La dolce solitudine di Nadal

Ranking

La dolce solitudine di Nadal

Un’analisi dei primi due mesi di 2022 di Rafael Nadal. I suoi avversari principali nel resto della stagione

Pubblicato

il

Rafael Nadal - Australian Open 2022 (Twitter - Australian Open 2022)
Rafael Nadal - Australian Open 2022 (Twitter - Australian Open 2022)
 

In pochi avrebbero previsto a dicembre dello scorso anno che Rafael Nadal si sarebbe aggiudicato nei primi due mesi del 2022 tre tornei sul cemento presentandosi a Indian Wells con un immacolato record di 15 vittorie e zero sconfitte. Tante parole sono state spese nelle ultime settimane sulla grandezza di Rafa ma com’è possibile che lo spagnolo dopo quasi sei mesi d’inattività sia riuscito a tornare e, in poche settimane, a imporsi come il nuovo dominatore del circuito.

La nuova generazione di tennisti da cui ormai da anni ci si aspetta il definitivo salto di qualità ha sicuramente delle “colpe”. Nadal ha pur sempre 36 anni, non dovrebbe avere vita così facile come è successo negli ultimi tornei con ragazzi che hanno dieci anni in meno di lui. Se guardiamo il livello degli avversari affrontati da Rafa nei tre tornei vinti le due vittorie sicuramente più significative e contro pronostico sono state contro Daniil Medvedev in finale all’Australian Open e la scorsa settimana in semifinale ad Acapulco. La vittoria del “Melbourne Summer Set 1” è servita al mancino di Manacor per entrare in ritmo ma Berankis, Ruusuvuori e Cressy sono giocatori che potrebbero benissimo trovarsi ai nastri di partenza di un challenger.

Quando è stato sorteggiato il tabellone dell’Australian Open gli appassionati e gli addetti ai lavori si sono quasi dimenticati di guardare lo spicchio in cui si trovava Rafa. In primo luogo c’erano molti dubbi sul modo in cui il piede avrebbe reagito ma soprattutto tutta l’attenzione era rivolta al caso di Djokovic che, tra l’altro, era stato sorteggiato proprio dalla parte dello spagnolo per un eventuale scontro in semifinale.  Prima dell’ipotetico scontro tra i due campioni in semifinale l’unico ostacolo per Rafa sembrava essere Zverev ai quarti di finale. Il giovane teutonico dopo una seconda parte di 2021 di ottimo livello pareva secondo molti, pronto a vincere uno slam. Quando il serbo è stato costretto a lasciare l’Australia non ci si è resi conto di quanto il tabellone fosse a quel punto aperto per lo spagnolo. Hurkacz era la testa di serie più alta presente nel suo ottavo. Il polacco non ha mai superato il secondo turno negli Slam a eccezione di Wimbledon nel 2021, era una delle teste di serie più alte destinate a saltare presto. Rafa dopo i primi tre turni vinti facilmente si è trovato davanti agli ottavi Mannarino che, nonostante un ottimo primo set giocato, non può batterlo mai sulla lunga distanza.  Lo scontro con Zverev ai quarti è saltato perché il tedesco ha fallito nuovamente negli Slam. E comunque Nadal senza problemi fisici non sarebbe partito sfavorito contro Zverev. Sasha ha quasi 25 anni, l’unica finale slam è avvenuta in un contesto molto particolare (US Open 2020) e sulla lunga distanza tutti i difetti del suo gioco, specialmente dalla parte del dritto, vengono fuori.

Con la vittoria ai quarti di finale in cinque set contro Shapovalov, Nadal si è preso la prima pagina dei giornali. Ha vinto al quinto set ma non è stata la creatività di Denis ad allungare la partita bensì un colpo di calore che ha prosciugato l’energia dello spagnolo nel terzo e quarto parziale. Rafa è stato bravo ad aggiudicarsi un quinto set pericoloso ma il giovane canadese è troppo discontinuo per rappresentare una vera minaccia sulla lunga distanza.

La semifinale con Berrettini è stato un match davvero semplice per Nadal. Troppo debole il rovescio dell’italiano per pensare di far partita contro Rafa.

Giron, Hanfmann, Khachanov, Mannarino, Shapovalov e Berrettini per arrivare in finale sono un ottimo tabellone per Nadal, a qualsiasi età. Medvedev, il suo rivale in finale, è vero che è dieci anni più giovane ma è arrivato all’ultimo atto dovendosi confrontare con Kyrgios al secondo turno e dovendo salvare match point contro Aliassime ai quarti di finale. Sulla finale si è scritto praticamente tutto. Rafa ha compiuto un’impresa non battendo Medvedev ma recuperando da uno svantaggio che sembrava incolmabile. Il russo soffre per natura il gioco di Nadal. Daniil ha sentito la pressione anche la scorsa settimana a Acapulco commettendo scelte sciagurate come il serve and volley che difficilmente paga contro Nadal. Il ricordo della finale persa in Australia era ancora vivo nella sua mente.

Berankis, Ruusuvuori, Cressy, Giron, Hanfmann, Mannarino, Shapovalov, Berrettini, Medvedev, Kudla, Kozlov, Paul, Medvedev, Norrie. Questi sono tutti gli avversari affrontati da Nadal in questa grande cavalcata nei primi due mesi. Due soli top 10 presenti in questa lista, Matteo e Daniil. Il miglior Nadal sul cemento si è visto nel 2010 e nel 2013 quando batteva regolarmente anche sul duro Djokovic. Il livello dello spagnolo a oggi sembra più vicino a quello del 2017 che a quello del 2013 ma la domanda è: dove sono gli avversari?

Djokovic rischia di perdere un anno. Anche se venisse eliminato l’obbligo vaccinale nei prossimi mesi sarebbe molto complicato per lui trovare il ritmo necessario per competere contro Rafa al Roland Garros giocando solamente due o tre tornei nei primi cinque mesi dell’anno.

Medvedev ha dimostrato di soffrire molto Nadal e in un eventuale scontro a Indian Wells non partirebbe certo favorito. Non solo Rafa ha vinto tre volte nel deserto californiano ma ama le condizioni che favoriscono il suo top spin. Per non parlare della terra battuta. Daniil occupando la prima posizione del ranking non può più permettersi di “odiare” il mattone tritato ma i suoi colpi piatti si addicono davvero poco al rosso.

Zverev potenzialmente due set su tre può essere un rivale pericoloso per Nadal. Con il rovescio a due mani riesce a gestire abbastanza bene il dritto di Rafa e, quando è in giornata con il servizio difficilmente perde la battuta. Volgendo un occhio alla stagione sulla terra battuta e al grande obiettivo di Rafa, il Roland Garros, il tedesco non sembra però essere in grado di impensierirlo al meglio dei cinque set.

Stesso discorso vale per Tsitsipas, Rublev e Auger Aliassime. Sulla corta distanza, soprattutto sul cemento, possono avere una possibilità ma negli slam non sembrano pronti a battere un Nadal in salute. Rublev ha appena vinto consecutivamente i tornei di Marsiglia e Dubai, sono già 10 i tornei che il russo si e aggiudicato in carriera di cui ben 5 ATP 500. Numeri molto buoni se non fosse che dal 2017 a oggi il livello dei 500 è calato notevolmente. Un tempo a Dubai giocavano Federer, Djokovic, Murray, Berdych. Nell’ultima edizione Djokovic, Rublev, Auger Aliassime e Sinner erano le prime quattro teste di serie. Un’altra epoca.

Per quanto riguarda Sinner e Berrettini il discorso è simile agli altri giovani giocatori. Il romano avrebbe qualche chance in più rispetto a Jannik due su tre contro Nadal in condizioni particolarmente veloci ma sulla lunga distanza le possibilità di un suo successo calano drasticamente. Sinner ha appena iniziato un percorso con il nuovo coach Vagnozzi per migliorare soprattutto servizio e dritto. Si continua a parlare di un possibile approdo sulla sua panchina di Magnus Norman ma sarebbe sbagliato pensare che lo svedese replicherebbe le imprese fatte con Wawrinka. Quando Norman nel 2013 si sedette sulla panchina di Stan aveva in mano un giocatore già dotato di colpi impressionanti. Magnus doveva solamente aiutarlo a dare continuità a quel talento per certi versi inespresso. Con Sinner lo svedese dovrebbe fare anche un lavoro di “costruzione” mettendo a posto servizio e dritto. E qui viene il difficile perché oggettivamente negli ultimi anni di giocatori in grado di migliorare sensibilmente un particolare colpo ne abbiamo visti pochi. Per esempio Zverev fa ancora tanta fatica con il dritto e lo stesso Murray dalla parte destra ha sempre sofferto. Nel 2017 rimanemmo tutti a bocca aperta vedendo il rovescio a una mano di Federer ma Roger aveva 36 anni e comunque sulla diagonale sinistra senza l’aiuto dello slice lo svizzero ha continuato ad andare in difficoltà con tanti giocatori.

Tsitsipas Medvedev e Zverev sono nella stessa posizione in cui si trovavano dieci anni fa Berdych, Tsonga e Ferrer. Così vicini, così lontani. Dai top 10 di allora però non ci si aspettava di sconfiggere in una finale slam Federer, Nadal, Djokovic e Murray al loro apice. Oggi dai giovani non ci si aspetta una semifinale slam ma una vittoria quando in finale affrontano Nadal o Djokovic. Ma le loro mancanze tecniche sono evidenti. Mentre Nadal oggi come allora non ha punti deboli. Devastante con il dritto, solido e aggressivo con il rovescio e intelligente in ogni scelta tattica.

E allora ecco che l’unico che può fermare Rafa negli slam è sempre e solo lui, Djokovic. Se il serbo però giocherà a singhiozzo questa stagione e Nadal sarà in grado di disputare la maggior parte dei tornei importanti non ci stupiremmo di vedere lo spagnolo trionfante in tutti e quattro gli slam. Pure a Wimbledon. A meno che Roger non ci regali un altro miracolo.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement