Casper, l’amichevole anfitrione: dietro le quinte con la famiglia Ruud a Oslo

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Casper, l’amichevole anfitrione: dietro le quinte con la famiglia Ruud a Oslo

Il 23enne numero 7 del mondo ha dimostrato di poter evolvere su tutta la linea. Potrebbe essere pronto per l’impresa su un grande palcoscenico?

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Casper Ruud - Montecarlo 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Di Matt Fitzgerald, Tennis.com, 11 aprile 2022

OSLO, Norvegia — In una struttura al coperto di Oslo, Casper Ruud arriva per incontrare papà Christian per la sera della partita. È inverno, quando le condizioni gelide e la brevità della luce diurna costringono i due a passare da una partita di golf tradizionale a una versione virtuale della loro passione comune. Dotato di un nuovo set di bastoni Yonex, Casper toglie la copertura da un legno 3 e si avvia verso il tee.

Il colpo di apertura nel gigantesco schermo del proiettore è appena discreto, per sua stessa ammissione, anche se lascia comunque il giovane Ruud in posizione per attaccare il green. Si toglie il guanto, lo getta di lato e colpisce con un ferro corto. Chiude la buca con un eagle.

Mentre papà Christian reagisce con calma insoddisfazione, Casper si gira con un sorriso affabile sul viso.

“Le dinamiche sono cambiate. Da quando sono entrato nella Top 100, le cose sono state più facili”, mi dice il 23enne con una risatina. “Sto giocando con meno pressione, anche sul campo da golf. “Mi batteva spesso quando ero più giovane. Ma nell’ultimo anno o due, sono migliorato un po’”.

Senza farsi impressionare, papà Christian si affretta a sottolineare che suo figlio ha un vantaggio ingiusto. “Io ho iniziato a giocare quando avevo 18 anni. Lui è più fortunato perché ha una tecnica migliore”, dice con un sorriso ormai familiare. “Quando ha del tempo libero, normalmente giochiamo insieme. Si tratta sempre di una gara e anche a lui piace giocare duro con me. Sono felice di questo”.

Aggiunge Casper: “Mi piace sempre una sfida e nel golf è lo stesso. Ti trovi sempre a gestire te stesso e le tue emozioni. Nel tennis hai solo una frazione di secondo per reagire, mentre nel golf hai diversi minuti tra un colpo e l’altro”.

Dopo aver trascorso una giornata con i Ruud, è emerso un modo ricorrente di interpretare la vita: qualsiasi attività può essere trasformata in una gara, ma conservando sempre quella purezza del bambino che gioca in un cortile. Mentre l’atmosfera scherzosa fa sì che le azioni di Casper rimangano spensierate, il linguaggio dominante è l’incitamento. Sotto tutto questo c’è l’intenzione strategica di mantenere ben vivi i fluidi agonistici all’interno del ragazzo che inizialmente è stato ispirato dal primo trionfo di Rafael Nadal al Roland Garros per poi diventare il più grande talento del tennis norvegese e un potenziale futuro erede al trono di Parigi.

“All’inizio era solo per divertimento e giocavo con i miei compagni di classe. Ma poi più crescevo e più volevo migliorare, aveva detto una volta Ruud al mio collega Kyle MacLelland. “Sognavo di essere un giocatore professionista. Volevo essere in TV un giorno e giocare sui palcoscenici più famosi”.

Dopo un allenamento mattutino, un viaggio in macchina attraverso la città ci ha portato a vedere quanto Ruud sia impegnato a migliorare sotto la guida del preparatore fisico Marcel da Cruz che lo segue da anni. Al Magnat Center, da Cruz ha seguito il suo studente attraverso un’ora di esercizi di flessibilità, movimento e stabilità. Ma quello era solo una parte dell’equazione. Tra estenuanti serie di allenamenti, Ruud e il suo fisioterapista aggiungevano altri tipi di prove: il lancio di un sacco di fagioli, una sfida di colpi di testa calcistici e quello che può essere descritto solo come un adattamento creativo del gioco di basket H-O-R-S-E.

