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Mondo Futures: la sorpresa Manuel Guinard
In Repubblica Ceca, con un tabellone di livello Challenger, la spunta l’insospettabile francese

M25 PRAGUE (CZE, terra rossa) – VINCITORE: Manuel Guinard
È il francese Manuel Guinard (n.295 ATP) ad aggiudicarsi il torneo più importante della settimana Futures, che vedeva ai nastri di partenza giocatori del calibro di Thai-Son Kwiatkowski (n.220 ATP, già top 200), Mischa Zverev (ex numero 25 al mondo) e Vit Kopriva (n.259 ATP), tutti con esperienze a livello Challenger ed, in alcuni casi, ATP. È stato invece, un po’ a sorpresa, il 25enne bretone a vincere il nono titolo della sua carriera, a poche settimane dal suo precedente trionfo, sui campi di casa di Angers, regolando in finale il giovane Jack Draper per 6-3 6-4.
Nonostante il parterre d’eccezione, le semifinali hanno visto protagonisti tutti giovani profili interessanti, come il taiwanese Chun Hsin Tseng (n.274 ATP), dominatore dell’annata 2018 tra gli juniores, e Dalibor Svrcina, molto più indietro in classifica ma con già all’attivo qualche apparizione in tornei più importanti. Riccardo Bonadio (tds numero 5) è eliminato ai quarti proprio dal cinese di Taipei, non prima però di aver sconfitto la promessa danese Holger Rune al secondo turno, mentre ritorna alle competizioni anche Franco Agamenone, che parte dalle qualificazioni ma si ferma al secondo turno per mano del seed numero 8, l’austriaco Lucas Miedler. Per l’italo-argentino però pronta rivincita nel torneo di doppio che vince in coppia col polacco Piotr Matuszewski.
M15 ANTALYA (TUR, terra rossa) – VINCITORE: Nick Hardt
Il dominicano che non ti aspetti: Nick Hardt (n.503 ATP) la spunta nel 15mila di Antalya dopo una settimana di dominio, basti pensare che prima della finale aveva lasciato per strada solo dieci giochi ai malcapitati avversari. Ed anche nella finale contro l’austriaco Alexander Erler (n.356 ATP) il trend è continuato: 6-0 perentorio nel primo parziale, poi finalmente un set lottato, comunque vinto al tie-break per 9-7. Meritatissimo quarto titolo nel palmares per lui, che a questo punto proverà a vincere per la prima volta più di un torneo in stagione; il nostro Francesco Forti (seed numero 4) è stata una delle vittime della furia dominicana, avendolo incontrato in semifinale: non è stato in grado quindi di dare seguito alla vittoria nei quarti contro il connazionale Jacopo Berrettini. Poca fortuna anche per gli altri due italiani al via, la wildcard Antonio Massara (sconfitto dalla tds numero 3 Erler) ed Edoardo Eremin, entrambi fuori all’esordio.
M15 MONASTIR (TUN, cemento) – VINCITORE: Yun-seong Chung
Sono le prime due tds a giocarsi la finale nel torneo di Monastir di questa settimana, ed alla fine è il sudcoreano Yun-seong Chung (n.408 ATP) a negare al rivale Aziz Dougaz (n.352 ATP) una vittoria sul suolo amico: 6-1 7-5 per il 23enne asiatico, che si porta a casa il terzo successo in carriera. Certo le premesse sembravano altre dopo il back-to-back portato a casa nel gennaio 2018, ma chissà se dopo aver spezzato questo digiuno di oltre tre anni, Chung possa tornare a salire di livello. Molto bravo il qualificato azzurro Mattia Frinzi, che dopo aver eliminato due tds (rispettivamente Benjamin Lock [4] e Antoine Bellier [6]), prova a giocarsi l’accesso alla sua prima finale in carriera, ma non supera l’ostacolo Dougaz. Il vincitore di settimana scorsa Luca Potenza è invece eliminato al primo turno, mentre Erik Crepaldi esce al secondo turno per mano del futuro vincitore.
