Roland Garros: Fokina batte Ruud in un quinto set thriller, Medvedev liscio su Opelka

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Roland Garros: Fokina batte Ruud in un quinto set thriller, Medvedev liscio su Opelka

E chi lo dice che il servizio da sotto non paga? Davidovich Fokina vince la partita più intensa del torneo anche grazie a quel colpo. Medvedev si riscopre terraiolo?

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Alejandro Davidovich Fokina - Roland Garros 2021 (foto Twitter @RolandGarros)
 

RUUD ELIMINATO – Alejandro Davidovich Fokina ha battuto Casper Ruud in un match dalle mille peripezie con il punteggio di 7-6 (3) 2-6 7-6 (6) 0-6 7-5 in quattro ore e 35 minuti, finendo con ben 15 punti in meno dell’avversario e salvando set point sia nel primo che nel terzo. Agli ottavi avrà Federico Delbonis, che ha sconfitto il nostro Fabio Fognini. Per l’iberico è il secondo quarto turno Slam in carriera dopo quello raggiunto lo scorso settembre a Flushing Meadows, nonché un bel regalo di compleanno – spegnerà 22 candeline domani.

Il primo set è stato dominato dalla risposta, anche perché nessuno dei due ha nel servizio la propria forza (soprattutto lo spagnolo), come si evince dal numero di break e dalla lunghezza degli scambi: nel primo set, il 52 percento ha superato i cinque colpi. Il rendimento con la seconda dei contendenti non è stato particolarmente brillante, ma ADF ha messo molte più prime in campo (68%-51%) ed è riuscito a recuperare due break consecutivi a metà set. La sua scelta è stata di stare molto vicino al campo per impedire Ruud di prendere il controllo con il dritto, uno dei più carichi del circuito, colpendo un gran numero di rovesci lungolinea proprio per togliergli il tempo di mulinare – Ruud ha anche giocato ben 17 punti a rete in virtù delle smorzate dell’avversario.

Dopo aver salvato tre palle break (due consecutive) per salire 4-4, ADF ha concesso un set point con un errore di dritto dopo essere riuscito a salvare una risposta carica del norvegese, ma è riuscito a cavarsi d’impaccio con un dritto anomalo vincente. A sorpresa il tie-break non ha avuto storia: Ruud ha forzato con il dritto, sparando lungo un incrociato per il mini-break Fokina; il recente campione di Ginevra si è poi trovato in svantaggio 5-0, e pur salvando due set point al servizio non è riuscito a rimontare – Davidovich ha chiuso con una prima al centro seguita da un dritto in avanzamento.

 

All’inizio del secondo ADF ha un po’ deviato dal seminato, concedendo due palle break nel terzo gioco con una palla corta che ha raggiunto a malapena la rete, e ha poi sbagliato la direzione dell’attacco di dritto consentendo al norvegese di incoccare un buon passante di rovescio che non è riuscito a controllare. Ruud ha alzato la percentuale di prime in campo, e questo gli ha permesso di gestire lo scambio più facilmente, accorciando gli scambi (ha dominato quelli sotto i quattro colpi per 16-8). Davidovich ha perso brillantezza, e ha concesso un altro break per il 4-1 Ruud prima di chiamare un MTO per un problema alla caviglia sinistra. Il norvegese ha controllato il resto del set e portato la partita al terzo, perdendo solo tre punti al servizio nel parziale.

Nel terzo Ruud sembrava in controllo, quando improvvisamente l’inerzia è cambiata: il norvegese si è procurato una palla break nel primo game, ma ha sbagliato due risposte di dritto inside-in e in quello successivo ha commesso un altro errore, dando lo spazio necessario a Fokina per prendere l’iniziativa e breakkare a zero con un gran rovescio lungolinea, salendo 3-0 con un parziale di 10-2 che l’ha visto scendere molto più sovente a rete. A quel punto è stato però il turno dell’iberico di perdersi il dritto: due errori hanno concesso una palla break al norvegese, che si è riportato in gioco con uno sventagli che Fokina non è riuscito a gestire, e ha pareggiato con un suo parziale di 12-3. Da quel momento i due giocatori hanno gestito più tranquillamente i turni, almeno fino al 5-4 Fokina, quando lo spagnolo si è portato due volte a due punti dal set, senza però riuscire a sfondare, e lo stesso è accaduto nel turno di servizio successivo del norvegese.

Si è dunque andati al tie-break, ma lì è arrivata l’interruzione per pioggia: una volta riprese le operazioni, Fokina ha preso il mini-break sul 2-0 grazie ad un errore di rovescio di Ruud, prima di concedere quattro punti di fila. Il classe 1999 ha impattato con una gran difesa conclusa da un passante lungolinea di dritto, ma si è poi trovato a fronteggiare un set point quando Ruud l’ha mosso bene con i lungolinea, obbligandolo a sbagliare. ADF ha però trovato due servizi esterni vincenti, e ha chiuso il set su un errore di dritto dell’avversario.

La reazione di Ruud è stata rabbiosa: nel quarto set il parziale è stato di 24-7 in suo favore, con un solo non forzato e un 16-3 nei punti sotto i cinque colpi contro un Fokina apparentemente in apnea soprattutto sulla seconda (due su otto nel set). Arrivati al quinto, dunque, Casper sembrava avere i favori del pronostico dalla sua, e invece ADF ha trovato delle energie residue, dando adito alla fase più equilibrata della partita. I due hanno servito molto bene, non riuscendo inizialmente a scalfirsi: Davidovich ha vinto 13 dei primi 15 punti giocati con la prima, mentre Ruud ha fatto 11/12 con la seconda. Probabilmente conscio di una condizione atletica un filo meno brillante (aveva già giocato cinque set con Van De Zandschulp al turno precedente), stavolta è stato l’iberico a cercare maggiormente i punti rapidi.

Ruud avrebbe probabilmente potuto essere più concreto, come quando sul 5-4 ha sbagliato una contro-smorzata che l’avrebbe mandato a due punti dal match, e alla fine ne ha pagato il prezzo: nel game successivo, ha sbagliato due dritti in uscita dal servizio, concedendo due palle break. Sulla prima Fokina ha retto bene un lungo scambio sulla diagonale di sinistra, ma al momento di girarsi sul dritto ha steccato, mentre sulla seconda è arrivato un ace esterno del norvegese, che però nel punto successivo non è riuscito a chiudere nonostante l’aiuto del nastro, e ha finito per concederne un’altra con un back lungo. Ruud ha però trovato di nuovo la combo servizio-e-dritto, ma Fokina è tornato a palla break giocando una smorzata in salto condita da passante di rovescio lungolinea ed urlo belluino, e stavolta Ruud non è riuscito a tenere in campo il dritto, mandandolo a servire per il match.

Qui è dove il dramma ha iniziato a montare per davvero, con tutti gli elementi della commedia umana. Al momento di servire per il match lo spagnolo ha infatti commesso due errori di dritto, concedendo una palla del contro-break quando Ruud ha giocato un bello scambio in progressione con il dritto, chiudendo in contropiede. Fokina però ha tirato una gran botta al centro, cancellandola rapidamente, e si è guadagnato un match point con un’ottima smorzata, prima di scivolare su un lob difensivo di Ruud che ha toccato un pezzetto di riga. Dopo un conciliabolo fra Fokina e la giudice di sedia, Ruud ha trovato una seconda palla del contro-break con una gran risposta di dritto, ma ADF è ancora ricorso al servizio al centro, trovando l’ace.

Un secondo match point se n’è andato quando Fokina ha stampato un dritto lungolinea sul nastro, ma un terzo è arrivato quando è stato il turno del norvegese di capitombolare su un dritto dello spagnolo; il norvegese si è preso qualche secondo in più per verificare le proprie condizioni, ma ha poi giocato un grande punto in difesa, provocando un altro errore di dritto di ADF. Il match point N.4 è arrivato con una buona prima esterna, ma ancora una volta l’attacco di dritto è stato scentrato, e stavolta Ruud è riuscito a riportarsi a palla break spingendo con il dritto. A quel punto però ADF ha tirato fuori l’under-arm, sorprendendolo; ha poi messo però lungo un altro dritto, prima di salvarsi con servizio e smash, e stavolta la chiusura è arrivata davvero: vincente di rovescio in salto e servizio esterno vincente.

[2] D. Medvedev b. [32] R. Opelka 6-4 6-2 6-4

Due prime su tre in campo con un poco incoraggiante 62% di realizzazione, cinque ace e 36 errori non forzati, dieci più dei vincenti: basterebbe questo per descrivere la prestazione di Reilly Opelka, sconfitto in tre set da Daniil Medvedev, ma forse ancor prima da sé stesso. Diciamo che il 211 cm statunitense non ha messo più di tanto alla prova le capacità sulla terra battuta del n. 2 del mondo, il quale non fa mistero del suo rapporto tutt’altro che idilliaco con il mattone tritato – “mattone rotto”, lo chiamerebbe lui. Perché, se Tommy Paul, avversario di Daniil al turno precedente, aveva aspettato (e vinto) un set prima di sparire dal campo, l’impressione è che Opelka abbia cominciato a svanire già con il controbreak al quinto gioco. Del primo parziale, per essere chiari.

Certo, il campo appesantito dalla pioggia notturna non è la condizione ottimale per Reilly; in teoria, non lo è neppure per Medvedev ma, se l’altro sbaglia presto e male, poco importa cosa calpestino le suole delle sue scarpe. Eppure parte bene, Opelka, strappando il servizio russo al quarto gioco dopo aver annullato quattro opportunità all’avversario nel game precedente. Sarà però l’unico break dell’incontro a suo favore e lo restituisce immediatamente con almeno un paio di errori di macroscopici, per quanto Daniil ci metta qualcosa di suo. Ce ne mette invece ancora tanto il ventitreenne del Michigan che sbaglia tutto regalando a zero il secondo turno di servizio consecutivo vedendosi ribattere tre prime di fila.

Per descrivere gli altri due parziali è forse sufficiente il primo punto della seconda partita: Opelka fallisce quella che è già l’ennesima volée facile a campo aperto e allarga le braccia tra l’allibito e lo sconsolato. Il 3-0 pesante è dietro l’angolo, consegnato alla sesta chance da un doppio fallo, e seconda partita tutta in discesa per il moscovita. La risposta a chi si domanda se ci sarà una reazione arriva dopo un paio di giochi del terzo set, quando Daniil difende bene sui ripetuti tentativi di sfondamento fino all’inevitabile errore di Reilly che capitola al punto successivo affossando la solita volée su una palla che pareva un assist del maestro all’allievo principiante. Giornataccia. Daniil non concede palle break dall’inizio del match e continua a non farlo. Il primo turno mai superato è ormai un lontano ricordo e ora Medvedev ci prova, ma agli ottavi affronterà il primo vero test “terraiolo”, quel Cristian Garin che lo ha sconfitto a Madrid e che questo stesso pomeriggio ha superato in quattro set Marcos Giron.

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Etcheverry: “Due settimane che mi hanno cambiato la vita. Da lassù mia sorella mi ha aiutato”

“Alexander è un top ten, io ero emozionato. Qui ho festeggiato con i nonni”

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Tomas Etcheverry - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Il ragazzo di La Plata, sconfitto oggi da Zverev, riconosce il valore dell’avversario e dichiara la propria felicità per il risultato ottenuto, parlando di particolari toccanti legati alla famiglia.

D: Oggi è andata male Thomas, però è stata comunque una bellissima esperienza per te, non è vero?

Etcheverry: “sì, queste due settimane hanno cambiato la mia vita. Oggi è stata un’esperienza straordinaria giocare sul Philippe Chatrier. Certo Alexander ha giocato benissimo e presto parlerò col mio staff per capire come è andata. Ma è stato tutto positivo e incredibilmente bello”.

 

D: nel risultato di oggi quanto è dovuto al fatto che per te era la prima volta su un palcoscenico così importante? Quanto ha fatto lui di buono e per quante di queste cose tu non eri pronto?

Etcheverry. “Alexander è un top ten. Ha giocato qui la semifinale, quest’anno è di nuovo tra i migliori quattro. In effetti all’inizio io ero un po’ contratto ed emozionato e solo nel terzo set ho cominciato a raggiungere il livello di gioco che avevo tenuto nel resto della settimana. È andata così”.

Poche parole per lui. Nelle ultime ore ne aveva spese alcune per ricordare la sorella maggiore Magalì, deceduta per un tumore al seno lo scorso settembre. Su Twitter, Relevant Tennis aveva riportato il pensiero che Thomas le aveva dedicato subito dopo la vittoria con Nishioka, raccontando di averle chiesto aiuto in un certo momento del match e di aver giocato un ace subito dopo.

Tutto vissuto in semplicità, dunque, compresi – continua Relevant Tennis – “I festeggiamenti con i nonni Eduardo e Ana e l’allegro latrare da casa del cane, che manco a dirlo pare si chiami Roland Garros (ma in famiglia per tutti è Rola)”.

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Roland Garros, vige la legge “Casper” negli Slam: Ruud approda in semifinale, Rune troppo falloso

Casper Ruud centra la terza semifinale Slam della sua carriera, traguardo che sfugge ancora a Rune. Per il norvegese ora c’è Zverev

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Casper Ruud - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

[4] C. Ruud b. [6] H. Rune 6-1 6-2 3-6 6-3

Vige la legge “Casper” negli Slam: Ruud batte ancora una volta Holger Rune in quattro set nei quarti di finale del Roland Garros e si concede la seconda semifinale consecutiva parigina. 6-1, 6-2, 3-6, 6-4 il punteggio finale di un match durato 2ore e 47′. Il norvegese si conferma uomo da Slam: spento e falloso nell’approcciarsi al Roland Garros, lucido e cinico nel torneo parigino dove si sente sempre più a suo agio. Per lui si tratta della terza semifinale conquistata in uno Slam, dopo quella sempre qui al Roland Garros nel 2022 e allo US Open 2022.

 

Holger Rune è stato spettatore non pagante per due set, poi ha tirato fuori il cartello “Scusate il ritardo” ed è stata gara equilibrata. Nel momento in cui doveva tenere d’esperienza, Ruud è scappato via chiudendo al quinto matchpoint. Il giovane Rune rimane ancora una volta in uno Slam con un quarto di finale tra le mani quasi a chiedersi dove fosse finita la semifinale. In un cono d’ansia vi è finito in avvio, condizionando tutta la gara. Dovrà cominciare a capire che servono le mezze misure, che alle volte quando non si è in partita anche un errore dell’avversario può rimetterti in corsa. Invece, i primi due set sono stati un galà dell’errore del danese. Alla fine ha chiuso la partita con 48 vincenti e 47 errori, ma ben 32 ne ha commessi nei primi due set. Addirittura nove i doppi falli di Rune, cinque dei quali commessi nel primo set. Giovane Holger e questa sua propensione a mostrarsi “Dottor Jekyll e Mister Hyde” a dannare i suoi fan e anche il suo staff che sa del suo potenziale. Eppure Roma non è così lontana, ma tre settimane fa fu altro epilogo anche per via della non perfetta forma fisica del norvegese. Ma bisogna anche considerare il fatto che una gara da tre set su cinque è altra storia e ti dà sempre il tempo per recuperare. Forse per questo motivo Casper gioca molto più sereno e riesce a far valere la potenza dei suoi colpi rispetto alle gare degli altri tornei ATP che si giocano su tre set. Il danese cercava la rivincita dei quarti di finale dello scorso anno quando, sempre in quattro set, fu eliminato da Ruud: ripassare nel 2024 per riprovarci!

Sarà incrocio con Alexander Zverev, la finale mancata dell’anno scorso, un epilogo che la sorte impose fosse differente.

Ruud cercherà la terza finale Slam della sua carriera!

IL MATCH – L’avvio è positivo per il danese che si procura immediatamente due break point. Casper scalda il braccio e fa intendere la sua ottima serata al servizio. Rune si pianta e rischia addirittura di finire 4-0 sotto: non sente la palla, sbaglia abbondantemente in lunghezza i colpi, smarrisce il dritto e si complica la vita al servizio. La gente non si diverte, Ruud pure ma quanto meno mette le mani sul primo set chiuso in 28′.

Non cambia la musica nel secondo set con la testa di serie n. 4 padrone del campo con la gente a chiedersi chi ha rapito il dritto di Rune. La testa di serie n. 6 cerca di entrare in partita, ma gli errori si moltiplicano e soprattutto non cerca neanche tanto la palla corta che a Roma gli aveva dato soddisfazioni. Ruud ringrazia e in 37′ fa 6-2.

Il terzo round è preceduto dal cartello “Scusate il ritardo” portato in alto da Holger Rune. Il pubblico capisce, gradisce e tira un sospiro di sollievo perché la partita si fa intensa e spettacolare. Scambi lunghi e i due giocatori a esaltarsi con i cambi migliori. L’unica pausa al servizio costa al norvegese il break. Rune sale 4-1 e tira un sospiro di sollievo. Il vento spira sul Philippe Chatrier ma entrambi sembrano adattarsi bene. Il danese lascia andare i colpi, trova fiducia nel presentarsi a rete a giocare la smorzata. Si moltiplicano i vincenti del danese: ne trova ben sedici e scalda soprattuto il rovescio lungolinea che gli dà grandi soddisfazioni. Il braccio non trema e bastano 46′ per chiudere la terza contesa con il punteggio di 6-3.

I duellanti arrivano alla quarta frazione. Il primo ad andare in difficoltà è Rune perchè subisce troppo la risposta del norvegese sulla sua seconda di servizio. Riesce ad annullare due palle break, ma precipita alla terza quando, con coraggio, Ruud prende in mano le sorti dello scambio e sale 3-1.

Suona l’allarme del controbreak in casa Casper: Rune si procura immediatamente due palle break salendo 15-40 ma, di fatto, non ha grossi rammarichi perchè di fronte c’è chi sale di rendimento e porta a casa il quinto gioco.

I game sono tutti dominati dal norvegese, ad eccezione dell’ottavo game: ha due matchpoint ma col servizio e con un coraggiosissimo serve and volley sulla seconda strappa applausi. Ruud si aggrappa alla prima di servizio e sale 40-0: Rune annulla con due splendidi rovesci lungolinea i primi due, mentre precipita al terzo dopo un ricamo del norvegese.

Si saluteranno? La domanda che tutti si sono posti nella vigilia del match sapendo il grande affetto che i due non nutrono. Eppure stupiscono tutti con un abbraccio vero che serve a Rune per allontanare di qualche secondo le riflessioni sulle mancate semifinali Slam e a Ruud per cominciare a pensare alla sfida con Zverev.

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Roland Garros, Zverev: “Ricordare quanto fossi forte prima dell’incidente mi ha aiutato molto”

“Mi chiedi quanto sia grande il mio cuore? Meno male, credevo mi chiedessi quanto fosse grande un’altra cosa…”

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Alexander Zverev - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Un punto è senza dubbio ben chiaro nella mente del semifinalista di Roland Garros 2023: l’incidente di un anno fa è oramai storia. Un capitolo chiuso da dove Sascha vuole ripartire per raggiungere quanto gli è sinora sfuggito. È tranquillo e disteso, al punto di approfittare di una domanda per divertirsi con un gioco di parole velatamente osceno…

D: congratulazioni Sascha. Considerando tutto quello che è successo possiamo dire che questa semifinale è un po’ più dolce di quelle che hai già raggiunto a livello di Grande Slam?

Zverev: “Forse sì, considerando quello che è successo negli ultimi 12 mesi. In realtà una semifinale Slam è sempre un grande risultato e io preferisco considerare il vero traguardo la vittoria dei prossimi due match”.

 

D: oggi hai lottato per più di tre ore come un leone: hai dimostrato forza e cuore. Ma quanto è grande il tuo cuore?

Zverev:“Sono contento che mi stai chiedendo quanto è grande il mio cuore e non qualcos’altro” (ride).

D: come vedi i due rivali di questa sera? Chi sarà secondo te il tuo avversario in semifinale?

Zverev: “Ruud ha giocato la finale qui l’anno scorso; sa come si fa, sa cosa ci vuole per arrivare. Rune è molto giovane, è appena arrivato tra i migliori e sta giocando benissimo, specialmente sulla terra rossa. Ha giocato la finale a Montecarlo e a Roma”.

D: dal punto di vista mentale, ci sono differenze tra l’approccio a una semifinale Slam e a una di un altro torneo? E in ogni caso per questa semifinale in particolare c’è qualcosa di diverso vista la storia degli ultimi 12 mesi?

Zverev: “No, non sto affatto pensando a quello che è successo un anno fa, sono qui per vincere match di tennis. Capisco sia normale che noi ne stiamo parlando oggi, ognuno fa il suo lavoro. In ogni caso ovviamente il Grande Slam è un capitolo a parte, è diverso. E questo vale anche per le Olimpiadi”.

D: con un infortunio così grave hai dovuto in un certo senso reinventare il tuo gioco o sei semplicemente rientrato come se nulla fosse accaduto?

Zverev: “Dopo l’infortunio non ho giocato per 7 mesi e per i successivi 3 ho giocato sentendo dolore. È stato difficile ma mi sono aiutato anche pensando a che giocatore io fossi prima dell’incidente e che tipo di match riuscissi a vincere. Ora non ritorno più del tutto al passato”.

D: quali sono stati i momenti in cui hai capito che il tuo tennis stava tornando, che sarebbe tornato al top?

Zverev: “Quando ho smesso di sentire dolore. In Australia ho giocato su una gamba sola, avevo ancora dolore a Indian Wells e a Miami. Quando ho sentito che la gamba davvero non aveva più problemi a muoversi sul campo, sicuramente quello è stato un bel momento. Ma ripeto, non ci sto pensando più”.

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