Flash
Sinner gioca già nel futuro (Giammò). Sinner-Piatti, niente ricucitura (Il Messaggero). Sinner, il dopo-Piatti si chiama Norman (Semeraro)
La rassegna stampa di domenica 13 febbraio 2022
Sinner gioca già nel futuro (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
«Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane». Le parole con cui Italo Calvino cominciò il delicato passaggio che porta dall’adolescenza alla maturità sembrano non trovare posto nel percorso di crescita di Jannik Sinner. Il ventenne altoatesino, protagonista negli ultimi tre anni di un’ascesa che lo ha portato finn al n° 10 del mondo, sembra avere le idee chiare per gestire quello che è il primo snodo importante della carriera. La lucidità con cui Sinner è fin qui riuscito ad accettare sconfitte che oltre ai limiti suggerivano anche i margini di crescita su cui lavorare, oggi si è arricchita di una sfumatura in più, brusca e inattesa, ma coerente con chi ritiene che sia arrivato il momento di concentrarsi più sulla rotta che sull’equipaggiamento da portare con sé. E’ su questo delicato crinale che si colloca la decisione di separarsi da quello che per sette anni è stato il suo mentore e coach, Riccardo Piatti, che lo accolse nella sua Academy quando aveva 13 anni e che oggi lo vede partire come un giovane uomo alle prese con nuovi dubbi curi non ha saputo più offrire risposte adeguate. Ricercare nelle dichiarazioni rilasciate da Sinner in Australia sull’imminente arrivo di una nuova figura all’interno del suo staff così come leggere nei rari screzi tra lui e Piatti amplificati dalla diretta tv, gli indizi o i prodromi di una decisione già in corso d’opera, è operazione complicata. Meglio allora traguardarsi verso quel che sarà, quale la decisione che Sinner annuncerà a breve, perché è li che si troveranno le risposte ai tanti dubbi che a oggi circondano il futuro del talento azzurro. Il nome che sembra attestarsi sempre di più è quello di Simone Vagnozzi. Il marchigiano, artefice della prodigiosa stagione di Marco Cecchinato che nel 2018 si concluse con il best ranking di n°16 del mondo ed ex coach di Stefano Travaglia che con lui nel 2021 fu capace di issarsi fino a divenire n. 60 del mondo, oggi è responsabile dell’accademia di San Benedetto del Tronto e supervisore tecnico del circolo Play Pisana a Roma. Restano due incognite. La prima riguarda la composizione del suo staff, che oltre allo stesso Piatti prevede Andrea Volpini. Cristian Brandi, Dalibor Sirola e Claudio Zimaglia. Figure non marginali. Il fatto che Sinner si sia allenato recentemente a Montecarlo seguito dal solo Vagnozzi è un robusto indizio che sembra far propendere verso un restyling completo su cui però vige ancora il massimo del riserbo. La seconda riguarda invece il nome del super coach cui più volte si è accennato in questo avvio di stagione. Per farsi strada nel ranking talento e costanza si sono rivelati sin qui requisiti sufficienti; diverso il discorso quando si tratta invece di scalare gli ultimi gradini della piramide. Quando si trattò di dare l’assalto al n° 1 del ranking, Andy Murray chiamò al suo fianco Ivan Lendl; per affinare un gioco già di per sé perfetto che iniziava a fare i conti con il logorio del tempo, Roger Federer si avvalse dei consigli di Stefan Edberg; e anche Novak Djokovic non esitò a chiedere aiuto a Boris Becker. Il fatto che il presto diciannovenne Carlos Alcaraz già vi abbia fatto ricorso assumendo nel suo staff Juan Carlos Ferrero potrebbe avergli dato quella conferma in più sulla bontà della decisione.
Sinner-Piatti, niente ricucitura. La separazione è imminente (Il Messaggero)
Il ragazzo è diventato uomo e vuole dire la sua, il padre non accetta di perdere il controllo totale: lo scontro che ne scaturisce fra due caratteri forti porta più spesso a una frattura, anche se l’amore resta. Così, nelle prossime ore, a meno di un clamoroso colpo di teatro, verrà ufficializzato il divorzio fra Jannik Sinner e Riccardo Piatti. Tanto che il talento giovane più sicuro e precoce di sempre del tennis italiano ha disertato l’Accademia di Bordighera e, appena uscito dal Covid, si sta allenando a Montecarlo col coach ad interim Simone Vagnozzi. Sinner ha chiuso scontento gli Australian Open, con la sconfitta netta nei quarti contro Stefanos Tsitsipas. Per i comuni mortali un’eliminazione contro il numero 4 del mondo sarebbe stata accettabile ma non per un campione in fieri come l’altoatesino che, a 20 anni è già numero 10 del mondo, che morde il freno perché già vorrebbe essere competitivo al massimo livello. Perciò avrebbe voluto subito mettersi al lavoro con un super-coach, che aveva indicato a “papà” Piatti nella figura di Boris Becker: per il blasone di 6 volte campione Slam, per l’apporto soprattutto psicologico che Bum Bum ha avuto con Novak Djokovic e per la comune lingua tedesca. Forse Riccardo non ha dato la risposta che Jannick avrebbe voluto, forse si è opposto, ed ha causato un litigio che purtroppo è trasceso. Piatti è uno dei tecnici più bravi nel promuovere i primi, fondamentali, passi di un giovane verso il vertice. Lo ha dimostrato con i ragazzi del ’70, Renzo Furlan e Cristiano Caratti, e poi portando addirittura al numero 3 del mondo Ivan Ljubicic. Ma evidentemente non ha accettato – o l’ha fatto solo parzialmente – che Jannik sia ora un adolescente con le idee chiare e il legittimo desiderio di discutere e decidere le scelte che lo riguardano. Possono recuperare? Difficile. Potrebbe Piatti accettare un ridimensionamento del suo ruolo? Ancor più difficile. Anche perché è umanamente distrutto dopo essersi profuso nella costruzione del primo campione Slam della carriera, senza pensare alla ricaduta d’immagine per la sua Accademia. La crisi è stata talmente repentina che, mentre è sfumata la pista Becker e prende quota quella che porta a Magnus Norman, Sinner si sta allenando a Montecarlo con Vagnozzi, che portò Marco Cecchinato alle miracolose semifinali del Roland Garros 2018.
Sinner, il dopo-Piatti si chiama Norman (Stefano Semeraro, La Stampa)
Tra Riccardo Piatti e Jannick Sinner il divorzio si è consumato, ieri Jannik era ad allenarsi a Monte Carlo con Simone Vagnozzi, il coach che portò Marco Cecchinato alle semifinali del Roland Garros nel 2018. L’ipotesi più accreditata è che in futuro sarà un tandem a seguire il n.10 del mondo, composto dallo stesso Vagnozzi e da Magnus Norman, l’ex coach di Stan Wawrinka il cui centro, appena fuori Stoccolma, ha un nome ben mirato: «Good to Great Academy», l’academy che punta a trasformare – come è capitato con Wawrinka – i buoni giocatori in fuoriclasse capaci di vincere uno Slam: esattamente l’obiettivo di Jannik. Un finale – se sarà confermato – improvviso e inatteso almeno nella tempistica, che ha preso di sorpresa lo stesso Piatti. Fra Sinner e il suo coach qualche screzio (anche in Australia) c’era stato, ma sembrava rientrare nella routine. La vertiginosa crescita di Jannik – di classifica, di sponsor, di pressioni e ambizioni – come può capitare ha insomma creato tensioni fra i due, e non solo di natura tecnica. Anche perché nel corso del tempo è cresciuto l’entourage di Sinner, come è cresciuto il suo valore, sia sportivo sia commerciale. Così quella che sembrava una crisi «familiare» si è trasformata in un divorzio che ha travolto un rapporto apparentemente saldissimo.
ATP
ATP Miami: Sinner express, avanza senza problemi su Rublev
Jannik Sinner batte per la terza volta in carriera Andrey Rublev con una prestazione superlativa. Sesta vttoria su un top10 e quarti di finale in grande stile

Da Miami, il nostro inviato
[10] J. Sinner b. [6] A. Rublev 6-2 6-4


Continua senza sosta la marcia di Jannik Sinner verso i piani altissimi della classifica. In un percorso a tappe forzate verso il traguardo finale delle Nitto ATP Finals di Torino, Jannik Sinner è arrivato senza perdere un set ai quarti di finale del Miami Open presented by Itaù, e lo ha fatto sconfiggendo nel suo ultimo incontro Andrey Rublev, numero 6 del seeding e numero 7 del ranking mondiale, che veniva da 10 vittorie negli ultimi 12 incontri sul cemento, compresa la finale nell’ATP 500 di Dubai.
