berrettini è tornato a parlare delle sue condizioni fisiche: “Sento ancora l’infortunio, è davvero particolare. Mentalmente devi essere forte, perché da un lato sai di stare bene ma allo stesso tempo devi stare attento. È un infortunio strano, tre giorni dopo essermi fatto male potevo fare gli addominali ma non riuscivo a girarmi, mi faceva male entrando in macchina, prendendo l’aereo o facendo uno starnuto“.

Nella giornata di venerdì, come ultimo match della sessione serale, Berrettini sarà impegnato in un altro match contro un intenditore di questa superficie: il cileno Christian Garin. I due si contenderanno un posto in semifinale, ma sono già abituati a fronteggiarsi con una certa posta in palio: l’unico precedente su terra infatti risale al 2019 ed è coinciso con la finale dell’ATP 250 di Monaco, vinta dal cileno che oggi ha battuto Medvedev. Berrettini si è poi preso la rivincita nel 2019 a Shanghai, ma sfidare il cileno sulla terra resta assai più complesso. Batterlo significherebbe anche guadagnare un posto in classifica mondiale, salire a n.9, scavalcando Schwartzman. Motivazioni ulteriori per Berrettini arrivano dal suo spicchio di tabellone, dove sono presenti anche Ruud e Bublik: tutti ottimi giocatori (Ruud è al terzo quarto di fila in un 1000 sul rosso), ma non ci sono fenomeni. Ci sarà un nuovo finalista per la terza volta consecutiva in un Masters 1000; non resta che sperare possa toccare a Berrettini.

Il tabellone completo

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