ATP Indian Wells: La cattiveria agonistica di Nadal vince sulla classe sfavillante di Korda. Medvedev passeggia

ATP

ATP Indian Wells: La cattiveria agonistica di Nadal vince sulla classe sfavillante di Korda. Medvedev passeggia

Rafa risorge dal baratro di un match praticamente perso contro il martellatore seriale statunitense, autore di una prestazione da cineteca. Il N.1 del mondo supera facilmente il qualificato ceco

Pubblicato

il

 

[4] Rafael Nadal b. S. Korda 6-2 1-6 7-6(3)

S’interrompe a 14 la striscia dei set vinti consecutivamente da Rafa Nadal, ma ciò nonostante rimane imbattuto nei trentaduesimi di finale del Masters 1000 d’Indian Wells- non esce sconfitto da un match d’apertura nei tornei di categoria 1000 da Montreal 2017la sua corsa al quarto titolo in terra californiana continua (l’ultimo giunto nel 2013, in finale contro Del Potro vittoria in rimonta 4-6 6-3 6-4). Il campione iberico riesce a spuntarla sull’astro nascente del tennis statunitense Sebastian Korda dopo 2 ore e 31 minuti di battaglia senza quartiere, con lo score di 6-2 1-6 7-6(3). Riesce così ad avere la meglio contro un giocatore con il quale pochi giorni fa si era allenato proprio su questi campi-come era già accaduto ad Acapulco con Kozlov-e inoltre grazie all’affermazione odierna conferma l’unico H2H (ottavi del Roland Garros 2020, 3 set a 0 per Rafa). Una partita di altissimo livello, molto godibile, che ha visto l’ex vincitore juniores dello Slam Down Under dopo una partenza ad handicap, esprimere un tennis spumeggiante con picchi in grado di sbarrare gli occhi agli dei di questo sport. L’incontro è però stato anche caratterizzato da fasi in cui il livello è drasticamente calato, con errori non forzati a bizzeffe. Alla fine di cuore, di grinta e grazie a qualche “annetto” in più nel circuito Rafa ha rigirato l’ennesima sfida della carriera che sembrava compromessa definitivamente; rimontando dal 5-2 (doppio break per l’avversario) nella frazione decisiva e dal 3-2 nel tie-break assestando un parziale da 5 punti vinti consecutivamente. Con l’affermazione su Korda sono 16 successi stagionali, in altrettante partite disputate in questa apotesi nadaliana di inizio 2022. Con la rinuncia al Miami Open il N.4 ATP, potrà concentrare ancora di più i suoi sforzi per andare alla ricerca del quarto tiolo al Tennis Paradise, nove anni dopo l’ultimo. Il giovane Seb, invece si sognerà per parecchio tempo l’impresa sfiorata, con i rimpianti scaturiti dai vantaggi non concretizzati nel set finale. Di buono per lui, c’è che da questa partita potrà prendere, se non ne aveva ancora piena coscienza, la consapevolezza di potersela giocare con i migliori. Ad aspettare il mancino spagnolo nei sedicesimi di finale ci sarà la tds.n.27 Daniel Evans (che ha superato 6-2 6-0 l’argentino Federico Coria). Di seguito il match nel dettaglio.