M15 VALLDOREIX (SPA, terra rossa) – VINCITORE: Alvaro Lopez San Martin
Sale a tredici match vinti di fila lo spagnolo Alvaro Lopez San Martin (n.473 ATP), che dunque si porta a casa il secondo titolo consecutivo, merito di un 2-6 6-1 6-4 inflitto in finale al fratello d’arte Martin Cuevas (n.484 ATP). Per l’ex numero 11 al mondo tra gli juniores (partito dalle qualificazioni), che si professa specialista dei campi veloci, (a questo proposito ricordiamo i quarti di finale raggiunti da junior a Wimbledon nel 2015) è il nono titolo complessivo, anche questo ottenuto su terra rossa. Registriamo inoltre la prima apparizione a livello ITF del promettente Bruno Kuzuhara, che aveva curiosamente già debuttato da professionista qualche settimana fa nel Challenger di Tallahassee: il giovane statunitense è sconfitto all’esordio, ma vende cara la pelle con il pur valido Ivan Gakhov (n.480 ATP), strappandogli un set. Nessun italiano presente in tabellone.
M15 PRIJEDOR (BOS, terra rossa) – VINCITORE: Aldin Setkic
Poco meno di un mese fa aveva interrotto un digiuno (inusuale per lui) di oltre quattro anni, stavolta invece di tempo ne è passato decisamente di meno per Aldin Setkic (n.443 ATP) per vincere il titolo numero 27 della carriera. Anche questa vittoria è arrivata a sorpresa su una superficie che poco si sposa con le sue caratteristiche, ma evidentemente l’aria di casa è stata decisiva: battuto il connazionale Nerman Fatic (n.334 ATP) in finale per 6-3 4-6 6-2, in un match che avrà soddisfatto il pubblico bosniaco. In gara anche uno dei giovani del momento, che sta scalando rapidamente la classifica, il serbo Hamad Medjedovic, il quale non più di un mese fa vinceva il suo primo match ATP nel 250 di casa, a Belgrado: per lui il cammino si interrompe in semifinale. Ritiro al secondo turno per la tds numero 1 Pedja Krstin (n.284 ATP), mentre i nostri Bortolotti e Campana perdono all’esordio. Luca Giacomini supera un solo turno prima di incontrare il seed numero 5 Miljan Zekic ed uscire in due set.
M15 JERUSALEM (ISR, cemento) – VINCITORE: Zane Khan
Prosegue la marcia del teenager Zane Khan (nuovo best-ranking di 501 ATP), che conquista il suo terzo titolo del 2021, appena due mesi dopo il precedente successo: nella finale di Gerusalemme ha la meglio sul tennista di casa e tds numero 1 Edan Leshem (n.399 ATP) in due comodi set, sfruttando quindi al meglio il ritiro in semifinale del suo avversario Alexandar Lazarov. Un solo italiano al via, il qualificato Lorenzo Lorusso, che becca il seed numero 2 Marek Gengel (n.434 ATP) all’esordio ed esce sconfitto in due set molto combattuti.
M15 TROISDORF (GER, terra rossa) – VINCITORE: Elmar Ejupovic
In un tabellone a fortissime tinte teutoniche era quasi lecito aspettarsi la vittoria di un padrone di casa, e così è stato: Elmar Ejupovic (n.412 ATP) si prende il sesto titolo totale nella verde e ridente città di Troisdorf. E dire che Michael Geerts (n.358 ATP) era quasi riuscito a sovvertire la forza dei numeri, ma ha soltanto sfiorato il successo: 7-6(4) 6-2 il risultato finale in favore della tds numero 4. Un solo azzurro al via, Mattia Bellucci, che perde all’esordio contro il seed numero 3 del torneo Dan Added (n.432 ATP), in tre combattuti set.
