WTA Roma, Iga Swiatek: "Surreale vincere così tanti tornei. Con Barty sarebbe stato più difficile"

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WTA Roma, Iga Swiatek: “Surreale vincere così tanti tornei. Con Barty sarebbe stato più difficile”

Le parole della numero uno del mondo dopo la sua seconda vittoria al Foro Italico: “Ecco perchè ho pianto dopo il match point”

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Iga Swiatek - Roma 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
Iga Swiatek - Roma 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
 

Per il secondo anno di fila la campionessa di Roma si chiama Iga Swiatek: la polacca liquida agilmente Ons Jabeur in finale, vincendo il quarto 1000 su quattro quest’anno, e dimostrandosi di un livello nettamente superiore alla media. Si presenterà al Roland Garros da grandissima favorita. Ecco le dichiarazioni rilasciate dalla numero uno del mondo nella conferenza stampa dopo la vittoria al Foro.

Domanda: Quali sono i tuoi sentimenti riguardo alla vittoria di Roma per la seconda volta? Cosa provi in questo momento?

Iga Swiatek: “Non lo so. È piuttosto difficile descriverlo perché vincere tutti questi tornei consecutivamente è qualcosa di surreale. Credo che la chiave sia stata quella di continuare a fare le cose che facevo prima. È piuttosto strano perché potresti pensare che in ogni torneo ci vuole, non so, qualcosa in più. Ma sono abbastanza felice del mio gioco solido. Sono stato in grado di giocare bene e migliorare anche durante il torneo. Ricordo come l’anno scorso sia stato difficile all’inizio, anche quest’anno è stato un po’ difficile abituarsi alla superficie, quindi sono solo orgogliosa di me stessa, onestamente“.

D: La reazione dopo aver trasformato il tuo match point. Raccontaci cosa ti passava per la mente e perché hai sentito che quella era la reazione emotiva di cui avevi bisogno.

Swiatek: “Ho solo sentito un enorme sollievo. Inoltre non è facile giocare contro Ons. Mi sentivo come se ogni game fosse davvero serrato. Lei ha giocato benissimo a tennis, soprattutto cambiando il ritmo nel secondo set, è stata piuttosto intelligente. Risalire da quella situazione di 0-40 nel secondo set (sul 4-2 e servizio, ndr) è stato emotivamente anche duro. È stato difficile per me cambiare le modalità per essere più concentrata e giocare allo stesso modo in cui avevo giocato prima. Mi sono sentita sicuramente sollevata perché il secondo set è stato davvero una lotta molto dura dal punto di vista fisico. Alla fine ero abbastanza stanca, e sono davvero felice di aver potuto farcela con tutta la pressione e le aspettative che c’erano. Penso che per questo ho avuto quella reazione“.

D: Ogni volta che vinci un torneo provi queste emozioni? Vederti piangere è stato piuttosto particolare. Perchè pensavamo che ormai sei abituata a vincere.

Swiatek: “Non è qualcosa a cui ti abitui. Perchè ogni partita è dura. Anche se può sembrare facile, non lo è mai; dietro c’è sempre una dura preparazione e una certa pressione. Il minuto dopo che vinci un match, nella tua testa inizia già quello successivo in questi tornei dove si gioca tutti i giorni. Sì, questa è stata forse la reazione più intensa che ho avuto ultimamente. Va bene così, è stata una settimana con tante pressioni e molto stress, va bene essersi lasciata andare”.

D: Dicci come gestirai tutte le aspettative andando a Parigi. Ti aiuta aver vinto questo torneo a Roma un anno fa, forse sperimentato alcune di quelle emozioni e aspettative?


Swiatek: “Onestamente, farò le cose come le ho fatte qui, anche in altri tornei. Di sicuro sarà un po’ più difficile con tutte le pause che avremo tra le partite, ma mi piace anche il ritmo che abbiamo nei Grandi Slam. Ancora una volta, proverò a farlo passo dopo passo, pensando solo al prossimo match come ho fatto con questi tornei. Se lo tratterò come qualsiasi altro torneo, penso che andrà bene e sarò in grado di tenere questa strada“.

D: Quando parli di pressione, è più quella che ti mettono da fuori tutti quelli che parlano di te e della tua serie di vittorie o quella che ti metti tu stessa?

Swiatek: “Prima era soprattutto pressione interna, pressione creata da me stessa. Giusto ora va un po’ meglio perché ho accettato un po’ di cose. So già di aver fatto delle cose fantastiche in questa stagione, quindi io sento di poter giocare liberamente e non pensare di dover vincere alcuni tornei o vincere delle partite. Quest’anno, la pressione che metto sempre su me stessa, è un po’ più bassa. Di sicuro le aspettative intorno sono più alte, ma non ho mai avuto problemi a non pensarci. Inoltre sto acquisendo esperienza in questo“.

D: Cosa ti ha detto (Jabeur) quando vi siete abbracciate a rete?

Swiatek: “Lei mi ha detto di non piangere. Io le ho detto, ma i tuoi drop-shot mi hanno ucciso (sorridendo). Ons [Jabeur, ndr] è davvero una bella persona. Sta dando quell’atmosfera positiva nel Tour che mancava, quindi è bello”.

D: Hai detto che la tua famiglia non era qui. Vorrei chiederti se sono coinvolti nella crisi dei rifugiati provenienti dall’Ucraina in Polonia e se altre giocatrici hanno aderito alla tua proposta di giocare con i nastri per la pace di cui avevi parlato qualche mese fa?

Iga Swiatek: “So che molte giocatrici hanno giocato con dei nastri contro la guerra dall’inizio del conflitto, quando tutto il trambusto era un po’ più rumoroso. Perché adesso mi sono resa conto che alcune di loro hanno smesso di utilizzarlo e questo è qualcosa di piuttosto strano perché c’è ancora la guerra, ci sono persone che ancora soffrono. Io lo indosserò fino a quando la situazione non migliorerà. Non capisco, o meglio capisco il perché di questa inversione di rotta. Tutto ciò fa anche parte del modo in cui funzionano i media. All’inizio c’è tanta agitazione, poi la cosa si calma un pò. Speriamo che i tennisti saranno più solidali. Per quanto riguarda la mia famiglia, sta bene. Di sicuro la guerra colpisce un po’ di più la Polonia, rispetto ad altre nazioni. È qualcosa che non posso provare sulla mia pelle, non sto vivendo quell’esperienza. In questo momento sono continuamente in viaggio per l’Europa. Mentre prima, quando la guerra è iniziata, sono stata negli Stati Uniti per molto tempo.Però, sì, so che la situazione è difficile. Sono consapevole che i polacchi siano importanti per accogliere tutti gli ucraini che sono fuggiti dal loro Paese. Ho anche intenzione di supportare e sostenere concretamente l’impegno della Polonia, attraverso delle iniziative, con la speranza che qualcosa cambi. Questo è anche uno dei miei obiettivi in questo momento, oltre a quelli relativi alla mia carriera. So che ne avevo parlato già da molto tempo. Ma solo ora posso rendere ufficiale questa notizia. Io di sicuro voglio mostrare il mio sostegno al popolo ucraino, come ogni altra persona polacca sta facendo nel nostro Paese”.

D: Hai ricevuto, di recente, un messaggio di congratulazioni da parte di Ash Barty? Pensi a volte, che se lei non si fosse ritirata, tutto per te sarebbe stato molto più difficile? Ti è mai capitato di pensarlo oppure no?

Iga Swiatek: “Beh onestamente sì, mi è capitato di pensarlo. Sono assolutamente consapevole che se Ash [Barty, ndr] fosse ancora in Tour, sarebbe stato molto più difficile e complicato poter vincere partite e tornei. Quando ha deciso di ritirarsi, ho avuto la forte ed immediata convinzione di possedere il miglior tennis nel Tour in questo momento; ed è stato su quello che mi sono concentrata. Questa mia convinzione interna mi ha dato un sacco di motivazione. Ad esempio, per migliorare nell’analisi del mio gioco e renderlo così più completo. Di sicuro, con lei ancora in gioco, sarebbe stato più difficile. Ma ci sono delle ragioni ben precise, alla base della sua volontà di smettere. Penso che sia giusto che tutti rispettino la sua decisione, di voler iniziare un nuovo capitolo della sua vita. Di sicuro mi manca in Tour, perché mi è sempre piaciuto guardarla giocare, per via del suo gioco; ma anche per la sua forza mentale. Proprio su questo aspetto, in campo, dimostrava sempre una superiorità rispetto alle avversarie che incontrava”.

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