Lorenzo Musetti alle Next Gen Finals: “Il coaching in campo? Una delle mie regole preferite”

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Lorenzo Musetti alle Next Gen Finals: “Il coaching in campo? Una delle mie regole preferite”

L’azzurro dichiara di apprezzare il format delle Finals di Intesa Sanpaolo ed è sicuro di saper gestire le aspettative

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Lorenzo Musetti - ATP Sofia 2021 (ph. Ivan Mrankov)
 

Lorenzo Musetti è a Milano e, in attesa dell’inizio delle Next Gen Finals previsto per martedì 9 novembre, risponde alle domande dei giornalisti. L’azzurro aveva già tentato di guadagnarsi l’accesso come riserva alla manifestazione due anni fa partecipando alle qualificazioni che si erano disputate allo Sporting di Basiglio, fermandosi però alle semifinali. Nonostante la diversa location, rispetto agli altri sette contendenti Lorenzo ha almeno una vaga esperienza delle condizioni in cui giocheranno. “Due anni fa venivo da un periodo in cui avevo giocato tanto sulla terra, quindi non ero nelle migliori condizioni, ma mi ero divertito perché era una format diverso rispetto al solito, con nuove regole e nuovi stimoli. Sinceramente non mi sono ancora allenato qua, lo farò oggi [domenica] pomeriggio. Vengo da un finale di stagione con tante partite sul cemento indoor, quindi spero di non fare fatica ad ambientarmi alla situazione del campo”.

Non lontano dall’Allianz Cloud, nel giugno del 2019, Musetti aveva raccolto il suo primo grosso risultato da professionista raggiungendo la semifinale al Challenger di Milano, fermato dal top 100 Hugo Dellien. In cosa è cresciuto in questo periodo? E come gestirà l’attenzione su di sé?

“Sono cresciuto tanto fisicamente rispetto a due o tre anni fa e ho molta più esperienza, soprattutto quest’anno che è stato il primo tutto a livello ATP. Ovviamente ci saranno grandi attenzioni e aspettative sui miei match e sul risultato che otterrò qua, ma credo che il pubblico si sentirà e mi farà molto piacere sentire il tifo. Spero che questo non diventi un peso, ecco. Non lo credo, non è la prima volta che gioco in Italia”.

Come sempre, durante gli incontri delle Net Gen Finals è previsto il coaching – quest’anno direttamente in campo –, argomento che spesso divide appassionati e addetti ai lavori. Lorenzo non ha dubbi al riguardo: “Credo sia molto utile, anche perché non vedo il motivo per cui sia permesso nel circuito WTA mentre noi non abbiamo questa regola. Credo che sia giusto sperimentarlo, giusta l’eliminazione delle cuffie che secondo me rendeva un po’ più di tendenza, di moda la figura del coaching. È giusto in questa modalità, quindi non solo con segnali con le mani o urlando altrimenti si crea solo confusione, e in genere facilitare il coaching, perché ormai in tutti gli sport c’è questa funzione e credo vada anche a migliorare il livello del tennis. È una delle mie regole preferite e spero di poterci giocare anche nell’ATP. A livello junior avevamo già sperimentato questa regola insieme a quella del no-let in battuta che però non mi era piaciuta. Credo di poter parlare a nome di tutti dicendo che è molto utile”.

Il favorito numero uno del gruppo in cui è stato sorteggiato Lorenzo è Sebastian Korda, peraltro battuto dal nostro sulla terra di Lione lo scorso maggio. Fuori dai primi 100 all’inizio della stagione, Sebi è ora al 39° posto del ranking: si aspettavo un anno tanto positivo? “Mi piacerebbe pensarlo” risponde il ventunenne di Bradenton. “ma il mio obiettivo iniziale era di terminare nella top 50. Certo, finire tra i primi quaranta significa aver avuto un anno fantastico, ho certamente imparato tanto. In particolare, ho maturato fiducia match dopo match e sentire di essere pronto per poter giocare è probabilmente la cosa più importante per me”.

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