Questi intervalli ludici sono specificamente pensati per creare un’atmosfera produttiva, con l’obiettivo finale di preparare Ruud a sentirsi al meglio fisicamente e mentalmente nei giorni in cui affronterà delle partite. “L’ambiente è diverso dai tornei, ma la struttura è la stessa”, afferma da Cruz. “Casper lo ha capito. È una persona che si dà molto da fare, senza mai cercare scuse”.

La stagione 2021 di Ruud è una prova lampante dell’efficacia di questa formula. Aveva già superato nel 2020 il precedente record di suo padre, ovvero quello di tennista norvegese con il ranking più alto, quando è diventato il primo norvegese a vincere un titolo ATP. L’anno successivo Ruud ha fatto ancora meglio: 5-0 come riuscita nelle finali disputate, tutte a livello di ATP 250, tra cui tre titoli sulla terra battuta in tre settimane consecutive durante l’estate tennistica europea.

Considerato in precedenza soprattutto uno specialista della terra rossa, Ruud ha iniziato a liberarsi rimozione di quell’etichetta raggiungendo per la prima volta gli ottavi di finale di un major agli Australian Open, vincendo il suo primo trofeo sul cemento a San Diego e raggiungendo le semifinali alle ATP Finals di Torino, chiudendo infine il 2021 al numero 8.

“In un certo senso, posso sempre essere considerato lo sfavorito quando gioco sul cemento, afferma Ruud. “È un mix divertente perché ho bisogno di tagliare la palla ancora di più, provare a venire a rete. Cerco sempre di diventare un giocatore migliore”.

Soddisfatto dei suoi progressi su tutta la linea, la terra rimane il cortile di gioco preferito da Ruud, perché mette in risalto la sua rapidità, ma più di ogni altra cosa, il maggior tempo a disposizione per l’impostazione dei colpi consente al suo pesante dritto in topspin di essere un’arma pienamente efficace. È un colpo che Christian ha individuato per la prima volta come un punto di forza durante i primi anni dell’adolescenza di suo figlio, rendendosi conto che con un proficuo impegno, avrebbe potuto eccellere nell’era moderna del tennis maschile, caratterizzata da potenti colpi da fondocampo.

“Si evolve ogni anno. Penso che sia uno dei migliori dritti del tour”, afferma Christian, un ex giocatore che è stato tra i primi 40 del mondo, durante gli anni Novanta. “Questo è stato anche il nostro obiettivo da quando aveva 15, 16 anni. Qualcuno dovrà pur possedere il miglior dritto del mondo. Quindi, proviamo a fare in modo che Casper sia quella persona”.

Il rispetto e l’apertura verso nuove strade sono due tratti che Casper ha acquisito fin dall’inizio, quando ha riposta piena fiducia nel passato di suo padre. Sebbene Christian si vanti della propria natura gentile e della maturità dei suoi tre figli, secondo la moglie Lele, è stata lei a dare un contributo prezioso sotto quest’aspetto nei loro anni di formazione e ribadisce “Sono molto orgogliosa del suo atteggiamento, del modo in cui appare con le persone e arriva attraverso la TV. Io sto più defilata sullo sfondo, ma abbiamo un rapporto stretto. Condivide molte cose. Sono molto felice che sia una persona aperta”.

Su di lui Felix Auger-Aliassime dice “Casper è una grande persona. Si è sempre comportato con molto rispetto e integrità. Come giocatore, è un combattente e ha costruito uno stile di gioco molto consistente. Si merita di essere dov’è ora. Ho moltissimo rispetto per il lavoro che ha fatto”. Si unisce anche Stefanos Tsitsipas nel dire “Ha uno dei colpi più pesanti del circuito. Ha acquisito molta esperienza e consistenza. È uno che copre molto bene il campo e usa molti accorgimenti tattici nel suo gioco”.

