Wimbledon, avanza Seppi: "Qui l'erba è più lenta". Out Cecchinato e Travaglia

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Wimbledon, avanza Seppi: “Qui l’erba è più lenta”. Out Cecchinato e Travaglia

Andreas batte Sousa in quattro set. Ceck raccoglie solo sette game con Broady, Travaglia battuto in quattro da Martinez: “Non riesco a collegare la testa alla racchetta”

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Andreas Seppi - Wimbledon 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

A. Seppi b. J. Sousa 6-4 6-4 7-5 6-2

In un match di oltre tre ore, piuttosto equilibrato a dispetto di una resa sull’erba in carriera ben differente tra i due, Andreas Seppi si impone in quattro set su Joao Sousa, 120° della classifica. Il portoghese tutto nervi, con solo due incontri ATP vinti nell’ultimo anno e mezzo, ha giocato a un buon livello per i primi tre set, sempre rapido nel girare attorno alla palla per colpire di dritto e si è preso il primo parziale (“questa erba è molto più lenta rispetto a quella dove ho giocato le ultime settimane” dirà Seppi a fine match). Non si è visto tanto il rovescio lungolinea azzurro, ma Andreas ha iniziato a sorprendere l’avversario sul lato destro con il dritto incrociato. Soprattutto ha approfittato al meglio dell’opportunità di servire per primo e ha alzato la concentrazione nel finale del secondo set – emblematico il pugnetto a sottolineare non solo il bel passante stretto, ma l’importanza di quel punto che ha tenuto vivo vivo il decimo game, poi vinto.

Lo stesso ha fatto nella terza partita (“sono stato bravo a rispondere sempre a fine secondo e terzo set”) dopo essersi ripetutamente salvato nel nono game e aver fallito un set point sul 5-4: rimasto attaccato all’altro che serviva per un tie-break mai arrivato, ha sfoderato il repertorio di dritto prima con un passante, poi con la risposta e infine pizzicando l’angolo destro portoghese al ventiquattresimo e decisivo punto. Il quarto set è lì solo per testimoniare la maggior confidenza erbivora di Seppi, autore di 14 ace (“dell’erba mi piace che non devo andare indietro quando tirano sti frulli, ho la palla sempre a questa altezza e riesco a impattarla meglio”). Il nostro prende presto il largo e avanza al secondo turno contro il qualificato Denis Kudla (1-1 i precedenti totali: “anche lui si adatta molto bene all’erba perché gioca molto piatto”). Lo statunitense nato a Kiev ha rimontato due set ad Alejandro Davidovich Fokina, salvando tre palle break sul 5 pari del terzo set, una delle quali con il micidiale rovescio lungolinea.

[WC] L. Broady b. M. Cecchinato 6-3 6-4 6-0

È durato poco più di un’ora e tre quarti il torneo di Wimbledon di Marco Cecchinato, che ha resistito solamente per i primi due set contro la wild-card britannica Liam Broady (n. 143 ATP), sicuramente più avvezzo del giocatore italiano al tennis sui prati.

Il tennista siciliano ha avuto un’opportunità nel primo game dell’incontro, ma da lì in avanti ha sempre inseguito: Broady ha breakkato nell’ottavo game del primo set, chiudendo il parziale in quello successivo. Nel secondo, il mancino britannico ha messo continua pressione sui turni di servizio di Ceck, e dopo aver mancato di sfruttare lo 0-40 sull’1-1 e il 30-40 sul 2-2, è infine passato nel nono gioco, andando a servire avanti 5-4. Lì Cecchinato ha opposto le sue ultime resistenze, procurandosi tre chance del contro-break (due consecutive) ma senza riuscire a sfruttarle; Broady ha chiuso al terzo set point e ha dominato l’ultimo parziale, vinto per 27 punti a 10. Il prossimo avversario del britannico sarà il vincente di Schwartzman-Paire.

Una sconfitta prevedibile, comunque, dato che Cecchinato non aveva giocato nessun torneo dopo il terzo turno raggiunto al Roland Garros e anzi aveva approfittato della pausa per fare un’infiltrazione all’articolazione sacro iliaca, tra l’anca e la parte bassa della colonna vertebrale. “Mi sono allenato solamente gli ultimi quattro giorni prima del torneo – ci ha raccontato Marco, nemmeno troppo arrabbiato per la sconfitta – ho approfittato di questo periodo della stagione che non mi piace per fare un’altra infiltrazione all’articolazione iliaco sacrale. Ne avevo già fatta un’altra lo scorso novembre, ed aveva funzionato molto bene, per cui ho deciso di rifarla adesso. Sono abbastanza contento di come ho giocato nei primi due set, il fisico ha risposto bene, ora posso tornare ad allenarmi per quasi due settimane per poter preparare i tre tornei di Bastad, Umago e Kitzbuhel che ho intenzione di giocare prima dei tornei in America“.

P. Martinez b. S. Travaglia 6-3 2-6 6-4 6-4

Continua il momento molto difficile Stefano Travaglia, che dopo un inizio stagione molto brillante in Australia negli ultimi mesi ha raccolto solamente tante delusioni. “La partita è stata totalmente a senso unico – ha detto Stefano dopo il match – lui ha dominato dall’inizio alla fine e a me non è riuscito assolutamente nulla“.

Questo nonostante un secondo set vinto e gli ultimi parziali che si sono decisi solo da un break, anche se Travaglia è sempre andato in svantaggio all’inizio ed è sempre stato costretto a rincorrere. Trovatosi indietro 0-2 nel primo, Travaglia ha subito recuperato solo per perdere di nuovo il servizio sull’1-3, senza più riuscire ad avvicinarsi nei turni dell’iberico. L’azzurro ha fatto suo rapidamente il secondo parziale, perdendo appena tre punti alla battuta, breakkando nel quarto e nell’ottavo gioco, ma nel terzo non ha sfruttato due palle non consecutive per portarsi avanti 4-2 e servizio, finendo per perdere la battuta a 30 sul 4-4, trovandosi nuovamente indietro di un set. Nel quarto Stetone ha recuperato per il 2-2, ma nel settimo game ha finito per concedere la fuga definitiva all’avversario, che si è portato 4-3 e servizio alla terza palla break, tenendo comodamente gli ultimi due turni di battuta per accedere al secondo round, dove affronterà il vincente di Monfils-O’Connell. Non riesco a collegare la testa alla racchetta“, si sentiva dal campo, segno di una situazione di grande sfiducia.

Anche l’accordo tecnico trovato recentemente con Uros Vico, che tornerà ad essere il suo allenatore dopo il controverso divorzio da Simone Vagnozzi, non sembra aver dato a Travaglia quell’entusiasmo per il gioco che al momento appare davvero perduto. “Il nuovo allenatore mi sta aiutando molto, mi dà molta tranquillità, ma quando si arriva a giocare uno Slam non riesco a produrre il tennis che vorrei. Bisogna ripartire da zero: quando si perdono i punti fissi bisogna sgombrare il campo da tutto quello che è successo e chiudere una porta per aprirne un’altra. Ora la programmazione prevede Bastad, Umago e Kitzbuhel, ma ne ho voglia meno di zero. Vorrei fermarmi qualche settimana al momento, ma dovrò decidere con Uros cosa fare“.

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