La settimana Challenger promuove ai quarti Cecchinato e Brancaccio

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La settimana Challenger promuove ai quarti Cecchinato e Brancaccio

Francesco Maestrelli invece sta aspettando, con l’ombrello aperto, di sfidare Arthur Fils

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Tennis Umago Croatia Open, ATP 250, Marco Cecchinato, 21 Luglio, 2021. Foto Felice Calabro’
 

Non si può dire che Marco Cecchinato abbia particolarmente faticato nell’esordio del Challenger 80 di Luedenscheid (cittadina di 75.000 abitanti nel Nord Reno Westaflia) contro il malcapitato rumeno Nicholas David Ionel (n.311 ATP). Il doppio 6-0 con cui l’ha liquidato in appena 37 minuti parla chiaro. Qualche grana in più gliel’ha procurata nel turno successivo il padrone di casa Timo Stodder (n.433 ATP) che alla fine si è dovuto arrendere 7-6(4) 6-4, pur avendo avuto le sue occasioni. Il primo set fila via liscio fino al 5-5 senza break, con due occasioni per Ceck e tre per Stodder. Poi improvvisamente il match, a tratti sonnolento, diventa frenetico e in pochi minuti succede un po’ di tutto. Il tedesco ottiene a sorpresa il break e va a servire per il set, ma il Ceck, punto sul vivo, concede la replica immediata, rimandando ogni decisione al tie-break. In cui chiude l’avversario nell’angolo e non gli concede alcuna chance. Stodder accusa evidentemente il colpo perché nel secondo parziale sembra pensare più alle occasioni perdute che non a una tattica di gioco. Così nel quinto gioco concede il break decisivo e da quel momento l’unica occasione in cui vedrà da vicino il Ceck sarà quando andrà a rete per stringergli la mano. Nei quarti Marco se la vedrà con il vincente tra lo slovacco Filip Horansky (n.191 ATP) e il promettentissimo 18enne serbo Hamad Medjedovic (n. 395 ATP). Il ragazzo gioca molto bene, anche se bisognerebbe contare fino a dieci prima di parlarne come dell’erede di Novak Djokovic.

Al Challenger 80 di Malaga Roberto Marcora, che in febbraio aveva annunciato il ritiro, si è invece ripresentato improvvisamente in campo a Wimbledon dove ha giocato le qualificazioni (sconfitto da Radu Albot) e poi è venuto in Spagna a giocare il Challenger. Con intenzioni serie perché ha addirittura superato un turno, tra l’altro non banale, contro lo slovacco Lukas Lacko (4-6 6-4 6-4) per poi cedere al forte ispano/canadese Steven Diez 6-3 6-4. Ci fa sorridere il fatto che con Roberto avevamo ormai concordato un’intervista per parlare della sua carriera, ora dovremo, come minimo, aggiungere un altro capitolo.

Al Challenger 50 di Troyes (60.000 abitanti, capoluogo del dipartimento dell’Aube) Raul Brancaccio raggiunge i quarti superando sempre in rimonta Tristan Lamasine (4-6 6-4 6-3) e Daniel Michalsky (5-7 6-4 6-2). Nei quarti lo aspetta lo spagnolo Nikolas Sanchez Izquierdo (n.271 ATP), un 23enne catalano che a noi piace ma che finora ha ottenuto molto meno di quel che ci si poteva aspettare (sei Futures tra il 2019 e lo scorso febbraio). Dovremo aspettare venerdì per sapere se Francesco Maestrelli andrà a fargli compagnia. Infatti in terra di Francia piove a dirotto e in questo momento ci sono 13 gradi…se volete rosicare un po’. Il tennista pisano ha eliminato all’esordio lo svizzero Johan Nikles 6-1 7-5, dopo aver superato due turni di qualificazioni non banali. E adesso morde un po’ il freno, consapevole che, in caso di vittoria contro il francese Arthur Fils, gli toccherà sicuramente il doppio turno.

Si giocava anche sulla terra battuta di Cali (Colombia) dove, senza italiani in gara, il torneo si è già allineato ai quarti di finale. Torneo che presentava un’entry list piuttosto modesta con il cileno Tomas Barrios Vera (n.129 ATP) che non ha onorato la sua prima testa di serie fermandosi già al secondo turno, sorpreso dall’argentino Roman Andres Burruchaga (n.354 ATP), noto più che altro per essere il figlio di Jorge. Calciatore di non particolare lignaggio che però, nella finale mondiale del 1986, fu puntuale all’appuntamento con il passaggio di Diego Armando Maradona che lo consegnò alla storia. Con lui ai quarti di finale Facundo Mena (n.160 ATP) che, da seconda testa di serie, cercherà di far valere il grado, insidiato dal coreano Yunseong Chung, dal serbo Mijlian Zekic e dal brasiliano Rodrigues Alves, in ordine crescente di preferenza.

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