Ha allenato il più grande di tutti sulla terra fino al 2017, ne ha seguito le gesta fino alla conquista della “decima” al Roland Garros, guidando con lo sguardo da quell’angolo del Philippe Chatrier il nipote Rafael, per tutti Rafa, al trono assoluto di Parigi. Trono che nel corso degli anni ha subito diversi attacchi, tutti ben rintuzzati dallo spagnolo che ha saputo difendere il suo regno anche in un’inusuale domenica di inizio autunno, quando battendo Djokovic con un netto 3-0, ha conquistato la sua 13esima Coppa dei Moschettieri.

Ed è proprio a causa del serbo, che Toni Nadal ha vissuto una domenica, l’ultima appena trascorsa, non particolarmente felice. Troppo forte evidentemente il disappunto per quella sconfitta in semifinale maturata proprio dalla racchetta di Djokovic, a cui Uncle Toni dedica un affettuoso pensiero, dalle colonne di “El Pais”, quotidiano che ospita i suoi interventi: “L’unica cosa che avrebbe alleviato la mia delusione per la sconfitta di Rafa in semifinale sarebbe stata la vittoria di Tsitsipas in finale con Djokovic”. Non usa parafrasi Toni Nadal e va dritto al centro della questione: “Nelle ultime due settimane dicevo sempre ai miei figli che l’unico giocatore in grado di battere Djokovic, a parte mio nipote, sarebbe stato proprio il greco e per gran parte della partita ho pensato che ciò potesse realizzarsi”.

In conclusione del suo intervento non si esime dal tema che sembra preponderante in questi giorni e che ciclicamente torna in auge: chi è il GOAT? Chi potrà fermare l’inarrestabile ascesa di Djokovic? Toni Nadal non ha dubbi e si mostra abbastanza fiducioso: “Abbiamo visto una buona partita e un risultato che avvicina pericolosamente Novak a Federer e Rafael, nella loro personalissima sfida alla conquista del maggior numero di titoli del Grande Slam”, ha scritto. “I prossimi due tornei, Wimbledon e US Open, saranno probabilmente decisivi. Non oserei trarre conclusioni, ma rimango fiducioso e spero che mio nipote vinca uno dei due”.