Belinda Bencic è la prima finalista delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Sfiderà Vondrousova per l'oro

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Belinda Bencic è la prima finalista delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Sfiderà Vondrousova per l’oro

Match altalenante, Rybakina cede in tre set con qualche rimpianto. La finalista del Roland Garros 2019 liquida Svitolina in poco più di un’ora

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Belinda Bencic - Olimpiadi Tokyo 2020 (via Twitter @ITFTennis)
 

[9] B. Bencic b. [15] E. Rybakina 7-6(2) 4-6 6-3

Dopo le legittime lamentele dei tennisti per le condizioni di estremo caldo in cui si è giocato finora a Tokyo, l’inizio dei match odierni è stato posticipato alle 15 ora locale e ad aprire il programma sul campo centrale dell’Ariake Tennis Park sono state Belinda Bencic ed Elena Rybakina. Questa prima semifinale del torneo olimpico femminile è stata una sfida inedita tra le due giocatrici, entrambe giunte a questa fase del torneo un po’ contro pronostico. La svizzera infatti ha battuto la due tenniste che pochi mesi fa si sono contese il Roland Garros (Krejcikova e Pavlyuchenkova) mentre la kazaka nei quarti ha messo a segno la miglior vittoria della sua carriera contro l’ex n. 1 del mondo Muguruza. L’elevata posta in palio ha condizionato a tratti il match, caratterizzato da 74 errori non forzati (34 della svizzera e 40 della kazaka) ma nel finale è stata la maggior continuità di Belinda a permetterle di alzare le braccia al cielo. Le lacrime e lo sguardo quasi incredulo verso il suo angolo rappresentano una scena dolce per la sua carriera segnata a lungo dagli infortuni negli anni passati, e il bello per lei potrebbe ancora venire.

LA PARTITA – Nel primo set la prima a prendere il largo è stata la n. 20 del mondo Rybakina portandosi sopra 5-2, ma Bencic non è rimasta a guardare e si è subito rifatta sotto. La kazaka ha avuto svariate chance per chiudere il parziale (sei in totale, sempre in risposta), anche se la pressione del momento ha impedito a entrambe di esprimere il loro miglior tennis: Rybakina ha sprecato gli ultimi gli ultimi due set point con un rovescio e un dritto affossati in rete, mentre Bencic si è lasciata andare a qualche doppio fallo di troppo (sette nel primo set) che hanno prolungato eccessivamente il dodicesimo gioco. Le difficoltà mostrate fino a quel momento sono però svanite per la n. 12 del mondo la quale, come ha mostrato tante volte in passato, ha fatto affidamento sulla sua inesauribile grinta e nel tie-break ha surclassato la sua avversaria per 7-1. La kazaka invece è partita a rilento finendo per perdere completamente la matassa del suo gioco.

Nel secondo set il nervosismo è tornato ad impadronirsi della svizzera e i doppi falli, che finora hanno condizionato il suo torneo olimpico, hanno minato le sue sicurezze. Rybakina invece ha giocato in maniera molto più aggressiva – considerando anche il fatto che non poteva fare altrimenti – e un break nel settimo game le è bastato per rimettere il punteggio in parità chiudendo 6-4. Nel set decisivo Bencic ha cercato di spostare la sua avversaria il più possibile e in effetti far giocare la kazaka in corsa si è rivelata una buona tattica, tuttavia Belinda si è fatta trovare spesso impreparata in uscita dal servizio e Rybakina ne ha approfittato andando due volte avanti di un break. Il diritto troppo ballerino della kazaka però le ha impedito di confermare il vantaggio e ciò ha ridato fiducia alla svizzera la quale, addirittura con un ace, ha iniziato l’allungo decisivo che l’ha portata alla vittoria.

Dal 3-3 in poi infatti Bencic, che fino a quel momento aveva discusso molto con sé stessa e con il suo angolo (tanto da meritarsi un’ammonizione per coaching) è entrata nella sua bolla personale limitando al minimo gli errori e spingendo il più possibile. Rybakina con l’acqua alla gola non ha saputo reagire mentre la svizzera, con il traguardo fisso davanti a lei, ha persino trovato un altro ace nell’ultimo game e alla fine una risposta in rete della kazaka ha messo fine all’incontro dopo 2 ore e 45 minuti.

Dunque alla sua prima partecipazioni olimpica Bencic raggiunge la finale ed è già certa di tornare a casa con una medaglia, la prima per una tennista svizzera in singolare femminile. Nel doppio invece si registra l’argento ottenuto a Rio 2016 dalla coppia Bacsinszky/Hingis, ma anche qui Belinda punta a fare la storia dovendo giocare la semifinale insieme a Viktorija Golubic. Nel caso riuscisse a centrare anche questo obiettivo diverrebbe la quinta giocatrice a raggiungere la finale in entrambe le categorie da quando il tennis è stato reintrodotto alle Olimpiadi nel 1988. Gli altri sono Venus Williams a Sydney 2000, Nicolas Massu ad Atene 2004, Serena Williams e Andy Murray (con il doppio misto) a Londra 2012.

M. Vondrousova b [4] E. Svitolina 6-3 6-1

Decisamente meno combattuta la seconda semifinale, visto che a Marketa Vondrousova (come Bencic alla prima Olimpiade in carriera) sono bastati 64 minuti per disfarsi di Elina Svitolina, il seed più alto rimasto nel torneo. Evidentemente per quest’ultima la finalista del Roland Garros 2019 è un’avversaria particolarmente indigesta, visto che dopo aver vinto i primi tre confronti diretti ci aveva perso per 6-3 6-0 a Roma lo scorso settimbre; altra tacca di prestigio per Vondrousova dopo quella di Naomi Osaka. La ceca diventa così la prima rappresentante del suo Paese a raggiungere la finale olimpica (Jana Novotna e Petra Kvitova hanno vinto il bronzo rispettivamente ad Atlanta e Rio) – e pensare che non avrebbe nemmeno dovuto essere qui, visto che è stata costretta ad utilizzare il Protected Ranking per entrare in squadra al posto di Muchova.

La partita è durata lo spazio di cinque game: Vondrousova ha mostrato da subito di non soffrire il servizio abbastanza anodino dell’avversaria, allargando il campo con i suoi colpi liftati e ricorrendo alla fida smorzata già nel secondo punto del match. Il break è arrivato poco dopo con una difesa un po’ fortunosa di dritto: la traiettoria è rimasta piuttosto stretta, portando Svitolina a sbagliare un non semplice rovescio in corsa. La tennista ucraina è però riuscita a riportarsi subito in parità, cercando di stare vicina al campo per anticipare di rovescio sui dritti in diagonale di Vondrousova e approfittando di quattro errori di quest’ultima (due dritti e due drop shots) per l’1-1.

Purtroppo per Svitolina, quella è stata anche l’unica palla break avuta a disposizione in tutto il match. Vondrousova sembrava in una giornata no, ammassando 10 non forzati per l’1-2 0-30, ma quando la tds N.4 ha sbagliato un facile approccio di rovescio che le avrebbe dato tre opportunità di scappare la sua partita è cambiata: tenuto il servizio, ha iniziato a trovare grande profondità, variando le rotazioni per mandare fuori giri un’avversaria che vive di regolarità. Svitolina ha commesso un brutto errore a rete per lo 0-30, concedendo poi due palle break con un rischio eccessivo dalla parte del dritto. Mrs. Monfils è stata inizialmente graziata da un passante scentrato ed un errore di rovescio della ceca, ma ha poi commesso due doppi falli esiziali, di fatto uscendo dal match.

Nonostante qualche sbavatura con il dritto, Vondrousova ha tenuto abbastanza agevolmente i due turni successivi (anche grazie al 74% di prime in campo), costringendo Svitolina a servire per rimanere nel set sul 3-5. Elina ha cercato di trovare un tennis più aggressivo, optando spesso per la via della rete, ma si è trovata a dover concedere un set point in virtù di due passanti di dritto di Vondrousova (il primo strettino un miracolo assoluto), perdendo il parziale con un errore di tocco. Il secondo set di fatto non c’è stato: Vondrousova ha breakkato nel secondo game rimontando da 40-15 grazie anche ad un doppio fallo dell’avversaria e a due errori di rovescio dettati da una difesa impenetrabile, ed è salita 3-0, allungando in maniera definitiva sul 5-1 e servizio e suggellando la vittoria con un bel passante di dritto che Svitolina non è riuscita a gestire.

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