Gaudenzi e il futuro del tennis: “Il pubblico più giovane vuol vedere anche cosa fanno i giocatori fuori dal campo”

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Gaudenzi e il futuro del tennis: “Il pubblico più giovane vuol vedere anche cosa fanno i giocatori fuori dal campo”

Il numero uno dell’ATP in un’intervista all’Equipe esprime la sua visione su molti temi: “Un Masters 1000 sull’erba? Si può fare, in Inghilterra o in Germania”

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Andrea Gaudenzi (foto ATP Tour 2019)
 

Dalla riforma del calendario alla possibile assenza di Novak Djokovic agli Australian Open 2022, passando per l’inserimento di un Masters 1000 sull’erba. Andrea Gaudenzi, il presidente dell’ATP, ha rilasciato una lunga intervista a L’Equipe toccando una moltitudine di temi ed esprimendo la sua visione sul futuro del tennis. Sinteticamente, ripercorriamo per argomenti i passaggi salienti.

“La gente vuol vedere i migliori giocatori: l’attuale calendario è confusionario”

Il numero uno dell’ATP, parlando della riforma del calendario su cui l’organo di governance del circuito maschile lavora da molti mesi e che potrebbe entrare in vigore dal 2023, ha affermato: “La priorità numero uno sono i tifosi. Dobbiamo offrire loro il miglior prodotto possibile e questo passa attraverso una visione comune tra ATP, WTA, ITF e tornei dello Slam. La rivalità non è interna, tra di noi, ma esterna. Competiamo con il calcio, con Netflix, i videogame e la musica. Lottiamo per catturare il tempo libero e l’attenzione delle persone”. Un modo per catalizzare l’interesse sui tornei, a detta di Gaudenzi, potrebbe essere rendere ben più simili di quanto lo siano oggi i calendari di ATP e WTA: “Unire uomini e donne renderebbe il nostro prodotto più forte. Perché il tennis è unico. Siamo l’unico sport con un prodotto femminile molto forte. Abbiamo il 50% di tifosi uomini e il 50% donne. Vorremmo organizzare i Masters 1000, gli unici eventi in cui sei sicuro di avere i più forti oltre agli Slam, su due settimane, con tabelloni da 96, per uomini e donne insieme. Esattamente sul modello di Indian Wells e Miami. I Grandi Slam sono la spina dorsale del gioco, sono magnifici e intoccabili. Ma il divario tra loro e i Masters 1000 è troppo grande”. Il punto, secondo Gaudenzi, è rendere più semplice e intuitivo il gioco del tennis a 360°, dall’organizzazione dei calendari alle regole del gioco. “In questo momento è tutto troppo complicato. Dobbiamo vivere tutti sotto lo stesso tetto. Faccio un esempio: i quattro Slam hanno ciascuno una regola diversa per quanto riguarda il tie-break nel quinto set. Abbiamo fatto un quiz con i nostri dipendenti ATP a Monaco. Almeno venti persone non conoscevano la risposta. E parlo di un gruppo di persone totalmente dentro il tennis. Immagina le persone per strada”. E poi, ancora sul semplificare il calendario: “Una settimana abbiamo un Masters 1000, poi vengono tre ATP 250, la settimana dopo un evento WTA, poi un Grande Slam. A parte i più sfegatati, tutti si confondono. Ma se il tifoso si confonde, cercherà qualcosa altrove. Gli studi ci mostrano che il 70-80% delle persone guarda solo eventi Premium e queste persone sono le più importanti. Sono quelli che comprano i biglietti e che si abbonano alla TV. Ottimizzare il Masters 1000 non significa sacrificare gli altri tornei. Ci sarà sempre uno spazio per loro, riadattando il programma in modo coerente”. Un programma che, nei pensieri dell’ATP, potrebbe presto prevedere anche l’introduzione di un Masters 1000 sull’erba: “Per me può essere organizzato solo in Inghilterra o in Germania. In Inghilterra perché là c’è Wimbledon. In Germania perché è un grande mercato per il tennis. Per prima cosa dobbiamo scegliere la città. Troviamo poi una struttura, che significa costruire uno stadio o averne uno che sia adatto”.

