Musetti ancora in difficoltà: «Sto vivendo mesi brutti» (Bertellino). Le scarpe di Federer vanno a Wall Street (Battaggia)

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Musetti ancora in difficoltà: «Sto vivendo mesi brutti» (Bertellino). Le scarpe di Federer vanno a Wall Street (Battaggia)

La rassegna stampa di mercoledì 25 agosto 2021

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Musetti ancora in difficoltà: «Sto vivendo mesi brutti» (Roberto Bertellino, Tuttosport)

L’ATP 250 di Winston Salem, in controtendenza rispetto a quanto accaduto in tutta la stagione, ha fatto registrare una frenata degli azzurri in tabellone. Al 2° turno (che ha giocato nella tarda serata di ieri contro Struff) sono approdati Gianluca Mager e Marco Cecchlnato, eliminato dal tedesco Dominic Koepfer in rimonta. Sono usciti subito Andreas Seppi, battuto dal bielorusso Ivashka, Stefano Travaglia e Lorenzo Museitti. Il carrarino, per sua stessa ammissione (fonte Ubitennis.com) sta attraversando una piccola crisi di risultati e di fiducia: «Negli ultimi due mesi ho vissuto un brutto periodo della mia vita in generale. Mi mancano delle certezze anche fuori dal campo e questo influisce sia sugli allenamenti che sulle partite». Match che non per colpa sua si sono peraltro diradati dopo l’ottimo Roland Garros. Musetti non ha potuto preparare a dovere Wimbledon per uno spostamento in avanti della data dell’esame di maturità. Dopo lo Slam londinese è sceso in rampo a Bastad saltando poi, per la chiamata olimpica, Umago e Kitzbuhel. In Canada, A Toronto, è arrivata la disavventura dell’allontanamento dal torneo per il mancato rispetto delle regole della “bolla” locale, violate per essere uscito dall’hotel in cerca di un pasto, poiché in albergo non poteva più consumarlo e i pagamenti elettronici per un “delivery” non funzionavano. A Cincinnati subito la sconfitta in qualificazione: «Dal Roland Garros una brutta striscia negativa – fa autocritica Lorenzo -. Non sono stato io a voler giocare poco, mi sono dovuto adattare a certe condizioni che erano al di sopra di me». Sei battute d’arresto consecutive, anche in ottica US Open i dubbi ci sono: «Cercherò di allenarmi bene a New York e trasformare al meglio le energie negative che sto vivendo, ritrovando sicurezza, gioia e voglia di vincere». Il paradosso è che proprio nella nuova classifica Atp il 18enne azzurro ha eguagliato il best ranking di n. 58 del mondo. Forse da questa nota positiva occorre ripartire, senza drammatizzare troppo il momento vissuto anche da più illustri colleghi.

Le scarpe di Federer vanno a Wall Street (Simone Battaggia, La Gazzetta dello Sport)

La mitologia ci insegna che i piedi sono sacri. Quello di Mercurio era alato, quello di Venere era e resta un simbolo di perfezione e di fascino al femminile. Per Omero, Achille era “piè veloce”. l piedi delle divinità moderne sono sacri perché hanno un valore economico immenso. Roger Federer è certamente un dio del tennis, nello stesso modo in cui Michael Jordan lo fu per il basket. Per questo motivo non sorprende che, trentasei anni dopo la nascita del fenomeno “Air Jordan”, anche lo svizzero si sia lanciato nella commercializzazione di un brand di scarpe. A dire il vero l’ingresso di Roger come investitore nella società “On Running” risale al 2019, ma di ieri è la notizia che il marchio è pronto a fare il grande passo – quotarsi a Wall Street – per diventare una realtà mondiale, proprio ciò che Nike divenne (anche) grazie alle mitiche scarpette rosse e nere che nel 1985 cambiarono per sempre la storia del marketing sportivo. “On” è un marchio relativamente nuovo. È stato creato nel 2010 in Svizzera da Olivier Bernhard, campione di triathlon che si mise in testa di creare delle calzature che garantissero un appoggio più dolce e allo stesso tempo solido. La leggenda narra che Bernhard iniziò a lavorare tagliando il tubo della gomma con cui innaffiava le piante in giardino, per poi incollarne i pezzettini sotto la suola. Fatto sta che, insieme ad alcuni soci, l’ex atleta iniziò a creare scarpe che, grazie a una tecnologia chiamata “CloudTec”, avrebbe conquistato l’interesse degli appassionati di running per il confort garantito al piede. «Sembrano dei rigatoni uno a flanco all’altro», disse uno dei primi esperti a recensire le “On” di fronte alla strana forma della suola. Eppure grazie proprio a quei rigatoni il marchio ha conquistato credibilità tra i runners, fino a raggiungere l’8% del mercato statunitense. Federer è entrato nell’azienda nel 2019. Secondo il settimanale svizzero Handelszeitung, avrebbe investito 50 milioni di franchi, cioè più di 46 milioni di euro. Durante il lockdown On Running ha aumentato del 300% le proprie vendite online. Ha certamente contribuito il fatto che, con le palestre e le piscine chiuse, la corsa fosse tra le poche attività che si potevano svolgere ma l’impatto dell’immagine di Federer è stato altrettanto importante. Nell’estate 2020 è stato commercializzato “Roger”, un modello di scarpe di colore bianco venduto negli Stati Uniti a 200 dollari: il vincitore di 20 tornei dello Slam lo ha indossato sia nell’ultimo Roland Garros, sia a Wimbledon. «Federer ha dato all’azienda la forza della star e il credito nel mondo del fashion», ha sottolineato l’analista Matt Powell. […] “On” non ha rivelato ancora i dettagli dell’operazione che la porterà a Wall Street, dal numero di azioni messe in vendita fino alla “forchetta” del prezzo d’offerta. Secondo alcune fonti, però, il valore potrebbe toccare gli 8 miliardi di dollari (6,8 miliardi di euro). Probabilmente Roger Federer non avrà ancora molto tempo per indossare da atleta le scarpe di cui è testimonial e investitore. Ha appena compiuto 40 anni, il ritiro è nell’aria come una coltre che spaventa tifosi adoranti. Dal punto di vista meramente commerciale, però, questo non dovrebbe essere un problema. […]

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