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Il dibattito su Djokovic a Roma: dai virologi a Panatta, si leva forte il coro dei “no”
Adriano va dritto per dritto: “Per me Novak dovrebbe starsene a casa”. ma le normative attuali consentirebbero al serbo di giocare a Roma: il punto

Novak Djokovic giocherà a Roma o no? Il dibattito infuria nel nostro Paese, a due mesi e mezzo dagli Internazionali d’Italia che si terranno dal 2 al 15 maggio. Il numero uno del mondo, che nell’ultima settimana ha rilasciato un paio di interviste in cui ha confermato di non essersi vaccinato e di essere pronto a rinunciare a giocare tornei pur di non essere costretto ad immunizzarsi, è pronto a tornare sul circuito all’ATP 500 di Dubai. Negli Emirati le regole gli consentono di giocare da non vaccinato e dunque proverà a vincere il torneo per difendere il trono del ranking ATP partendo dall’incrocio al primo turno col nostro Lorenzo Musetti. Ma c’è da scommettere che, dopo l’esclusione di Novak dagli Australian Open, il tema terrà banco in vista di ogni torneo che vorrà giocare. In Italia, come detto, già si discute sulla posizione da tenere nei confronti del serbo in vista del Masters 1000 al Foro Italico.
LE PAROLE DI VEZZALI – Il casus belli è stato rappresentato da alcune dichiarazioni di Valentina Vezzali, Sottosegretario allo Sport del governo Draghi: “Se Djokovic vuole giocare a Roma può farlo”, ha detto l’ex campionessa di scherma, in riferimento al fatto che al momento il tennis, non essendo uno sport di contatto e potendosi giocare all’aria aperta, non prevede la necessità di Green Pass rafforzato. Da sottolineare poi che Djokovic, essendo risultato positivo al Covid nel mese di dicembre (così ha affermato per avere l’esenzione medica in ottica Australian Open), il Green Pass rafforzato potrebbe ancora avercelo in quel di maggio, poiché il lasciapassare ad oggi ha la durata di sei mesi. Di certo è prematuro fare questi ragionamenti: la situazione epidemiologica italiana è in miglioramento ma risulta difficile dire oggi quali saranno le normative in vigore a maggio. Vezzali ha poi precisato: “Valgono le normative in vigore nel nostro Paese che prevedono che per giocare all’aperto in uno sport non di contatto individuale non è richiesto il green pass rafforzato”. Quindi, chiunque volesse giocare a tennis individualmente potrebbe farlo, “cittadino italiano e no. Ovviamente, se Djokovic dovesse venire a giocare in Italia, non avendo il green pass rafforzato non potrebbe dormire in albergo, non potrebbe andare al ristorante, non potrebbe prendere i mezzi pubblici, non potrebbe utilizzare spogliatoi e non potrebbe utilizzare le docce”. Quindi, ha concluso la sottosegretaria, “se riuscisse a trovare una strada e andare ad affittarsi una casa, un mezzo proprio, andare a giocare vestito direttamente, potrebbe farlo ma mi auguro che da qui a maggio la situazione possa essere diversa”.
I VIROLOGI DICONO NO – Nonostante ciò, le dichiarazioni di Vezzali hanno destato molte reazioni. A partire dallo stesso governo: il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha infatti dichiarato in merito: “Non mi convincono le motivazioni con il quale la sottosegretaria Vezzali ha detto che Djokovic potrà partecipare agli Internazionali di Roma, ci sono delle regole che vanno rispettate finché ci sono”. Sulla vicenda sono poi intervenuti alcuni tra i più noti virologi italiani. “Ritengo sia inaccettabile l’ok a Djokovic a Roma perché il nostro Paese cos’è? Il ventre molle che dice ‘prego accomodati’? – ha detto Massimo Galli, dell’ospedale Sacco di Milano -. Non va bene. Dopodiché, se si vuole riconsiderare la possibilità di dare deroghe a quelli che hanno anticorpi anti-Covid acquisiti per qualsiasi motivo è un altro discorso, ma in linea di principio, e finché questo non viene codificato per tutti e non solo per il signor Djokovic, le regole di salute pubblica vanno rispettate”. Così Fabrizio Pregliasco, docente all’Università di Milano: “Djokovic è stato uno dei tanti cattivi maestri, un pessimo esempio, specie pensando alla responsabilità che ha come personaggio così noto al grande pubblico. Ciò premesso, in merito alla possibilità di una sua partecipazione agli Internazionali di tennis di Roma, se la legge lo permette, ci sta, purtroppo non c’è uniformità di regole, in un’Europa che non ha dato indicazioni omogenee”.
IL PARERE DI PANATTA – Al coro di “no” si è unito anche Adriano Panatta, che senza mezzi termini ha dichiarato a Adnkronos: “Le mie opinioni personali su Djokovic non cambiano e lo ribadisco anche adesso. Per me o si vaccina o farebbe meglio a starsene a casa. A decidere ovviamente non sono io, ma il regolamento del torneo che deve attenersi a quelle che sono le leggi, i decreti italiani. Se la legge lo consente allora può giocare. Credo però che la legge debba essere uguale per tutti, consentire la sua partecipazione fa sì che si crei sempre più confusione dando un messaggio sbagliato. Trovo che la sua presenza sia inaccettabile. Gli Australian Open, ad esempio, sono stati un bellissimo torneo anche senza di lui. Stessa cosa vale per gli Internazionali di Roma che otterrebbero, anche in sua assenza, un grande successo. Quindi penso non sia così fondamentale parlarne”. C’è da scommettere che su quest’ultimo aspetto al parere di Adriano non sarà dato molto ascolto.
ATP
ATP Miami: Sonego rimonta Evans e vola al terzo turno
Lorenzo bissa il successo su Thiem con una vittoria in 3 set sul britannico N.23 del seeding

L. Sonego b. [23] D. Evans 4-6 6-3 6-2


Dopo un inizio di giornata sportivamente drammatico per il tennis azzurro a Miami, Lorenzo Sonego conferma tutta la sua esuberanza agonistica rimontando a suon di diritti vincenti Daniel Evans in un match molto divertente sul Campo N.1, lo stesso dove prima di lui aveva perso Matteo Berrettini contro l’americano McDonald,
Il match che ha visto contrapposte la potenza di Sonego e la varietà di gioco del britannico si potrebbe riassumere con una curiosa statistica. Dopo aver ceduto a zero la battuta nel gioco d’apertura del match, Sonego ha annullato le successive 12 palle break da lui affrontate oppure, se volete, Evans ha mancato le 12 successive. Peraltro sempre in crescendo: 2 nel primo set che avrebbero reso ancora più netto il 6-4 Evans finale. 4 nel secondo set vinto da Sonego per 6-3 e addirittura 6 nel terzo set nonostante il 6-2 finale possa far intendere un dominio di Sonego in realtà solo apparente. Alla fine infatti ci sono volute quasi 2h30 per chiudere la contesa con Evans visibilmente contrariato per la sua mancanza di killer instinct. Dopo il break subito in apertura di terzo set ha addirittura trasformato la racchetta in un oggetto non identificabile prendendosi l’inevitabile warning dal giudice di sedia.
Sonego è stato paziente, consapevole che con il passare dei minuti, il tennis brillante ma molto difficile del suo avversario avrebbe perso in efficacia e infatti Sonego ha progressivamente preso il comando degli scambi da fondo lasciandolo esplodere il suo dritto quanto più possibile. A quel punto Evans non ha potuto fare altre che affidarsi alle variazioni con le discese a rete e le rasoiate in slice ma in termini di pesantezza di palla e di resistenza fisica Lorenzo era ormai incontenibile.
Una bella vittoria che fa il paio con quella di primo turno contro Dominic Thiem che per quanto lontano dai fasti del passato, è sempre un primo turno da prendere con le molle. Ora il livello potrebbe salire ancora se come da pronostico Frances Tiafoe batterà il giapponese Watanuki nella notte italiana
ATP
ATP Miami: Berrettini non sa più vincere, sconfitto da McDonald ma quante occasioni mancate [AUDIO ESCLUSIVO]
Matteo ce la mette tutta, raggiunge il set point in entrambi i parziali ma cede dopo due tie-break

M. McDonald b. [19] M. Berrettini 7-6(8) 7-6(5)

Si sapeva fin dal sorteggio che l’esordio di Matteo Berrettini versione 2023 contro Mackenzie McDonald a Miami sarebbe stato molto complicato: Matteo che era apparso in condizioni preoccupanti nel Challenger 175 di Phoenix si sarebbe trovato di fronte infatti un giocatore autore fin qui di una stagione eccellente sul cemento outdoor arricchitta dallo scalpo di lusso di Rafael Nadal all’Australian Open.
Ma l’andamento del match estremamente serrato alla fine è stato quasi più deludente di una sconfitta netta. Matteo ha dato tutto quello che aveva (non molto in questo momento) e ha avuto set point in ciascuno dei due parziali: uno nel tie-break del primo set e due consecutivi sul 6-5 del secondo sempre sul servizio avversario.
Ma quando la fiducia manca persino il suo più grande alleato nei giorni di gloria, il tie-break, può diventare un rebus impossibile da risolvere. Con i due persi oggi la statistica nel 2023 recita 3 vinti e 7 persi, troppo brutta per essere vera per un giocatore che è senza dubbio nei primi 5 al mondo per qualità del servizio.
Ma il tie-break è da sempre lente d’ingrandimento dello stato psicofisico di un giocatore in quel determinato momento e il momento di Berrettini è il più negativo degli ultimi 4 anni e si sta prolungando sempre di più.
McDonald ha mostrato tutte le sue qualità da americano DOC sul cemento: grande velocità di piedi eccellente copertura del campo e buona velocità di braccio. Berrettini è rimasto costantemente in difficoltà sugli scambi lunghi dove alla cronica debolezza sul lato sinistro si è aggiunta una fallosità estrema anche con il diritto, arma letale come il martello di Thor nei giorni migliori.
I lati positivi si sono visti da un servizio comunque efficace, favorito da un campo più rapido rispetto a quelli di Indian Wells e la consueta umiltà nel lottare punto su punto come fosse un giocatore qualunque, invece di un ex finalista di Wimbledon.
Ma nel momento in cui i punti pesano di più, quelle paure e quelle incertezze viste in California e in Arizona riappaiono inesorabili e allora ecco che un doppio tie-break alla sua portata diventa terreno fertile per un’altra prematura eliminazione, ancora all’esordio come a Indian Wells nel primo Masters 1000 della stagione.
Se a queste due si aggiunge l’altra, sempre all’esordio all’Australian Open capite bene perché Berrettini non è lo stesso giocatore che abbiamo ammirato dal 2019 in poi
ATP
ATP Miami: Musetti ancora nel tunnel, subito fuori con Lehecka
Altra sconfitta per Lorenzo Musetti, battuto in due set da Jiri Lehecka. Ora il ritorno sulla terra a partire da Marrakech

