Grazie a Sinner, Sonego e Musetti, il legame fra Lavazza e il tennis è sempre più forte

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Grazie a Sinner, Sonego e Musetti, il legame fra Lavazza e il tennis è sempre più forte

SPONSORIZZATO – Prosegue il viaggio nella collaborazione fra l’azienda torinese e le ATP Finals. Sonego è il padrone di casa, mentre Sinner ha conquistato il pubblico del PalaAlpitour

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Giant Lavazza A Modo Mio _ tre quarti (Photo Courtesy of Lavazza)
 

Nella scorsa puntata vi abbiamo raccontato alcune delle iniziative ideate da Lavazza, Platinum Partner delle Nitto ATP Finals, per promuovere il binomio fra il tennis e Torino, città dove l’azienda simbolo dell’espresso italiano nel mondo è stata fondata nel 1895. Per farlo ha organizzato la Lavazza Experience, un “calendario di eventi e attività dedicate al torneo e a tutti gli appassionati che giungeranno a Torino per godersi lo spettacolo degli otto grandi campioni in gara” fra il 14 e il 21 novembre (per la prima volta in Italia). Ma non è finita qui.

SINNER, MUSETTI E SONEGO SONO IL FUTURO

Oltre a contribuire all’organizzazione degli eventi che faranno da corredo alle Finals, Lavazza è impegnata anche in un progetto di “rejuvenation” al cui centro risiedono il legame imprescindibile (e indissolubile) con il mondo dello sport. E in questo momento molti dei profili giovani e vincenti dello sport italiano appartengono al mondo del tennis, motivo per il quale l’azienda ha scelto il gioco “come piattaforma dalla quale diffondere e far apprezzare la vera cultura del caffè italiano in maniera unica e originale“, obiettivo già perseguito diventando partner ufficiale dei quattro tornei del Grande Slam nel corso degli ultimi dieci anni.

Tale investimento si è tradotto nella scelta di tre testimonial d’eccezione, vale a Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego, che vanno ad unirsi ad una leggenda come Andre Agassi per promuovere Lavazza nel mondo della racchetta nella loro funzione di brand ambassador.

Sinner e Sonego, in particolare, sono anche molto vicini alle iniziative torinesi. Il primo è subentrato a Matteo Berrettini dopo il primo match delle Nitto ATP Finals, e a soli vent’anni ha stravinto il suo primo match contro Hubert Hurkacz per 6-2 6-2, diventando il più giovane tennista a vincere il suo primo incontro al Master dai tempi di Lleyton Hewitt nel 2000. Nel secondo incontro, pur sicuro dell’eliminazione, ha avuto match point contro il N.2 ATP Daniil Medvedev, tenendogli testa dopo un brutto primo set. Sicuro di finire la stagione fra i primi dieci giocatori del mondo, Sinner sarà una presenza fissa nel torneo per i prossimi anni.

I mondi del caffè e del tennis hanno molto in comune, la passione, la costanza e la grinta“, ha detto Marco Lavazza, Vice Presidente del Gruppo Lavazza nonché Membro del Comitato d’Onore delle Nitto ATP Finals, in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport. “Il fil rouge che ci porta da un campione senza tempo come Agassi ai campioni di oggi come Jannik Sinner. Speravamo di poter collaborare con un giovane tennista italiano, un ragazzo serio, un professionista“.

Marco Lavazza. © Andrea Guermani

Sonego invece è un torinese doc che più di tutti si esalta davanti al pubblico italico, come mostrato nella corsa alle semifinali del Masters 1000 di Roma lo scorso maggio. Per lui le Finals sono un sogno a cui ritiene di poter ambire, come affermato in un’intervista rilasciata ad Ubitennis negli scorsi giorni: “Non sono vicino a poter giocare le ATP Finals, ma nemmeno così lontano“.

Musetti è il più giovane dei tre, ma nei suoi momenti migliori ha dimostrato di potersela giocare con i più forti, per esempio al Roland Garros dove ha conquistato due set ai danni del poi vincitore del torneo Novak Djokovic. Lui stesso ha confermato le sue ambizioni nei giorni scorsi: “Ho dimostrato di poter giocare a quel livello, ora mi serve la continuità che arriva con il lavoro e con la maturità“.

Sinner, Musetti e Sonego sono dei prodotti Qualità Oro, perché è a questo che lo sport italiano deve puntare, all’oro“, ha detto Marco Lavazza dei brand ambassador dell’azienda. “Siamo stati bravi e fortunati, il movimento sportivo è cresciuto e ha portato grande soddisfazione. Lasciamoli lavorare e lasciamoli sognare, e non mettiamo loro troppa pressione, è questo che ci aiuta a sviluppare un movimento che rimane nel tempo”.

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