⚠️ Warning 2X24: Una seconda e imprevedibile seconda settimana di Roland Garros tanto che c'è Rafa in finale, pensate un po' ?

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⚠️ Warning 2X24: Una seconda e imprevedibile seconda settimana di Roland Garros tanto che c’è Rafa in finale, pensate un po’ ?

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Noi ci avevamo quasi creduto che Zverev avrebbe vinto il primo set, quattro set point consecutivi nel tiebreak ci sembrava un margine rassicurante, invece a Rafa sono bastati un paio di punti dei suoi per “vincere un set da fenomeno”, così hanno detto almeno in telecronaca. A noi Zverev sembrava aver perso il set da idiota.

Una volè non impossibile messa lunga e una veronica di rovescio giocata come se fosse un colpo mai eseguito prima, tanto che darà fiato a Panatta per criticare questi nuovi giovani almeno fino al 2025, in aggiunta a colpi direzionati proprio dove Rafa aspettava, oppure una manifesta incapacità di giocare dritti stretti o di avere una mano decente nei recuperi di smorzata, eh ma il tennis femminile signora mia.

La partita è finita là, almeno per quanto ci riguarda, anche perché Sascha e Rafa nel secondo parziale si sono messi a giocare come Sara Errani e Irina Begu, doppi falli e una serie di break infiniti. Dopo due ore di gioco stavano ancora 2-1 al secondo, dopo tre ore ancora doveva finire il secondo set. Sergi Bruguera sugli spalti pensava solo a una pistola. Poi però, quando c’era aria di tiebreak, Sascha è caduto male a terra e si è fracassato la caviglia. Rafa è accorso sul luogo del misfatto con calma e si muoveva come gli umarell quando guardano gli operai in cantiere.

Zverev è rientrato in campo con le stampelle, e quindi tutto si è ammantato di tristezza, però ci ha permesso di uscire di casa alle 18 e 20, not too bad direbbe Djokovic. Conseguenze di tutto ciò? Rafa in finale per la 14esima volta, 13 vinte lo sapete benissimo. Daniil Medvedev tornerà numero 1 il 13 giugno, Sascha sarà numero due.  

A questo punto però potrebbe esserci la svolta horror, proprio come nella quarta stagione di Stranger Things, che stufa di giocare con i fumetti e gli anni ‘80 ha preso la piega Nightmare anni ‘90. E quindi MARIN CILIC. Il croato è arrivato in semi al Roland Garros con il vessillo della NATO, spazzando via i russi Medvedev e Rublev. L’unica semi Slam che mancava nel palmares di questo gran giocatore è proprio quella di Parigi.

Mariano lo sapete benissimo come funziona: ogni tanto gli prende il matto, fa due settimane da paura e arriva in fondo agli Slam. Uno lo ha vinto, US Open 2014, due volte ha perso due finali e tutte e due le volte perchè era praticamente rotto, e già qui vediamo i tifosi di Roger andare a cercare l’unsubscribe (nella motivazione mettete pure Lesa maestà così vi contiamo); magari Roger li avrebbe vinti uguale, chissà, ma intanto questo rimane. Ad ogni modo Mariano sta giocando un gran tennis, sbaglia poco, Ubaldo lo apprezza molto e anche in conferenza stampa glielo ha fatto notare. I risultati di Cilic, che è stato anche 3 ATP e ha vinto la Coppa Davis, sono una roba di straordinaria importanza. Perché sono stati raggiunti mentre i mammasantissima di questo sport si distraevano dalle vittorie quindici giorni l’ANNO, a essere generosi, e praticamente mai insieme. Coordinavano le “ferie”, così da lasciare praticamente zero agli altri, costretti a fare i “matti” per quindici giorni per arrivare a vincere un major.

Ah, ci sarebbe anche Ruud, oramai una certezza del rosso, bravo pure a regolare Holger Rune, che per quanto ci riguarda è la cosa più vicina a Marat Safin dai tempi di Safin, appunto. Chi vince fra questi due? Boh, ma tanto è indifferente, no?

Sera e notte con Rafa e Nole

Non sappiamo voi, ma noi verso le undici e mezza ci siamo stufati. Belli i primi due set, livello assurdo, fisicità ai massimi, il tennis come la boxe, il duello, i più arditi magari avranno usato anche la parola epica, insomma: quello che volete, solo che a una certa pure dei malati di tennis come noi si stufano. Perché Noval il terzo set non l’ha giocato appena ha capito che era compromesso, tanto mica perdeva? Ecco spiegata l’inutilità del ⅗, anche quando c’è una partita del genere, per molti la più bella possibile, pensa come sono abituati. Quattro ore di partita, ma chi ha 4 ore per fare una cosa nella vita

Uno si mette alle nove di sera davanti al divano, inizia a vedere la partita. Magari ha cenato, forse meglio cenare durante così si ammazza il tempo. Si fanno le undici, i figli dormono, moglie quasi, anche cane e gatto che stavano davanti la TV muoiono di sonno intorpiditi da quell’infinito e sincopato scambiare da fondo campo. Sono le prime vittime. Noi resistiamo tenaci. A mezzanotte apriamo il frigorifero, così, senza tante pretese, giusto per sgranchire le gambe. In lontananza sentiamo Rafa coi soliti gridi ad ogni dritto e rovescio. Guardiamo l’orologio, è l’una di notte e ancora non è finita. Decidiamo che il quinto set proprio lo saltiamo. Ma Djokovic risparmia qualche ora di sonno ai tifosi suoi e di Rafa. I die hard fan. A metà tiebreak spegniamo e andiamo a letto indignati, ci siamo cascati ancora.

Noi siamo gente malata, così dice moglie, tennisti che giocano i campionati a squadre delle mezze pippe e che a volte fra gioco e tifo stiamo 6,7 ore sul campo. Ma 4 ore di fila per vedere una cosa noi non le abbiamo mai. Per noi si deve giocare due su tre, tre ore di match massimo, come per i film ma giusto se li fa Scorsese, che pure lui ha rotto: accorcia Martin che ci viene sonno.

Su questa cosa molti non saranno d’accordo, che si tengano pure i cinque set con un paio di questi buoni, tre se gli dice bene, poi tanta inutilità di gioco. Eh però l’epica. Ah vabbè allora.

La sessione serale di Parigi inizia alle nove, quella del Foro Italico alle sette e mezza e si gioca due su tre, due partite direte voi ma una non conta niente rispondiamo noi. Gli spalti non erano pieni anche per Rafa contro Nole, invece quando stavano giocando Cilic e Rublev verso le undici la gente ha deciso che era meglio andare per locali che vedere un altro paio d’ore di quella roba. Clarey del New York Times, uno che abbiamo visto essere intervistato a Roma da giornalisti nel classico inception del tennis scritto, dice che il primo anno di Mauresmo come direttrice non è andato bene, “fra night session e scarso accesso dei giornalisti ai giocatori”. Ah ecco, lui è abituato a intervistare Federer in macchina, ecco perché quindi Amelie non è stata brava. La sessione serale è stata un mezzo fallimento quando ci sono stati match importanti, nessuno si è lamentato quando hanno giocato Gaston e Rune, anche perché a vederli erano in dodici visto che c’era Real Madrid Liverpool là vicino. Qualcuno dice: devono giocare le donne di sera, altri rispondono che “le loro partite durano troppo poco”. Basta abbassare i prezzi del serale e rendere accessibile il tennis a tutti, ma capiamo che i signori dei diritti TV preferiscono avere 4 ore di Rafa Nole in TV, che di solito si spengono da sole se uno non preme i tasti del telecomando. 

Su Iga Swiatek non c’è niente da dire, non ricordiamo gli slam vinti da Serena Williams nel suo momento migliore ma forse l’americana perdeva qualche game in più per strada. Pegula ha raccolto cinque game nei quarti, Kasatkina ha fatto peggio: tre game vinti, e lei era quella che per qualcuno aveva il gioco vario per mettere in difficoltà Iga, certamente. Il problema, a nostro modesto avviso, è che per contrastare Swiatek serva anzitutto un’atleta, una che corra e colpisca bene, servirebbe poi pure il servizio e vabbè ci siamo capiti, attualmente non ci sono giocatrici del genere. Ash dove sei, ci manchi.

Ogni volta che Camila Giorgi vince due partite di fila partono le analisi. E anche le speranze. Capirete che dopo la vittoria su Aryna Sabalenka, il prototipo perfetto della tennista muscolosa incapace di colpire una seconda palla di servizio in kick e cercare una variazione che una alle mazzate da fondo campo su ogni palla, per Giorgi si era parlato anche di possibile arrivo in fondo al tabellone. Brividi. Poi è bastata un’onesta tennista come Daria Kasatkina a batterla. La russa ha ricordato a Camila che il tennis è anche uno sport di intelligenza, che in campo si gioca anche secondo il gioco dell’avversario. E quindi palle alte, lente, ogni tanto un rovescio in back, variazioni al servizio. Tanto è bastato per mandare in tilt Camila, che ha giocato come al solito. Bum bum bum 6-2 6-2 e andiamo a vedere Instagram, che ora ha aggiornato il layout e quindi c’è da studiare per il nuovo piano editoriale.

Martina Trevisan ha vinto dieci partite di fila arrivando fino alla semifinale del Roland Garros, ha fatto pure meglio dell’edizione 2020 quando si fermò ai quarti. Si è guadagnata le attenzioni di tutti quelli a cui si scalda il cuore quando vedono il tricolore, capirai con l’Italia che zompa i mondiali si saranno detti di buttarsi sul tennis.

E quindi con Berrettini e Sinner che fanno a gara a chi gioca di meno ecco che a costoro non è parso vero di arrivare al venerdì del Roland Garros con Martina. Che vabbè il sorriso e i problemi, come se gli altri non li avessero, però quanto urla Martina. Anche dopo aver colpito la palla, tanto che Gauff si è lamentata dopo due game. Poi l’americana ha preferito concentrarsi sul match, palla alta e al centro, per non dare angolo. Tanto è bastato. Vediamo se Martina, che lascia il torneo come numero uno azzurra, darà seguito a queste performance. Ma anche non lo facesse, per noi ha svoltato visto che avrà un ranking che le eviterà le qualificazioni, quindi potrà partecipare anche lei a pieno titolo al grande gioco del tennis femminile di livello pro, nel quale a parte Iga chiunque può vincere una partita contro chiunque. Bellissimo, no?

Su Coco Gauff poco da dire rispetto a quando l’abbiamo scoperta. Sta crescendo fisicamente, sembra una grande atleta; il tennis è quel che è: buon rovescio, dritto onesto e mano da carrozziere. Pare basti per fare una finale Slam. Però: Coco ha 18 anni e quando c’è stato da scrivere sulla telecamera ha siglato con un “peace, end gun violence”. Diciotto anni, praticamente gli stessi che Roger, Rafa e Novak hanno passato a fare cuoricini, scrivere ciao mamma, forza Milan, Hala Real e buon compleanno nonnina. Capite la differenza?


E a voi come piace l’ottavo di finale?

Eh ma voi parlate male dei giornalisti, non si trattano i colleghi così, non si può dire più niente al giorno d’oggi, vabbè i titoli non li fa il giornalista. Incredibile la capacità del giornalismo di oggi di flirtare con la fregna appena è possibile: viva gli stereopi di genere, viva il grande giornalismo. Rimane una sola domanda: ma se ‘sta roba della Stampa si paga, per Warning quanto dovremmo chiedere?

(A margine mettiamo che mentre Trevisan vinceva le partite qualche altro giornalista si è vantato di averla scoperta illo tempore, eh vabbè ognuno si eccita come può. Nel messaggio di rivendicazione hanno scritto però che il dritto di Martina ricordava quello di SAMPRAS. Ce lo ricordavamo diverso ‘sto Sampras).


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