Amélie Mauresmo e il suo ambizioso Roland Garros: "Voglio che diventi il torneo preferito dei tennisti"

Flash

Amélie Mauresmo e il suo ambizioso Roland Garros: “Voglio che diventi il torneo preferito dei tennisti”

“Spero di essere stata presa per le mie competenze” afferma l’ex tennista francese Mauresmo, seconda donna direttrice di uno Slam

Pubblicato

il

Amelie Mauresmo - Montecarlo 2019 (foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
 

Una nuova vita, una nuova rinascita. Dopo essere stata, in ordine, una tennista, una commentatrice e un’allenatrice ora Amélie Mauresmo è diventata una direttrice di un torneo Slam. Stiamo parlando del Roland Garros ovviamente, l’Open di Francia che dal 31 dicembre l’ha nominata a dirigerlo. “Questo torneo è stata la mia ispirazione. Ho sognato il tennis e deciso di fare la tennista grazie al Roland, sono arrivata qui a 12 anni al centro di allenamento nazionale, era il mio parco giochi ci giocavamo anche a nascondino. La mia carriera qui è stata di alti e bassi, quante emozioni, e poi l’ho conosciuto anche dopo come commentatrice, come allenatrice, come spettatrice. Non credo ci sia qualcuno che conosca questo posto quanto me.

Mauresmo diventa così la seconda donna a dirigere un torneo del Grande Slam dopo la canadese Stacey Allaster allo US Open. Nonostante il traguardo pare non accontentarsi, non l’ha mai fatto: “Sono fiera di questa nomina – dice – è ovvio. Ma spero di essere stata presa per le mie competenze, per quello che posso fare… Mi piacerebbe che questa domanda, ‘che significa una donna alla direzione del Roland Garros’ non servisse più, che si andasse verso qualcosa di più profondamente egualitario“. E il tennis giocato? “Ho smesso quando era giusto (a 30 anni, ndr) fu un sollievo, sapevo che non avrei più vinto quello che volevo, sono felice di averlo fatto“.

Oggi Amélie è madre di due bimbi: Aron di 7 anni, e Ayla di 5. Non si separerà da loro trasferendosi a Parigi, andrà quando serve; sicuramente sarà lì dal 22 maggio al 5 giugno per le due settimane che inaugurano il suo primo Roland, come lo chiama lei, come un vecchio amico a cui vuoi bene anche se è passato tanto tempo. Per lui dice di avere grandi progetti in serbo: “Vorrei vedere le tribune piene di pubblico di giorno e anche di notte! Vorrei un torneo inclusivo, eco-sostenibile, migliorare l’accoglienza dei giocatori e degli spettatori, vorrei portarci giovani e bambini, farli sognare come sognai io il 5 giugno 1983 (quando a trionfare fu l’idolo di casa Yannick Noah, ndr), voglio che il Roland Garros diventi il torneo preferito dei tennisti“.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement