Gli azzurri deludono al Challenger di Bergamo

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Gli azzurri deludono al Challenger di Bergamo

Per la prima volta in 15 anni nessun italiano supera il primo turno. E nemmeno le notizie che arrivano da Tenerife ed Eckental sono molto buone

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Flavio Cobolli - Challenger Bergamo 2021 (foto Antonio Milesi)
 

Torna finalmente il Challenger 80 di Bergamo (cemento indoor) che lo scorso anno fu sospeso, poche ore prima che si disputasse la finale tra Enzo Couacaud e Illya Marchenko, perché l’Italia stava per entrare in lockdown e il mondo intero nel tunnel del Covid 19. Quindi la disputa di questo torneo, con lo spostamento della data da marzo a novembre, è per noi tutti la certificazione di un ritorno alla normalità, in cui possiamo di nuovo parlare solo di tennis e chiederci chi sarà quest’anno il giocatore che verrà lanciato da un torneo che è sempre stato un autentico laboratorio per futuri campioni. Ricordiamo solo che gli ultimi due vincitori sono stati Matteo Berrettini nel 2018 e Jannik Sinner nel 2019.

L’unica cosa certa è che questa volta non sarà un nome italiano perché la pattuglia azzurra è arrivata a fine anno in evidente riserva d’energia, sfibrata da una stagione che è stata faticosa per tutti, per alcuni di più. In primo luogo per i nostri giovani che hanno pagato a caro prezzo i progressi straordinari di cui si sono resi protagonisti. A cominciare da Flavio Cobolli (600 posizioni in classifica guadagnate quest’anno) che perde 6-4 7-5 da Damir Dzumhur (n.143 ATP), sprecando di tutto di più in un secondo set che è sembrato più volte sul punto di portare a casa. Avanti 4-1 con doppio break, si fa raggiungere sul 4-4, per poi riportarsi in vantaggio quando due doppi falli del bosniaco gli regalano un ulteriore break. Peccato che Flavio restituisca immediatamente il favore e anche con gli interessi.

Sotto 5-6 cerca di resistere in tutti i modi, annulla quattro match point ma il quinto è decisivo e il romano deve raggiungere mestamente la doccia. Il bosniaco ha comunque ha avuto parole molto gentili per l’avversario: L’esito dell’incontro è dipeso soprattutto da lui. In questo mi ricorda molto Fognini, con cui tu non sai mai cosa sta per succedere. Anche Flavio può giocare molto bene così come regalarti tanti punti. In ogni caso in alcuni frangenti ha davvero avuto giocate da top 50 e, se continua così, a quel livello ci arriva di sicuro”.

Fuori al primo turno anche Roberto Marcora (qui finalista nel 2019 quando perse dalla rivelazione Sinner) che lotta per quasi due ore contro Dennis Novak (n.107 ATP) per poi cedere 7-6(4) 7-6(2). Anche per Luca Nardi il cammino s’interrompe prematuramente per mano di Illya Marchenko (n.154 ATP) che, vincendo 7-6(1) 6-4, inizia a sperare di riuscire a riscuotere il credito che ha con questo torneo, dopo la mancata disputa della finale 2020. Fuori subito anche Luca Potenza che può poco contro l’esperienza dello slovacco Filip Horansky (n.197 ATP) che vince 6-4 6-3, anche se il siciliano aveva iniziato col piglio giusto, senza alcun timore reverenziale. Comunque molto bravo l’azzurro a superare le qualificazioni, eliminando due avversari non banali come Matteo Martineau e Filip Misolic.

Anche Matteo Arnaldi, reduce da una stagione di buoni risultati e fastidiosi infortuni, saluta subito la compagnia, cedendo di misura 6-3 6-7(4) 7-6(5) a quella vecchia volpe di Sergiy Stakhovsky (n.227 ATP). Alla fine è toccato a Federico Gaio cercare di evitare un desolante zero nella casella delle vittorie italiane al primo turno, cosa mai successa in 15 edizioni del torneo. Ma il faentino non è riuscito ad opporre una valida resistenza al russo Evgeny Donskoy (n.170 ATP e famoso solo per una vittoria su Federer a Dubai 2017), cedendo nettamente 6-3 6-3.

Nemmeno al Challenger 80 di Tenerife (cemento outdoor) gli italiani vanno tanto bene, a parte ovviamente Marcello Marchesini e il suo MEF che hanno dato un’altra grande prova organizzativa con questo Challenger che segue a ruota il WTA 250 vinto dalla 21enne statunitense Ann Li. Tornando al campo l’unico azzurro che supera il primo turno è Lorenzo Giustino che, battuto lo spagnolo Daniel Rincon, si trova però opposto a Fernando Verdasco (n.165 ATP e terza testa di serie) contro cui perde facile 6-2 6-2 in appena un’ora di gioco. Le zero palle break avute contro le nove concesse (quattro trasformate) hanno fatto tutta la differenza. L’ex top 10 spagnolo (n.7 del 2009) compirà 38 anni il prossimo 15 novembre e sta spendendo gli ultimi spiccioli di una carriera al tramonto. Ma evidentemente è ancora in grado di dare la zampata con le sue sventagliate mancine, come Giustino potrà confermare.

Già nel primo turno Verdasco aveva eliminato un altro azzurro, Jimbo Moroni che, forse sceso in campo un po’ intimorito, ha perso in un attimo il primo set ma nel secondo ha preso sicurezza nei colpi e ha cominciato a comandare il gioco. Nel terzo, purtroppo, non c’è stata di nuovo storia. Primo turno fatale anche per Thomas Fabbiano che cede al francese Manuel Guinard (n.251 ATP) col punteggio di 6-2 3-6 6-4 e probabilmente non vede l’ora che questo disgraziatissimo anno si concluda.

Si giocava anche in Germania, nel paesino bavarese di Eckental (Challenger 80, cemento indoor) dove l’unico italiano in tabellone era Andrea Vavassori, che domenica era stato grande protagonista col Tennis Club Pistoia, portando a casa i due punti decisivi contro il Park Genova. Nel torneo tedesco (dove gioca anche il doppio sempre in coppia con Dustin Brown) ha superato senza troppi patemi il primo turno contro il padrone di casa Matthias Bachinger. Il 34enne tedesco non ha mai avuto una vera chance e può essere soddisfatto di aver portato al terzo l’azzurro (6-4 3-6 6-3). Nel turno successivo Jiri Vesely (n.86 ATP e seconda testa di serie) era senza dubbio un ostacolo ben più alto, come ha confermato il secco 6-4 6-1 inflitto al torinese.

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