Grigor Dimitrov condivide a entrambe le opinioni. “Penso che la continuità sia la chiave principale per quello che ha conseguito l’anno scorso. Nessun dubbio su questo. E’ stato in grado di confermarsi. Casper è diligente nel suo lavoro. Quindi gli va dato atto. Questo lo rende molto pericoloso”.

Per più di un decennio, Ruud ha collaborato con il consulente tecnico Oivind Sorvald per apportare modifiche basate sulle analisi di filmati video. Né Sorvald, né tanto meno Christian, credono nella necessità di grandi cambiamenti, e preferiscono piuttosto concentrarsi sul rinforzo positivo, identificando piccoli aggiustamenti da mettere in atto.

“Casper è un tipo visivo”, dice Sorvald. “Si tratta di capire quando intervenire, in modo tale che lui possa trasferire le abilità acquisite nel suo gioco.”

Come ogni giocatore di alto livello, Ruud mira a entrare nel ristretto gruppo dei vincitori dei Major. Il prossimo passo sarà passare dal successo nei tornei minori a quello dei palcoscenici più prestigiosi del tennis, dato che a oggi Ruud vanta solo un modesto bilancio di 14–13 nei tornei dello Slam. Non ne ha avuto l’occasione lo scorso gennaio, quando un infortunio alla caviglia subito durante una sessione di allenamento, lo ha messo di fronte a una decisione difficile: giocare gli Australian Open all’80 -90 per cento, rischiando maggiori danni, oppure ritirarsi preventivamente. Ha scelto quest’ultima opzione.

Guardando gli Australian Open da Oslo, Ruud ha ricevuto un grande stimolo dall’impresa compiuta da Nadal, il quale dopo aver saltato cinque mesi della stagione 2021 a causa di un infortunio al piede sinistro, ha conquistato il suo ventunesimo titolo Slam, record assoluto per il tennis maschile, all’età di 35 anni e rimontando da due set sotto, finendo col battere Daniil Medvedev in cinque ore e 24 minuti.

È fonte di ispirazione. Penso che tutta la sua carriera sia stata incredibilmente motivante per gli appassionati, i giocatori, e tutte le persone che nel mondo lo guardano”, ha detto Casper, ospite frequente della Rafa Nadal Academy, collegato da Buenos Aires attraverso la piattaforma Zoom. “Se ti capitasse di incontrarlo per strada, non potresti immaginare di aver di fronte un vincitore di 21 titoli Slam, perché è molto umile e non si monta mai la testa. Prende sempre sul serio ogni partita e ogni giorno”.

Quando ha ripreso la sua stagione 2022 a Buenos Aires, Ruud si è svegliato dopo la sua prima partita sentendosi meglio del previsto e ha concluso la settimana con una vittoria, aggiudicandosi la finale contro Diego Schwartzman. Sono affiorati i ricordi della sua vittoria, avvenuta due anni prima, quando se ne andò dalla capitale Argentina con in tasca il suo primo titolo a livello ATP, un momento preceduto da una sconfitta al primo turno in cinque set agli Australian Open e da un blocco di allenamenti intensi nella natia Oslo.

“Quando sono costretto a saltare un torneo, a causa di un infortunio, o se perdo subito, cerco sempre di motivarmi per capire cosa è andato storto. In effetti, penso che sia una delle mie qualità migliori come giocatore. Quello che è successo in Australia [ndr nel 2022] mi motiverà a fare bene nei prossimi tornei dello Slam e negli altri tornei a livello ATP, dove avrò altre occasioni”.(Avrebbe poi raggiunto la sua prima finale di un Masters 1000, nientemeno che sul cemento, al Miami Open)

Ruud è intraprendente, determinato nella sua strada verso il successo, con una notevole energia intorno a lui. Se il pioniere norvegese riuscirà a trovare la maniera di trattare la pressione che sente nei tornei dello slam come se stesse trascorrendo una giornata sul campo da golf con suo padre, il Roland Garros un giorno, sarà un parco giochi governato da un amichevole anfitrione, di nome Casper.

Traduzione di Massimo Volpati e Andrea Canella

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