ATP Parigi-Bercy: Djokovic è inossidabile. Piega Medvedev e si riprende il suo feudo

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ATP Parigi-Bercy: Djokovic è inossidabile. Piega Medvedev e si riprende il suo feudo

Il russo parte benissimo, poi si scioglie improvvisamente e crolla nel terzo. Nole si prende il sesto titolo a Bercy e diventa il giocatore con più titoli “1000” in bacheca (37)

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[1] N. Djokovic b. D. Medvedev 4-6 6-3 6-3

Novak Djokovic è il campione dell’edizione 2021 del Rolex Paris Masters. Il serbo, numero uno del mondo, ha piegato in tre set le velleità di Daniil Medvedev, pressoché perfetto nel primo set ma che man mano che match procedeva ha perso sempre più precisione e anche un pizzico di sangue freddo. Era dal 1990 che i primi due giocatori del mondo non si affrontavano in finale a Bercy: allora furono Stefan Edberg e Boris Becker, con quest’ultimo costretto al ritiro dopo soli sei game. Stavolta lo spettacolo è stato all’altezza delle aspettative, anche se il terzo set, ovvero quello che in teoria tutti si aspettavano fosse il più avvincente, non è stato purtroppo al livello dei primi due. Medvedev ha infatti concentrato tutti i propri errori proprio nel parziale decisivo spalancando a Nole le porte del sesto titolo sotto i tetti di Parigi.

Djokovic ha interpretato il match in maniera molto aggressiva, per certi versi in maniera simile a quanto fatto da Zverev nella semifinale contro il russo. A differenza di Sascha però il serbo ha saputo districarsi benissimo a rete e, pur non essendo un volleatore puro, né tantomeno un attaccante per vocazione, ha scelto sempre in maniera piuttosto oculata le tempistiche per le sue incursioni in verticale. Resta comunque la sensazione che siano stati più i demeriti di Medvedev a condizionare l’esito del match. Il russo sembrava in pieno controllo dell’incontro fino a metà del secondo set. Una volta subito il break in maniera un po’ rocambolesca Daniil non ha più saputo mettere pressione con continuità all’avversario, cui è bastata una gestione più ordinata dello scambio per portare a casa il titolo.

Nole tiene dunque a distanza il rivale nel computo degli scontri diretti, vincendo il sesto incontro su dieci precedenti e impedendo dunque a Medvedev di diventare l’unico giocatore, tra quelli che lo hanno affrontato almeno dieci volte, a non avere un record negativo contro di lui. Il successo odierno aggiorna e rimpingua la già impressionante bacheca di Djokovic, che conta adesso 86 trofei di cui 37 Masters 1000 (staccato Rafael Nadal col quale divideva il trono dei plurivincitori di categoria). A Torino, se mai ci fossero stati dubbi sulla cosa, sarà ancora lui l’uomo da battere.

IL MATCH – La finale si apre con due scambi molto duri e lunghi nei quali il primo a sbagliare è Djokovic. Una sortita a rete un po’ timida mette subito nei guai il numero uno del mondo che si ritrova sotto 0-40: la prima palla break scivola via per un errore del russo, la seconda è annullata da una gran prima, ma sulla terza Nole si concede con una brutta palla corta che si spegne a metà rete. Il serbo sembra ancora un po’ in rodaggio con i colpi al rimbalzo e semplifica molto il primo turno di battuta dell’avversario con tre rovesci e un dritto in rete. Buttandosi a rete con insistenza, Djokovic muove finalmente il punteggio e poi con tre punti giocati in gran spinta si procura tre palle break di fila, incassando volentieri il doppio fallo di Medvedev sulla prima. 2-2 e finale che può dunque vivere un secondo inizio.

Nole continua a essere molto aggressivo presentandosi a rete anche subito dietro al servizio, ma soprattutto ha alzato alla grande il livello da fondo e con la risposta. Sul 3-2 proprio una gran risposta di dritto gli vale una palla break, ma Medvedev rimette tutto a posto con tre gran prime (tra cui spunta il primo ace dell’incontro). Nel game successivo due errori gratuiti e un doppio fallo rimettono in difficoltà Djokovic, che sulla terza palla break non riesce a recuperare la precisissima controsmorzata di Medvedev. Il russo sfrutta un paio di risposte sbagliate dell’avversario per salire 5-3. Djokovic persiste nella ricerca del serve&volley, ma Daniil non si scompone più di tanto. Prima lo “grazia” nel nono game con un dritto comodo che finisce lungo e che avrebbe costretto Nole ai vantaggi sul proprio servizio, poi senza tremori di alcun genere difende la battuta e fa suo il primo set col punteggio di 6-4.

Djokovic rientra in campo nel secondo parziale con la stessa attitudine aggressiva del primo, ma Medvedev non gli regala quasi nulla. Il serbo deve fare un mezzo miracolo per salire 0-30, subendo però l’inesorabile rientro del russo che con quattro punti di fila tiene il servizio e impatta sull1-1. Nel frattempo, la giudice di sesia è costretta a richiamare con insistenza il disordinatissimo pubblico francese: tra porte indebitamente aperte, flash e spettatori che tardano a prendere posto è più il tempo d’attesa che quello effettivo impiegato da Djokovic per salire 2-1. Un challenge vinto da Nole rettifica una presunta prima vincente di Medvedev e trasforma quello che sembrava un turno di battuta d’ordinaria amministrazione in un inferno. Nonostante tre ace infatti, il russo viene sorpreso da un paio di straordinari punti in difesa del serbo e subisce il break. Djokovic conferma il vantaggio e sale 4-1.

Medvedev riparte come se niente fosse, trovando alcuni punti veramente spettacolari, ma Nole non è da meno: in generale il livello è decisamente molto alto. Sul 5-3, si consuma il game più lungo e più spettacolare dell’incontro. Una strenua difesa del russo vale una palla del controbreak, annullata da una stupenda stop volley del serbo; una seconda chance è annullata da una prima solida. L’ennesimo scambio da apnea procura a Daniil una terza occasione, ancora cancellata, stavolta da un velenosissimo strettino. Col serve&volley, Djokovic si prende il primo set point, ma non riesce a tirare su col rovescio un insidioso slice dell’avversario. Il numero uno del mondo si butta ancora a rete e torna a un passo dalla conquista del set, ma può solo stare a guardare il rovescio lungolinea di Medvedev che bacia la riga. Di nuovo la volée gli offre un’altra chance, sulla quale stavolta interviene un salvifico ace a porre fine al set. Dopo un’ora e mezza di gioco, sarà il terzo a decidere il vincitore del torneo.

Per i primi quattro game del set decisivo, entrambi continuano a darsele di santa ragione, scambiandosi vicendevolmente vincenti da capogiro e difese mortificanti. La prima occasione di break è in favore di Djokovic, che sfrutta un paio di insoliti errori di Medvedev per salire 3-2. Novak conferma il break a zero e porta addirittura a dieci la striscia di punti vinti consecutivamente, affacciandosi sullo 0-30 in risposta. Medvedev risale fino al 30-30, ma con due erroracci consegna un doppio break e spedisce Nole a servire per il match. Il serbo però pasticcia a sua volta e restituisce uno dei due break, commettendo anche un doppio fallo. Per sua fortuna, Medvedev ancora una volta gli dà una mano in questo terzo set accompagnandolo al match point coi propri errori. Sul punto decisivo però il merito è tutto del serbo che conquista il trofeo con un drittone vincente in avanzamento.

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