“Fondamentale l’espansione dell’offerta: pensiamo al tennis su Netflix”

Gaudenzi continua facendo un parallelismo tra tennis e golf per quanto riguarda l’indotto dei diritti televisivi e pensa a come poter sviluppare il suo prodotto, percorrendo anche strade del tutto nuove: “Il tennis ha un miliardo di fan, ma ci sono aree in cui le nostre entrate sono molto limitate. Se consideriamo tutti i diritti TV (Grand Slam + ATP + WTA), i nostri ricavi rappresentano solo il 30% di ciò che genera il golf. Eppure siamo uno sport più globale del golf. Ma non siamo coordinati. Serve un prodotto che riunisca tutte le entità ma che offra di più”. Come riuscirci? “La mentalità di qualsiasi attività commerciale è: concentrarsi sul consumatore – continua Gaudenzi -. Dobbiamo conoscere meglio i nostri tifosi. Dobbiamo raccogliere dati digitalmente, ecco perché Google e Facebook sono così potenti: sanno tutto della nostra attività quotidiana, cosa ci piace e cosa no. Se abbiamo un’unica piattaforma, possiamo farlo. Stiamo lavorando a qualcosa di simile alla serie Netflix sulla Formula 1 con il circuito WTA e gli Slam. La generazione più giovane vuole vedere le partite, ovviamente, ma anche quello che fa Tsitsipas la sera è l’affermazione, piuttosto ardita, di Gaudenzi -. Bisogna investire nei social media. Non solo tennis, tennis, tennis. Dobbiamo raccontare storie ai tifosi“.

“Se in Australia ci sono i vaccini obbligatori, come ATP non possiamo fare nulla”

A Gaudenzi viene poi chiesto di prendere posizione sulla questione relativa alla partecipazione di Novak Djokovic ai prossimi Australian Open, messa in dubbio dallo stesso giocatore serbo considerando che per giocare a Melbourne i giocatori dovranno essere vaccinati: “Sappiamo da alcuni giorni che non si può andare in Australia senza essere vaccinati. La situazione può ancora evolversi, ma questo è il loro torneo, se decidono di organizzarlo con questa regola, non c’è niente che possiamo fare. Ma la federazione australiana ci ha assicurato che eventuali contatti diretti con dei positivi, saranno liberi di continuare il torneo con un tampone negativo. Le decisioni del governo vanno invece al di là di noi. Per Djokovic è una decisione personale, ma bisogna pensare anche alla stragrande maggioranza dei giocatori che sono vaccinati e che vogliono giocare”. A questo proposito, Gaudenzi dà dei numeri: “La buona notizia è che la percentuale è in aumento. Siamo già al 70%. Speriamo di raggiungere il 95% o il 98% entro due mesi”.

“Il caso Zverev? Eravamo impreparati a questa situazione”

Gaudenzi parla anche dell’indagine aperta dall’ATP riguardante Alexander Zverev e il presunto caso di violenze all’ex fidanzata Olga Sharypova: “Non ci nascondiamo dicendo che non c’è un problema – ammette il presidente ATP – . Quel che posso dire con onestà, senza rivelare a che punto siamo con le indagini, è che si tratta di un nuovo territorio per noi del tennis. La NFL lo fa. Noi no, non eravamo preparati per questo. Abbiamo imparato e ora abbiamo delle strutture per combattere”.

“Serve dare ai giocatori l’accesso ai conti dei tornei”

Gaudenzi parla anche del rapporto tra i giocatori e i tornei, tema che riguarda anche il sindacato PTPA lanciato da Novak Djokovic e Vasek Pospisil, cercando di fare un passo verso la concilazione: “Se i giocatori non si fidano dei tornei, è perché non hanno mai avuto accesso ai conti. È come se in un’azienda di proprietà di due persone, una versasse la parte dei profitti che spetta all’altra senza fornire ulteriori dettagli. Non è l’ideale per la fiducia reciproca: l’idea è di dare loro questa chance, con l’intervento di revisori indipendenti. Con il sindacato dei giocatori lanciato da Djokovic esiste un dialogo. Ci sono alcune cose in cui sono d’accordo con noi. La sfida più grande ora è definire e approvare questo piano”.

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