Sinner e Vagnozzi, prima da brividi (Crivelli). Nuovo Sinner, solita grinta (Giammò). Il "nuovo" Sinner ricomincia dalla testa (Semeraro). Il nuovo Sinner? Si salva. Malagò stoppa Djokovic (Bertellino)

Rassegna stampa

Sinner e Vagnozzi, prima da brividi (Crivelli). Nuovo Sinner, solita grinta (Giammò). Il “nuovo” Sinner ricomincia dalla testa (Semeraro). Il nuovo Sinner? Si salva. Malagò stoppa Djokovic (Bertellino)

La rassegna stampa di mercoledì 23 febbraio 2022

Pubblicato

il

Sinner e Vagnozzi, prima da brividi. «Ma per i risultati ci serve tempo» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Quando cambi il tuo percorso all’improvviso, ti ritrovi su strade mai battute e non puoi più contare sul riferimenti che ti hanno accompagnato per una vita, devi affidarti ad altro: al coraggio, alla volontà, al carattere, cercando energie oltre le tue qualità. Nel tie break del secondo set contro il bombardiere spagnolo Fokina a Dubai, la prima partita dopo il clamoroso divorzio con Piatti, Jannik Sinner è sotto 6-3: deve fronteggiare 3 match point. E non solo: se perdesse, si ritroverebbe addosso il peso delle critiche per quella scelta di rottura e vedrebbe volteggiare le ombre dei catastrofisti in servizio permanente effettivo. Invece no: scampato con un po’ di fortuna il primo pericolo (dritto lungo dell’altro), sugli altri due Jan si scuote di gran classe con un ace e un rovescio incrociato vincente, finendo per aggiudicarsi il parziale e riportando dalla sua parte l’onda emotiva e tecnica della sfida, domata in 2 ore e mezza. Buono il debutto, insomma, per la gioia in tribuna del nuovo mentore Simone Vagnozzi. Impossibile giudicare la mano di un allenatore dopo due settimane, ma certo l’uso del kick esterno in battuta e un’accresciuta propensione alla rete (17 discese, con 10 punti) sono timidi segnali di una svolta. E Sinner è soddisfatto: «È presto per parlare dell’effetto che Simone avrà sul mio gioco, ma di certo stiamo lavorando molto duramente. La qualità degli allenamenti è molto alta. Ci stiamo concentrando anche su alcune cose nuove, ma ovviamente ho bisogno di tempo. Abbiamo bisogno di tempo. Ognuno di noi nel team ha bisogno di tempo per capirsi un po’. E comunque è eccitante, è qualcosa di diverso. Quindi vediamo come andrà, e poi tireremo le somme. Non l’ho scelto perché è giovane, c’erano cose da mettere a posto, anche se con Piatti sono stati 7 anni fantastici». Gli esami, si sa, non finiscono mai e la porta successiva si apre, già stamattina, su quella vecchia volpe di Murray, che a novembre si aggiudicò l’unico precedente tra i due, a Stoccolma: «Quando hai perso da poco contro il tuo avversario, sai già che sarà molto difficile. Tutti sanno quanto Andy sia grande come campione, oltreché un grande combattente. Sarà dura. Mi aspetto una partita molto ostica, quindi cercherò di farmi trovare pronto per una partita lunga». […]

Nuovo Sinner, solita grinta (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Se c’è un pregio che potrà rassicurare Simone Vagnozzi e sul quale il nuovo coach di Jannick Sinner potrà puntare per portare a compimento il percorso di maturazione del suo nuovo assistito, è da ricercare nell’atteggiamento con cui Il giovane azzurro è solito affrontare i suoi match. Sinner nonostante i vent’anni, è giocatore dalla tenuta mentale molto solida, capace di restare dentro la partita sino in fondo e di non darsi per sconfitto finché il suo avversario non abbia messo a segno l’ultimo punto. L’esordio dell’altoatesino all’Open di Dubai dopo ventisette giorni di inattività, primo evento dopo sette anni senza Riccardo Piatti al suo fianco, non era certo l’occasione migliore per verificare come e cosa il nuovo coach marchigiano avesse iniziato a modificare nel suo gioco. Tuttavia, l’inattività forzata cui era stato costretto unita alla scomodità dell’avversario di giornata – lo spagnolo Davidovich Fokina – costituivano per Sinner il contesto ideale per testare quel “cambiamento” di cui lo stesso italiano aveva parlato alla vigilia del torneo e ottenere le prime, parziali, risposte “su quel che succederà”. Normale che il gioco di Sinner presentasse qualche ruggine. Le uscite in doppio qui a Dubai can Hurkacz lo hanno aiutato a prendere confidenza con la superficie e le condizioni ma ritmo, piano di gioco, capacità di trovare le soluzioni migliori esigevano una verifica più profonda che i quaranta minuti del primo set, perso da Sinner per 6-4, avevano sancito non ancora superata. L’ora e un quarto di gioco successiva, tanto è durato il secondo set, è stato invece l’esame vero e proprio. E lì Sinner, ritrovata seppur non del tutto la misura dei suoi colpi, è stato bravo a issarsi al tie-break dove, dopo aver annullalo tre match point di fila (dal 3-6), è riuscito a pareggiare il conto dei set alla pima occasione disponibile. Nel terzo parziale, con l’inerzia del match ormai tutta dalla sua, Sinner non ha dato modo allo spagnolo di rientrare in partita. «E’ stata una partita molto dura – ha dichiarato Sinner – conosco Davidovich-Fokina ma non avevamo mai giocato contro ed è stata una prima volta molto complicata in cui ho dovuto anche salvare tre match point; sul primo sono stato anche fortunato». Agli ottavi Sinner affronterà oggi il britannico Andy Murray, da cui perse a Stoccolma in due set nel novembre scorso.

Il “nuovo” Sinner ricomincia dalla testa. Ora l’esame Murray (Stefano Semeraro, La Stampa)

Poteva essere un mezzo disastro, si è trasformato in una vittoria nel giro di due minuti, alla fine di un tiebreak che sembrava perduto. Il Nuovo Tennis Sinner è iniziato così, con la sliding door di tre matchpoint salvati che in un amen hanno cambiato l’umore alla prima uscita pubblica a fianco del nuovo coach Simone Vagnozzi. Non era un match epocale, certo. Ma come si dice, fa morale, perché a Dubai ieri avrebbe potuto vincere benissimo Alejandro Davidovich Fokina, numero 43 Atp, la classica buccia di banana su cui scivolare dopo una settimana senza allenamenti causa Covid, e il (traumatico) cambio di coach ancora da metabolizzare. Per quasi due set lo spagnolo ha messo sotto Jannik, il n. 10 del mondo, facendo tutto meglio e qualcosa di più. Nel secondo avrebbe potuto chiudere i conti prima, al tiebreak si è comunque issato sul 6-3, tre matchpoint con vista secondo turno. Il primo lo ha sbagliato Fokina, un diritto neanche troppo complicato da chiudere; il secondo lo ha salvato con un ace Sinner, sul terzo un nastro ha graziato il nostro. Il resto ce l’ha messo Jan, con la solita grinta. Così, mentre Davidovich Fokina si rattrappiva nei rimorsi, Jan ha iniziato a eseguire un po’ meglio i due temi che probabilmente gli ha suggerito il nuovo coach: scendere più spesso a rete, mettere un po’ di veleno nella seconda palla di servizio. Se ci sarà veramente un Sinner 2, dopo l’originale sbozzato per sette anni da Riccardo Piatti a Bordighera, non sarà certo figlio di questo match non brillante, anche se molto sinneriano per la grinta che Jan ha messo in campo. «Un match molto duro. Era la prima volta che ci incontravamo, salvare quei tre matchpoint consecutivi è stato complicato e sul primo sono stato anche fortunato…. E’ ancora presto per dire su cosa stiamo lavorando con Vagnozzi. Ci sono alcuni aspetti, ma serve tempo per conoscerci meglio». Anche sul divorzio da Piatti taglia corto, sfiorando il nonsense: «Non l’ho lasciato perché Simone è più giovane, non ci sono motivi precisi». […]

Il nuovo Sinner? Si salva. Malagò stoppa Djokovic (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Una vittoria che vale e molto quella colta ieri nel primo turno dell’ATP 500 di Dubai da Jannik Sinner. Per il modo con il quale è stata ottenuta, in ragione dell’avversario di livello superato e del fatto che si trattava per il ventenne altoatesino del primo match ufficiale giocato dopo la separazione da coach Piatti e dal suo team. In tribuna, a seguire le gesta del nuovo assistito, Simone Vagnozzi, in passato già mentore e guida prima di Marco Cecchinato, poi di Stefano Travaglia. Sinner: n.4 del seeding e 10 ATP, ha sconfitto in rimonta e dopo aver annullato tre match point consecutivi nel tie-break del secondo set (dal 3-6 alla vittoria per 8-6), l’attuale n. 43 ATP Alejandro Davidovich Fokina, spagnolo atipico che sa fare tutto, pressa da fondo campo e anche a rete sa districarsi bene. L’altoatesino è partito un po’ contratto come era logico aspettarsi dopo una lontananza dai campi di circa un mese ed è andato alla ricerca di quei meccanismi tambureggianti che ne caratterizzano il gioco nelle giornate sì. Davidovich Fokina è stato ad un passo dalla vittoria quando si è issato sul 6-3 nel tiebreak del secondo set. Sinner ha messo in campo proprio in questi frangenti la grinta del campione e messo a segno cinque punti consecutivi, alcuni di fattura propria e altri in seguito ad errori dell’iberico. Nel terzo set Sinner ha alzato il livello e ha chiuso il match con tanto di pugnetto e urlo liberatorio. «Un match duro quello di oggi, contro un avversario che conosco ma che non avevo mai incontrato. Ringrazio il pubblico che mi ha sostenuto nei momenti difficili. Ammetto di essere stato un po’ fortunato sul primo match point annullato». Oggi (ore 11) è già ora di ripetersi contro l’ex n.1 del mondo Andy Murray. Oggi tornerà in gara anche Novak Djokovic, la cui possibile presenza agli Internazionali d’Italia a maggio continua a sollevare dubbi e dar adito a posizioni discordanti. Molto netto il giudizio in merito del presidente del Coni, Giovanni Malagò, ospite di “Agorà” su Rai Tre. Alla domanda specifica ha risposto senza mezzi termini: «Non è giusto che Djokovic non vaccinato partecipi agli Internazionali di Roma. Ammesso e non concesso che si faccia la doccia in un camper o che mangi e si cucini da solo, il messaggio è sbagliatissimo. Se esiste una legge, che magari da qui a maggio cambierà, spiegatemi come diciamo alla gente che lui può e i genitori non possono far fare sport ai propri figli».

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement