ATP
ATP Stoccarda: un buon Murray basta per risolvere l’enigma Bublik. Ora la sfida contro Tsitsipas
Un Andy a tratti in buon spolvero batte un Bublik troppo effimero. Il greco concede qualcosina all’inizio ma niente di più contro lo svizzero. Fuori Hurkacz, avanza Kyrgios

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Cade una testa di serie, ma da qui a definire una sorpresa il risultato del match di più atteso di questo giovedì alla Mercedes Cup, ce ne passa. Infatti Sir Andy Murray, ex n.1 al mondo, ha avuto la meglio su un giocatore mai scontato come Alexander Bublik, vincendo una partita ricca di capovolgimenti di fronte nel secondo set, in cui si sono susseguite giocate da bollicine, che solleticano il passato glorioso. 6-3 7-6(4) in 1h e 43 per lo scozzese, che a tratti ha anche messo in mostra quel rovescio che tanti ha piegato nel corso degli anni, e che neanche le frustate e le carezze di Bublik, come sempre troppo prigioniero di sé stesso e dei suoi dubbi amletici, hanno saputo smussare. I dritti e i servizi di Stefanos Tsitsipas hanno invece smussato eccome le bollicine di Dominic Stricker, giovane svizzero che interpreta benissimo l’erba (l’anno scorso quarti di finale qui a Stoccarda), ma un po’ troppo leggero ed ebbro del rischio per certi avversari. 6-3 6-4 il punteggio a favore del greco, che dopo qualche game di adattamento ha ingranato al massimo nel resto del match, mostrando anche ottima copertura a rete, eredità probabilmente dei tanti match in doppio. Torna dunque la vittoria sull’erba per Tsitsipas, che mancava dal 20 giugno 2019 contro Chardy al Queen’s, torneo di casa del suo avversario di domani, appunto Andy Murray. Tra i due un solo precedente, con 5 set e tante polemiche allo scorso US Open, vinto in rimonta dal greco. Spettacolo assicurato dunque per il match di cartello dei quarti di finale.
A.Murray b. [7] A.Bublik 6-3 7-6(4)
Annulla palla break nel quarto game il kazako, sfruttando il servizio e il dritto e iniziando a mostrare un po’ del solito funambolismo. La chiave di lettura dovrebbe essere sfruttare la battuta e gli attacchi, dato che lo scozzese (fisico permettendo) sullo scambio da fondo ha qualcosina in più. Ma il primo break del match, nel sesto gioco, è a favore di Murray: passaggio a vuoto di Bublik, che butta via una smorzata e regala anche un doppio fallo, tanto per gradire. Sir Andy scarta il regalo, sfruttando le solite turbe del kazako (che si innervosisce e produce un evitabilissimo turpiloquio in russo), e tentando la fuga nel set, a suon di regolarità e semplicità. Alla fine il primo set viene vinto dal giocatore forse non più brillante, ma certamente più costante.
Punteggio di 6-3 a favore di Murray, che giocando semplice e pazientando riesce a pescare qualche errore di Bublik e qualche colpo incisivo anche da parte sua (però l’ultimo punto dell’ottavo game vinto dal kazako andrebbe rivisto un paio di volte, così per ricordare la qualità del suo braccio).
Nel secondo set il break per Murray arriva già nel terzo gioco, ma sarebbe meglio dire che Bublik si “suicida” tra doppi falli ed errori, in un game in cui ha giocato quasi solo lui, mettendo ace o vincenti quando non ha sbagliato, ma all’ex n.1 al mondo basta rispondere profondo e vicino alle righe per una mano all’autolesionismo del kazako. Dal canto suo è bravo però a rimettersi subito in rotta Bublik, accelerando da fondo e sfidando Murray ad attaccare: e proprio sulla palla break una buona discesa a rete dello scozzese vede un grandissimo passante, con la palla che pizzica la riga. Il livello del match, e in particolare di Sascha Bublik, si è alzato sensibilmente: ogni scambio è un susseguirsi di variazioni e smorzate, che non sempre Murray riesce a gestire, e infatti addirittura il n.42 al mondo si porta avanti nel set con il break nel sesto gioco, strameritato.
Eppure sembra quasi ci sia in Bublik l’incapacità di vincere: prima ci sono due set point annullati da Murray in un game fiume, poi Sascha al momento di servire per il set subisce il break a 0 giocando un paio di smorzate che con gentilezza si potrebbero definire “sconsiderate”, e Sir Andy ringrazia. Alterna sempre più luci e ombre Bublik, con le prime che si vedono specie al servizio, in luogo di un Murray che sta gradualmente salendo di aggressività e pesantezza, giocando anche qualche smorzata in più a rendere pan per focaccia (e annulla anche un altro set point, con buona collaborazione dell’avversario). L’esperienza e la costanza vengono fuori prepotentemente nel tie-break, che si rivelerà essere poi decisivo, vinto 7 punti a 4 da Sir Andy, per quanto il mini-break fatale sia stato un altro evitabile errore di Bublik, che avesse messo un po’ più di concentrazione su alcuni punti avrebbe quantomeno meritato il terzo set. Esce soddisfatto invece Murray, che forse non avrà sempre brillato, ma ci ha sempre creduto. La sfida a Tsitsipas sarà certamente interessante.
[1] S.Tsitsipas b. (Q) D.Stricker 6-3 6-4
Il tennis erbivoro di Stricker, fatto di gran servizi, specie da sinistra, ma soprattutto di attacchi e ottimo dritto, gli procura due palle break nel quinto game, dove Tsitsipas ricorre a un’arma da sfruttare su queste superfici per annullarle: doppio serve and volley, con la chiave per lui di attaccare il rovescio dello svizzero, quindi sul lato destro, essendo mancino. Questo riesce al n.5 del mondo, che sfrutta la palla break conquistata gestendo bene da fondo e passando appena può sugli attacchi dell’avversario; Dominic cerca fin dal servizio di prendere l’inerzia dello scambio, ma il greco inizia a prendere le misure, limitandone l’aggressività. Chiude 6-3 un rapido primo set Tsitsipas, ricorrendo al servizio per tenere lontano Stricker e andare in vantaggio. Un parziale con un bel tennis, adatto alla superficie, rapido e spumeggiante a tratti, che ha incoronato semplicemente il giocatore più bravo ed esperto.
Si apre il secondo set con un break Tsitsipas, col greco incisivo con il proprio dritto, che ha una pesantezza al di fuori della portata di Stricker, a cui va però riconosciuto sempre il coraggio di attaccare, specie sulle seconde dell’avversario. Ma Tsitsipas non solo nei colpi di scambio, ma anche con il servizio, lascia ben poco spazio all’avversario. Vende cara la pelle fino alla fine però Stricker, volendo spostare tutta la pressione sul servizio del greco, chiamando a raccolta la potenza anche sulla seconda. Poco male, serve giusto un game in più per chiudere il match per la tds n.1, in controllo dall’inizio alla fine, con un minimo di difficoltà solo sulle due palle break nel quinto game del primo set, che però ha quasi sfruttato come campanello d’allarme per alzare il livello del gioco contro un avversario che ha dato il suo massimo, confermandosi una possibile mina vagante di questa stagione sui prati. E, a proposito, chissà che Tsitsipas non riesca finalmente a cogliere risultati anche a Wimbledon.
Nella parte alta del tabellone eliminate due teste di serie: Hubert Hurkacz, semifinalista lo scorso anno a Wimbledon, è stato sconfitto in 3 set da Marton Fucsovics 7-5 6-7(7) 6-3 il punteggio finale. Meno sorpredente la vittoria dell’imprevedibile Nick Kyrgios ai danni di Nikoloz Basilashvili 6-7(4) 6-4 6-3. Sui prati Nick rimane sempre un giocatore da evitare. L’ungherese e l’australiano si sfideranno dunque venerdì nei quarti di finale
Il tabellone completo dell’ATP 250 Stoccarda
ATP
ATP Miami: impresa Sinner, batte Alcaraz e vola in finale
Tre ore di grande tennis all’Hard Rock Stadium di Miami mandano Jannik Sinner alla sua seconda finale Masters 1000. Seconda sconfitta stagionale per il n. 1 Alcaraz.

