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ATP Vienna: l’orgoglio di Berrettini non basta, Alcaraz avanza in semifinale
L’azzurro cade al tie-break del terzo set, ma è impressionante la maturità agonistica del 18enne di Murcia, che raggiunge la sua prima semifinale di sempre in un ATP 500

C. Alcaraz b. [3] M. Berrettini 6-1 6-7(2) 7-6(5)
Un super Carlos Alcaraz la spunta su Matteo Berrettini al tie-break del terzo set nei quarti di finale dell’Erste Bank Open di Vienna. Grandissima prestazione dello spagnolo che raggiunge la prima semifinale in un ATP 500 e porta a casa lo scalpo di un altro top ten, dopo quello di Tsitsipas a New York.
Primo incontro fra i due con con Berrettini che viene dato nettamente favorito dai bookmaker, i quali probabilmente confidano nella potenza del nostro martello e nella poca esperienza dello spagnolo, che se battesse il nostro Matteo porterebbe a casa la seconda vittoria più prestigiosa della carriera.
Partita che comincia con un Berrettini sottotono e un Alcaraz che sprinta subito a mille. Sul primo game di servizio Alcaraz conquista il break con facilità; andazzo che continua anche nei game successivi con Matteo molto falloso e Alcaraz che nel quarto game continua a rispondere bene e si va a prendere a rete alla grande i punti del secondo break. Sveliamo un piccolo retroscena: stamattina in allenamento abbiamo visto Juan Carlos Ferrero testare la risposta di Alcaraz proponendogli alcuni servizi tirati da metà campo (per simulare le botte di Berrettini, e il kick sulla seconda di Matteo). E magari, sarà una coincidenza, ma il giovane spagnolo quello che si può rispondere lo risponde eccome. Da un punto di vista tattico Alcaraz oltre a giocare in spinta e sbagliare poco è anche molto bravo a gestire il servizio di Berrettini in risposta e a far partire quasi sempre lo scambio. Un altro aspetto che stiamo notando in questa settimana – in cui lo spagnolo gioca il primo torneo ATP indoor – è l’aggressività in risposta sulla seconda.
Dopo 20 minuti di partita, allora, siamo già 5-0 per il ragazzo di Murcia, entrato in campo per fare male fin da subito. In queste prime battute è però un Berrettini troppo brutto per essere vero, quando normalmente indoor lascia solo le briciole ai propri avversari: oggi invece Carlitos sta letteralmente banchettando, con Berrettini scarico di gambe che oltre a non riuscire a spingere a dovere sbaglia anche palle banali con lo slice di rovescio. Il romano evita comunque il bagel, ma deve inchinarsi allo spagnolo che porta a casa il primo set in 29 minuti.
Archiviato un primo set a senso unico si ricomincia con Berrettini al servizio, in un primo game che potrebbe già essere fondamentale, vista la furia agonistica dello spagnolo. Tornando al discorso dell’aggressività in risposta questa si palesa in maniera evidente anche nei punti importanti: ad esempio nel primo gioco del secondo set Alcaraz sulla 15-40 e break point Alcaraz si fionda sulla seconda di Berrettini per guadagnare la via della rete. Il colpo esce lungo, ma questo dice tanto del lavoro tattico che Ferrero sta facendo: sta costruendo una vera belva d’attacco, non stiamo assolutamente parlando del classico giocatore “terraiolo” attendista, non è proprio questo il caso. Chiuso l’inciso, comunque Berrettini riesce a resistere e muove il pallottoliere affidandosi nei punti successivi al servizio, portandosi sull’1-0.
Si va avanti così fino al quinto gioco nel quale Alcaraz torna a farsi minaccioso e si guadagna un’altra palla break con un dritto in corsa incrociato stretto semplicemente clamoroso. Sulla palla break Berrettini è bravo a conquistare il punto a rete, ma la pressione di Alcaraz continua; in risposta il ragazzo continua a starci, ormai Berrettini deve tirare sopra i 200 e andare a pizzicare le righe per portare a casa un cheap point. Ormai stiamo arrivando ad un punto che Matteo dovrebbe cominciare a considerare la mossa alla “Daniil il matto”, ovvero tirare anche la seconda come se non ci fosse un domani: fra primo e secondo set Matteo ha portato a casa a questo punto del match 8 punti su 22 sulla seconda. Ciononostante il romano anche questa volta, seppur con estrema sofferenza, riesce a portare a casa il turno di battuta, dopo aver annullato la quarta palla break del set a favore del murciano. Altra parentesi: Carlos continua a giocare in spinta, tentando anche attacchi in controtempo, gettandosi a rete come un fulmine attaccandosi alla rete (più avanti nel corso della partita infatti Matteo troverà più successo con i lob rispetto ai passanti). Il ragazzo impressiona davvero, a 18 anni ha già trovato quel coraggio di seguire a rete lo scambio che Murray ad esempio ha trovato solo a fine carriera, costretto dai malanni fisici.
Si continua così ad andare avanti nel set con Berrettini che cerca di rimanere aggrappato nella speranza di trovare un momento in cui infilarsi nei giochi dello spagnolo, che nei turni precedenti aveva concesso parecchio sia a Evans che a Murray. Il nostro numero uno non riesce a trovare spiragli, ma almeno è bravo a portare il set al tiebreak, in un parziale che ai punti avrebbe vinto nettamente Alcaraz. Ma tant’è, nel tennis non tutti i punti pesano uguali. Nel tie break comincia un’altra partita nella quale Alcaraz potrebbe patire un po’ di tensione. E infatti un paio di sbavature costano allo spagnolo i due minibreak decisivi. Merito però a Berrettini che gioca un tie break impeccabile e mette solo prime palle nei suoi turni di servizio, meritando di portare la partita al terzo.
Andando a vedere i dati del secondo set si capisce che Berrettini l’ha vinto soprattutto tenendo botta con pazienza e affidandosi alla prima di servizio. Se di solito Matteo cerca di spostarsi il più possibile sul dritto oggi questa possibilità non gli è stata concessa, a causa della superiore mobilità di Alcaraz: è proprio lo spagnolo a girare spesso e volentieri dal lato del rovescio per colpire il dritto anomalo e prendere il comando dello scambio con soluzioni particolari, in virtù anche del fatto che Matteo non è un pericolo sul rovescio lungolinea nel caso di soluzioni inside out dello spagnolo e che eventuali soluzioni di dritto incrociate di Matteo sono quasi sempre state ben gestite da Alcaraz nel caso di inside-in colpiti da Carlos.
Adesso la partita diventa davvero intensa, con Matteo che adesso è concentrato e non ci sta proprio a perdere. Terzo gioco in cui Matteo ci prova, ma sul 30-30 Alcaraz continua con la sua aggressività e segue il servizio a rete senza pensarci troppo, costringendo l’italiano all’errore. Nel game successivo poi lo spagnolo è bravo a ribattere alcune bombe di Matteo sopra i 220 facendo partire lo scambio e a chiudere il game con uno scambio da 14 colpi in cui è straordinario in difesa con il dritto incrociato, colpo che gli consente di rientrare nello scambio, chiuso poi con una soluzione in controbalzo dalla terra di nessuno. Break ottenuto e partita che sembra indirizzata, ma per fortuna il teenager spagnolo è umano e gioca un pessimo settimo gioco al servizio, nel quale regala letteralmente a zero a Berrettini l’opportunità di rientrare in partita. La tensione sale e allora il favorito dovrebbe essere Berrettini, più abituato a gestire situazioni del genere, dall’alto della sua esperienza, in un match che si decide al tie break del terzo. Ma la differenza la fa un unico minibreak in cui Alcaraz è bravo a sfruttare il varco dato dall’unica seconda di Matteo nel tie break e a difendersi quando non riesce a mettere la prima (cioè quasi sempre). Nel parziale lo spagnolo aveva sofferto (terzo set in cui lo spagnolo stava intorno al 40% di punti sulla seconda ma nel tie break sale di livello e fa 100% con 4/4).
