Pillole di Pat Remondegui: le controindicazioni della gratificazione immediata

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Pillole di Pat Remondegui: le controindicazioni della gratificazione immediata

Pillole di saggezza tennistica: se non c’è famiglia o maestro ad insegnare la pazienza, la fine è segnata

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Thanasi Kokkinakis & Nick Kyrgios Australian Open 2022 (foto Twitter @AustralianOpen)
 

Su segnalazione di Pato Remondegui, Direttore di Tennis Accademy Ravenna

LE CONTROINDICAZIONI DELLA GRATIFICAZIONE IMMEDIATA
Se mi piace, se lo voglio, perché non dovrei averlo? Non va bene? La gratificazione immediata è eccellente. Se voglio la cioccolata, una doccia calda, una torta, una vacanza, una vittoria, quando la voglio? Quando sento di voler avere questi piaceri? Ora, ora, ora… grazie mille per non avermi fatto aspettare! La gratificazione immediata è il motivo per cui sono sempre sul telefono. Lo smartphone mi dà più piacere di quanto lo facessero tutti gli altri cellulari precedenti. La vita moderna è progettata per darmi piacere istantaneo. Ma mi chiedo: ‘sono soddisfatto di questo? La gratificazione immediata può soddisfarmi?’ No, non lo fa. Mi fa ancora desiderare di più! Ciò che ieri era soddisfacente, oggi mi scontenta, e domani mi frustra. E se dovessi aspettare per avere quello che voglio? L’attesa mi mette tensione, mi innervosisce, mi agita e ho fretta.

Portato al tennis, spesso perdo perché non so avere pazienza, non riesco a controllarmi, non so costruire. Come nella vita, voglio tutto e subito, e questo non paga nello sport. La gratificazione immediata mi fa venire la sete di successo subito, che porta alla fame di vittorie, alla frustrazione, all’insoddisfazione e alla fine mi sento vuoto e ingannato. Ho tutto quello che ho sempre voluto eppure sono infelice. La gratificazione immediata è una sofferenza mascherata di piacere. Le cose di valore richiedono tempo, ci vuole pazienza, allenamento, autocontrollo: disciplina. Quando esaudisco questi desideri, dopo aver lavorato duro per quello, mi sento soddisfatto, sento di aver realizzato qualcosa, sento che ne è valsa la pena. Perché? Perché questo processo riguarda molto di più il mio divenire, la mia formazione, che quello che ottengo immediatamente e senza nessun “sacrificio”.
Ioan Popoviciu, psicologo sportivo

I PROBLEMI DELLA GENERAZIONE NETFLIX
Stando a contatto tutti i giorni con ragazzi dai 12 ai 22 anni, mi rendo conto di quanto certe abitudini nella vita di tutti i giorni si riflettano, purtroppo spesso in modo negativo, sull’apprendimento, nello specifico faccio riferimento ovviamente al tennis. Abbiamo a che fare con generazioni che possono avere quasi tutto a portata di mano, a portata di clic: voglio vedere un film? Vado su Netflix (o altre piattaforme). Voglio rivedere una partita? La cerco su YouTube. Senza “perdere” tempo. Mi piace quella felpa ma non ho voglia di uscire a comprarla? La compro on-line e mi potrebbe arrivare il giorno dopo. E se dovessero imparare un colpo, uno schema sul campo? E se dovessero imparare ad avere pazienza prima di ottenere dei risultati? Ah, allora sono ca**i. Perché non puoi cliccare per vincere una partita, non puoi portare avanti il timer per andare al punto in cui vincerai delle partite in più. E quindi? Quindi impazziscono, frignano, smettono, spaccano racchette. Poi l’indomani magari, la racchetta rotta la ricomprano subito nuova e anche più bella? E se non ci sono la famiglia e/o i maestri ad insegnargli la pazienza, la fine è segnata. Ma il problema è che nemmeno nella vita di tutti i giorni puoi spingere ‘okay’ per avere ciò che vorresti.
Igor Gaudi, ex tennista italiano, n. 169

 

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Pat Remondegui, direttore Tennis Academy di Ravenna, ci inoltra “pillole di saggezza tennistica” diffuse da grandi coach, giocatori ed ex tennisti, a uso e consumo dei giovani che sognano di diventare professionisti. Ma anche dei loro coach e genitori.

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ATP Miami: Sinner express, avanza senza problemi su Rublev

Jannik Sinner batte per la terza volta in carriera Andrey Rublev con una prestazione superlativa. Sesta vttoria su un top10 e quarti di finale in grande stile

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Jannik Sinner (sinistra) e Andrey Rublev (destra) - Miami 2023 (foto Ubitennis)

Da Miami, il nostro inviato

[10] J. Sinner b. [6] A. Rublev 6-2 6-4

Continua senza sosta la marcia di Jannik Sinner verso i piani altissimi della classifica. In un percorso a tappe forzate verso il traguardo finale delle Nitto ATP Finals di Torino, Jannik Sinner è arrivato senza perdere un set ai quarti di finale del Miami Open presented by Itaù, e lo ha fatto sconfiggendo nel suo ultimo incontro Andrey Rublev, numero 6 del seeding e numero 7 del ranking mondiale, che veniva da 10 vittorie negli ultimi 12 incontri sul cemento, compresa la finale nell’ATP 500 di Dubai.

 

Sinner aveva già battuto Rublev in precedenza, ed era in controllo del punteggio lo scorso anno al Roland Garros quando fu costretto a ritirarsi, ma non l’aveva mai sconfitto in una maniera così dominante e perentoria.

Un match giocato splendidamente dal ragazzo di Sesto Val Pusteria, che ha lasciato solamente sei game al suo avversario senza mai concedere una palla break. E soprattutto ha dimostrato una superiorità quasi schiacciante dalla parte del rovescio, con il quale ha quasi sempre dominato gli scambi mettendo in enorme difficoltà il russo.

PRIMO SET – Inizio della partita con cielo velato e sole che faceva capolino tra le nubi, lascito dei temporali della sera prima che hanno fatto sensibilmente aumentare l’umidità. La partenza di Sinner è a razzo, quella di Rublev un po’ meno travolgente, e il break arriva subito al terzo gioco quando dopo due accelerazioni di rovescio di Sinner il russo si trova 15-40. La prima palla break viene annullata con un diritto vincente, ma sulla seconda un diritto di palleggio finisce in rete.

Sul suo servizio Sinner è una sentenza (saranno solo quattro i punti persi in questo set sulla sua battuta, e due soli in più nel set successivo), e in risposta aggredisce le seconde come lo abbiamo visto fare solo molto di recente. Rublev cancella una palla del doppio break con uno schema servizio-diritto, ma il 4-1 pesante arriva poco dopo: se Sinner riesce a tenere il diritto di Rublev fuori dallo scambio non c’è gara.

Sull’1-5 Rublev muove il punteggio nella sua casella a forza di prime di servizio, ma il set ormai è andato e Sinner perfeziona il 6-2 in 32 minuti.

SECONDO SET – La breve durata del primo set fa si che il consueto esodo di spettatori che vanno a rinfrescarsi alla fine di ogni parziale sia molto meno consistente de solito, anche se la giornata è decisamente calda e l’orologio segna quasi mezzogiorno. Rublev resiste meglio a Sinner di quanto aveva fatto nel primo set, ma sulla battuta dell’altoatesino è sempre traffico a senso unico. Sul 2-2 Andrey recupera da 15-30 con il servizio e con un po’ di fortuna quando un suo recupero di rovescio finisce per diventare una palla corta incrociata sulla riga. Il break arriva due game più tardi, quando Sinner carica in risposta sulla seconda di servizio e Rublev cede la battuta con un altro errore di diritto.

Prima che Sinner serva per il match sul 5-4 il deejay prova a mettere un po’ di pepe nella sfida scegliendo “Hit Me With Your Best Shot” di Pat Benatar come canzone per il cambio di campo, ma Jannik è inscalfibile e chiude il match in un’ora e 12 minuti raggiungendo i quarti di finale a Miami per la terza volta in carriera.

VICINO ALLA TOP 10 – Con questa vittoria Sinner diventa virtualmente n. 10 del ranking mondiale e potrebbe essere superato solamente da Khachanov o Paul nel caso in cui si aggiudicassero il torneo. Per consolidare il suo ritorno nei Top 10 Sinner dovrebbe vincere anche il prossimo match contro chi si qualificherà tra Botic Van de Zandschulp ed Emil Ruusuvuori. Con Ruusuvuori ci sono stati quattro precedenti confronti diretti (più uno a livello Challenger), tutti vinti da Sinner (che invece aveva perso il primo scontro in un Challenger in Australia), ma alcuni con punteggi molto equilibrati come il 10-8 al tie-break del terzo set dello scorso anno qui a Miami. Contro Van de Zandschulp invece sarebbe uno scontro inedito.

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ATP Miami: Sinner e Sonego entrambi agli ottavi come nel 2021

E’ la quinta volta che due italiani raggiungono il quarto turno in un Master 1000 sul veloce. Gli ultimi Sinner e Berrettini ad Indian Wells

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Lorenzo Sonego - ATP Miami 2023 (Twitter @Federtennis)

Per Sonego è stata una delle migliori partite della sua carriera. Quella contro l’americano Tiafoe non era per l’italiano una partita con i favori del pronostico. Ma un’ora e due set dopo Lorenzo riesce nell’impresa di vincere una partita forse inattesa per noi, ma assolutamente alla portata per lui. A fine match il nostro Gibertini lo incalza: la migliore partita di sempre? La migliore qui a Miami, e tra le tre migliori di sempre. Conoscevo l’avversario, sono entrato in campo molto determinato. Si è trattato di una partita quasi perfetta, senza sbavature, ho fatto pochi errori e sono stato molto aggressivo come l’avevamo preparata”.

Nel dettaglio quella contro il semifinalista dello US Open 2022 è stata per Sonego una partita da record. Innanzitutto la percentuale di punti con la prima palla (91%) è la migliore della carriera. Così come i punti vinti con la seconda palla (82%, non era mai andato oltre il 78%). Infine è stata il il 13° match chiuso senza concedere palle break. Considerando il fatto che ha ottenuto tutto questo contro il n.14 del ranking si può affermare che questa rappresenti senza ombra di dubbio una delle vittorie più prestigiose ottenute dal piemontese nel circuito maggiore.

 

A suggello di questa vittoria abbiamo due italiani negli ottavi di finale di un Master 1000, Sinner e Sonego, come nel 2021. Si tratta della quinta volta in assoluto che questo succede (sul veloce). Prima di loro ci sono stati: Shanghai 2019 (Berrettini/Fognini) ; Miami 21 (Sinner/Sonego); Cincinnati 21 (Berrettini/Sonego) e Indian Wells 22 (Sinner/Berrettini). Sperando di poter spingerci ancora un po’ più in là, possibilmente con gli sfavori del pronostico.

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WTA Miami, Pegula pronta alla sfida con Potapova: “Gioca senza paura”

La statunitense chiude in due set la pratica Linette dopo aver annullato un setpoint. Ai quarti sfida con Potapova

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Jessica Pegula si esalta sul cemento di Miami. Arriva ai quarti di finale dopo aver chiuso in due set la pratica Magda Linette. Primo set vinto in scioltezza, secondo portato a casa dopo aver recuperato due break di svantaggio. La polacca va a servire due volte per il match, ma spreca un setpoint e poi va a casa a mani vuote. L’americana, invece, trova l’adrenalina giusta per chiudere in due parziali la contesa senza sprecare ulteriori energie: “E’ stato un match strano in cui ho giocato davvero bene, poi un po’ meno, ma nel complesso sono soddisfatta e credo sia un buon segnale ricevuto”.

A differenza di quanto espresso a Indian Wells, Pegula non è mai stata costretto a dover recuperare partenze ad handicap: “A Miami ho vissuto e mi sono allenato qui per molto tempo. Ho giocato molto bene ed è piacevole il clima che si respira. Fa più caldo, anche se ho giocato in un campo coperto da ombra”.

Poi spiega cosa sia successo sul 5-2: “Era un momento in cui percepivo che stava per cambiare qualcosa. Ho cambiato racchetta perché pensavo che la palla mi arrivasse addosso. Non ero a mio agio. Sono tornata alla racchetta che avevo già usato e ho vinto cinque game di fila. Ho vinto questa piccola battaglia mentale: ero arrabbiata con me stessa perché non riuscivo a giocare meglio. Rispetto al primo set, lei ha alzato il suo livello, io ho fatto un paio di errori e non stavo servendo ottime prime palle. Linette si era abituata al mio ritmo. Sono contenta di averla ribaltata“.

 

Sfida con Anastasia Potapova ai quarti di finale. La russa appare molto in forma e ha affermato di aver cambiato qualcosa nel suo tennis: “Non mi fa piacere sentirlo, perché l’ultima volta ho vinto a malapena. L’ho vista giocare un po’ questa settimana e sta giocando piuttosto senza paura. I campi qui sono molto più veloci e non so chi ne trarrà un vantaggio. Sarà un’altra dura battaglia in una fase di piena fiducia per lei. Le cose cambiano rapidamente da un giorno all’altro, per cui davvero è impossibile fare pronostici“.  

Ci potrà mai essere un WTA a Buffalo? “Mi piacerebbe averne uno lì. Non so dove perché Buffalo non è proprio un paradiso del tennis. Penso che sia sempre stato qualcosa a cui ho pensato, anche dopo la mia carriera, è avere un torneo in quella zona”.

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