(da Miami il nostro inviato)
[10] J. Sinner b. [1] C. Alcaraz 6-7(4) 6-4 6-2

Volendo esagerare un poco, ma nemmeno tantissimi, si potrebbe dire che Jannik Sinner ha dominato la semifinale del Miami Open presented by Itaú contro il n. 1 del mondo Carlos Alcaraz, considerando tutte le chance avute nel primo set poi perso al tie-break. Infatti la vittoria in tre set di Sinner è arrivata dopo aver ceduto per 7-4 il tie-break del primo parziale nel quale era stato in vantaggio per 4-1 leggero, aveva avuto sulla racchetta lo smash per andare a due palle del 5-1, e poi, dopo aver annullato un set point sul 5-6 (per la verità omaggiatogli con un doppio fallo da Alcaraz), era andato in vantaggio 4-2 nel tie-break commettendo poi due errori piuttosto banali sul proprio servizio.
Poi Sinner ha dato prova di grande maturità, tenendo il controllo dei nervi e del suo gioco, approfittando del calo di tensione di Alcaraz all’inizio del secondo set per andare in vantaggio, e non si è innervosito nemmeno quando quel diavolaccio di spagnolo ha rimontato subito sul 2-2.
Certamente bisogna segnalare che verso la fine dell’incontro, giocato per oltre un’ora a ritmi siderali, Alcaraz ha palesato qualche problema muscolare che lo hanno certamente limitato, ma d’altra parte la condizione fisica fa parte di ciò che è necessario a un tennista per prevalere, e oggi Sinner si è dimostrato certamente il migliore nella giornata.
PRIMO SET – Siccome è stato Sinner a perdere l’ultima partita tra i due, è lecito aspettarsi che sia lui il primo a cambiare qualcosa. Nei primi due turni di battuta fa 11 su 12 di prime, dopo che a Indian Wells era rimasto sotto il 50% in tutta la partita. E sulle seconde di Alcaraz è sempre a rispondere con i piedi nel campo. La tensione di inizio match per l’altoatesino si esaurisce nei quattro diritti sbagliati nel primo game che lo fanno andare ai vantaggi, e la sua pressione su Alcaraz si fa subito sentire. Lo spagnolo esordisce nel quarto game con un doppio fallo, con due gratuiti da fondo si trova 15-40, e quando il suo diritto in recupero vola oltre la riga di fondo Sinner e il suo angolo esplodono in giubilo per il break del 3-1.
Sinner gioca benissimo, Alcaraz è chiaramente scosso dalla partenza dell’italiano, si inguaia sulla battuta sul 15-30, ma quando ha sulla racchetta la chance per due palle del 5-1, Sinner mette in rete uno smash non impossibile, e la partita cambia direzione. Alcaraz tiene un game da 12 punti nel quale commette anche un doppio fallo, ma senza concedere palle break.
Un neonato in tribuna piange e strilla a pieni polmoni, ma è l’unico a non divertirsi, soprattutto quanto i due mettono in scena uno scambio di 25 colpi da cineteca con tutti i colpi del campionario tennistico e chiuso da un passante di rovescio incrociato stretto di Sinner che lascia Alcaraz a terra. Ma la percentuale di prime di Sinner cala, Carlitos si esibisce in una delle sue splendide demi volée, e quando tocca a Sinner giocarne una simile la palla finisce in rete e il break di vantaggio svanisce.
Con paio di magie in pallonetto Alcaraz impatta sul 4-4, ma Sinner non si scompone e ricomincia a macinare punti sul suo servizio per il disappunto dello spagnolo, che tira una pallata di stizza attraverso il campo, e anche per il disappunto del pubblico, chiaramente in gran parte favorevole ad Alcaraz.
Sul 5-5 è invece Alcaraz a spingere in risposta per andare sullo 0-30, si procura due palle break e sulla seconda chiude una volée di diritto colpita nemmeno troppo bene ma comunque vincente. Sinner rimane agganciato al set azzannando le seconde di Alcaraz, e la tattica paga dividendi perché dopo che Jannik si è mangiato una volée a campo aperto sul 30-30, Carlitos commette doppio fallo sul set point e finisce per perdere la battuta rimandando la soluzione del set al tie-break.
È Sinner ad andare avanti per primo, approfittando di un errore di Alcaraz per il 4-2, poi però commette due errori che gli costano il parziale: sul 4-3 mette una palla corta senza senso in mezzo alla rete, e sul punto successivo sbaglia un diritto da fondocampo dopo che Alcaraz aveva rimandato un pallonetto difensivo atterrato nell’ultimo metro di campo.
Lo spagnolo questa volta non ha bisogno di altro e chiude il set dopo 77 minuti di gioco infilando gli ultimi cinque punti consecutivi.
SECONDO SET – La lunga durata del primo set ha messo a dura prova il pubblico americano che durante i primi giochi del secondo parziale svuota per metà gli spalti. Durante questa pausa fisio-gastronomica degli spettatori succede che Sinner strappa subito il servizio a un Alcaraz in calo adrenalinico dopo il rush finale della prima frazione, e poi consolida sul 2-0, ma il vantaggio è di breve durata, perché al successivo turno di battuta l’intensità di Sinner si affievolisce, arriva anche un doppio fallo e alla terza palla del controbreak un errore di diritto rimette tutto in parità.
Si procede seguendo i servizi con un’intensità leggermente minore, ma sempre con una qualità di gioco elevatissima. Il tema principale è la grande aggressività dei due sulla seconda dell’avversario, e spesso anche sulla prima. Alcaraz risponde sempre a tutto braccio, sempre in spinta, indipendentemente da come sia il servizio dell’avversario. E Sinner non gli è da meno, anche se sulla prima rimane leggermente più indietro.
Sul 3-4 l’altoatesino viene fuori da un game complicato rimediando a un paio di errori di direzione sui suoi attacchi con delle buone battute, cancellando sue palle break che avrebbero mandato lo spagnolo a servire per il match. Alcaraz non reagisce bene alla mancata occasione: sul 4-4 inizia il turno di servizio con un doppio fallo, poi gioca una palla corta di rovescio lungolinea senza troppo senso, e con due errori di diritto cede la battuta a zero con Sinner che così si trova a servire per il set. Carlitos allora cambia qualcos’altro, estrare dalla sua immensa faretra un’altra arma e comincia a togliere ritmo sulla “diagonale rovescia” con colpi tagliati e bassi. Sinner risponde bene, si prende il 30-15 con un passante di rovescio lungolinea appoggiato nel “sette” e dopo due ore e 12 minuti si va al terzo set.
TERZO SET – Nell’intervallo Alcaraz prende la sua borsa e va a cambiarsi d’abito mentre Sinner rimane in campo a fare saltelli per rimanere caldo e concentrato. Passano quasi 10 minuti tra la fine del secondo set e l’inizio del terzo, e mentre Alcaraz è fuori dal campo il cronometro viene pure fermato sull’1:01 in attesa del ritorno dello spagnolo. Non una novità, ma quando accade è sempre il caso di segnalarlo.
I volti scuri di Juan Carlos Ferrero e del resto dell’angolo del n. 1 del mondo venivano spiegati alla ripresa del gioco: Alcaraz gioca un game di peste, cede il servizio a “quindici” con quattro gratuiti e nel gioco successivo prende un ace senza quasi muoversi, dando segno di avere un principio di crampi alla gamba destra.
Sullo 0-2 gioca un game in grande libertà e riesce a tenere agevolmente la battuta, ma mentre il suo team prepara una bevanda energetica per reintegrare i sali minerali persi ci si rende conto che il match potrebbe precipitare da un momento all’altro. Sinner disputa un game esemplare tenendo la prima a tre quarti velocità e angolata per far spostare Alcaraz, e quest’ultimo sbaglia quattro risposte.
Lo spagnolo modifica leggermente il servizio a causa del problema muscolare e prova ad adattare il suo gioco alla nuova situazione, va sotto 0-30 e poi comunque riesce a rimanere aggrappato al suo turno di battuta. Sinner si impappina servendo sul 3-2, commette due gratuiti che omaggiano Alcaraz della palla del 3-3, ma Carlitos mette in rete la risposta su una seconda a 87 miglia orarie di Sinner. Jannik trova comunque il 4-2 e si aggrappa al game successivo durante il quale Alcaraz chiede tutto l’aiuto del pubblico dopo aver chiuso la volée del 40-30, ma due ace esterni e un tuffo per evitare il contropiede non gli bastano per evitare il doppio break. Infatti due sanguinosi doppi falli consecutivi, seguiti da un errore su un diritto anomalo lo condannano al 2-5.
Un diritto incrociato vincente dopo tre ore e un minuto di gioco pone fine a questa splendida partita e manda Jannik Sinner alla sua seconda finale qui al Miami Open e nei tornei Masters 1000.
L’ultimo atto del torneo lo vedrà dunque opposto a Daniil Medvedev, che lo ha sconfitto nella finale dell’ABN AMRO Open di Rotterdam poche settimane fa nell’ultimo dei cinque confronti diretti tra i due, tutti andati ad appannaggio del tennista russo.
Questa affermazione garantisce a Sinner il ritorno alla posizione n. 9 della classifica mondiale, suo best ranking finora, che potrebbe però migliorare in caso di vittoria nel torneo quando si isserebbe addirittura al n. 6.
ATP
ATP Miami: discontinuo ma cinico, Medvedev batte Khachanov ed è in finale
Khachanov prova a prendere l’iniziativa ma Daniil prende il controllo del match nei momenti importanti: affronterà Sinner o Alcaraz

[4] D. Medvedev b. [14] K. Khachanov 7-6(5) 3-6 6-3

Fra alti e bassi, errori e blackout, un discontinuo ma cinico Daniil Medvedev ha la meglio su Karen Khachanov, amico-rivale che ha disputato un match coraggioso, tentando di spezzare la ragnatela del suo avversario, riuscendoci, per altro, soprattutto nel secondo set; Ma non basta: Daniil raggiunge la prima finale a Miami, Karen manca il ritorno in top ten. L’avversario del numero cinque del mondo verrà deciso stanotte nel nuovo capitolo della recente ma promettente saga Sinner-Alcaraz.
Primo set
Prima semifinale del Miami Open. Nel giorno dell’annuncio della revoca del bando a Wimbledon, in campo due tennisti russi: Daniil Medvedev, in striscia positiva (se si esclude la finale contro l’intoccabile Alcaraz ad Indian Wells) dal torneo di Rotterdam, parte nettamente favorito contro l’amico Karen Khachanov, tornato dopo anni a battere un top ten (23 le sconfitte consecutive dalla vittoria a Bercy 2018 su Djokovic) e di nuovo a ridosso dei primi dieci dopo la recente semifinale slam in Australia. Daniil è in vantaggio 3-1 negli h2h, l’ultimo quest’anno ad Adelaide. Chi vince trova Jannik Sinner o Carlos Alcaraz, in campo nella notte italiana.
Dopo umide giornate di pioggia, il clima di Miami sembra quasi apprezzabile (al 62 per cento l’umidità). E sembra Khachanov il giocatore in grado di approfittare delle favorevoli condizioni climatiche: la testa di serie numero 14 si procura subito due palle break, ma Medvedev è bravo ad annullarle con i primi due ace della partita. I suoi turni al servizio rimarranno macchiati da qualche sbavatura, mentre intonsi saranno quelli di Khachanov, che tiene a zero i primi tre. Escluse alcune magie (non andate a buon fine) da parte di Medvedev, è calma piatta sul centrale, finchè sul 3-4, con le palle nuove, la striscia di Khachanov si interrompe all’improvviso: all’improvviso Daniil si accende, intrappola Karen nella sua tela, e basta qualche seconda che il numero cinque del mondo si prenda tutto il braccio, si procuri due palle break e si trovi a servire per il primo set.
Come si accende in un attimo, basta poco perché l’attenzione di Medvedev cali: un doppio fallo e un nastro sfortunato non arridono al campione dello US Open 2021, che si fa recuperare immediatamente il vantaggio, mancando fra l’altro un set point sul quale commette un doppio fallo. Ora Khachanov prova a sciogliere la trama del suo avversario, prende più volte l’iniziativa e tiene con autorità i turni successivi, nonostante l’esasperata difesa di Medvedev: è tiebreak. Qui fa tutto Daniil: si prende un minibreak, lo getta via con un errore di rovescio, se lo riprende e infine, nonostante il coraggio e i tentativi di Khachanov, chiude 7-5 dopo un’ora e due minuti. I numeri sono a favore di chi rincorre: 75 percento di seconde palle contro il 33 dell’avversario, addirittura tre punti in più, ma chi passa a condurre è col suo solito cinismo Medvedev, che ora si dirige verso il bagno dove sosterà per ben sette minuti e mezzo.
Secondo set
Il toilet break, in realtà, sembra favorire Khachanov piuttosto che Daniil: Il vincitore di Parigi Bercy 2018 parte forte, brekkando a 15 Medvedev, scomparso dal campo (a volte letteralmente: la telecamera fatica a inseguire le sue stoiche difese). La tattica del logoramento non sortisce più alcun effetto su Khachanov, che ora esce in maniera relativamente agevole dallo scambio: dopo i primi tre giochi in cui vince 12 punti su 15, Karen tiene il suo avversario a debita distanza, sia nel punteggio che dalla linea di fondo, e chiude in breve tempo, senza particolari patemi ed in completo controllo, per 6-3. Si va al terzo e decisivo set. Medvedev è chiamato a riaccendersi un’altra volta.
Terzo set
Il buon momento di Khachanov continua anche in apertura di terzo set: subito palla break nel game d’apertura, ma Medvedev alza le percentuali al servizio e suggella col nono ace un game molto complicato. È la svolta: i turni di battuta di Khachanov sono ora un lontano ricordo di quelli del primo set, e, probabilmente accusando la stanchezza fisica e mentale a cui il suo avversario l’ha inevitabilmente condotto, concede due palle break e con ben tre gratuiti perde il servizio e torna a inseguire. Per la prima volta, Medvedev è davvero in controllo della partita: i suoi game di battuta seguono trame predefinite e, nonostante alcuni caparbi colpi di coda di Khachanov in scambi da venticinque punti, il numero cinque chiude 6-3 e dopo due ore e diciassette si qualifica per la quinta finale consecutiva. Un Khachanov sfinito ci prova fino all’ultimo punto ma alla fine si avvicina alla rete con il sorriso sportivo dello sconfitto. Chiunque vinca stanotte, sarà una bella finale.
Sinner in semifinale: la diretta Facebook di Luca & Vanni
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ATP
ATP Miami, Eubanks: “Sono passato al rovescio a una mano per imitare Federer, ma ora non lo rifarei”
Il giocatore statunitense entra nei primi cento del mondo grazie al quarto di finale raggiunto a Miami: “Ora so che posso stare a questi livelli”

La conferenza stampa di Christopher Eubanks dopo la sconfitta contro Daniil Medvedev che ha interrotto la sua corsa nei quarti a Miami: l’americano commenta così la settimana migliore della sua carriera. I quarti di finale raggiunti nel Masters 1000 gli permettono l’ingresso nei primi 100 giocatori del mondo per la prima volta in carriera e si sa che questo rappresenta un traguardo fondamentale nell’ottica del prize money e dell’ingresso nei tabelloni principali di molti tornei ATP.
IL MODERATORE: Partita dura oggi, ma come ci si sente? Come rifletti sulla settimana?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Nel complesso, è dura parlare subito dopo una partita, una partita che perdi. Ma facendo un passo indietro, è stata una settimana da sogno per me. Iniziando con le qualificazioni, cercando solo di ottenere una vittoria, cercando di trovare un po’ di slancio. Sono stato in grado di farlo. Nella partita contro Coric ero sotto di un set e un break. Ripensandoci, ora essere seduto qui è piuttosto surreale. Nel complesso sono soddisfatto del risultato ovviamente. Non vedo l’ora di avere, si spera, altri momenti come questo”.
D. Cosa tiri fuori da questa partita in termini di aumento di livello? C’erano opportunità che non hai davvero colto, e poi sembrava che ogni piccolo errore fosse punito da lui.
CHRISTOPHER EUBANKS: “Ovviamente il peso degli errori viene amplificato quando si affronta qualcuno come Daniil. Quindi piccole cose come, opportunità perse, o il modo in cui è andato il primo punto nell’ultimo game, ho avuto un po’ di indecisione, non ho inseguito la pallina, pensavo fosse fuori ma ha rimbalzato dentro. Sapevo di essere nei guai quando l’ho visto preparare il rovescio. Quelle sono opportunità che forse in alcuni tornei in cui ho giocato in passato non mi sembravano un grosso problema, perché è come se potessi uscire dai problemi con una buona prima di servizio, ma contro Daniil è un’altra cosa. Penso che sia quel salto di livello per cui sai che ogni piccola pausa sarà punita”
Q. Eri al servizio, poi la pioggia ha ritardato tutto, e poi sei tornato, e lui ti è saltato addosso. Cosa è cambiato?
CHRISTOPHER EUBANKS: Ha apportato alcune modifiche tattiche. Ho iniziato ad entrare in campo sulla mia seconda di servizio, penso sia una delle cose più importanti. Ovviamente ho potuto guardare Daniil per anni e ho visto tonnellate di video anche prima di questa partita. Non mi è dispiaciuta la mia seconda di servizio. Mi piace il mio kick sulla seconda di servizio. È alto quasi 2 metri con uno dei migliori rovesci del mondo, quindi ti mette dei dubbi. Quando ho visto il suo aggiustamento tattico, ho iniziato a cercare di indovinare un po’. La mia percentuale di prima di servizio è scesa, e non è mai una buona cosa quando giochi contro un avversario che risponde bene come lui. Una volta che la percentuale della prima di servizio ha iniziato a diminuire, ha apportato modifiche alla seconda per avvicinarmi al campo. Ma al game successiva mi ha breakkato. Lui è noto per essere uno dei giocatori più intelligenti del tour. Questa è la sua reputazione, e posso capire perché, sa trovare quei piccoli aggiustamenti che servono a gara in corso. Poi se il match prende una piega del genere, inizia a darti un po’ fastidio. Penso che sia quello che è successo dopo la sospensione per pioggia. Poi, onestamente, iniziato il secondo set, mi sentivo come se stessi giocando abbastanza bene, anche se mi ha breakkato, mi sentivo come se stessi giocando nel modo giusto”.
D. In vista della partita, su quali altre partite che avevi giocato hai riflettuto per prepararti ad affrontare qualcuno del suo livello?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Non proprio. Non ce ne sono state molte — voglio dire, ho giocato con Casper Ruud a Indian Wells, ho giocato con Jannik Sinner agli US Open. Diversi stili di gioco. È davvero difficile — non credo che nessuno in tour giochi davvero come Daniil. È difficile poter dire con chi ho giocato che può servire così e non sbagliare una palla dalla linea di fondo. Non capita così spesso. Daniil è un giocatore speciale”.
D. Ho visto sui social media che hai avuto il supporto dei tuoi amici, il supporto anche di altri tennisti. È qualcosa che pensi ti motivi ad andare oltre? O cos’altro pensi che ti motiva?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Non dirò che mi motiva ad andare oltre, ma è sicuramente bello averlo. Penso che soprattutto ricevere supporto dai tuoi colleghi sia probabilmente una delle cose più interessanti. Avere altri giocatori con cui ho giocato che mi contattano per congratularsi con me e dire di andare avanti, piccole cose del genere, sono quelle che probabilmente significano di più perché è come, wow, questi sono ragazzi con cui passo probabilmente più tempo che con la mia famiglia. Li vedo spesso, siamo in competizione l’uno contro l’altro, stiamo tutti lottando per la stessa cosa e si sono presi il tempo per mandarmi un breve messaggio solo per congratularsi. Mi piace pensare di avere una discreta quantità di motivazione ora, e penso che il successo probabilmente è più una motivazione ora. Ho dimostrato di poter giocare a questo livello. Mi sono sempre chiesto se il mio servizio fosse abbastanza buono, se il mio diritto fosse abbastanza buono, se mi muovo abbastanza bene, se posso colpire al volo, per competere con i ragazzi più forti. Ora che lo so, questo è più un fattore motivante per me a continuare. Ma non direi che il supporto è una forza trainante. È certamente carino, ma non direi davvero che sia così”.
D. Qual è la più grande differenza tra il Chris Eubanks del primo giorno di qualificazioni e quello di oggi?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Ora so che posso competere con alcuni dei migliori giocatori del mondo. Mi sono già allenato con dei giocatori davvero forti, ma è sempre diverso quando li affronti in una partita vera e propria. Penso che ora la convinzione per me sia più grande, perché l’ho visto, so che posso farcela, e penso che questa sia probabilmente la differenza più grande. Penso che da qui in poi, io avrò un’aspettativa più alta da me stesso e una fiducia ancora maggiore”.
D. La tua nuova classifica cambierà il tuo programma per la stagione. Come vedi il resto della stagione? Cosa devi migliorare per salire ancora?
CHRISTOPHER EUBANKS: “In teoria il piano era quello di giocare i Challenger in Corea per tre settimane fino alla fine di aprile. Ma quando ho iniziato a progredire in questo torneo, abbiamo iniziato a dire, va bene, aspettiamo e parliamone dopo il torneo. Ora devo valutare. Dobbiamo ancora parlarne. Probabilmente ne parleremo oggi o domani. Penso che la scadenza per il primo torneo su terra battuta sia lunedì prossimo. Quindi dovremo cercare di prendere una decisione abbastanza rapidamente. In termini di cose che devo migliorare, penso che stia solo continuando a fare quello che ho fatto negli ultimi forse circa sette, otto mesi. Penso che sia stato allora che ho davvero iniziato a giocare a un livello diverso. Penso che il momento chiave è stato quello degli US Open, a cui mi sono qualificato, ho ottenuto la mia prima vittoria del Grande Slam, da lì ho iniziato a mettere insieme alcune settimane davvero, davvero buone. Penso comunque che ogni area del mio gioco possa migliorare. Posso sempre migliorare il mio servizio, posso migliorare i miei movimenti, e così via Non c’è una cosa reale da individuare. Nel complesso, sto solo continuando la progressione per migliorare il mio gioco nel suo insieme”.
D. Una domanda sul tuo rovescio. Non molti giocatori americani hanno un rovescio a una mano. Hai sempre avuto il rovescio a una mano?
CHRISTOPHER EUBANKS: “No, ho iniziato che colpivo con due mani su entrambi i lati fino all’età di circa nove o dieci anni. Poi sono passato al diritto a una mano. E verso i 14 anni sono passato a un rovescio a una mano. Se potessi rifare tutto da capo, non so se manterrei quella decisione. Ci sono pro e contro. Ovviamente con il rovescio a una mano, hai molta varietà con lo slice, puoi aprire il campo, colpire un po’ più di angolo. Ma quella palla sopra le spalle, amico, con una mano sola è un po’ difficile colpirla. Lo farò funzionare. Proverò a rendere il rovescio a una mano il più efficace possibile. Abbiamo scherzato molto con i miei amici quando sono passato al rovescio a una mano. Volevo farlo perché amavo Federer. Ora vado da mio padre, e gli chiedo: perché mi hai permesso di farlo? Non avevi pensato che gli avversari mi avrebbero semplicemente tirato palle sopra la spalla per tutta la mia carriera?”