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ATP ‘s-Hertogenbosch: wild card a Jannik Sinner
Il giocatore altoatesino inserisce un terzo torneo su erba nella sua programmazione. Sarà al via in Olanda la prossima settimana

Jannik Sinner aggiunge un torneo al programma della sua stagione su erba. Il giocatore italiano ha infatti ottenuto una wild card dall’ATP 250 di ‘s-Hertogenbosch, torneo in Olanda al via la prossima settimana, come reso ufficiale dallo stesso Libema Open tramite i canali social. Jannik, che è stato eliminato al secondo turno del Roland Garros, eviterà quindi di stare fermo a lungo, inserendo un torneo che può essere utile sia in ottica Race che in ottica ranking (non ha punti da difendere nella stagione su erba). Nell’entry list del Libema Open sono iscritti altri due top ten: Daniil Medvedev e Felix Auger-Aliassime. Dopo la tappa in Olanda, salvo variazioni, Sinner sarà impegnato in Germania nell’ATP 500 di Halle e ovviamente a Wimbledon.
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L’anno del riscatto di Nico Jarry. Chi lo ferma ora?
Nel 2019 si era già affacciato tra i primi 40 giocatori del mondo. Poi la squalifica per doping e una lenta risalita fino alla svolta di quest’anno con il torneo di casa. Gli ottavi a Parigi (affronterà Ruud, battuto pochi giorni fa) non sono una sorpresa

Non sono pochi i nomi inattesi che hanno raggiunto gli ottavi di finale del tabellone maschile di questo strano Roland Garros 2023. Ofner è indubbiamente quello più sorprendente, seguito da Varillas, Etcheverry e in parte anche Nishioka, che comunque è accreditato della 27esima testa di serie. C’è poi Nico Jarry: unseeded sì, ma forse la sorpresa meno inaspettata di tutte. Si tratta infatti di uno dei giocatori più in forma del momento e, più in generale, di questa prima metà di stagione e siamo certi che i big abbiano tirato un bel sospiro di sollievo quando hanno visto il suo nome posizionato dal sorteggio ben lontano dal loro. Il cileno, però, pian piano si sta avvicinando a tutte le teste di serie più alte e, anzi, una l’ha già raggiunta: dopo aver superato Dellien, Paul e Giron, agli ottavi se la vedrà infatti con il numero 4 e finalista dello scorso anno Casper Ruud in un match dall’esito tutt’altro che scontato.
Nico viene infatti da sette vittorie consecutive e tra queste ce n’è una ottenuta proprio contro il norvegese. Nell’ultimo torneo prima di Parigi, a Ginevra, Jarry ha giocato un tennis di altissimo livello che gli ha permesso di battere per l’appunto Ruud ai quarti di finale (in tre set) e poi anche Zverev in semifinale e Dimitrov – un altro che sta attraversando un ottimo momento di forma – nell’atto conclusivo del 250 svizzero. Con questa cavalcata degna anche di un torneo di categoria superiore, Nicolas ha conquistato il secondo titolo della stagione: la stagione del suo riscatto. Nella prima classifica del 2023 Jarry era infatti in 152esima posizione, mentre ora è virtualmente tra i primi 30 del mondo.
IL BEST RANKING NEL 2019 – Già qualche anno fa, nel 2019, il giocatore di Santiago aveva iniziato a respirare l’aria dell’alta classifica: risultati come i quarti a Barcellona, la finale a Ginevra e il successo a Bastad lo avevano portato al numero 38 del ranking. Alto quasi 2 metri e dotato di un servizio molto pesante, si stava costruendo la fama di specialista della terra ad alta quota, dove l’aria è più rarefatta e la palla va quindi più veloce. Tra i suoi primi risultati più importanti, nel 2018, ci sono infatti le semifinali a San Paolo e Kitzbuhel: oltre 700 metri sul livello del mare in entrambi i casi.