Il MATCH- La partita parte con qualche minuto di ritardo per un piccolo problema di sanguinamento al pollice della mano sinistra- procurato a causa di una maldestra presa della bottiglietta d’acqua- di Nadal. Il sorteggio viene vinto dal giovane statunitense che decide di servire. L’incontro a livello tattico, prevede che il giovane di origini ceche riesca a comandare il gioco incidendo con la sua consueta capacità di anticipo; ma l’impresa è ardua perché i suoi colpi piatti devono essere eseguiti sulle palle arrotate e liftate del campione spagnolo. Il rischio in questi casi è di andare sovra ritmo, e purtroppo per il nativo di Bradenton la partenza rispecchia proprio questo timore tattico nel suo approccio al match. Disastroso primo game con quattro gratuiti di dritto e la prima di servizio non pervenuta. L’ultimo unforced è alquanto emblematico; finalmente la prima entra ma il N.38 ATP sparacchia in corridoio un comodo colpo in avanzamento dal lato destro. L’ex N.1 del mondo ringrazia, incassa il regalo dell’avversario e conferma il break maturato in apertura, nonostante un doppio fallo, a 30; grazie anche al primo ace del match. In queste prime fasi di gioco, la partita è praticamente inesistente. L’enfant-prodige statunitense e top 40 del mondo è totalmente bloccato e inerme difronte alla dirompente superiorità del ventuno volte campione nei Major; dà la sensazione di non essere mai uscito dagli spogliatoi. Nel terzo gioco, sul 15-15 arrivano consecutivamente prima un doppio fallo e poi in seguito due errori non forzati, con un rovescio e l’ennesimo dritto affossati in rete. Il doppio break si materializza e di conseguenza primo set in ghiaccio per il tre volte vincitore al Tennis Paradise; quantomeno Sebastian riesce a sbloccarsi, tenendo il suo primo turno in battuta nel quinto game, aiutato da un primo servizio finalmente continuo. I drittoni di Korda che ad inizio match atterravano ben oltre la linea di fono, adesso sono eseguiti con più decisone e maggiore convinzione. Ciò permette a Seb, anche grazie all’ausilio fortunoso di qualche riga centrata, di ottenere le prime opportunità in risposta. Ma sul 15-40, del sesto game, il mancino di Manacor sale in cattedra con tutta la sua esperienza, degna del miglior professore della facoltà di tennis di Harvard (se mai ne esisterà uno) che indottrina i suoi allievi sull’aspetto cruciale della tenuta mentale. Rafa le cancella spavaldo, sulla prima anche un po di sfortuna per il figlio di Petr, ma sulla seconda drop-shot da cineteca con annesso saltino a spingere la palla aldilà della rete da parte dell’iberico. E così, nonostante un grande Korda in ribattuta, il cannibale numero 4 del ranking complice anche una sfavillante accelerazione con il rovescio lungo riga impatta sul 5-1. Ma adesso la sfida è assolutamente viva, il classe 2000 alza i propri giri del motore con il fondamentale d’inizio gioco e diminuisce drasticamente il numero degli errori. Questo però non può mettere in discussione il primo parziale per l’allievo di Carlos Moya, il quale pur commettendo un banale gratuito con il suo classico drittone a sventaglio sul 30-15, lo incamera 6-2 al primo set ball dopo 37 minuti.

Toilet-break per il tennista delle furie rosse e si ricomincia; ma purtroppo per il figlio del vincitore dell’Happy Slam 1998 la trama sembra ripercorrere pedissequamente le impronte del primo. Due errori di Korda, ad aprire le danze della seconda frazione, ma poi ciò che non ti aspetti; due risposte di Rafa che rimangono sulle corde e bordata al servizio di Seb. Con quattro punti consecutivi, il finalista delle Next Gen milanesi riesce per la prima volta nel match a mettere il muso davanti nel punteggio; e così può finalmente spingere in risposta senza avere sul groppone il macigno di dover recuperare ed inseguire. I colpi, adesso, del giovane tennista a stelle strisce, vanno che è una meraviglia; ficcanti e pesanti. Dall’altro lato del campo è sceso un po’ il livello dello spagnolo; che non riesce a trovare più la stessa profondità e incisività con le esecuzioni da fondo. Il risultato pratico di queste condizioni tecniche è raffigurato dall’impronosticabile break del 21enne statunitense, con tanto di come-on del più giovane in campo sul 30 pari del secondo gioco. I vincenti di Sebastian fioccano, mentre Rafael inspiegabilmente fa fatica ad essere costante nel trovare il campo con i suoi topponi e in un amen siamo 3-0. Ma aggrappandosi al servizio, Rafa con solidità riesce a rimanere attaccato vincendo il primo game nel set. Dalla possibile pietra tombale ad inizio set, con il potenziale terzo break del match per l’iberico, si va invece velocemente 3-1 per il campione in carica dell’ATP 250 di Parma. Però il rischio di farsi prendere troppo dall’emotività del momento e montare sopra la palla eccessivamente sui propri attacchi è dietro l’angolo per il N.38 delle classifiche; che nel quinto game approccia con unforced. Ma il focus ed il morale di Sebastian sono belli gonfi di adrenalina e consapevolezza dei propri mezzi in questo frangente dell’incontro, e così con una battuta improvvisamente ritornata chirurgica e puntuale rinviene e sale 4-1. La tds.n.4 continua ad essere in grande difficoltà, oltre all’aver smarrito precisone e robustezza con i colpi da fondo, anche con il fondamentale d’inizio gioco sta incontrando parecchie problematiche. Infatti, a causa di un doppio fallo è costretto ai vantaggi, dove annulla una prima palla break con una prima vincente; ma sulla seconda capitola sulla scintillante esecuzione vincente in contropiede del dritto di Korda. Mini-set point trasformato, lo Stadium 1 dell’Indian Well Tennis Garden è un catino nel quale si ammira uno spettacolare Sebastian, che martella in costante anticipo; sfondando incessantemente la difesa del n.1 di Spagna. E 6-1, con un sapore da lezione di tennis data però ad un certo Rafa Nadal; il quale di contro ha notevolmente diminuito il proprio livello. Cruciale ai fini dell’epilogo del secondo parziale l’avanzamento corposo nella posizione d’impatto della risposta dell’ex n.1 junior, che gli ha permesso di entrare e aggredire con periodicità barbara il servizio di Rafa, in particolar modo la docile seconda.