(dal nostro inviato a Miami)
J. Lehecka b. [18] L. Musetti 6-4 6-4

Nonostante il cambio di campo all’ultimo momento, causato dal forfait in extremis di Gasquet che ha rinunciato a giocare contro Tsitsipas, e lo spostamento sull’importante palcoscenico del Centrale, Lorenzo Musetti non è riuscito a invertire la tendenza negativa di questo periodo uscendo nel suo match di apertura contro il ceco Jiri Lehecka, n. 44 della classifica mondiale e recente quartofinalista all’Australian Open. Certamente un sorteggio non benevolo per il carrarese, che si è trovato ad affrontare su un fondo particolarmente rapido come il Laykold dell’Hard Rock Stadium di Miami una delle più belle realtà emergenti di questo inizio di 2023.
Dopo la palla break avuta sul 2-1 del primo set, Musetti si è progressivamente spento, incapace di far male con i propri colpi da fondocampo a causa della sua posizione molto arretrata in campo, posizione nella quale veniva spinto dai colpi aggressivi di Lehecka a partire dalla risposta.
PRIMO SET – Inizio con discreto piglio da parte di Musetti, che ha tenuto con buona autorità i primi turni di battuta. Sulla risposta però la situazione era differente: il toscano è costretto quasi sempre a rispondere bloccando la palla, e così facendo è sempre Lehecka a poter prendere in mano lo scambio fin dai primi colpi. Era comunque Musetti, sul 2-1, il primo ad arrivare a palla break, anche grazie ad alcuni errori da fondocampo del ceco che non si mostrava impeccabile nei palleggi, forse per il desiderio di spingere i colpi appena possibile. Lehecka annullava la chance del 3-1 per Musetti con un bel servizio, tenendo poi il servizio per schivare il primo pericolo della partita.
Dopo i primi servizi tenuti con una certa disinvoltura le difficoltà però erano dietro l’angolo per il tennista azzurro che quando doveva iniziare il punto con la seconda di servizio si trovava sempre aggredito e costretto ad arretrare di diversi metri già al terzo colpo rendendo la gestione degli scambi molto più difficile. Così facendo si trovava a giocare passanti da posizioni molto arretrate, e quindi con basse probabilità di riuscita, e si esponeva agli appoggi incrociati corti di Lehecka.
Il break arrivava sul 3-3, quando alla quarta palla break il ceco trovava una risposta vincente di rovescio lungolinea. Il set si chiudeva pochi minuti dopo, quando Lehecka metteva in cascina il parziale per 6-4 in 40 minuti.
SECONDO SET – Purtroppo per Musetti il secondo parziale non iniziava in una maniera migliore: quattro punti consecutivi dal 15-0 conditi da un doppio fallo e due gratuiti di diritto confezionavano il break che davano a Lehecka la tranquillità per condurre il match a proprio piacimento. Nei suoi turni di battuta il ceco non veniva mai impensierito, e gli bastava condurre il match in porto che finiva senza sussulti dopo 80 minuti con un periodico alto che comunque non può essere una grande consolazione per Musetti, quasi mai in partita e penalizzato da una bassa percentuale di prime che, nonostante sia arrivata a un totale del 54% dopo un primo set sotto il 50%, non è comunque sufficiente per fare gara a questi livelli su superfici così rapide.
TERRA EUROPEA – Dopo un inizio di stagione da incubo, Musetti ora è atteso dal ritorno in Europa per la stagione sulla terra battuta, in quello che dovrebbe essere il periodo a lui più favorevole del calendario. Tuttavia c’è il rischio che questi risultati negativi possano mettere ancora più pressione sui tornei a lui più congeniali, rischiando di far precipitare ulteriormente la situazione.
Nell’immediato la classifica non è in pericolo, e questo almeno consentirà a Musetti di entrare nei prossimi tornei con uno status tale da poter scongiurare, almeno in linea di principio, primi turni troppo complicati. Ma sarà necessario iniziare a vincere qualche partita per invertire la tendenza, dato che da metà gennaio in poi il record è di una partita vinta contro sette perse. Proprio per questo è stato deciso di aggiungere alla programmazione il torneo di Marrakech ad inizio aprile, prima del Masters 1000 di Montecarlo, dove Lorenzo spera di riprendere confidenza con la vittoria.