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Reading: Wimbledon: Jannik Sinner, un tennista così a 20 anni non l’abbiamo mai avuto. Sono stati 2 match in uno
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Editoriali del DirettoreFlash

Wimbledon: Jannik Sinner, un tennista così a 20 anni non l’abbiamo mai avuto. Sono stati 2 match in uno

I Championships dovrebbero aver spazzato via le perplessità sul suo conto. Lui e Berrettini, che fortuna per il tennis italiano. Peccato che Sinner e Djokovic non abbiano giocato al meglio nello stesso tempo

Last updated: 06/07/2022 19:04
By Ubaldo Scanagatta Published 06/07/2022
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10 Min Read
Jannik Sinner - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)
Jannik Sinner - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)

Jannik ha perso, ma evviva Jannik. Un giocatore così a 20 anni non l’abbiamo mai avuto. So quel che dico. Lui ci ha fatto sognare la vittoria più importante di sempre di un tennista italiano a Wimbledon contro un supercampione. E ciò dovrebbe bastare per applaudirlo con tutto il cuore e l’entusiasmo che merita.

È vero che questo era “solo” un match di quarti di finale e che Pietrangeli qui ha fatto semifinale (1960) e Berrettini finale (2021), ma nessuno di loro due aveva battuto lungo il cammino un giocatore con lo status di Djokovic.

Non lo ha battuto nemmeno Jannik, alla fine, quindi il discorso va rimandato a tempi migliori. Ma quando uno è capace di giocare così, sia contro Alcaraz sia contro Djokovic, a soli 20 anni, anche se non ancora per tre ore e mezzo, beh merita certamente fiducia e non solo rispetto. Se poi Berrettini avrebbe potuto fare ancora meglio, nessuno può saperlo. Ma avere due giocatori così è una vera grande fortuna, lasciatevelo dire da chi per 40 anni non ne ha visto uno di questo livello.

SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio

Il modo in cui Sinner ha giocato per un set e mezzo – dall’1-4 e palla break per l’1-5 del primo set fino al 7-5, 6-2 conquistando 11 game su 13 – contro il più forte tennista visto a Wimbledon negli ultimi 4 anni, giunto alla vittoria n.26 consecutiva sui prati dell’All England Club e in piena corsa per il settimo trionfo nei Championships che lo porterebbe a eguagliare il record del suo idolo di gioventù Pete Sampras, non può non aver chiarito le idee a tutti sull’enorme potenziale del ragazzo della Val Pusteria. Lui per primo sa di avere ancora grossi limiti. Lo sa anche Simone Vagnozzi, lo sa Darren Cahill che ha già cominciato a dare il suo concreto apporto. Tutti sembrano avere la necessaria umiltà, tutti sono consapevoli che soltanto con il duro lavoro – e non sono parole al vento – i progressi arriveranno. Così come sono arrivati nel tempo anche agli altri grandi talenti precoci, i Nadal, i Djokovic, i Federer.

E’ certo vero che abbiamo assistito a due match in uno. Sinner ha giocato molto bene da quel “quasi” 1-5 fino al 7-5, ma Djokovic era stranamente falloso perfino nella risposta che è per solito il suo colpo migliore, e poi invece dal terzo set in poi mentre cresceva a dismisura Novak, che ha servito in maniera pazzesca, Jannik ha sofferto un deciso calo. Al servizio e non solo. Secondo me anche di condizione fisica, non solo mentale come sembra aver suggerito Novak quando ha detto: “Fino al 7-5, 6-2 Jannik non aveva nulla da perdere, ma avanti due set a zero invece si è trovato all’improvviso con molto da perdere”.

La percentuale delle sue prime palle è infatti calata vistosamente, e la media, il 54%,  è chiaramente insufficiente se vuoi competere con un fenomeno come Djokovic che al contrario di Jannik è andato in costante crescendo. Nel quinto set ha servito il 71% di prime palle, la media era stata il 66%.

Invece, trascurando altri aspetti che sono più difficile da contabilizzare, Sinner nel primo set ha vinto sulla seconda palla il 65% dei punti, nel secondo il 56%, nel terzo il 40% e nel quarto il 33%. Una bella differenza no?

Io poi mi sono proprio segnato nel mio bloc notes, all’inizio del quarto set quando Jannik ha esordito perdendo il servizio nel primo game a seguito di due doppi falli e di un primo errore su una risposta profonda ma non irresistibile di Djokovic e poi un secondo errore con una palla malamente steccata, che Jannik era improvvisamente diventato lento, poco reattivo. Ho scritto proprio su quei due errori: LENTO, a caratteri maiuscoli, in mezzo ai due punti persi.

