Condotte violente nel tennis: l'ATP annuncia un giro di vite. Intanto un junior francese schiaffeggia l'avversario

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Condotte violente nel tennis: l’ATP annuncia un giro di vite. Intanto un junior francese schiaffeggia l’avversario

In un torneo ITF in Ghana, il giovane francese Michael Kouame scatena una rissa a bordocampo. Influiscono i cattivi esempi del circuito maggiore?

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Incivili, aggressivi, violenti. Nelle ultime settimane i bad boys del tennis si sono scatenati in episodi a cui non avremmo mai voluto assistere e che nulla hanno a che fare con il vero spirito dello sport, e del tennis in particolare. I gesti bianchi, nel senso più filosofico del termine, ahinoi sono sempre più lontani. Zverev, Kyrgios, Brooksby… ora è davvero troppo e così l’ATP ha deciso di dare un “giro di vite” alle sanzioni previste in caso di condotta antisportiva. Anche perché, i cattivi esempi dei tennisti senior sembrano purtroppo avere un’influenza decisamente nefasta sugli junior.

Lunedì, infatti, alla fine di un incontro di un torneo ITF in Ghana, al momento della stretta di mano, il giocatore sconfitto, il 15enne francese Michael Kouame ha schiaffeggiato l’avversario, il ghanese Raphael Nii Ankra. Il gesto ha innescato immediatamente una vera e propria rissa a bordocampo, nella quale sono state coinvolte varie persone. Insomma, anche gli schiaffi stanno diventando sempre più d’attualità. Ma che esempi vengono trasmessi ai ragazzini se perfino durante la cerimonia degli Oscar, l’attore Will Smith (poi premiato per l’interpretazione del padre delle Williams in “King Richard”), cede alla violenza e schiaffeggia il presentatore in mondovisione? Insomma, di male in peggio.

Negli ultimi tempi, purtroppo, stiamo assistendo ad un’intollerabile escalation della violenza e dell’aggressività in campo e, spesso, le penalità sembrano non sufficientemente adeguate alla gravità degli atti. Ricordiamo tutti la reazione incresciosa di Alexander Zverev ad Acapulco che, dopo aver perso un incontro di doppio, ha colpito ripetutamente e violentemente con la racchetta la sedia dell’arbitro. Sasha poi si è cosparso il capo di cenere ma il male ormai era fatto. Risultato: multa di 23.000$ e sospensione di otto mesi, che diventa però effettiva solo se il giocatore ci ricasca entro l’anno dall’accaduto. Insomma, gli è stato concesso un periodo di prova. Decisione giudicata troppo morbida vista la reazione violenta di Sasha.

E poi Nick Kyrgios. L’australiano recentemente ha dichiarato di aver ritrovato la pace con se stesso dopo un lungo periodo di depressione e, quotidianamente, sui social si mostra sdolcinato con la sua nuova fiamma. Tuttavia, quando le cose vanno male in campo, addio freni inibitori. A Indian Wells, nel match contro Nadal ha insultato gli spettatori e ha scagliato violentemente la racchetta, che per poco non colpiva un raccattapalle. E poi a Miami, nel match contro Sinner, rivolge insulti vergognosi all’arbitro Bernardes. Per i vari incidenti, gli è stata comminata una multa del totale di 60.000$.

Infine l’inaccettabile escalation di Jenson Brooksby. L’americano, a Miami, nel match contro Federico Coria, in preda alla frustrazione e del tutto fuori controllo, scaglia ripetutamente la racchetta, al punto che, all’ennesimo lancio, l’attrezzo colpisce perfino il raccattapalle. In questo caso la squalifica immediata dal campo non è avvenuta (ricordate invece il caso di Novak Djokovic allo US Open 2020?). Ma, come ha precisato Vanni Gibertini in un recente articolo, i tornei dello slam non sono gestiti dall’ATP e il loro regolamento è dunque diverso.

Tuttavia, ecco che l’ATP si vede in un certo senso costretta a dare risposte più decise per tentare di contenere le intemperanze dei giocatori. Come riporta l’agenzia Reuters, il CEO Andrea Gaudenzi ha emanato una circolare interna secondo la quale “per l’imminente stagione sulla terra, il team dell’ATP ha deciso di imporre regole più severe per le violazioni del Codice di Condotta e di effettuare una revisione del regolamento per assicurare penalità appropriate per le violazioni più gravi e le ripetute offese. Abbiamo tutti un ruolo da svolgere per la difesa e l’integrità del nostro sport. I primi tre mesi della stagione hanno visto un’insolita frequenza di incidenti e comportamenti antisportivi, questi episodi gettano un’ombra sul nostro sport. Tale condotta fa male a tutti e veicola un messaggio sbagliato ai fan, soprattutto a quelli più giovani”. Un messaggio importante e doveroso, quello di Gaudenzi.

Con la speranza di non dover più assistere a scene come quelle di Acapulco, Indian Wells e Miami, consoliamoci pensando ai tennisti che invece continuano ad illuminare il tennis, e non solo per come sanno maneggiare una racchetta. E a quei giovani che sanno imparare dai campioni più virtuosi. Carlos Alcaraz, per citare il teenager del momento (ma ovviamente ce ne sono tanti altri), nuova stella del campo e del fair play. Perché Carlito, nonostante i suoi 18 anni, non ha solo stabilito dei record vincendo a Miami, ma ha trionfato anche per sportività, grazie al bellissimo gesto di cui si è reso protagonista nel match di semifinale contro Hurkacz, durante il quale ha fatto rigiocare il punto all’avversario nonostante l’arbitro glielo avesse già attribuito. E poi per le parole rivolte a Ruud durante la premiazione, per l’omaggio al padre venuto a mancare da poco di coach Ferrero… Gesti che mostrano che fra i giovani c’è anche chi sa fare tesoro degli esempi dei luminosi Nadal, Wilander, Federer, Edberg… E che, nonostante tutto, i veri principi del tennis esistono ancora.

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