“Sono de coccio!”. Lo ha urlato davvero sul Grandstand di Flushing Meadows Matteo Berrettini, incitandosi nel momento cruciale del match. Un grido di battaglia che dà la misura corretta del valore tennistico e agonistico di un giocatore che tra mille difficoltà, tra tanti alti e bassi e dopo un lungo periodo di stop, è riuscito a portare dalla sua parte un match tutt’altro che semplice, sia per l’oggettivo stato di forma del suo avversario, Il’ja Ivaška, fresco vincitore del torneo di Winston-Salem, sia per come l’andamento di una partita che è stata in bilico fino al quarto set e scivolate tra le mani del numero 1 italiano solo alla fine del quinto set.
“Sono molto contento della vittoria di oggi, una vittoria importante perché ottenuta con un giocatore in un periodo di forma importante, che veniva dalla vittoria al torneo di Winston-Salem e sapevo che sarebbe stato un match difficile”. Esordisce così in conferenza stampa Matteo Berrettini che non nasconde la propria soddisfazione nell’essere riuscito a rimanere tranquillo nel quinto set, dominato dal primo all’ultimo punto: “Mentalmente e fisicamente non era facile perché non avevo molte ore di gioco nelle gambe e non sapevo come avrebbe potuto reagire il mio corpo. Sto bene e questa partita ha dimostrato che sono pronto a giocare cinque set. Durante il match ho avuto alti e bassi, è successo a lui ed è successo a me ma è il bello dei cinque set. La cosa più importante è come io mi senta adesso: sono stanco sì, ma non distrutto e pronto a giocare la prossima partita. Quella di oggi è stata l’ulteriore riprova del lavoro fatto fino ad adesso per ritornare al 100%”.
Una partita, quella di oggi, che comunque è stata diversa rispetto a l’ultima giocata dai due a Wimbledon – non solo per il momento del torneo in cui si sono affrontati, poiché a Londra si tratta di un ottavo di finale. ” Rispetto a quell’incontro, questo è stato totalmente diverso: è stato molto bravo lui a giocare meglio e non ho vinto più facilmente è perché dalla parte del dritto non riuscivo a fargli male, fino a quando non ho alzato il livello del mio gioco e da lì tutto è diventato più semplice”.
Il prosieguo del torneo metterà Berrettini di fronte ad avversari di livello sempre maggiore, con l’eccezione forse degli ottavi di finale in cui l’italiano dovrà vedersela con Oscar Otte, esordiente assoluto a questi livelli e attualmente fuori dalla top 100; se Berrettini riuscirà a superare l’ostacolo tedesco, però, finirà per imbattersi con ogni probabilità in Novak Djokovic, l’avversario che l’ha sconfitto negli ultimi due Slam. Come si vede il tennista romano rispetto agli avversari principali del serbo in questi mesi, ossia Zverev, Tsitsipas e Medvedev?
“Mi sento comunque già al livello degli altri: è vero, sono stato fermo, ma ogni volta che sto bene riesco a giocarmela alla pari. Con Zverev ho perso in finale a Madrid, con Tsitsipas a Roma, ma loro sanno che la partita c’è; poi magari loro sono più continui ma sono contento del mio stato di forma attuale. Queste partite le vince chi gioca nei momenti importanti meglio dell’altro: è un aspetto dei match su cui rivolgo molta attenzione e nei quali cerco di giocare con ancor più concentrazione, per capire al meglio cosa fare e come farlo. Alla fine le partite di tennis si giocano su pochi ma decisivi momenti”.