US Open, Nole sfida tutti (Mastroluca). Tra Nole e la storia ancora Berrettini (Guerrini). Berrettini: «Mi piace ispirare i giovani tennisti» (Sportweek)

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US Open, Nole sfida tutti (Mastroluca). Tra Nole e la storia ancora Berrettini (Guerrini). Berrettini: «Mi piace ispirare i giovani tennisti» (Sportweek)

La rassegna stampa di venerdì 27 agosto 2021

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US Open, Nole sfida tutti (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Il momento è arrivato. Lunedì scatta lo US Open. Da record il montepremi, 57.5 milioni di dollari e la presenza italiana: dieci uomini e quattro donne, con le qualificazioni ancora in corso. Da leggenda l’obiettivo di Novak Djokovic, che punta a superare i venti major degli assenti Roger Federer e Rafa Nadal e a completare il Grande Slam. Il numero 1 del mondo potrebbe sfidare nei quarti Matteo Berrettini, in quella che sarebbe la rivincita della finale di Wimbledon. Il numero 1 azzurro, semifinalista nel 2019, debutta contro il francese Jeremy Chardy. Grande Slam, 20 major e nei quarti possibile rivincita per Berrettini. Il quarto di Djokovic è il più azzurro del tabellone. Figurano infatti il siciliano Salvatore Caruso, suo possibile avversario al terzo turno che debutta contro Kei Nishikori, Gianluca Mager che insegue la prima vittoria nel tabellone principale dello US Open, Andreas Seppi, Lorenzo Sonego, Fabio Fognini e Stefano Travaglia. Curiosamente, comunque, tutti gli italiani sono stati sorteggiati nella parte alta del tabellone. Tra Djokovic e la finale, potrebbe esserci una semifinale contro Alexander Zverev, il vincitore del Masters 1000 di Cincinnati, o l’imprevedibile canadese Denis Shapovalov. Oppure, perché no, contro Jannik Sinner. L’altoatesino, per la prima volta tra le prime sedici teste di serie in uno Slam, debutta contro la wild card di casa Max Purcell e in caso di vittoria potrebbe sfidare Marco Cecchinato al secondo turno. Rispettando le teste di serie, nel percorso di Sinner ci sarebbero poi Gael Monfils e il tedesco Zverev negli ottavi. Nella zona di Shapovalov è capitato invece Lorenzo Musetti. Tsitsipas-Rublev e Medvedev-Ruud sarebbero i quarti teorici della parte bassa del tabellone. Sorteggiato anche il main draw femminile. Camila Giorgi inizierà lo US Open contro Simona Halep. In caso di vittoria, potrebbe aprire la sua sezione di tabellone e sognare di andare più in là degli ottavi, che rimane il suo miglior risultato in questo torneo.

Tra Nole e la storia ancora Berrettini (Piero Guerrini, Tuttosport)

Sette partite. Ventun set da vincere per scrivere la staia anzi: entrare nella leggenda. Novak Djokovic ha conosciuto ieri il suo percorso all’Us Open e verso il Grande Slam che nessuno ha conquistato dal lontano 1969 di Rod Laver. Austalian Open, Roland Garros, Wimbledon, da lunedì Flushing Meadows. Un’impresa titanica considerato il numero di avversari di livello e il fatto che all’epoca si giocava su due superfici e tre di questi tornei erano sull’erba. Con Roger e Rafa fuori dai giochi per la stagione, con il campione uscente Thiem fermo, il fenomeno serbo deve guardarsi dai giovani rampanti: Medvedev, Tsitsipas, Zverev e l’ordine è soltanto di classifica. Djokovic ha pure l’occasione di salire da solo al comando delle prove Slam conquistate, staccando Federer e Nadal con cui condivide quota 20. Il tabellone non è stato caritatevole nei suoi confronti. Perché è bene ribadirlo, il più grande ribattitore di sempre deve soprattutto battere se stesso e i fantasmi che talvolta affiorano nella sua mente. I nostri dieci (al momento, in attesa di fine qualificazioni) rappresentanti sono finiti tutti nella parte alta del tabellone, presidiata proprio da Djokovic e dal n. 4 Sascha Zverev. Trappole ce ne sono nella parte alta. Nel tabellone femminile sfortunatissima Camila Giorgi, subito opposta a Simona Halep, la rumena che sarà pure n. 12 del tabellone adesso, ma è stata n. 1. Certo è appena rientrata dall’infortunio al polpaccio subito a Roma, ma resta pericolosissima.

Berrettini: «Mi piace ispirare i giovani tennisti» (Sportweek)

Dopo una finale così sull’erba di Wimbledon, la più famosa del mondo, contro un mostro sacro come Djokovic, nulla può essere come prima. «Molta più gente mi riconosce per strada, è vero. Tanti ragazzini mi seguono e questo non ha prezzo. Credo accada quando si riesce a trasmettere qualcosa che va oltre una pallina mandata al di là di una rete. Sapere di essere un esempio, ispirare i giovani è una delle cose che mi rendono più orgoglioso». Assaggi di notorietà vera che Matteo Berrettini vuole gestire con intelligenza ma che inevitabilmente si traducono in nuove pressioni. Lunedì sui leggendari campi di Flushing Meadows a New York iniziano gli Us Open e tutti gli occhi saranno puntati su di lui, il primo italiano finalista a Wimbledon che ora punta a vincere il suo primo Slam. E ammette: «Le pressioni si sentono, ma va bene così. Vuol dire che ho fatto risultati importanti». Romano, classe ’96, numero 8 al mondo. Il giovane talento del tennis italiano, dopo la cavalcata a Londra, ha lavorato sodo per raggiungere quello che chiama «un nuovo importantissimo appuntamento». E a Sportweek, nel numero che esce domani racconta la sua estate, che resta bellissima nonostante la lesione al quadricipite che l’ha costretto a rinunciare a Tokyo: «Non partecipare è stata sicuramente la delusione più importante della stagione. Era il mio sogno, da quando ero bambino», ma proverà a rifarsi all’Olimpiade di Parigi e promette sin da ora: «Tornerò con un oro». Ma prima c’è New York e l’uomo da battere resta sempre lui, Novak Djokovic, ma non c’è solo Djokovic. «Il cemento è la superficie su cui c’è maggior lotta, sarà un torneo duro e io giocherò ancora un punto alla volta, ma non regalerò una singola palla».

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