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Roland Garros: Tsitsipas non fa sconti a Ofner. Raggiunge Alcaraz ai quarti
Finisce la favola del qualificato austriaco Sebastian Ofner. Il greco rispetta il pronostico e si prepara ad affrontare il numero 1 Carlos Alcaraz

[5] S. Tsitsipas b. [Q] S. Ofner 7-5 6-3 6-0
Il match conclusivo sul Court Suzanne Lenglen, nonché del programma maschile, vedeva affrontarsi il numero 5 Stefanos Tsitsipas contro il numero 118 Sebastian Ofner. Il match ha regalato parecchi punti spettacolari, sia nella parte iniziale quando l’austriaco è sceso in campo senza troppe pressioni riuscendo a fare gioco pari con Tsitsipas, sia quando, dopo aver incamerato il primo set a fatica (7-5 recuperando un break e sventando la minaccia tiebreak), il greco ha potuto contare su una maggior fiducia che si andava ad unire ad un atteggiamento sempre più rilassato da parte di Ofner, consapevole della sconfitta ormai inevitabile.
Per la terza volta su sette partecipazioni al Roland Garros Tsitsipas raggiunge i quarti di finale (obiettivo che ancora gli manca sia a Wimbledon che allo US Open, mentre a Melbourne sono ben quattro le occasioni in cui ha raggiunte, e superato, i quarti). Adesso per lui ci arà la sfida più attesa da quando è stato sorteggiato il tabellone: affrontare il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz, dal quale ha perso tutti e quattro i precedenti. Partendo dalle qualificazioni invece, il torneo dell’austriaco Ofner si può considerare un grande successo: ha portato a casa sei incontri perdendo cinque set (due dei quali contro Fognini) e, a 27 anni, lunedì prossimo potrà festeggiare l’ingresso tra i primi 100 del mondo per la prima volta in carriera
IL MATCH – All’inizio del set si complicano un po’ le cose per Tsitsipas che si trova coinvolto in una vera e propria lotta fisica contro l’austriaco fatta a colpi di racchetta. Il match prende i binari di un classico da terra battuta, con il copione che prevede scambi duri da fondo risolti con colpi a tutto braccio. La testa di serie numero 5 rimonta da uno svantaggio 3-1, e pian piano fa breccia nella difesa di Ofner; l’austriaco prima rischia di cedere sul 5-4, e poi ad un passo da tiebreak arriva il passo falso che gli costa il primo set per 7-5.
Di fatti il match termina lì perché nella successiva ora di gioco, Ofner riuscirà a portare a casa solamente tre game contro i dodici di Tsitispas che gli permetteranno di chiudere col punteggio di 7-5 6-3 6-0.
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Musetti dopo la batosta con Alcaraz: “La cosa più difficile è lottare, oggi ho scelto la via comoda: lasciarsi andare”
“Ho fatto tutto quello che non dovevo fare” così Lorenzo Musetti, eliminato al Roland Garros dal n.1. “Lui è stato più grintoso, non c’è da stupirsi del suo gioco”

Risultato decisamente netto quello con cui il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz ha raggiunto i quarti di finale del Roland Garros, estromettendo Lorenzo Musetti, battuto 6-3 6-2 6-2. Di seguito le risposte date in italiano dal 21enne Musetti:
D: Quando la situazione sembrava un po’ compromessa ti abbiamo visto tirare delle manate. È forse un rimpianto di qualcosa che non hai fatto all’inizio?
Lorenzo Musetti: Sicuramente potevo fare molte altre cose rispetto a quelle che ho fatto, ho fatto forse tutto quello che non dovevo fare (sorride). Ci eravamo prefissi di avanzare sul suo rovescio o comunque imporre un gioco su qeul’angolo dove fa meno male. Col dritto muove molto bene la palla, spesso viene a rete e si avvicina molto. Credo che i piani di gioco erano simili per tutti e due, il primo che riusciva a prendere il controllo con il dritto provava ad imporre il gioco per vincere il punto. Io oggi non mi sono espresso come avrei voluto. Non credo si tratti di emozione, ma più che altro devo avere consapevolezza di me stesso e del livello che ho; non devo fare confusione quando sono di fretta. A volte mi faccio prendere troppo da chi c’è dall’altra parte. Ci sto lavorando e speriamo che già dai prossimi tornei questa sconfitta mi sia da lezione.
