ATP Cup, la Russia è senza giocatori e Medvedev chiama il compagno di videogames Alexander Shevchenko

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ATP Cup, la Russia è senza giocatori e Medvedev chiama il compagno di videogames Alexander Shevchenko

Il campione dello US Open e il N.328 ATP non si sono mai incontrati di persona. Intanto rivela: “Mi piacerebbe avere il dritto di Rublev, ma…”

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Daniil Medvedev - Finale Coppa Davis Madrid 2021 (Photo by Manuel Queimadelos / Quality Sport Images / Kosmos Tennis)
 

Daniil Medvedev è ormai noto per la sua originalità, sia dentro al campo, dove il suo stile cerebrale l’ha reso una macchina da vittorie, che fuori, dove non manca mai di fare notizia con dichiarazioni che deviano dal seminato delle classiche frasi di un atleta di quel livello. Stavolta, intervistato alla vigilia dell’esordio in ATP Cup contro la Francia (originariamente nel Gruppo B con Italia e Australia doveva esserci l’Austria, che però è stata esclusa in virtù dei forfait di Dominic Thiem e Dennis Novak), il N.2 ATP ha rivelato come Alexander Shevchenko, classe 2000 e N.328 delle classifiche, sia entrato a far parte di Team Russia, e la spiegazione ha decisamente stupito i giornalisti presenti.

Un passo indietro. Negli ultimi giorni, la sua Russia è stata falcidiata dal COVID-19 che ha messo fuori gioco sia il numero due che il numero tre della squadra, vale a dire Andrey Rublev e Aslan Karatsev, oltre a Evgeny Donskoy. I tre sono inizialmente stati sostituiti dal solo Evgeny Karlovskiy, che si è andato ad aggiungere a Medvedev stesso e a Roman Safiullin in un roster decisamente scarno (Karen Khachanov era già iscritto al torneo di Adelaide e quindi non arruolabile). Quando si è trattato di rimpolpare un attimo la congrega, Medvedev ha pensato subito ad Alexander Shevchenko, aiutandolo ad ottenere un visto per volare rapidamente in Australia.

E che c’è di strano? Di strano c’è che Medvedev e Shevchenko non si sono mai visti di persona, ma hanno un ottimo rapporto… grazie ai videogiochi online. I due infatti giocano spesso insieme da remoto come ha spiegato il vincitore dello US Open, notoriamente un grande appassionato di giochi calcistici, FIFA in primis: “Io e Alexander siamo ottimi amici virtuali, perché giochiamo tanto alla PlayStation insieme, ma questa sarà la prima volta che lo vedrò nella vita reale. […] Anche se lo conosco solo virtualmente mi sembra un ragazzo molto divertente e alla mano; negli ultimi giorni abbiamo messaggiato parecchio perché lo stavo aiutando ad ottenere il visto, era necessario che lo ricevesse in uno o due giorni. È molto contento di venire qui ed è un gran ragazzo“.

Durante il Q&A pre-torneo, il classe 1996 si è soffermato anche su altri argomenti. Per esempio, gli è stato chiesto quale colpo vorrebbe rubare ad un compatriota, ma la risposta a questa domanda ha un piccolo caveat: “È difficile rispondere perché mi piace il mio gioco! Vorrei dire il dritto di Andrey [Rublev, ndr], ma se avessi il suo dritto dovrei cambiare completamente il mio gioco, e non sono sicuro che sia una cosa buona. Comunque dirò il dritto di Andrey perché è davvero impressionante“.

A latere di alcuni commenti su cosa gli piaccia in particolare della sua Russia, ha poi parlato dei suoi idoli di bambino: “Purtroppo non ho mai visto giocare Kafelnikov, ero troppo giovane e non ancora interessato al tennis. Crescendo guardavo principalmente Marat [Safin] e Nikolay [Davydenko], e un pochino anche Youzhny quando ho iniziato a giocare a livello juniores. Loro erano i nomi più importanti, amavo guardare i loro match in TV e tifare per loro“. Infine ha raccontato di essere cresciuto su campi rapidissimi, dato forse non troppo sorprendente visti i suoi colpi piatti e la sua nota avversione per il rosso: “Fino a 17 anni mi sono allenato sul taraflex, probabilmente la superficie più veloce che si possa immaginare, persino più veloce del sintetico. Era l’unico campo che avevamo perché in Russia piove molto durante l’autunno, mentre d’inverno fa tanto freddo“.

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