Montecarlo, parlano i francesi. Paire: "Giocavo meglio quando mi allenavo di meno". Humbert alle prese col vaccino, Bonzi ancora inesperto

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Montecarlo, parlano i francesi. Paire: “Giocavo meglio quando mi allenavo di meno”. Humbert alle prese col vaccino, Bonzi ancora inesperto

L’istrionico Paire dopo il match con Musetti: “Mi alleno duramente, ma in campo avverto troppa tensione”. Humbert: “Alla fine della scorsa stagione i medici ipotizzarono un collegamento con il vaccino”

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Benoit Paire - Montecarlo 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Nel terzo giorno di gare, al Country Club del Rolex Monte-Carlo Masters sono scesi in campo tre tennisti francesi: Benoit Paire (n. 61), Ugo Humbert (n. 48) e Benjamin Bonzi (n. 63). Tutti e tre sono usciti sconfitti dai loro rispettivi incontri di primo turno. Il 32enne di Avignone si è arreso in tre set al nostro Lorenzo Musetti, il talentuoso mancino ha fornito segnali di ripresa – in particolar modo nella seconda frazione – ma alla fine nulla ha potuto contro Pedro Martinez (6-4 7-6, in favore dello spagnolo) ed infine il lucky loser Benjamin Bonzi non è riuscito a superare l’ostacolo del semifinalista a sorpresa della scorsa edizione del “1000” monegasco, vale a dire il britannico Dan Evans (6-0 7-6 per il n. 27 del mondo). Nelle consuete conferenze stampa post match, i tre giocatori d’oltralpe ha rilasciato dichiarazioni molto interessanti.

Benoit ha parlato dei suoi problemi e delle sue difficoltà nell’affrontare i momenti cruciali di un match, toccando anche il tema del differente livello che riesce ad esprimere in allenamento e che puntualmente invece non è in grado di replicare in partita. Mentre Ugo si è soffermato sul finale della scorsa stagione, con tutta la situazione legata al vaccino, per poi concentrarsi sulla scarsa fiducia del 2022 che ha avuto inizio proprio con la positività al COVID riscontrata in Australia. Infine il fortunato Benjamin, entrato nel tabellone principale del Masters 1000 del Principato per la prima volta grazie al forfait di Bautista, ha voluto ricordare come sia ancora poco avvezzo alla terra battuta, sulla quale dice di dover migliorare molto; ma che sicuramente sarà pronto per il prossimo appuntamento.

BENOIT PAIRE

D: Come ti senti dopo questa partita? Il secondo set è stato buono. Stavi davvero facendo una bella battaglia. Hai vinto quel set. Ma poi c’è stato quel turno di servizio dopo aver ricevuto il trattamento al polso. Cosa è successo?

Benoit Paire: “Be’, perdere non è poi così negativo. Quello che mi interessa è quello che faccio nei miei allenamenti. Ieri ho fatto una bella sessione, ma oggi in campo mi sentivo pesante, non riuscivo a muovermi. Questo accade dall’inizio dell’anno. Non appena ho un match point o un break point, sento molta pressione. Non dovrei avere quella pressione, perché ho una lunga carriera alle mie spalle. Non so perché ho questa pressione. Certo mi sono infortunato e dopodiché ho giocato tre partite. Ho avuto anche un’infiltrazione tre settimane fa, ma sono venuto qui e sono stato molto fortunato a poter giocare. E’ stata una bella giornata anche se un po’ ventosa, ma è difficile perché quando gioco una partita, non mi sento bene con me stesso. Non capisco perché, perché mi alleno bene, gioco bene quando mi alleno, ma le partite sono difficili per me“.

D: Puoi spiegare questa tensione?

Benoit Paire: “No, non ho parole per questa situazione. Vedo solo cosa sta succedendo quando ho la possibilità di vincere un punto, che voglia dire set point. Ho bisogno che l’avversario sbagli, altrimenti non riesco mai a chiudere il parziale. In tutte queste ultime partite che ho giocato ero pronto e stavo quasi per vincerle, ma alla fine ho finito per perderle. Ricordo che in Sud America è successo lo stesso. A volte sono in vantaggio 5-4 nell’ultimo set e lo perdo, eccetera, eccetera. 6-2, 5-2 e perdo. A Miami, la stessa cosa. Ne ho perse molte così. Ma quando mi alleno, il mio livello è piuttosto alto. Mi sento sicuro durante l’allenamento. Ma in partita, se riesco a recuperare un break, poi nel mio turno di servizio successivo, commetto tre doppi falli. Nel terzo set del match qui a Montecarlo, tutto dipendeva dal mio servizio. Ho commesso due doppi falli all’inizio e ho perso la partita“.

D: Quando dici che hai una lunga carriera alle spalle, significa qualcosa?

Benoit Paire: “Ho delle ambizioni. Sono felice di quello che sto facendo. Ma vedo solo cosa sta succedendo. Sto facendo molti sforzi, quindi non posso essere criticato per non aver fatto quello che dovevo fare. Mi alleno due volte al giorno. Vado in palestra. Ma puoi esercitarti quanto vuoi. Se non ti senti bene in campo quando giochi una partita, è inutile. Alla fine giocavo meglio quando mi allenavo di meno. Ho sempre odiato perdere, mentre ora quando perdo non mi sento arrabbiato. È piuttosto una delusione. Ieri tiravo forte e correvo durante la sessione di allenamento. Oggi, invece, non potevo neanche correre in campo“.

UGO HUMBERT

D: Suppongo che ci sia molta delusione e frustrazione, specialmente dopo quel secondo set. Hai iniziato bene, stavi dominando, come stai ora che hai perso?

Ugo Humbert: “Dato quello che ho fatto nelle ultime settimane o mesi, nel complesso sono abbastanza soddisfatto del mio livello. Ho potuto esprimere un livello di tennis che non mostravo da molto tempo. Oggi ci sono stati alti e bassi, ma dall’1-0 per lui fino al 5-2 per me ho giocato bene nel secondo set. Stavo cercando di fare un passo in avanti per quanto riguarda la posizione da tenere in campo, purtroppo proprio in quel momento ho perso la concentrazione. Questo perché non ho giocato molte partite. C’è stato quel game di servizio che non ho giocato bene e sono deluso di non essere riuscito a portare l’incontro al terzo set. Congratulazioni a lui, ma ho giocato due buoni set. Ora ricorderò solo il lato positivo di questa partita e cercherò di fare meglio la prossima settimana“.

D: Puoi parlare del fatto che sia la scorsa stagione, che l’inizio di questa ti sentivi molto stanco? Come riesci ora a ritrovare la tua energia e il tuo dinamismo? Come hai gestito la situazione?

Ugo Humbert: “È una sfida molto dura. Ho avuto momenti molto difficili. Ho giocato molte, moltissime partite non sentendomi bene e sento che mi stia mancando la fiducia. Quando mi sentivo bene, ci sono stati alcuni punti in cui non avevo dubbi su come giocarli. Poi, però, ho cominciato a pensare e successivamente ad esitare, quindi è una sfida molto dura ritrovare l’energia e il dinamismo di un tempo. Sto cercando di trovare soluzioni giorno dopo giorno, e cercherò di non pensare a ciò che è successo in passato e di essere solo concentrato sul presente. Questo è quello che ho fatto oggi nel secondo set. Questa è la sfida più grande che devo affrontare in questo momento“.

D: Puoi spiegare la situazione con il vaccino? Sei sicuro che sia stata una brutta reazione al vaccino? La tua comunicazione è stata un po’ vaga. Non sapevamo se fosse per via del vaccino o meno, ma il tuo finale della scorsa stagione è stato rovinato da qualcosa che non è però ben chiaro.

Ugo Humbert: “È molto difficile da spiegare. Non sono assolutamente un medico. Ho fatto tutti i test possibili e non abbiamo trovato nulla. È stato pazzesco. I medici hanno detto che potrebbe esserci un collegamento con il vaccino, ma è stato inutile continuare a cercare, perché non sappiamo ancora abbastanza in merito al vaccino. Ma dieci giorni dopo il mio ritiro a Toronto, ovviamente, avevo giocato molto, ma dopo 45 minuti o un’ora adesso non ricordo con esattezza avevo crampi dappertutto . Per questo a fine stagione è stato molto difficile per me allenarmi. Dopo un’ora ero esausto. Ho dovuto fermarmi per tre settimane. Ho anche preso di nuovo il COVID quando ero in Australia. Penso che il mio corpo non si fosse ripreso abbastanza“.

BENJAMIN BONZI

D: Puoi parlare della partita persa contro Evans?

Benjamin Bonzi: È stato complicato. Avevo bisogno di abituarmi alle condizioni e di entrare in partita fisicamente. Non ti dà nessun ritmo. Con il suo rovescio ti fa giocare molto basso. Ti spiazza continuamente, quindi è difficile leggere il suo gioco. Quindi l’inizio della partita è stato difficile. Non stavo controllando la situazione, viste le condizioni, ma nel secondo set ho potuto essere più presente fisicamente. È un peccato non aver potuto portare la partita al terzo set“.

D: Forse la terra è una buona superficie per te. Hai giocato una buona partita contro Khachanov l’anno scorso, ma non hai molta esperienza in queste condizioni di gioco. Ti piace questa superficie?

Benjamin Bonzi: “Mi piace, ma il passaggio dal cemento alla terra battuta è un po’ difficile. Sono stato su superfici veloci dall’anno scorso fino a prima di Montecarlo senza interruzioni, quindi ho bisogno di un po’ di tempo. Il gioco è un po’ diverso sulla terra battuta e ci lavorerò“.

D: È il tuo primo Masters 1000 qui. Hai dovuto aspettare prima di sapere se potevi entrare o meno. Ti ha dato fastidio o non ci hai pensato?

Benjamin Bonzi: “No, non mi ha dato fastidio, ma avrei preferito qualificarmi subito. Ieri mattina ho saputo che sarei entrato nel torneo e la partita era oggi, quindi ho avuto il tempo di adattarmi. È il mio primo grande torneo sulla terra battuta. Avrei dovuto giocare meglio nelle qualificazioni (era tds n. 1 del tabellone cadetto). Ma sto imparando, e la prossima volta arriverò sicuramente più pronto“.

Il tabellone completo di Montecarlo

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