LA SQUALIFICA PER DOPING – Negli ultimi tre anni, però, di Jarry ci eravamo sostanzialmente dimenticati. Il cileno era infatti letteralmente scomparso dai radar, nel senso che dall’ottobre del 2020 al febbraio 2021 il suo nome non figurava più nel ranking. Mentre tutto il circuito era fermo causa pandemia, Nico scontava infatti una squalifica per doping ed era quindi l’unico a perdere punti in classifica. Il nipote d’arte (suo nonno materno è quel Jaime Fillol ex numero 14 del mondo e in campo anche nella finale di Davis del ’76 vinta dall’Italia di Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli), in realtà, aveva dimostrato la sua innocenza: gli integratori incriminati non erano vietati ma erano stati cross-contaminati alla fonte, cioè in fase di produzione in laboratorio. Nicolas ricevette comunque una squalifica di 11 mesi dall’ITF e decise di rinunciare al ricorso dal momento che, come detto, in quel periodo non si giocava alcun torneo.
LA RIPARTENZA – Ripartire da zero o quasi, però, non è stato affatto semplice: Jarry perse i primi tre match dopo lo stop, a novembre 2020, in un Challenger e in due Futures, cedendo anche a un diciottenne americano numero 980 del mondo. Solo a marzo della stagione successiva Nico ricominciò a ottenere qualche risultato. Lo fece sfruttando l’aria di casa a Santiago: prima onorò al massimo delle sue possibilità in quel momento la wild card concessagli nel torneo del circuito maggiore combattendo per quasi tre ore contro Tiafoe e poi tornò a vincere due partite di fila nel Challenger che si disputava sempre sui campi della sua città.
IL RITORNO AD ALTI LIVELLI – Da lì è iniziata una graduale risalita che ha avuto un’altra tappa fondamentale di nuovo a Santiago, pochi mesi fa. A dire il vero il 2023 di Jarry era già partito con il piede giusto: qualificazione al main draw dell’Australian Open e vittoria al primo turno su Kecmanovic e poi un ottimo percorso nel 500 di Rio de Janeiro interrotto solo da Alcaraz in semifinale (e per giunta dopo tre set). Nella città natìa, però, Nico ha dato la conferma di essere tornato quello del 2019, se non addirittura più forte. Dopo una serie di lotte su tre set ha infatti conquistato il titolo in assoluto più significativo per lui facendo impazzire i suoi connazionali e concittadini sugli spalti.
Nei tornei di Marrakech, Barcellona, Madrid e Roma ha poi attraversato un naturale calo fisiologico, ma a Ginevra il cileno ha ripreso il filo del discorso. Gli ottavi a Parigi, adesso, significano due cose: i geni di nonno Jaime, di cui Nico ha eguagliato il miglior risultato al Roland Garros, hanno funzionato bene e, soprattutto, non si può più dire che Jarry sia solo un giocatore da tornei in altura.
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Roland Garros: Rune non fa regali, vittoria in tre set su Olivieri. Ruud in quattro con Zhang
Dopo aver saltato il secondo turno il danese riprende ritmo superando senza problemi il qualificato argentino. Al prossimo turno test importante contro Cerundolo o Fritz

[6] H. Rune b. [Q] G. A. Olivieri 6-4 6-1 6-3
Dopo tre giorni di riposo dovuti al forfait di Monfils, è ripreso con una vittoria agevole il cammino di Holger Rune al Roland Garros. Come da pronostico, il danese non ha rischiato nulla contro il qualificato argentino Olivieri che ha comunque onorato il match dall’inizio alla fine riuscendo anche a strappare il servizio al numero 6 del mondo in ben tre occasioni. Ciononostante, comunque, Holger è sempre stato in controllo del match e ha dato l’impressione di essere in grado di vincere tutti i punti che non aveva intenzione di lasciare per strada. In alcune fasi del match, infatti, come nella parte centrale del primo set o in quella conclusiva del secondo, Olivieri non ha potuto veramente nulla, in balia delle risposte aggressive dell’avversario e costretto a rincorrere da un lato all’altro del campo i dritti in manovra del danese.
E’ stata quindi una partita utile per riprendere ritmo per Rune che sarà chiamato al primo vero test probante di questo Slam al prossimo turno contro Fritz (con cui ha perso quest’anno a Miami) o Cerundolo in quello che sarà il suo terzo ottavo di finale in un major.
Primo set – Falsa partenza e chiusura ritardata ma Rune è comunque in controllo
L’impatto dello Chatrier su Olivieri è tutt’altro che negativo: il numero 231 del mondo entra in partita con tanto coraggio e anche un pizzico di sana incoscienza. Così, dopo aver tenuto il servizio si guadagna subito una palla break spolverando la riga con un dritto lungolinea che merita tutti gli applausi del pubblico – a dire la verità ancora non numerosissimo. L’argentino, poi, risponde molto bene con il rovescio e capitalizza quindi questo ottimo avvio. La reazione di Rune, però, non si fa attendere, complici anche un paio di errori di Olivieri in uscita dal servizio (su risposte comunque molto profonde del danese). Alla terza chance, il numero 6 del mondo ottiene il controbreak: da questo momento Holger inizia a colpire la palla nel modo a cui ci ha abituato e infatti segue un parziale di 16 punti a 4 conditi da due altri break che lo portano sul 5-2. Al servizio per archiviare il primo set il 20enne danese si rilassa un po’ e regala qualcosa sia da fondocampo che nei pressi della rete. Il calo di attenzione è però circoscritto e Rune si aggiudica il parziale nel successivo turno di battuta senza rischiare nulla.
Secondo set – Olivieri continua a combattere ma Rune è famelico
Le prime occasioni di break arrivano nel terzo game. Dopo un dritto sbagliato dall’argentino, sul secondo punto Rune difende tutto il possibile e anche di più e alla fine scavalca Olivieri con un lob di rovescio chirurgico che sembra un duro colpo al morale del giocatore proveniente dalle qualificazioni: l’errore in back nel punto successivo pare una conferma, ma poi arrivano tre servizi vincenti di fila. Il pericolo non è però ancora scampato definitivamente perché il danese continua a picchiare di dritto in risposta e, sebbene l’argentino in qualche modo riesca a reggere il ritmo, alla fine gli scambi prolungati sono tutti appannaggio del numero 6 del mondo che si porta così in vantaggio.
Olivieri, comunque, è un gran lottatore e ne dà ulteriore prova andandosi a guadagnare una palla break nel game di risposta seguente: il servizio in kick di Holger, però, attecchisce perfettamente sul rovescio del numero 231 del mondo. Nel frattempo, Rune continua ad alzare il livello del suo gioco e nel quarto game brekka ancora sfoggiando tutta la qualità della risposta di rovescio anticipata e manovrando con il dritto. La situazione di punteggio tranquilla (4-1 e servizio) fa riaffiorare qualche piccola disattenzione nel danese che però ha la capacità di riconcentrarsi al massimo quando è costretto a fronteggiare una nuova palla break e ai vantaggi. Avanti 5-1, Holger non ha intenzione di ripetere quanto successo nel primo parziale ed è impressionante nella decisione con cui gioca i quattro punti che gli valgono break e set: due smorzate con il contagiri e altrettante risposte pesanti come macigni sono la testimonianza dei due lati, entrambi ben sviluppati, del tennis di Rune.
Terzo set – Rune non perde tempo e chiude senza superare le due ore
Dopo i tentativi non andati a buon fine nel secondo set, Olivieri si prende il break in apertura di terzo approfittando di un doppio fallo del danese e spingendo bene con il dritto. Il vantaggio, però, dura molto poco: quando Holger colpisce dal centro del campo non ce n’è e a questo si aggiungono le difficoltà dell’argentino nel chiudere i punti a rete. I tempi sembrano maturi anche per un ulteriore break da parte di Rune, in totale controllo del match come dimostra la ricerca di soluzioni fuori dagli schemi. Nel sesto game ci si mette anche un po’ di sfortuna a complicare la vita di Olivieri a cui scappano un paio di colpi davvero per pochi centimetri: ecco che arriva quindi il break che dà il vantaggio al danese anche in questo parziale. La palla di Holger viaggia a velocità insostenibili e con la stessa rapidità il numero 6 del mondo si avvicina al traguardo finale. Sul 5-2 Olivieri riesce però ad annullare i primi tre match point a disposizione di Rune. È però una questione di veramente pochi minuti in più in campo per il 20enne danese che chiude agevolmente sul 6-3 con uno smash a rimbalzo poco prima dello scoccare delle due ore di gioco. Finiscono così le due settimane più belle della carriera dell’argentino che prima di questo Roland Garros non si era mai qualificato per un main draw Slam.
[4] C. Ruud b. Z. Zhang 4-6 6-4 6-1 6-4 (Cipriano Colonna)
Nel primo incontro del Day 7 sul Suzanne Lenglen Casper Ruud si sbarazza in rimonta, dopo aver perso primo set, per 4-6 6-4 6-1 6-4 in quasi 3 ore di partita del n. 2 cinese Zhizhen Zhang. In ottavi di finale, il norvegese attende il vincente della sfida tra il cileno Nicolas Jarry e il californiano Marcos Giron.
Primo Set: Zhang sale 4-2, poi si fa riagganciare prima di suggellare definitivamente il parziale
Pronti via e Zhang centra il break a freddo, a 30, con un Casper Ruud ancora mentalmente negli spogliatoi. Il giocatore cinese conferma con autorità e sale 2-0, il n. 4 del mondo al contrario continua ad apparire solamente l’ombra di se stesso ed oltre a non essere in grado di rendersi pericoloso nei turni di risposta, nel quinto gioco rischi di crollare definitivamente concedendo una doppia chance di 4-1 e servizio al n. 71 ATP. Il fantasmino di Oslo, in qualche modo, dando fondo all’esasperazione dei suoi punti di forza – servizio e dritto – riesce a cavarsi d’impiccio e a rimanere in scia. Avere quasi del tutto compromesso il parziale, con un ruzzolone che sarebbe stato irrecuperabile, risveglia l’animo da Top 5 del due volte finalista Slam che difatti si procura improvvisamente una palla break sul 3-2 per riportare in equilibrio il punteggio. Zhizhen, tuttavia, non ci sta: reagisce prontamente al primo vero momento di difficoltà della sua partita e frantuma l’occasione norvegese per poi allungare sul 4-2.
Ora però le dinamiche emotive e tecniche della sfida hanno decisamente modificato vento d’influenza, e a riprova di ciò l’ex n. 2 del ranking alla seconda possibilità complessiva trova il contro-break nell’ottavo game (4-4). Ciononostante il 24enne della Norvegia getta subito alle ortiche lo sforzo profuso per rimettersi in carreggiata, giocando un round in battuta pessimo, infarcito di gratuiti e che lo vede soccombere ai vantaggi ed al terzo break point elargito dopo 12 punti disputati nel game in questione, che garantisce così al 26enne di Shanghai l’opportunità di servire per incamerare il parziale inaugurale: detto, fatto. Anche se con qualche brivido, al tennista asiatico infatti serve un’altra dozzina di punti – come il gioco antecedente -, un paio di set ball ma soprattutto si è trovato a dover annullare due palle per il 5-5 – sarebbe stato il secondo contro-break nel set per Ruud – che avrebbero ulteriormente prolungato la frazione. Ma non è stato così, l’esito della prima partita recita 6-4 in 54 minuti in favore di Zhang.
Un set in apertura delle danze che ha visto entrambi abbastanza prolifici con il servizio, nonostante comunque sono andati in scena tre break su 10 giochi complessivi, in particolar modo considerando la pesantezza dei campi che sta offrendo quest’edizione dell’Open di Francia abbinata a palline che si gonfiano rapidamente come gatti arrotolati rendendo improbo estrarre dalla racchetta un vincente. 2 aces per il cinese, 1 per Casper che ha commesso però anche un doppio fallo; 64% di prime in campo per il vincitore del parziale a fronte del 59% di Ruud; 61% (14/23) di trasformazione contro addirittura il 67% (16/24) della tds n. 4, il quale però alla fine della fiera nell’economia del set – visto il break in più subito – ha pagato l’insufficiente 35% (6/17) di realizzazione con la seconda palla a dispetto dell’ottimo 62% (8/13) del rivale, che invece da par suo è stato anche più cinico nello sfruttare le palle break. 80% (4/5) per Zhang, 67% (4/6) per Ruud.
Infine chiudiamo il capitolo statistico evidenziando come il bilancio tra vincenti ed unforced dei due protagonisti sia paritetico: +2, (14/12) per il cinese, (12/10) per il finalista in carica.
Secondo Set: Ruud parte di nuovo sottotono, rischia di crollare in modo imperituro ma un colpo di coda gli garantisce la frazione
Casperino approccia nuovamente male, anche ad inizio seconda frazione, offrendo uno 0-40 nel terzo game che sa di resa anticipata. A questo punto, con le spalle al muro e dinanzi all’ultima sporgenza prima del dirupo, tira fuori l’orgoglio del campione risalendo la china un quindici alla volta. Come nei più classici copioni d’antan, non concretizzata la tripla possibilità che avrebbe potuto porre la pietra tombale pure sul secondo set mandando avanti beatamente Zhang sul 2-0, e ad un singolo parziale dagli ottavi, il nativo della Metropoli in cui si disputa uno dei nove Masters 1000 dell’anno – e che purtroppo a causa della Pandemia non ha preso vita nelle ultime tre stagioni – ha subito il più prevedibile dei break di “riflesso” (3-1 Ruud). Il 24enne di Oslo, tuttavia, stenta a trovare continuità prestazionale, è del tutto irriconoscibile e concede gentilmente il contro-break per il 3-2 e servizio Zhizhen.
Dopodiché, i fondamentali d’inizio gioco si stabilizzano quantomeno per un frangente di gara e danno vita ad un filotto quattro games in cui non si vede neanche l’ombra di una palla break. Sul 5-4, però, un colpo di coda di Ruud nel turno di risposta va a segno attraverso un isperato strappo che gli permette di incassare un identico 6-4 in 36 minuti, che con il senno di poi cambierà i rapporti di forza dell’intero scontro.
Terzo Set: Ruud ritrovata la fiducia perduta domina e va a condurre
Sulle ali dell’entusiasmo del set appena vinto all’ultima curva e sul filo del rasoio, il secondo classificato allo US Open 2022 domina in lungo e largo la terza partita finalmente dimostrando le categorie di differenza che dividono i due atleti specialmente sulla terra rossa: primo break a marca norvegese che giunge sul 2-1, poi doppio break che matura sul 4-1 e agevole chiusura del parziale per Casper con lo score di 6-1 in 29 minuti.
Quarto Set: non c’è più partita, l’inerzia è cambiata incontrovertibilmente. Ruud chiude i giochi con un altro 6-4
Il quarto atto di questo entusiasmante confronto vede i due giocatori ancora più performanti in battuta rispetto al terzo set, servizi inossidabili per un quartetto di giochi in fila, fino a quando sul 2-2 il finalista di Miami 2022 rompe gli indugi breakkando e prendendo il comando delle operazioni.
Nel settimo game Zhang rischia seriamente di ammainare la vela della speranza, ma ne esce immacolato miracolosamente. Tuttavia, l’attuale versione di Casper non è più quella di inizio gara in cui concedeva cadeaux a profusione, al servizio è semplicemente perfetto: qualche minuto dopo, infatti, mette in cascina la qualificazione in ottavi con il 6-4 finale – il terzo sui quattro set del match – dopo 2h38′ di gioco.