Caso Djokovic, gli sviluppi: è risultato positivo al COVID-19 il 16 dicembre, ma la deadline per le esenzioni era il 10

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Caso Djokovic, gli sviluppi: è risultato positivo al COVID-19 il 16 dicembre, ma la deadline per le esenzioni era il 10

Avrebbe ricevuto il nulla osta l’1 gennaio, ma potrebbe non bastare per spuntarla in tribunale. Dubbi sulle numerose apparizioni pubbliche nei giorni della positività

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Novak Djokovic - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

In attesa di conoscere l’esito dell’appello, previsto per la mattina di lunedì 10 gennaio, il nome di Novak Djokovic è destinato a restare in tendenza anche durante questo weekend. Infatti è possibile aggiungere qualche tassello alla sua storia. Il numero 1 del mondo al momento è ancora nell’albergo per rifugiati di Carlton, senza potersi allenare né avere i vantaggi che Melbourne Park offre a tutti i tennisti. I suoi avvocati hanno presentato la documentazione necessaria (la scadenza era posta sabato 8 gennaio alle 14, le 4 del mattino in Italia) in tribunale per provare a far partecipare Djokovic all’Australian Open 2022: il documento è consultabile per intero a questo link.

LA DIFESA: IL GOVERNO AUSTRALIANO AVEVA DATO L’OK?

Dai documenti si apprendono ulteriori informazioni utili sul caso. Il quotidiano The Age scrive che Djokovic avrebbe ricevuto una lettera dal Ministero degli Interni australiano prima di partire per l’Oceania: in data 1° gennaio 2022 è stato assicurato al serbo che aveva soddisfatto i requisiti per poter entrare nel Paese senza dover passare il periodo di quarantena. Inoltre nel fascicolo presentato Nole sostiene che gli è stato negato un giusto processo, in parte perché all’aeroporto di Tallemarine non gli è stato concesso di accedere al suo team di legali. Inoltre, come già detto in un precedente articolo, i documenti certificano che Djokovic era in possesso anche di un visto per atleti assegnatogli il 18 novembre e anche dell’esenzione medica confermata dai medici del comitato indipendente di Tennis Australia il 30 dicembre scorso. Tuttavia, l’importanza dell’autorizzazione ricevuta l’1 gennaio potrebbe essere stata sovrastimata dagli avvocati di Nole, come scrive il giornalista Stuart Fraser:

Non sono sicuro che l’Australian Travel Declaration sia decisivo [per la vittoria di Djokovic in tribunale, ndr] come alcuni pensano“, scrive. “L’ho compilato ieri e mi ha dato una risposta automatizzata in pochi secondi, basata sulle risposte che avevo dato. Bisogna comunque presentare dei documenti validi al confine per supportare le risposte date [nella richiesta]”. L’ultima parola spetterebbe dunque alle autorità che visionano i documenti presentati all’arrivo effettivo in Australia.

LA POSITIVITÀ AL COVID-19

Il punto più rilevante è però quello che riguarda la recente positività al COVID-19 che Djokovic ha utilizzato come motivo per l’esenzione dalle due dosi di vaccino. Il numero 1 mondiale è risultato positivo a un test molecolare in data 16 dicembre 2021, stando a quanto è scritto nel fascicolo. A differenza di quanto hanno fatto tantissimi colleghi, nel mondo del tennis e non, Nole non ha pubblicato sui suoi canali social la notizia della positività. La sua scelta è totalmente legittima, ma ha contribuito nei giorni scorsi a gettare ombre sulla sua richiesta di esenzione, della quale non si conosceva la motivazione.

Come ripetuto in tutte le salse, è stata fatta molta confusione tra Tennis Australia e gli altri enti (tra i quali quello che può considerarsi il Comitato Tecnico-scientifico australiano, l’ATAGI). Ad ogni modo, i tennisti hanno tenuto in considerazione le linee guida di Tennis Australia, che a dicembre aveva scritto ai tennisti una lettera in cui apriva alla possibilità sia di entrare in Australia con esenzione, sia di ottenere il via libera per giocare il torneo (l’esenzione medica confermata a Djokovic il 30 dicembre).

Nel documento, riportato il 7 gennaio dall’Herald Sun, sono due i passi importanti. Primo, l’esenzione medica può essere assegnata in base alla recente guarigione (non oltre 6 mesi) e l’ATAGI consiglia di non ricevere il vaccino prima di aver superato la fase acuta della malattia. Nei documenti presentati dai legali di Djokovic si legge che al momento della richiesta il serbo non aveva sviluppato sintomi nelle 72 ore precedenti.

Il secondo punto, quello più importante, potrebbe rivelarsi decisivo per la decisione del giudice. Infatti nello stesso documento ottenuto dall’Herald Sun, Tennis Australia stabilisce che le richieste per l’esenzione medica potevano essere presentate entro e non oltre il 10 dicembre. Djokovic ha contratto il COVID-19 sei giorni dopo la scadenza, dunque, secondo gli ultimi sviluppi della vicenda, Tennis Australia avrebbe esaminato la sua richiesta nonostante fosse ben oltre la deadline.

LE SOSPETTE APPARIZIONI PUBBLICHE

La sera del 14 dicembre, Djokovic ha assistito con grande trasporto al match di Euroleague Basketball tra Stella Rossa di Belgrado e Barcellona, dove tutto il pubblico del palazzetto non indossava mascherine né adottava distanziamento. Avrebbe contratto in questa occasione il Covid e a confermarlo c’è anche una foto scattata con Nigel Hayes-Davis, giocatore del Barcellona risultato positivo il 16 dicembre, come Djokovic.

Tuttavia i social media evidenziano qualche incongruenza. Il 16 dicembre Novak ha partecipato a un evento di presentazione del francobollo serbo in suo onore. Ha postato le immagini della cerimonia un giorno dopo, quando aveva già ricevuto l’esito del tampone positivo. Inoltre l’evento si è tenuto al chiuso, senza che i partecipanti dovessero indossare mascherine. Ma immaginiamo che Nole non conoscesse ancora l’esito mentre presenziava alla cerimonia.

Il giornalista Ben Rothenberg ha però recuperato alcune immagini che si riferiscono a un evento per ragazzi tenuto al Novak Tennis Centre il 17 dicembre (di nuovo al chiuso e senza mascherine). Djokovic ha scattato foto con i giovani tennisti che sono stati premiati, ma stando a quanto riportano i documenti degli avvocati, il giorno precedente il numero 1 del mondo era risultato positivo.

La domanda quindi è: Djokovic sapeva di essere positivo o stava aspettando l’esito del tampone? A questa ne segue un’altra: se stava aspettando l’esito del tampone, perché ha partecipato ad eventi pubblici senza precauzioni?

LE PAROLE DI DJOKOVIC

Nella giornata di ieri, intanto, sono arrivati i primi messaggi di Djokovic dall’albergo dove si trova al momento. Queste le sue parole mediante Instagram:

Grazie alle persone che mi danno il loro supporto da tutto il mondo. Lo avverto e lo apprezzo grandemente“, ha scritto.

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