ATP Dubai, Novak Djokovic: “Medvedev merita il numero 1”

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ATP Dubai, Novak Djokovic: “Medvedev merita il numero 1”

A margine della vittoria su Karen Khachanov, il serbo in conferenza stampa elogia l’attuale numero 2 al mondo e difende a spada tratta Alexander Zverev

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Al suo secondo match nel Tour dopo una lunga attesa e tante polemiche, Novak Djokovic supera in due set il russo Karen Khachanov e si appresta ad affrontare nella giornata di domani Jiri Vesely, uno dei pochi tennisti del circuito in grado di vantare un H2H col serbo a suo favore. Ma le domande per Novak in sala stampa hanno toccato i temi più diversi.

Cosa ne pensi delle varie combinazioni di risultati che porterebbero Daniil Medvedev a diventare il numero 1 già nei prossimi giorni? Ti capita mai di pensarci mentre sei in campo?

Medvedev merita più di chiunque altro la posizione di numero 1 nel ranking, lo ribadisco. E’ soltanto questione di tempo, ma accadrà: che sia questa settimana, la prossima o quella dopo ancora, ed io sarò il primo a congratularmi con lui. E’ un grande giocatore, ha scalato la classifica e merita di trovarsi in questa posizione. Ad ogni modo, non è una questione a cui penso mentre gioco. In passato ero spesso a conoscenza dei possibili scenari riguardo il numero 1 di fine anno, ad esempio, ma al momento non è una mia priorità.

Avresti preferito un match più semplice oggi, considerato che siamo soltanto alla seconda partita dopo lo stop forzato?

Piacerebbe a tutti vincere ogni match senza problemi! Ma non mi dispiace l’aver subito break oggi, permettere all’avversario di rientrare in gioco: nel secondo set Karen è molto migliorato al servizio ed io mi sono messo più sulla difensiva. E’ diventato un bel testa a testa ad un certo punto, io ho trovato il ritmo al servizio proprio sul 6-5 in suo favore. Poi il flusso positivo è proseguito nel tiebreak, ho giocato due grandi risposte sul 5-2 per me e lì ho chiuso il match. Credo che Khachanov meriti un ranking migliore di quello che ha, lo conosco bene, abbiamo avuto grandi match negli anni. E’ stato un test probante per me, mi sono divertito molto.

Abbiamo notato che hai l’intera famiglia al seguito questa settimana. Come riesci a trovare il giusto equilibrio tra loro e il tennis, specie dopo il periodo di assenza?

Non è la prima volta che mi seguono in giro per il mondo, e stavolta sentivo la necessità che mi stessero vicini. Mi rilassa averli al mio fianco, mi danno tanta forza. Durante il giorno ce ne andiamo in spiaggia, e sono fortunato che i miei match siano nella sessione serale, così posso trascorrere un po’ di tempo insieme ai miei figli e ai miei genitori.

Cosa ne pensi di quanto accaduto ad Acapulco?

Ho visto i video e la risposta di Sascha su Twitter, ha capito di aver sbagliato. A volte in campo succede che ti fai prendere troppo dalle emozioni del momento: anche a me è successo, per cui so di cosa sto parlando. Ovviamente non sto qui a giustificarlo, e credo che la decisione di squalificarlo dal torneo sia sostanzialmente corretta. Sono sicuro che avrà il tempo di rifletterci su, così da non cadere più nello stesso errore. Avrà un approccio più maturo d’ora in poi.

Converrai che l’episodio di Zverev sia diverso da quanto capitato a te agli US Open. Di solito un tennista se la prende con sé stesso, mentre il tedesco è sembrato a tutti estremamente violento. Credi che ci sia bisogno di pene più severe quando qualcuno aggredisce un giudice di sedia?

Sono sicuro che l’ATP si prenderà del tempo per decidere la sanzione adatta, ma non sarò mai colui che spingerà per l’esclusione di un giocatore da un torneo o per una multa, perché non sono nella posizione di farlo. Perché dovrei? Sono d’accordo con le dichiarazioni di Sascha: è andato oltre, è stato un grave errore. Alla fin dei conti siamo persone e possiamo sbagliare, non è stato mica l’unico a compiere un atto del genere. Ricordo anche di bottiglie, borse scagliate, una gran quantità di insulti ai giudici: ci sono stati tanti casi del genere in passato e non credo questo sia così tanto diverso.

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