D: Comunque in passato hai battuo anche Djokovic quindi si possono ripartire da queste belle sensazioni per andare avanti.
Lorenzo Musetti: Non serve ripartire dal passato perché è una cosa poco realistica. Una cosa che mi serve è proprio vedere, analizzare questo match giocata in maniera sbagliata sin dall’inizio e vedere cosa avrei dovuto fare, sicurmente anche nei match precedenti, per valutare cos’è il mio gioco e cosa sarà in futuro. Partendo da questo torneo, i match con Shevchenko e Norrie sono state giocate da manuale quindi andranno osservate anche queste che rappresentano un cambio di marcia, senza ombra di dubbio.
D: Sei stato sorpreso da certe giocate di Alcaraz? Discese a rete, palle corte ecc
Lorenzo Musetti: Sicuramente certi numeri, certi gesti atletici altri giocatori non li fanno, però ecco sei numero 1 al mondo, il più giovane della storia del tennis, un significato ce l’abbia. C’è poco da sorprendersi. Ovvio che in campo, soprattutto per la situazione di svantaggio si tende a meravigliarsi un po’. Più che altro mi sono sorpreso in maniera negativa di quello che facevo io, troppe volte uscivo dallo scambio, magari con una palla corta che non c’entrava nulla, servito sempre male, di fretta, non mi sono mai caricato. Un atteggiamento non positivo che reputo influente sul mio gioco. Ovvio che se al numero 1 al mondo gli lascia anche questo, dà il megio di sé come ha fatto vedere. Su qualsiasi superficie sta imponendo il suo gioco su chiunque.
D: Da una partita di questo tipo cosa ti resta per capire cosa fare per raggiungere quel livello?
Lorenzo Musetti: Questa partita mi serve non dico come bagno di umiltà perché non ho avuto la sfacciataggine di dichiarare qualsiasi che non fosse vera. Oggi mi sento solo di accettare che lui ha giocato meglio, è entrato più grintoso, con più voglia di vincere e mi ha battuto tre set a zero. La cosa più difficile credo sia proprio lottare, io oggi ho scelto la via più comoda che è quella di lasciarsi andare, arrendersi un po’; la prossima volta sceglierò di lottare. Ma proprio da queste partite imparo a scegliere la via più dura che darà i suoi frutti.
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Roland Garros: Sabalenka a corrente alternata batte Stephens in due set
Aryna Sabalenka parte forte, si incarta, ma ha la meglio su Sloane Stephens che esce con diversi rimpianti. La bielorussa ai quarti trova Elina Svitolina

[2] A. Sabalenka b. S. Stephens 7-6(5) 6-4
È finito come da pronostico lo scontro serale tra due campionesse Slam, quella in carica dell’Australian Open e quella dello US Open 2017: Aryna Sabalenka, vittoriosa nelle tre precedenti sfide, si è imposta in due set su Sloane Stephens, 7-6(5) 6-4 in 101 minuti che non hanno dato esattamente la carica agli spettatori del Philippe-Chatrier. Le emozioni sono più che altro derivate dall’andamento insensato dell’incontro, un po’ da montagne senza bandiera, prevedibilmente soggetto alla prestazione di Sabalenka, partita fortissimo salvo poi perdere precisione, soprattutto con il dritto. Stephens, quasi mai propositiva, in nessun momento è sembrata sul punto di poterla vincere, eppure ha rimpianti in entrambe le frazioni – a due punti dal vincere la prima, a uno dal contro-sorpasso nella seconda.
In apertura abbiamo sottolineato “serale” perché Amélie Mauresmo, direttrice del Roland Garros, ha infine programmato un incontro femminile nella sessione delle 20.15. L’anno scorso aveva subito le critiche (e chiesto scusa) per la scelta di metterne uno solo alla decima giornata e anche quest’anno la scelta è arrivata – comprensibilmente – dopo una settimana. E, prevedibilmente, qualcuno si è liberato del biglietto per non correre il rischio di doversi trovare qualcos’altro da fare già alle 21.00. Un rischio che è sembrato materializzarsi quando la numero 2 del mondo si è issata senza sforzo sul 5-0, salvo poi disunirsi fino a ritrovarsi sotto 4-5 nel tie-break che le è stato invece pressoché donato dall’avversaria. Parziali piuttosto netti in termini di punti per l’una e per l’altra anche nella seconda partita e, di nuovo, Sloane si è fermata, quasi evaporata, su quelle tre palle per il 5-4.
In quelli che sono i suoi primi quarti di finale parigini, Aryna affronterà una sorprendente Elina Svitolina, che ha eliminato la n. 9 Daria Kasatkina. 1-1 il bilancio degli scontri diretti.
Primo set – Sabalenka parte a razzo, l’altra la riprende ma si ferma a due punti dal traguardo
Sabalenka, prima a servire, comincia a spingere fin da subito. Stephens cerca la profondità, un paio di rovesci vanno lunghi e si ritrova sotto 0-2. Sloane, almeno all’apparenza, ha l’atteggiamento di chi vorrebbe evitare di spostarsi in campo, non l’ideale di fronte a un’avversaria che tira forte senza strafare, trovando anche angoli interessanti. Stephens dice al suo coach, il goat barbadiano Darian King, che non sente la palla. La sente invece la numero 2 del mondo che vola 5-0, mentre immaginiamo Amélie Mauresmo in panico per aver messo in prime time un match da 50 minuti.
Piccolo calo di intensità dell’altra e la trentenne della Florida si iscrive a referto, fa il pugnetto e si prende anche un secondo game. Se ne va un set point, tutta l’attenzione che Sabalenka aveva messo nelle fasi iniziali è svanita nel nulla, il dritto è scomposto, l’altra legge meglio le traiettorie anche perché la velocità della palla in arrivo è un po’ scesa nel vano tentativo di tenerla in campo.
Con l’aiuto dell’atteso doppio fallo (il primo ma pesante), quella che qui ha fatto finale nel 2018 serve per il 5 pari e lo agguanta dopo 14 punti, nonostante un paio di nastri non benevoli e altre tre occasioni per Aryna di mettere le mani sul parziale – occasioni non gestite al meglio, anzi. Torna a vincere un game, Sabalenka, mentre Stephens cerca (con scarsi risultati) di cedere alla tentazione di affidarsi esclusivamente al gioco di rimessa.
Nel tie-break, la n. 30 WTA si affida alla ritrovata pulizia e precisione dei colpi e va avanti un paio di volte grazie agli errori di Aryna che certo non tira indietro il braccio. Sul 5-4, tuttavia, commette tre errori che vanificano la sua rincorsa e Sabalenka si prende il set. 18-25 il saldo tra vincenti e non forzati per Aryna, 4-11 per Stephens: non sarà “un gran”, ma almeno c’è. Match.
Secondo set – Sabalenka allunga, si fa riprendere, ma chiude piazzando nove punti di fila
Quattro turni di servizio se ne vanno senza sussulti, poi Stephens si distrae, forse anestetizzata dalla propria passività, e regala il turno di battuta. Aryna consolida con la tranquillità offertale un incontro sempre più in discesa, mentre Sloane rimane in scia sperando che l’altra renda il regalo. Lo fa subito, la venticinquenne di Minsk, incartandolo con due brutti errori colpendo in avanzamento, e Stephens sale 40-0, ma a 5 arriva Sabalenka, che con due ottime risposte un drittone finale punisce due pessime imprecisioni bimani di Stephens.
Sloane non c’è più e Aryna tira dritto indisturbata verso il match con Svitolina. L’ucraina potrà ben poco se l’altra terrà l’intensità folgorante dell’inizio di questo match, ma difficilmente non saprà approfittare dei cali altrettanto vistosi di questa domenica sera.
La giornata non si conclude con la conferenza stampa della vincitrice perché, comunicano gli organizzatori, Sabalenka non farà quella “generale”, bensì ci sarà un’intervista con un giornalista della WTA. Poi ce la faranno avere.