José Mourinho, il capo-popolo della Roma giallorossa avvistato al Foro Italico

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José Mourinho, il capo-popolo della Roma giallorossa avvistato al Foro Italico

Il tecnico portoghese presente, questo pomeriggio, nell’impianto degli IBI per seguire il connazionale Joao Sousa

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Roma caput mundi, in questi giorni la definizione latina della capitale italiana calza a pennello e non solo perché da oggi ha preso il via con le qualificazioni (qui il resoconto delle tenniste azzurre impegnate nel primo round) la settantanovesima edizione degli Internazionali BNL d’Italia; – che entrerà nel vivo nella prossima settimana con la presenza dei migliori giocatori e delle migliori giocatrici del panorama tennistico mondiale – ma anche per via del fatto che sono giornate di estasi per la Roma giallorossa dopo la qualificazione alla finale della prima edizione della Conference League, che ha ridato lustro alla città da un punto di vista sportivo riemettendola sulle prime pagine di tutti i quotidiani di genere del pianeta, avvenuta giovedì sera grazie al successo nella sfida di ritorno per 1-0 contro il Leicester. Un traguardo storico per la Magica, dato che l’AS Roma ritorna nell’ultimo atto di una competizione europea dopo 31 anni (finale della Coppa Uefa 1990/1991, persa contro l’Inter). Inoltre, per comprendere l’importanza mastodontica di questo risultato basti pensare che nella sua storia il club della ‘Lupa’ ha vinto un solo titolo continentale: la Coppa delle Fiere del ’61, manifestazione soppressa dieci anni dopo il trionfo. Mentre può vantare, come massimi posizionamenti ottenuti, nelle due principali competizioni europee per club; due finali. Oltre a quella già citata, raggiunse la finale della Coppa dei Campioni nella stagione ‘83/’84 – sconfitta ai calci di rigore per mano del Liverpool allo Stadio Olimpico.

Dunque il 25 maggio a Tirana la Roma proverà ad alzare il suo primo vero trofeo fuori dai confini nazionali, contro la squadra olandese del Feyenoord. Il principale protagonista di questa cavalcata europea, nonché l’uomo a cui vanno conferiti i maggiori meriti per il percorso svolto, è senza ombra di dubbio José Mourinho. Un capo popolo, un uomo in missione capace di riportare l’amore per il romanismo e che adesso andrà a caccia del suo quinto titolo europeo, (nell’ottava finale) puntando ancora una volta, come ci ha tenuto a rimarcare nel post qualificazione all’atto conclusivo della coppa, sulla famiglia che si è creata con tutto l’ambiente. Il 59enne di Setubal dopo la sbornia emotiva di giovedì e dopo aver condotto l’allenamento mattutino in vista della prossima gara di Serie A – prevista per lunedì in trasferta contro la Fiorentina – ha approfittato di un pomeriggio di relax per godersi un po’ di tennis presso il Foro Italico, accompagnato dal fido Nuno Santos (membro del suo staff da tanti anni e preparatore dei portieri nella sua esperienza capitolina). E’ stato prima intravisto, ben incappucciato per proteggersi dalla pioggia, sul Campo 4 a seguire il match di primo turno delle quali femminili tra l’italo-svizzera Susanne Bandecchi e la giapponese Misaki Doi. Successivamente lo Special One si è spostato sul campo adiacente per gustarsi la partita del suo connazionale Joao Sousa – vincitore con lo score di 6-2 6-4 sulla tds n. 9 del tabellone di qualificazione Mackenzie McDonald -. Al termine dell’incontro il tecnico portoghese ha salutato e si è complimentato per il successo con il n. 82 ATP e con il suo coach Frederico Marques. Naturalmente in molti lo hanno riconosciuto e fermato per svariati autografi e selfie. Ma probabilmente ciò che avrà fatto più sorridere Mourinho – ed anche piacere – è il virgolettato di un tifoso giallorosso che bloccandolo gli ha detto “Mister a Tirana magnamoseli”. Questo episodio goliardico fa capire pienamente come il pluripremiato allenatore abbia già vinto, facendo breccia nei cuori romanisti, pronti a seguirlo sempre e comunque come si conviene ad un capo-branco.

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