Sarà il terzo set, a dirimere la contesa tra Korda e Nadal. Per la prima volta nell’incontro è Rafa ad avere l’onere e l’onore di dare inizio alle ostilità di una frazione al servizio. Primo gioco di autorità, con la battuta che torna ad avere un grado di efficienza accettabile. A cui segue la terza partenza falsa in battuta su tre frazioni per il giovane americano, il quale però si rialza macinando gioco da fondo con angoli e geometrie da architetto del tennis proiettandosi in avanti appena ne ha l’occasione. L’ex N.1 prova a cercare soluzioni per risolvere l’enigma ceco-americano, variando il più possibile; ricercando in particolar modo lo slice corto per chiamare in avanti il proprio avversario e costringerlo a dover colpire una palla morta e molto bassa, difficilissima da rialzare. Ma lo statunitense è centrato, e continua a sciorinare a tutta il proprio braccio. La differenza con il secondo parziale, è che adesso The King of clay ha aumentato l’intensità al servizio, specialmente sulla seconda. Sale 2-1 attraverso un pazzesco riflesso dal lato destro, nonostante i piedi completamente fermi.  Dall’altra parte della rete continua lo show del N.38 del ranking, volée di rovescio degne dei migliori erbivori e palle corte d’antonomasia. La magnificenza delle sue esecuzioni è riscontrabile anche in un filante rovescio lungolinea che gli vale il 30-30. Successivamente la risposta aggressiva bimane è larga, ma il tennista a stelle e strisce riesce comunque a trascinare ai vantaggi il 35enne spagnolo. Qui Rafa fa e disfa, doppio fallo e punto diretto al servizio per cancellare il break point. Dopodiché punto spumeggiante, durissimo con lo strettino a sventaglio di dritto del nativo della Florida a determinare l’inerzia dello scambio. Nadal ancora con il servizio risponde presente, ma non riesce a chiudere il game con il dritto. Troppo discontinuo Rafa, ma grandiosi meriti a Korda che continua ad esprime un tennis stellare. Il picchiatore seriale, prima pesca il vincente con il rovescio incrociato e poi attraverso l’inside-in strappa, centrando il primo allungo nel set finale. Il vincitore dell’edizione 2013 del torneo, non demorde; lotta in modo assatanato con tutto quello che ha. Solo perché è Nadal, riesce nell’intento di trascinare ai vantaggi il suo avversario; oggi sulla nuvoletta degli dei del tennis; il quale a suon di righe messe a referto con incessante costanza conferma il break e s’inerpica sul 3-2. Siamo ormai agli sgoccioli della partita; nel game successivo le sensazioni negative avvertite per tutto il match, soprattutto a livello di consistenza con la seconda; si manifestano in modo totalizzante. Il sesto ed il settimo doppio fallo dello spagnolo consegnano il doppio-break al nativo di Bradenton. Manca solo l’ultimo passettino per confezione una magistrale prestazione, che potrebbe rappresentare anche la svolta di una carriera, però Korda trema al momento di chiudere e riconsegna uno dei due break all’iberico. Il campione dell’Australian Open 2022, fa il suo tenendo il proprio game alla battuta nel nono gioco, nonostante l’ottavo doppio errore. Si arriva alla resa dei conti finale; primi due 15 fondamentali. Ebbene ancora una volta, se mai ci fosse ancora qualche smemorato, due passantoni di rovescio vincenti dell’animale spagnolo (prima in lungolinea e poi incrociato) a ricordarci chi è. Ma Sebastian sta giocando alla grande anche questo gioco e riemerge fino al 30-30, anche grazie ad un fulmineo rovescio che lascia di stucco l’ex N.1 del ranking; ma il match è ancora molto lungo. Di esperienza Rafa, lob molto intelligente e veronica dello statunitense fuori giri. 5-5, tutto da rifare e parziale di tre giochi per la tds.n.4. Nel game successivo, di pura trance agonistica e volontà competitiva-con numerosi ganci sulla propria racchetta a simboleggiare il fatto che quest’oggi non sentisse bene la palla-il campione di Manacor sale 6-5. Sanguinosi i due dritti gettati al vento da Seb, soprattutto il primo che avrebbe significato terzo break per lui nella frazione. Il 21enne di origine ceche riesce a distogliere i propri pensieri dalle possibilità mancate nel game precedente e a portare il match al tie-break finale; la più degna e più giusta conclusione di una sfida molto intensa emotivamente, a tratti godibilissima ma anche con dei frangenti-seppur circoscritti-colmi di non forzati dettati dal peso specifico del momento. Prima scossa del gioco finale, sul 1-1 il dritto scappato in lunghezza dell’americano certifica il primo mini-break a marchia spagnola. Ma Seb non ci sta, torna a spingere con veemenza e vigoria. A seguire risposta al fulmicotone profondissima di Sebastian e secondo mini-break consecutivo per lui. Non sfrutta il vantaggio, e anzi si fa recuperare consegnando due punti consecutivi all’avversario. 5 mini-break in 7 punti. Rafa, da “giocatore serio”, vola 6-3; e il rovescio in corridoio uscendo dal servizio di Korda gli regala un successo che fino a qualche minuto prima sembrava un’ardua impresa, impossibile da raggiungere anche per il titanico Nadal. I numeri più interessanti dell’incontro parlano di un saldo tra vincenti ed unforced dello spagnolo di -15 (20 winners e 25 non forzati, di cui 17 dalla parte destra e 10 di rovescio); dall’altro lato il bilancio dice -20 (25 winners, di cui 15 col dritto e 45 non forzati, di cui 23 da destra e 20 da sinistra). Al servizio invece si sono registrati 5 ace e ben 8 doppi falli dell’iberico, con il 61% di conversione con la prima ed il 51% con la seconda; mentre per l’ex n.1 junior si possono riscontrare 3 ace e 2 doppi falli, in aggiunta il 62% di trasformazione con il primo servizio ed il 48% con il secondo.

[1] D. Medvedev b. [Q] T. Machac 6-3 6-2 (a cura di Luca De Gaspari)

Esordio sul velluto per il N.1 del mondo Daniil Medvedev che gestisce facilmente l’intraprendenza del qualificato ceco Tomas Machac, N. 158 del mondo. Un match piacevole e ben giocato anche dal giovane avversario di Medvedev che ha comunque chiuso la pratica in 70 minuti lasciando ben poca incertezza sul risultato fin dalle prime battute del match. Daniil ha salvato la prima e unica palla break del match nel gioco d’apertura, per poi lasciare le briciole al suo avversario al servizio forte di un’eccellente 73% di prime in campo. Arrivato il break spartiacque nel sesto gioco, l’incontro ha seguito lo spartito senza variazioni sul tema. La consueta solidità di Medvedev da fondo campo con l’avversario costretto a sbagliare più del dovuto per tenere il suo ritmo infernale. Alla fine per Machac i gratuiti saranno più del doppio di quelli del suo avversario (23 a 11) e finirà sotto anche nel conto dei colpi vincenti (11 a 17). Con questi numeri facile spiegare un secondo set senza storia e un comodo accesso al terzo turno per Medvedev che attende il vincente di Krajinovic vs Monfils.

Il tabellone maschile completo di Indian Wells 20

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement