Roland Garros: Nadal abdica al trono di Parigi. Djokovic in finale

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Roland Garros: Nadal abdica al trono di Parigi. Djokovic in finale

Novak Djokovic rimonta un set e supera Rafael Nadal in quattro set. Terza sconfitta in carriera per lo spagnolo al Roland Garros. Dispensa dal coprifuoco concessa al pubblico

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Novak Djokovic - Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
 

[1] N. Djokovic b. [3] R. Nadal 3-6 6-3 7-6(4) 6-2

Chi si aspettava una grande partita sicuramente ha avuto ciò che cercava. O almeno, ha avuto un grande evento: il match magari per lunghi tratti non è stato straordinario dal punto di vista tecnico, ma ha certamente regalato emozioni, scambi emozionanti e un risultato che per molti è stato inatteso.

Nadal è sembrato perdere smalto man mano che la partita proseguiva: i suoi colpi si sono accorciati, soprattutto il diritto, e senza l’esplosività dei giorni migliori le opzioni per fare il punto sono andate via via sparendo. Djokovic è riuscito a sfruttare la crepa nel gioco dell’avversario con i colpi incrociati stretti, che nonostante aprissero angoli nel suo campo non potevano venir sfruttati da Nadal perché i suoi fondamentali non erano sufficientemente veloci. Ciononostante lo spagnolo ha avuto la chance di aggiudicarsi un rocambolesco terzo set, nel quale Djokovic stava dominando, e quella volée di diritto a campo aperto messa lunga sul 3-4 nel tie-break forse lo perseguiterà quasi quanto quei passanti di rovescio sbagliati nel quinto set delle finali australiane contro Djokovic nel 2012 e Federer nel 2017.

 

Il MATCH – Erano le 19.09 locali quando Djokovic serviva la prima palla dell’incontro, con tutto il campo del Philippe Chatrier ormai coperto dall’ombra in un ventilato ma caldo pomeriggio parigino. L’inizio è sembrato ricordare la finale del 2020: Nadal subito in partita, Djokovic decisamente sottotono. Il serbo ha provato subito a dettare il destra-sinistra che solitamente gli consente di uscire dagli scambi di diagonale con Rafa, ma i suoi colpi non sembravano collaborare. Dopo aver avuto due palle break nel game d’apertura, annullate da due ottime prime di Nadal, Djokovic è andato 40-15 nel game successivo e poi ha subito un parziale di 15 punti a 2 che lo ha visto piombare nel baratro di uno 0-5 decisamente inatteso.

Le palle corte di Djokovic, molto meno frequenti del solito, erano spesso preda dei recuperi di Nadal, che incassava i parecchi errori da fondocampo del serbo, poco preciso quando cercava di affondare i colpi. Sul 5-1 Nadal ha recuperato da 15-40 ma mancando due set point (uno dei quali conquistato con uno spettacolare gancio) concedeva il primo break della partita con un doppio fallo. Nel game seguente se ne andava un altro set point, ma il maiorchino riusciva finalmente a chiudere 6-3 sul suo servizio in 59 minuti alla settima occasione utile.

L’inizio del secondo set è stato certamente differente, ma ben poco entusiasmante: un effimero strappo 2-0 per Djokovic veniva immediatamente ricucito in un parziale che vedeva ben 13 errori gratuiti su 19 punti giocati. Ma il n.1 del mondo imperterrito ricominciava ad andare in forcing da fondocampo, limitando gli errori e costringendo Nadal a grandi rincorse difensive. Djokovic otteneva il break per il 4-2 e poi nel game successivo, il più bello del match fino a quel punto, si salvava da 15-40 annullando tre palle break e allungava 5-2 nonostante due clamorosi errori al volo di rovescio. Due game più tardi, annullando due palle del controbreak peraltro giocate non proprio benissimo da Nadal, Djokovic ha chiuso il secondo parziale pareggiando sull’un set pari due minuti dopo le 21 locali.

Dopo una breve pausa fisiologica negli spogliatoi, Nadal è rientrato in campo ben intenzionato ad essere più aggressivo e non subire così tanto l’iniziativa di Djokovic. La precisione e la lunghezza però non sempre erano quelle necessarie e soprattutto la risposta di Nole ha iniziato a funzionare come nei giorni migliori, neutralizzando l’efficacia del servizio dello spagnolo. Nadal comunque si è salvato nel terzo game da due palle break con grande vigore agonistico, tanto da far urlare il telecronista della televisione spagnola che, con le porte delle cabine aperte a causa del caldo del pomeriggio, si è sentito in tutta la tribuna sud dello Chatrier.

Ma l’inerzia della partita era già passata dalla parte di Djokovic: Nadal non sembrava avere più soluzioni per fare il punto, i suoi colpi da fondo erano corti e non facevano male, mentre Nole con i suoi incroci stretti tagliava il campo come un panettone creandosi aperture ghiottissime. Spinto dal suo orgoglio e dalla folla Nadal ha recuperato un break, poi quasi un altro, ma per Djokovic era ben chiaro cosa fare, mentre per Nadal ogni punto doveva essere un’invenzione sulla quale prendere rischi indicibili. Nadal si è aggrappato a tutto quello che aveva, resistendo con le unghie e con i denti e in qualche modo è riuscito a risalire sul 5-5. La folla sul 4-3 aveva cominciato a cantare “On partira pas”, non ce ne andremo, riferendosi al coprifuoco, mentre l’orologio inesorabilmente segnava i minuti che mancavano alle 23, e il set veleggiava verso i 90 minuti.

Nel tie-break seguente, di impareggiabile intensità emotiva, ci sono stati due minibreak consecutivi nei primi due punti, e successivamente uno solo, sul 4-3 Djokovic, sul quale Nadal ha sbagliato una volée di diritto a campo spalancato. E quella volée gli è costata il terzo set, nel quale aveva pure avuto un set-point sul 6-5, cancellato da una palla corta di rovescio di Djokovic.

Mentre il serbo andava a cambiarsi negli spogliatoi e Nadal rimaneva sulla sua sedia a pensare all’occasione mancata, lo speaker dava al pubblico la notizia che stava aspettando: sarebbe stata concessa una deroga al coprifuoco per permettere agli spettatori di assistere alla fine del match. A celebrare sono arrivati canti, balli, il “po-po-po”, un accenno di ola, un’atmosfera davvero incredibile.

Quarto set che iniziava con un break di Nadal, che però dal 2-0 veniva subito raggiunto sul 2-2. Gli angoli stretti erano sempre lì pronti da essere sfruttati per Djokovic, sempre a far male al maiorchino che non si fidava a tirare il diritto anomalo e con il suo arsenale decimato non riusciva a scalfire la corazza di Nole.

Da lì in poi era un monologo di Djokovic, che da quel momento perdeva solamente sei punti (uno dei quali con un doppio fallo) e andava a chiudere il match dopo 4 ore e 11 minuti.

Domenica alle 15 la finale maschile vedrà quindi di fronte Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas. Sono sette i precedenti confronti diretti tra i due, con il serbo che conduce 5-2, ma Tsitsipas ha perso entrambi i precedenti sulla terra. I due si sono incontrati anche lo scorso anno al Roland Garros, questa volta a livello di semifinale, e Djokovic si impose per 6-1 al quinto set.

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Laver Cup: trionfa il Team World con la vittoria in doppio di Tiafoe e Shelton

Il Resto del Mondo bissa il successo del 2022 imponendosi per 13-2. Un solo match vinto dall’Europa, con Ruud nella seconda giornata, e chiusura anticipata dei giochi nel Day 3

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John McEnroe e Ben Shelton, Vancouver - Laver Cup 2023 (Photo by Matthew Stockam/ Getty Images for Laver Cup)

Resto del Mondo b. Europa 13-2

Forte del 10-2 maturato al termine della seconda giornata, al Team World bastava una sola vittoria per mettere le mani sul titolo ed è stata portata dal doppio formato da Frances Tiafoe e Ben Shelton che si sono imposti su Andrey Rublev e Hubert Hurkacz per 7-6(4) 7-6(5) in oltre un’ora e mezza di tennis godibile.

Proibitivo il compito dell’Europa alla quale era richiesto un complicato quattro su quattro per ribaltare la situazione nel Day 3, quando ogni match vale tre punti. Oppure, in subordine, di non perdere il doppio iniziale, così da prolungare lo spettacolo. Invece, alla squadra capitanata da Bjorn Borg non è riuscito neanche il compito minimo perché Rublev e Hurkacz si sono arresi in due tie-break a Tiafoe e Shelton nella sfida che ha aperto il programma. Annullati quindi i tre singolari “potenzialmente” previsti, quelli con Ruud, Rublev e Hurkacz opposti rispettivamente a Fritz, Tiafoe e Auger-Aliassime, vanno in campo per un doppio gli alternate Eubanks/Raonic contro Fils/Davidovich Fokina. Un doppio che è un dead rubber – in italiano, incontro individuale inutile ai fini della vittoria dell’incontro fra le due squadre. Ma può davvero diventare “inutile” un match di un’esibizione ancorché ufficiale?

 

Con il 13-2 finale che “vendica” la débacle (14-1) di due anni fa a Boston, il Resto del Mondo – in questa edizione quattro statunitensi più Auger-Aliassime e Fran Cerundolo – bissa così il successo del 2022 a Londra dopo le quattro vittorie europee: possiamo allora parlare di un’aria di cambiamento negli equilibri mondiali? Per adesso, l’unico top 10 non europeo presente nel ranking è il numero 8 Taylor Fritz e a Vancouver mancavano i primi cinque del mondo.

B. Shelton / F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz / A. Rublev (Team Europe) 7-6(4) 7-6(5)

Coppie schierate con il colpo migliore di ognuno al centro, parte Hurkacz in battuta, trascinato ai vantaggi, poi Shelton pareggia senza problemi. Hubi protagonista al quarto gioco con tre bei punti, ma due volte da sinistra Rublev non risponde sulla palla break. È un doppio piuttosto diverso da quelli giocati dagli specialisti del Tour, ogni tanto qualcuno si ritrova fuori posizione, ma la coppia al servizio continua a fare il proprio dovere e il pubblico apprezza qualche scambio divertente, come quello che apre l’undicesimo gioco.

Il tie-break va alla squadra capitanata di John McEnroe, con un notevole ace in slice di Shelton verso il corpo di Andrey che vale il doppio set point a separare due volée da dimenticare – una a testa – dei ragazzi di Borg.

Hurkacz non ci sta e prova a vincerla da solo andando a cercare la palla come se non ci fossero né un domani né soprattutto un Rublev al suo fianco. Il polacco non ottiene quanto sperato e si tranquillizza il giusto.

La qualità del match è ottima, nessuna chance per la risposta ed è di nuovo tie-break. Un gran punto di Hubi manda Rublev a servire sul 5-4, ma la pressione di Tiafoe e un nastro fortunatissimo offrono il Laver Cup point al Team World, trasformato con la volée bassa che a Hurkacz non passa: 13-2 e tutti a casa. Dopo i festeggiamenti, s’intende.

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Rybakina critica la WTA: “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento”

Niente bye a Elena Rybakina al WTA di Tokyo nonostante sia la terza testa di serie, “sorpassata” da Sakkari e Garcia in virtù di una regola non nuova ma forse neanche esistente

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Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)
Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)

Non fortunatissima con ranking, tabelloni e seeding, Elena Rybakina, che non ha ricevuto uno dei quattro bye al primo turno del WTA 500 di Tokyo nonostante fosse – e sia – la terza testa di serie al Toray Pan Pacific Open in programma a partire da lunedì 25 settembre. Esclusione che ha commentato piccata su Instagram.

Già lo scorso anno Rybakina aveva detto di non sentirsi la vincitrice di Wimbledon per via dei 2000 punti mancanti in seguito alla decisione della WTA di non assegnarli all’AELTC. Di conseguenza, niente balzo in classifica né Finals, con l’ulteriore beffa che, a differenza del regolamento ATP, quello del Tour femminile non prevede un posto al Master per la vincitrice Slam tra arrivata tra l’ottava e la ventesima posizione. Quest’anno, invece, aveva puntato il dito contro la WTA a Montreal dopo il suo match con Kasatkina, iniziato dopo le 23 e terminato quasi alle 3. “Poco professionale da parte – non direi del torneo perché penso che il ruolo fondamentale sia della WTA in questo caso” aveva detto al riguardo. “La dirigenza è debole al momento, ma speriamo che cambi qualcosa perché quest’anno ci sono state molte situazioni che proprio non capisco”. Elena sarebbe poi stata sconfitta nella semifinale canadese, al secondo match in quel di Cincinnati e al terzo turno (dopo un walkover) allo US Open, ultimo torneo disputato.

Decisamente meno pesante come conseguenze eppure piuttosto ambiguo dal punto di vista regolamentare è appunto l’episodio di questi giorni, sempre a seguito di una decisione dell’Associazione del Tennis delle Donne. Terza testa di serie a Tokyo, dicevamo, Elena giocherà il primo turno contro Linda Noskova invece di partire dal secondo turno, ciò a dispetto dei quattro bye inseriti in tabellone e che, naturalmente, vanno assegnati alle teste di serie secondo l’ordine discendente. “Performance bye” ha commentato su un storia di Instagram sopra al tabellone di Tokyo. “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento. Fantastiche decisioni come sempre @WTA”. Con tanto di applauso, clown e tendone del circo…

 

La spiegazione di quanto accaduto risiede nelle prime due parole della kazaka: a Sakkari e Garcia, dietro di lei in classifica, sono stati assegnati due “perfomance bye” in quanto semifinaliste a Guadalajara e i due restanti sono andati alle prime due del seeding, Swiatek e Pegula. Sakkari, quarta del seeding, sarebbe stata esentata dal primo turno anche senza questo tipo di bye; Garcia invece è quinta. Ma cos’è un performance bye?

È quello, chiariscono le WTA Rules aggiornate al 19 settembre scorso, “assegnato alla giocatrice sulla base della prestazione della settimana precedente, come stabilito dalla WTA in fase di approvazione del calendario e delle dimensioni dei tabelloni”. Quindi non sembrano un’invenzione dell’ultimo momento, anzi, in passato erano previsti anche per le finaliste di Anversa che avrebbero preso parte al Premier 5 di Dubai. Andando però a leggere il Regolamento WTA aggiornato al 19 settembre scorso, nell’articolo relativo ai bye si legge solo di quattro perfomance bye da assegnare alle semifinaliste del 1000 di Wuhan (peraltro, se Pechino è tornato in calendario quest’anno, Wuhan continua la sua assenza). Nessun accenno a Guadalajara/Tokyo.

Nell’inevitabile discussione su Twitter è intervenuta la doppista top 20 Nicole Melichar-Martinez, obiettando che “le regole non sono cambiate all’ultimo momento. L’informazione del performance bye era scritta nella scheda informativa del torneo…”.

Nella scheda di Guadalajara, almeno nel classico articolo della WTA “draws, dates, prize money and what you need to know”, non c’è traccia dei performance bye. Se ne parla invece in quella del Toray Pan Pacific Open, datata 15 settembre: “Le prime teste di serie, da quattro a sei (in attesa dei performance bye in base ai risultati di Guadalajara), riceveranno un bye al primo turno”. Per prima cosa, dunque, che fine ha fatto la parte per cui sarebbero state sei? Inoltre, siamo moderatamente sicuri che esista una differenza tra “le regole” citate da Rybakina e Melichar-Martinez e un’informazione contenuta nella di quell’evento.

Ancora nessuna precisazione da parte della WTA, che tuttavia, poche ore dopo, ha twittato una foto di Elena: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.

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ITF, David Haggerty rieletto Presidente

Terzo mandato consecutivo per Haggerty che riceve oltre il 70% dei voti

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David Haggerty all'assemblea generale ITF, Lisbona 2019 (foto ITF)

Con un’ampissima maggioranza che supera il 70% (per la precisione ha ottenuto il 72.94% di voti) David Haggerty è stato rieletto Presidente della International Tennis Federation. Per venir eletti erano necessari 219 voti su 436 e lui ne ha ricevuti 418. Questo sarà il terzo mandato da quattro anni per Haggerty a capo della ITF, alla fine dei quali non potrà più ricandidarsi dato che vige la regola di massimo tre mandati.

“Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione – queste le parole del 65enne americano. “Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.

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