Sinner aveva già battuto Rublev in precedenza, ed era in controllo del punteggio lo scorso anno al Roland Garros quando fu costretto a ritirarsi, ma non l’aveva mai sconfitto in una maniera così dominante e perentoria.
Un match giocato splendidamente dal ragazzo di Sesto Val Pusteria, che ha lasciato solamente sei game al suo avversario senza mai concedere una palla break. E soprattutto ha dimostrato una superiorità quasi schiacciante dalla parte del rovescio, con il quale ha quasi sempre dominato gli scambi mettendo in enorme difficoltà il russo.
PRIMO SET – Inizio della partita con cielo velato e sole che faceva capolino tra le nubi, lascito dei temporali della sera prima che hanno fatto sensibilmente aumentare l’umidità. La partenza di Sinner è a razzo, quella di Rublev un po’ meno travolgente, e il break arriva subito al terzo gioco quando dopo due accelerazioni di rovescio di Sinner il russo si trova 15-40. La prima palla break viene annullata con un diritto vincente, ma sulla seconda un diritto di palleggio finisce in rete.
Sul suo servizio Sinner è una sentenza (saranno solo quattro i punti persi in questo set sulla sua battuta, e due soli in più nel set successivo), e in risposta aggredisce le seconde come lo abbiamo visto fare solo molto di recente. Rublev cancella una palla del doppio break con uno schema servizio-diritto, ma il 4-1 pesante arriva poco dopo: se Sinner riesce a tenere il diritto di Rublev fuori dallo scambio non c’è gara.
Sull’1-5 Rublev muove il punteggio nella sua casella a forza di prime di servizio, ma il set ormai è andato e Sinner perfeziona il 6-2 in 32 minuti.
SECONDO SET – La breve durata del primo set fa si che il consueto esodo di spettatori che vanno a rinfrescarsi alla fine di ogni parziale sia molto meno consistente de solito, anche se la giornata è decisamente calda e l’orologio segna quasi mezzogiorno. Rublev resiste meglio a Sinner di quanto aveva fatto nel primo set, ma sulla battuta dell’altoatesino è sempre traffico a senso unico. Sul 2-2 Andrey recupera da 15-30 con il servizio e con un po’ di fortuna quando un suo recupero di rovescio finisce per diventare una palla corta incrociata sulla riga. Il break arriva due game più tardi, quando Sinner carica in risposta sulla seconda di servizio e Rublev cede la battuta con un altro errore di diritto.
Prima che Sinner serva per il match sul 5-4 il deejay prova a mettere un po’ di pepe nella sfida scegliendo “Hit Me With Your Best Shot” di Pat Benatar come canzone per il cambio di campo, ma Jannik è inscalfibile e chiude il match in un’ora e 12 minuti raggiungendo i quarti di finale a Miami per la terza volta in carriera.
VICINO ALLA TOP 10 – Con questa vittoria Sinner diventa virtualmente n. 10 del ranking mondiale e potrebbe essere superato solamente da Khachanov o Paul nel caso in cui si aggiudicassero il torneo. Per consolidare il suo ritorno nei Top 10 Sinner dovrebbe vincere anche il prossimo match contro chi si qualificherà tra Botic Van de Zandschulp ed Emil Ruusuvuori. Con Ruusuvuori ci sono stati quattro precedenti confronti diretti (più uno a livello Challenger), tutti vinti da Sinner (che invece aveva perso il primo scontro in un Challenger in Australia), ma alcuni con punteggi molto equilibrati come il 10-8 al tie-break del terzo set dello scorso anno qui a Miami. Contro Van de Zandschulp invece sarebbe uno scontro inedito.
