A Carlos Alcaraz ora tocca migliorare l’inglese velocemente come ha fatto con il suo gioco: lo richiede lo status di top player al quale aspira, obiettivo che il giovane spagnolo ha dimostrato di avere nelle sue corde battendo Stefanos Tsitsipas al terzo turno dello US Open in cinque set. Pur con qualche difficoltà ad esprimersi in un’altra lingua, il ragazzo di Murcia ha comunque fatto capire il suo stato d’animo nella conferenza stampa post-match. “Non riesco a realizzare di aver battuto Stefanos Tsitsipas in un match così epico – ha detto l’allievo di Juan Carlos Ferrero -. Quando sono finito disteso per terra dopo il match point è stato un momento fantastico, mi sono venute in mente tutte le persone che mi hanno supportato sin da quando ero un bambino a Murcia”.
Impossibile non restare colpiti, oltre che dal tennis espresso da Alcaraz, anche dal modo in cui è rimasto in partita fisicamente e mentalmente dopo aver perso il quarto set 6-0. “Dopo il terzo set sentivo di essere arrivato al limite dello sforzo fisico – spiega Carlos -. E lui è partito molto forte nel quarto set. A quel punto ho iniziato a pensare già al quinto. Nel set decisivo penso di aver giocato il mio miglior tennis di sempre”.
Alcaraz, poi, fa capire che l’autostima non gli manca quando gli chiedono se ha un giocatore al quale si ispira particolarmente. “Onestamente non copio nessuno, cerco solo di giocare il mio tennis. Ma devo dire che se c’è qualcuno che ha un gioco simile al mio è Federer – è la risposta per certi versi sorprendente -. Tutti e due cerchiamo di essere sempre aggressivi sia col diritto che col rovescio. Io devo migliorare ancora un po’ il servizio, ma il suo stile di gioco credo sia simile al mio”.
Infine, sul supporto ricevuto dal pubblico dell’Arthur Ashe Stadium, che ha preso decisamente le sue parti nel match contro Tsitsipas: “Non ho parole per esprimere come mi sono sentito. Sì, il fatto che la gente mi abbia tifato così mi ha sorpreso. Mi hanno supportato in ogni momento e l’ho sentito chiaramente. Non me lo aspettavo, davvero”.