Volandri: grande Italia. E date tempo a Sinner (Mastroluca). Rublev, scherzetto all'amico Medvedev (Cocchi). Medvedev, camera con svista (Bertellino)

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Volandri: grande Italia. E date tempo a Sinner (Mastroluca). Rublev, scherzetto all’amico Medvedev (Cocchi). Medvedev, camera con svista (Bertellino)

La rassegna stampa di domenica 22 agosto 2021

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Volandri: grande Italia. E date tempo a Sinner (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Il forfait di Rafael Nadal, che salterà tutto il resto del 2021, ha aperto le porte del main draw dello US Open a Salvatore Caruso, che si aggiunge a Berrettini, Sinner, Sonego, Fognini, Musetti, Mager, Cecchinato, Seppi e Travaglia. «Aver portato dieci giocatori nel tabellone di uno Slam è la parte che ci rende più orgogliosi», spiega Filippo Volandri, capitano dell’Italia di Coppa Davis con cui abbiamo analizzato il momento e le prospettive dei top player azzurri a New York. Iniziamo da Berrettini, che ha in scadenza i 720 punti della semifinale di due anni fa ma ha giocato solo Cincinnati dopo Wimbledon. Come sta? «Intanto siamo molto contenti che Matteo ci sia allo US Open. E’ un’ottima notizia che abbia giocato a Cincinnati e che non abbia sentito dolore alla gamba. Ovvio che lui ha sempre avuto bisogno di un po’ di partite per rodare. Per la struttura fisica che ha, gli serve competere. Comunque sta bene, il morale è alto».

E’ in crescita anche Lorenzo Sonego, che ha messo in difficoltà Tsitsipas. Lui ha detto he gli manca solo un po’ di esperienza contro i top player, è corretto?

Sì, assolutamente. Anche Lorenzo sta molto bene, ha ricaricato le batterie dopo i Giochi di Tokyo. A Cincinnati avrebbe potuto anche battere Tsitsipas. In questi ultimi anni, è andato sempre in crescendo, ma gli è mancato giocare match di un livello così alto e contro avversari di questo tipo. Sappiamo che il suo bagaglio di esperienza non è enorme, lo sta costruendo molto bene. Ed è molto contento del livello di gioco che sta esprimendo.

Cosa ci dobbiamo o possiamo aspettare da Fabio Fogrini?

Fabio sta raccogliendo un po’ meno di quello che sta seminando. Si sta allenando molto bene. E’ molto motivato. Quando siamo scesi dall’aereo dopo un viaggio interminabile da Tokyo, è stato il primo a spingere per allenarsi subito, lo stesso giorno. Deve soltanto stare lì, il treno giusto passerà.

A New York ci sarà grande attenzione su Jannik Sinner, che sarà per la prima volta tra le prime sedici teste di serie di uno Slam .Che torneo sarà lo US Open per lui?

Lo sappiamo, ha un potenziale enorme, a volte le aspettative sono troppo alte. Ogni tanto tutti ci dobbiamo ricordare l’età che ha, e non perdere di vista che le sue pause sono fisiologiche.

Maschi a parte, per Camila Giorgi siamo davvero al momento della svolta?

Posso dire che Camila in Giappone giocava benissimo. ln un periodo in cui la parte atletica o fisica fa la differenza, visto il caldo e l’umidità pazzesca in cui stiamo giocando, lei non ha match con le altre, nel momento storico che sta vivendo. Magari con la maturità arriva anche la consapevolezza che non c’è bisogno sempre di tenere il piede a cannone sull’acceleratore. […]

Rublev, scherzetto all’amico Medvedev. Finalmente lo batte e vola in finale (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Amici mai, se di mezzo c è una rete da tennis. Ma fuori è un’altra cosa. Andrey Rublev, stavolta, ha messo la maschera del cattivo ed è riuscito a superare Daniil Medvedev 2-6 6-3 6-3 centrando la finale di Cincinnati, la seconda in carriera in un Masters 1000 dopo quella di Montecarlo, in primavera, contro Tsitsipas. Battere l’amico di una vita, con cui ha vinto anche la Atp Cup a inizio anno con la maglia della Russia, sembrava una missione impossibile. Daniil lo aveva già strapazzato quattro volte e ieri sembrava non avesse intenzione di cambiare le proprie abitudini. ll numero 2 al mondo era sceso in campo con concentrazione e ferocia agonistica, ma la sceneggiatura, stavolta, prevedeva un finale diverso. Rublev, nel primo set, non dava l’idea di avere chance di vincere la partita non riuscendo minimamente a opporre resistenza e consegnandosi quasi da subito all’amico. Subisce un primo break nel terzo game del primo set, un altro immediatamente dopo. Solo sul 4-1 e servizio Medvedev ha un passaggio a vuoto cedendo il servizio e permettendo a Rublev di recuperare parte dello svantaggio, ma subito dopo si guadagna tre opportunità di salire 5-2 sul servizio del rivale e chiude 6-2 dopo appena 38 minuti di gioco. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo: nel terzo gioco del secondo set, Medvedev si prende un grosso spavento finendo addosso a una delle telecamere a fondocampo e rischiando di farsi seriamente male a una mano. E a un piede, visto il calcione rifilato all’aggeggio. Immediatamente, il numero 2 al mondo fa chiamare il fisioterapista, rivolgendosi subito dopo al supervisor: «Tra poco mi rompo una mano e non fai nulla? Lo avevo già detto dopo la prima partita che quella telecamera andava spostata! Voi ve ne fregate dei giocatori. lo sono in semifinale a Cincinnati e rischio di spaccarmi una mano». Appurato che la mano era a posto, Medvedev torna in campo non tanto concentrato, e infatti Rublev prende coraggio e riesce a vincere un set dopo 13 persi consecutivamente contro Medvedev. Tredici, un numero che ha rotto finalmente l’incantesimo che lo vedeva sempre sconfitto contro l’amico Daniil. Tutto da rifare Il numero 2 al mondo, nell’intervallo, va nello spogliatoio. Cerca di riprendersi, ritrovare la concentrazione dopo l’episodio della telecamera che lo ha evidentemente mandato in confusione. Rublev resta in campo, si butta qualche bottiglia d’acqua gelida in testa e forse realizza di avere finalmente la grande occasione di sfatare un tabù che stava diventando troppo pesante. E infatti non molla, picchia sempre più forte. Medvedev non riesce ad accelerare, anzi, game dopo game appare sempre più affaticato e innervosito dall’incapacità di scardinare il gioco dell’altro che, sul 3-3, gli strappa il servizio e va a servire sul 4-3. Da li, il numero 2 al mondo infila una serie di errori (saranno 34 a fine match) che non gli permettono di recuperare. Daniil non può dunque bissare il titolo conquistato nel 2019. Il russo sembrava il candidato numero 1 alla successione e soprattutto a stoppare Novak Djokovic nella corsa al Grande Slam. Ma l’infortunio alla mano nello scontro con la telecamera potrebbe non essere così banale. Nel terzo set, il numero 2 al mondo ha dovuto fare più volte ricorso alle cure del fisioterapista e solo oggi sapremo se lo Us Open potrà essere in qualche modo a rischio.

Medvedev, camera con svista (Roberto Bertellino, Tuttosport)

La prima semifinale del Masters 1000 di Cincinnati ha proposto il derby russo tra Daniil Medvedev, n° 1 del seeding e 2 del mondo, e Andrey Rublev, settimo giocatore della graduatoria ATP. Precedenti, cinque in totale, tutti favorevoli a Medvedev con Rublev ancora alla ricerca di vincere almeno un set. La partenza è stata in linea con la storia dei confronti. Medvedev ha capitalizzato i due break conquistati chiudendo all’ottavo gioco. Nella seconda frazione un incidente di percorso ha cambiato lo scenario. Medvedev ha sbattuto contro una telecamera posizionata sul centrale ed il cameraman procurandosi un problema alla mano sinistra (con intervento del fisioterapista) e tanto nervosismo. Rublev non si è distratto e ha pareggiato i conti al nono game. Nel set decisivo Medvedev è salito 3-2, poi ha chiesto altri tre minuti e il fisio per un problema al braccio destro. Ancora grande concentrazione da parte di Rublev, che ha colto il break per il 4-3 e servizio. Forte del vantaggio non ha tremato sfatando il tabù con tanto di volo in finale dove troverà il vincente di Tsitsipas-Zverev. Inarrestabile la n° 1 del mondo, Ashleigh Barty, nel WTA 1000. L’australiana ha vinto la semifinale contro la tedesca ex n° 1 del mondo Angelique Kerber mettendo in campo tante variazioni di ritmo. Nel primo set due break in favore della campionessa di Wimbledon 2021 hanno fissato score sul 6-2. Dal 2-2 quattro giochi consecutivi per la Barty grazie ad un parziale di 14 punti a 3. Autoritaria la partenza anche nella seconda frazione, con game tenuto a 0 e due ace. Poi equilibrio assoluto, con la Kerber maggiormente ancorata agli scambi e al punteggio. E’ stata però la Barty a piazzare la zampata vincente in dirittura cogliendo il break del passaggio in finale, la prima a Cincinnati: «Angie è una competitor eccezionale – ha detto Ashleigh al termine – nel secondo set ha alzato il livello e mi sono stati necessari alcuni game per reagire. E’ bello vedere cosi tanta gente sugli spalti». […]

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