ATP
ATP Miami: Sinner e Sonego entrambi agli ottavi come nel 2021
E’ la quinta volta che due italiani raggiungono il quarto turno in un Master 1000 sul veloce. Gli ultimi Sinner e Berrettini ad Indian Wells

Per Sonego è stata una delle migliori partite della sua carriera. Quella contro l’americano Tiafoe non era per l’italiano una partita con i favori del pronostico. Ma un’ora e due set dopo Lorenzo riesce nell’impresa di vincere una partita forse inattesa per noi, ma assolutamente alla portata per lui. A fine match il nostro Gibertini lo incalza: la migliore partita di sempre? “La migliore qui a Miami, e tra le tre migliori di sempre. Conoscevo l’avversario, sono entrato in campo molto determinato. Si è trattato di una partita quasi perfetta, senza sbavature, ho fatto pochi errori e sono stato molto aggressivo come l’avevamo preparata”.
Nel dettaglio quella contro il semifinalista dello US Open 2022 è stata per Sonego una partita da record. Innanzitutto la percentuale di punti con la prima palla (91%) è la migliore della carriera. Così come i punti vinti con la seconda palla (82%, non era mai andato oltre il 78%). Infine è stata il il 13° match chiuso senza concedere palle break. Considerando il fatto che ha ottenuto tutto questo contro il n.14 del ranking si può affermare che questa rappresenti senza ombra di dubbio una delle vittorie più prestigiose ottenute dal piemontese nel circuito maggiore.
A suggello di questa vittoria abbiamo due italiani negli ottavi di finale di un Master 1000, Sinner e Sonego, come nel 2021. Si tratta della quinta volta in assoluto che questo succede (sul veloce). Prima di loro ci sono stati: Shanghai 2019 (Berrettini/Fognini) ; Miami 21 (Sinner/Sonego); Cincinnati 21 (Berrettini/Sonego) e Indian Wells 22 (Sinner/Berrettini). Sperando di poter spingerci ancora un po’ più in là, possibilmente con gli sfavori del pronostico.
Flash
WTA Miami, Pegula pronta alla sfida con Potapova: “Gioca senza paura”
La statunitense chiude in due set la pratica Linette dopo aver annullato un setpoint. Ai quarti sfida con Potapova

Jessica Pegula si esalta sul cemento di Miami. Arriva ai quarti di finale dopo aver chiuso in due set la pratica Magda Linette. Primo set vinto in scioltezza, secondo portato a casa dopo aver recuperato due break di svantaggio. La polacca va a servire due volte per il match, ma spreca un setpoint e poi va a casa a mani vuote. L’americana, invece, trova l’adrenalina giusta per chiudere in due parziali la contesa senza sprecare ulteriori energie: “E’ stato un match strano in cui ho giocato davvero bene, poi un po’ meno, ma nel complesso sono soddisfatta e credo sia un buon segnale ricevuto”.
A differenza di quanto espresso a Indian Wells, Pegula non è mai stata costretto a dover recuperare partenze ad handicap: “A Miami ho vissuto e mi sono allenato qui per molto tempo. Ho giocato molto bene ed è piacevole il clima che si respira. Fa più caldo, anche se ho giocato in un campo coperto da ombra”.
Poi spiega cosa sia successo sul 5-2: “Era un momento in cui percepivo che stava per cambiare qualcosa. Ho cambiato racchetta perché pensavo che la palla mi arrivasse addosso. Non ero a mio agio. Sono tornata alla racchetta che avevo già usato e ho vinto cinque game di fila. Ho vinto questa piccola battaglia mentale: ero arrabbiata con me stessa perché non riuscivo a giocare meglio. Rispetto al primo set, lei ha alzato il suo livello, io ho fatto un paio di errori e non stavo servendo ottime prime palle. Linette si era abituata al mio ritmo. Sono contenta di averla ribaltata“.
Sfida con Anastasia Potapova ai quarti di finale. La russa appare molto in forma e ha affermato di aver cambiato qualcosa nel suo tennis: “Non mi fa piacere sentirlo, perché l’ultima volta ho vinto a malapena. L’ho vista giocare un po’ questa settimana e sta giocando piuttosto senza paura. I campi qui sono molto più veloci e non so chi ne trarrà un vantaggio. Sarà un’altra dura battaglia in una fase di piena fiducia per lei. Le cose cambiano rapidamente da un giorno all’altro, per cui davvero è impossibile fare pronostici“.
Ci potrà mai essere un WTA a Buffalo? “Mi piacerebbe averne uno lì. Non so dove perché Buffalo non è proprio un paradiso del tennis. Penso che sia sempre stato qualcosa a cui ho pensato, anche dopo la mia carriera, è avere un torneo in quella zona”.