Se sia stato tale per stanchezza o per calo di concentrazione – come i due doppi falli potrebbero far pensare – non so. Dico però che tale stanchezza sarebbe più che comprensibile, perché il tennis sull’erba, che costringe a stare sempre molto bassi, è faticosissimo. E di certo Jannik non era abituato a vincere quattro partite e mezzo di fila. Con tutto quel che segue, perché la stanchezza fisica si accompagna anche quella mentale. Lo stress, le interviste, le attenzioni, la gente che improvvisamente chiede e pretende spazio.

Certo è che negli ultimi 3 set Nole non ha mai dato l’impressione di essere sotto stress. Una performance impressionante, la sua. Una vittoria dell’esperienza, certo, ma non solo quella. E non è stata soltanto la visita nella toilette con lui che si guardava allo specchio e si chiedeva: “Ma dove sei Nole? Quello visto fin qui non è il vero Nole”.

Anche se da lì è ripartita la settima vittoriosa rimonta da sotto 2 set a zero.

Jannik ha più volte detto dopo il match, insieme al solito “non mi piace mai perdere”, di essere contento del suo torneo e anche del suo quinto set:  “Lui stava dettando il gioco, io ho tentato di riprenderlo in mano. Sono orgoglioso di quel che ho fatto in questo torneo, ma penso che potrò fare in futuro ancora meglio”.

Ed è stato proprio così. Sull’1 pari ha subito il break che ha di fatto deciso il set e il match. Ha sbagliato un dritto abbastanza semplice e si è trovato sotto 0-30, poi sul 15-30 ha fatto tutto giusto attaccando, ma ha messo in rete la volee. Annullata una prima palla break ha giocato una smorzata, che secondo me aveva fatto benissimo a giocare, ma purtroppo la palla non è andata oltre la rete.

Ma era tutto giusto. Fra un anno o due Jannik non sbaglierà più quelle volee, non sbaglierà neppure quella smorzata, anche se magari non gli verrà così naturale come capita a Alcaraz o, oggi, a Djokovic che ne ha giocate di stupende. Però io mi ricordo Novak ragazzino: non è che la palla corta di rovescio gli riuscisse così bene come adesso. E certamente non serviva allora come serve oggi.

“Rivedo in Sinner un po’ me stesso” mi aveva detto Novak Djokovic nel corso di quella simpaticissima risposta in cui mi fa un po’ il verso e che è diventata virale sul nostro TikTok di Ubitennis avendo superato a ieri sera già le 300.000 visualizzazioni!

Ricordo sempre che cosa mi aveva detto in Slovacchia Gipo Arbino, il coach di Lorenzo Sonego: “Lorenzo ha giocato sia con Sinner sia con Djokovic e mi ha sempre detto che Nole ha maggiore varietà, angolazioni e fisicità, oltre a un miglior servizio, ma Jannik ha una potenza, un peso di palla, superiore a quello di Nole. Quando si scambia Jannik ti toglie la racchetta di mano”.

Sono convinto che Nole farà un sol boccone di Norrie – che ha battuto 7-5 al quinto un encomiabile Goffin – perché la verà semifinale della metà del tabellone è stata Djokovic-Sinner. Così come sono sicuro che nel prossimo duello fra Djokovic e Sinner i bookmakers non pagheranno più la vittoria di Jannik 6 volte e mezzo la posta.

Per oggi sono curioso di vedere come se la caverà Nadal con Fritz che non ha ancora perso un set, ma penso che Rafa vincerà perché ha troppa più personalità e carisma di Fritz, così come – salvo che gli faccia male la spalla come ha detto – son certo che Kyrgios batterà il già appagato cileno Garin.

E allora poi la semifinale Nadal Kyrgios sarà un bel vedere. Con Djokovic che se la potrà gustare senza troppo stress. Per chi tiferà Nole? Proverò a chiederlo ai suoi amici, perché lui non lo dirà facilmente neppure a me. Voi intanto provate a dirlo…

Buon tennis a tutti con un unico piccolo rimpianto: vedo la Maria n.103 WTA in semifinale (contro la Jabeur… evviva Ons, troppo brava e simpatica, magari vincesse il torneo!) per aver battuto la Niemeier n.97. In quella zona c’erano Trevisan e Cocciaretto, purtroppo non Camila Giorgi che sull’erba di solito gioca meglio… Ma non poteva arrivarci una delle nostre ragazze? O i tempi di Pennetta-Schiavone, ieri battute nel torneo delle leggende da Radwanska e Jankovic, non torneranno tanto presto?


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