Il pittore della carta stampata: il ricordo di Gianni Clerici

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Il pittore della carta stampata: il ricordo di Gianni Clerici

Proponiamo di seguito l’articolo scritto da Steve Flink – Hall of Fame del Tennis nel 2017 – in ricordo del suo collega, amico, maestro Gianni Clerici

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Pubblichiamo di seguito la traduzione del ricordo scritto in memoria di Gianni Clerici dal giornalista americano Steve Flink per la Tennis Hall of Fame, di cui Steve fa parte proprio come il compianto Gianni.

È scomparso l’Hall of Famer Gianni Clerici, un celebre giornalista italiano i cui “500 anni di tennis” sono ampiamente considerati il ​​libro definitivo sulle origini di questo sport attraverso il primo secolo di competizioni. Clerici è stato inserito nella International Tennis Hall of Fame nel 2006 in riconoscimento dei suoi immensi contributi al tennis come giornalista, storico e telecronista televisivo. Aveva 91 anni e viveva a Bellagio, in Italia, quando è morto. Oltre al suo lavoro di scrittore, Clerici era un collezionista d’arte, che ha accumulato una collezione personale accuratamente curata di arte ispirata al tennis dal 17° secolo al 21° secolo.

La squisita collezione comprende dipinti, sculture, arti decorative e altro, da cui più di 30 pezzi sono stati recentemente acquisiti dall’International Tennis Hall of Fame. Questi pezzi sono ora esposti nell’International Tennis Hall of Fame Museum, dove gli appassionati di tennis possono divertirsi esplorando lo sport attraverso l’occhio unico di un appassionato esperto di tennis e premuroso collezionista d’arte. Scrittore e conduttore televisivo prolifico, Clerici ha contribuito a un’ampia gamma di pubblicazioni per più di sei decenni ed è stato una figura popolare in televisione. Conosciuto per il suo immenso talento e la sua personalità distintiva, Clerici ha intrattenuto il pubblico in onda e ha tenuto i lettori completamente immersi con i suoi reportage fantasiosi e le sue eccellenti capacità di narrazione. “Gianni è stato un grande scrittore che è stato rubato dallo sport del tennis in un certo senso perché era un artista che sapeva scrivere di qualsiasi cosa“, ha detto il suo collega italiano di lunga data Ubaldo Scanagatta. “La sua descrizione colorata dei giocatori era unica. Gianni scriveva storie che migliaia di persone a cui non importava molto del tennis avrebbero amato perché era un pittore della carta stampata“.

Il suo contributo come giornalista iniziò nel 1951. Scrisse per un quotidiano nazionale chiamato Il Giorno che aveva sede a Milano per 25 anni. In seguito è entrato a far parte dell’importante quotidiano La Repubblica di Roma, per il quale ha scritto per più di trent’anni. Gli articoli di Clerici non sono mai stati così intrisi di statistiche come molti dei suoi colleghi scrittori. Piuttosto, Clerici è stato uno straordinario interprete della scena tennistica. Spesso si fidava delle proprie impressioni rispetto a quelle dei giocatori e quell’indipendenza era una caratteristica centrale del suo lavoro. In qualche modo, Clerici ha trovato il tempo per esplorare ogni forum a sua disposizione come comunicatore, comprese riviste e molti libri. La sua illuminante biografia dell’icona francese Suzanne Lenglen, “La Divina”, è stata una delle opere più importanti di Clerici, lodata dai letterati per la ricchezza delle sue intuizioni e la chiarezza che ha portato alla narrazione di una campionessa singolarmente avvincente che ha trasformato il mondo del tennis femminile. La ricerca di Clerici è sempre stata completa, in particolare in “500 anni di tennis”, che è stato salutato come un capolavoro da molti altri dotti critici del gioco. Clerici ha riportato i suoi lettori al XIV secolo e li ha portati negli anni ’70 nella sua ampia panoramica storica sull’evoluzione del tennis. Nel libro, Clerici è stato in grado di svelare l’emergere delle prime racchette e palline e altri sviluppi affascinanti.

Nel frattempo, Clerici ha scritto numerosi altri libri sul gioco, di cui due sull’istruzione. Nonostante la sua profonda dedizione al giornalismo tennistico, Clerici si è anche affermato come illustre drammaturgo ed è stato premiato in tale veste per il “La Miglior Opera del 1987” in Italia chiamato Ottaviano e Cleopatra. Ha anche scritto molte altre opere teatrali, un certo numero di romanzi e persino alcune poesie. Giovanni Emilio “Gianni” Clerici è nato il 24 luglio 1930 a Como, in Italia, dove ha vissuto per gran parte della sua vita. Da ragazzo, ha sviluppato un’affinità per il tennis ed è stato un giocatore junior di successo. Conquistò due titoli nazionali di doppio Juniores nel 1947 e nel 1948, oltre a raggiungere la finale di singolare nel 1950. Poco più che ventenne, Clerici ha gareggiato nel singolare maschile a Wimbledon, disputando il tabellone principale nel 1953 e apparendo in doppio su quegli stessi prati britannici un anno dopo. Per quanto possa aver giocato, Clerici è nato per far parte del suo amato sport in un modo diverso. Clerici era una forza creativa magistrale, un supremo paroliere quando teneva in mano un microfono o controllava una tastiera e, in definitiva, un artista diverso da chiunque altro nel mondo giornalistico del tennis.

Traduzione di Matteo Beltrami

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