ATP Cincinnati, Tsitsipas protesta: “I giocatori dovrebbero potersi cambiare dopo ogni set”

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ATP Cincinnati, Tsitsipas protesta: “I giocatori dovrebbero potersi cambiare dopo ogni set”

La polemica sul lungo toilet break al centro della conferenza del greco: “Non smetterò di farlo, perché mi fa sentire meglio quando esco dal campo prima di iniziare un nuovo set”

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Stefanos Tsitsipas - Bercy 2020 (via Twitter, @RolexPMasters)
 

La seconda semifinale del Western & Southern Open è stata un’altalena di emozioni con Tsitsipas che si è arreso a Zverev al tie-break del terzo set, dopo essere stato avanti 4-1 con doppio break. Tuttavia l’attenzione in conferenza stampa si è focalizzata sul toilet break del greco durato quasi 8 minuti, che ha acceso ancora di più i toni in un match tra due contendenti che non si amano. 

Break che ha suscitato le rimostranze di Zverev, con il giudice di sedia egiziano Adel Nour che davanti alle proteste di Sascha non ha potuto far altro che commentare ‘sto applicando il regolamento‘.

Difatti, il rulebook dell’ATP specifica come ad ogni giocatore, in un match al meglio dei tre set, viene concesso un solo toilet break nella pausa tra un set e l’altro (non specificando limiti relativi alla durata de suddetto break). Di conseguenza quando alla fine del secondo set, Tsitsipas ha chiesto nuovamente un break per andare in bagno, ha ricevuto il rifiuto del giudice di sedia scatenando la rabbia del greco. “Quell’arbitro non ha una buona reputazione nel tour. Ero tutto bagnato, facevo fatica a tenere la racchetta, non capisco perché non mi abbia fatto andare. I giocatori dovrebbero potersi cambiare dopo ogni set” con il greco che ha evidenziato una non perfetta conoscenza delle regole del circuito. 

Infatti, un ulteriore break dovrebbe essere autorizzato (a discrezione dell’arbitro) e svolgersi entro i novanta secondi previsti per il cambio campo, con qualsiasi ritardo soggetto a penalizzazione. Sull’eccessiva lunghezza del toilet break il greco si difende:  “Sono andato negli spogliatoi per cambiare la maglietta. Non credo che sarebbe il massimo se cambiassi i pantaloncini in campo davanti a tutti. Preferisco farlo negli spogliatoi, compresi calzini e scarpe. Non credo che ci sia niente di strano”. Aggiungendo l’intenzione di non cambiare il suo modo di agire: “Sono una persona che suda un po’ più degli altri. Alcune persone mi prendevano in giro e si prendevano gioco di questo, ma è così che funziona per me. Non smetterò di farlo, perché mi fa sentire meglio quando esco dal campo prima di iniziare un nuovo set”.

La tensione vissuta durante il match è stata stemperata a fine match come ammesso da Zverev: “Ovviamente c’è molta competitività tra noi due e questo tira fuori il meglio da noi. Gli ho detto che è stata una partita incredibile e gli ho augurato buona fortuna agli US Open”.

A cura di Giuseppe Di Paola

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