Nitto ATP Finals: Djokovic soffre solo per un set poi festeggia il settimo anno al vertice

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Nitto ATP Finals: Djokovic soffre solo per un set poi festeggia il settimo anno al vertice

Casper Ruud gioca alla pari nel primo parziale, poi cede nettamente nel secondo. A fine match il serbo riceve il trofeo di N.1 ATP per la settima volta

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[1] N. Djokovic b. [8] C. Ruud 7-6(4) 6-2

Un primo set passato a osservare quello che sapeva offrire il suo avversario per poi dilagare nel secondo e Novak Djokovic inizia con una vittoria peraltro annunciata la sua campagna alle Nitto ATP Finals. Ne fa le spese l’ottavo della Race, quel Casper Ruud che nella seconda parte della stagione ha saputo guadagnare punti, dai più inaspettati, sulle superfici a lui meno congeniali. Alla sua prima partecipazione al torneo dei Maestri, Ruud non ha sofferto più di tanto la tensione dell’esordiente e anzi è stato lui a partire a partire in vantaggio senza tuttavia riuscire a mantenerlo abbastanza a lungo da creare un po’ di suspense.

Per quanto riguarda Djokovic, spicca la resa della prima di servizio, in campo tre volte su quattro portandogli il 90% dei punti. Confermato così il risultato dell’unico precedente fra i due (7-5 6-3 a Roma nel 2020) e in attesa del vincente del match serale tra Stefanos Tsitsipas e Andrey Rublev, suo avversario mercoledì prossimo, Nole riceve sorridente il trofeo per il numero 1 di fine anno conquistato per la settima volta, record assoluto, con tanto di discorso in italiano tra l’apprezzamento del pubblico, durante il quale dice sorridente, “Spero di giocare ancora per un paio di anni”.

IL MATCH – Diverse volte in questa stagione abbiamo visto Djokovic cominciare l’incontro senza fretta, limitandosi a proporre un livello “medio” per poi eventualmente alzarlo nel caso l’avversario si facesse venire strane idee su improbabili rovesciamenti dell’ordine costituito. Ruud ci prova subito, anche per dimostrare di non essere lì per caso, e strappa il servizio in apertura infilando quattro punti fila – l’ultimo con Nole che si esibisce in un numero circense, recuperando la racchetta lasciata andare dopo la caduta a terra e rientrando nello scambio pur perdendolo. Qualche altro gioco scivola via aumentando l’attesa per l’inevitabile che si materializza al quinto gioco: il fenomeno di Belgrado smette di fare lo sparring, contrattacca le accelerazioni dell’altro sulla diagonale destra sgretolando le mal riposte speranze norvegesi di un primo parziale in leggera discesa; doppio fallo sul 15-40 e partita riaperta. No, iniziata.

Casper è però bravo a non svanire, soprattutto sul 4-5 quando serve per restare nel set e, non supportato dalla prima di servizio, vede il game allungarsi ai vantaggi. Come al solito poco sorprendentemente più vicino al campo rispetto all’avversario, Novak si guadagna due vantaggi esterni che sono set point, ma una volta fallisce la risposta sulla seconda e un’altra viene infilato dal passante di Ruud, il ventunesimo colpo dello scambio. Un paio di ace per tornare a respirare e ci si può dirigere al tie-break. Il tredicesimo gioco cambia inerzia un paio di volte, finché Djokovic si fa solidissimo prendendosi gli ultimi quattro punti. Saldo vincenti-unforced positivo per entrambi, con il dritto di Ruud che fa segnare numeri più alti, ma alla fine sono 10 i punti di distacco fra i due. Un distacco ancora maggiore è nella posizione in ribattuta sulla seconda avversaria: il trentaquattrenne di Belgrado con i piedi praticamente sulla linea, il classe 1998 di Oslo che sceglie invece di allontanarsi, circa quattro metri più indietro del rivale.

Il secondo parziale non ha molto da dire, soprattutto in virtù del break subito operato da Djokovic. Con le polveri bagnate, Ruud cede ancora la battuta al quinto gioco di fronte all’altro, comodo padrone della situazione. Dal canto suo, Nole resta intoccabile al servizio anche perché solo una volta in tutto il set non mette la prima (vincendo pure il punto) e chiude dopo un’ora e mezza.

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