Wimbledon: Sinner gioca una gran partita, ma Djokovic rimonta due set e la spunta al quinto

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Wimbledon: Sinner gioca una gran partita, ma Djokovic rimonta due set e la spunta al quinto

LONDRA – Battaglia memorabile tra Jannik e Novak. L’azzurro va in vantaggio 2 set a zero, il serbo lo riprende e conquista la semifinale

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Pic credits Wimbledon Twitter
 

[1]N.Djokovic b. [10]J.Sinner 5-7 2-6 6-3 6-2 6-2 (da Londra, il nostro inviato)

Pubblico delle grandi occasioni, Kate Middleton e il principe William compresi, per l’incontro che apre il programma del campo centrale di Wimbledon, il primo quarto di finale della parte alta del tabellone. Di fronte il sei volte campione qui, e detentore del titolo, Novak Djokovic, e l’attuale numero uno italiano, Jannik Sinner. I consueti pronostici fatti al volo tra i presenti in tribuna stampa danno il serbo come vincitore quasi all’unanimità, la speranza è che sia almeno una partita lottata.

L’avvio sembra purtroppo dare ragione al pessimismo generalizzato, con sette punti a zero per Nole, che in due minuti scarsi si ritrova 1-0 e tre palle break, dire che Jannik è partito contratto è poco. Un paio di colpi vincenti dell’italiano finalmente arrivano, ma arriva anche un brutto errore di dritto che manda Djokovic in vantaggio 2-0. Dal vivo si vede bene la difficoltà, chiara conseguenza della tensione, che Sinner incontra nel far scorrere il braccio e nel muoversi con la necessaria reattività. Il 3-0 vede un parziale di 12 punti a 3 per Nole, uno di quei tre è un doppio fallo: difficile fare peggio, speriamo che le cose migliorino, alla fin fine è solo un break. Un paio di game regolari portano il punteggio sul 4-1, Jannik pare sbloccarsi, peccato l’handicap iniziale concesso in quel modo. Bravo Sinner ad annullare col servizio una palla del secondo break che sarebbe stata letale, e ad accorciare sul 4-2. Poco dopo, un’ovazione del centrale saluta le prime due palle break per l’italiano, che ora è ben salito di livello, e incassa volentieri il doppio fallo (secondo del game per Djokovic) che gli consegna il contro-break, per poi pareggiare 4-4.

Ci sono voluti 30 minuti, ma adesso la palla di Jannik viaggia che è un piacere, e Nole si trova spesso in difficoltà, c’è equilibrio, e per come era iniziata va già benissimo così. La gente si alza in piedi gridando per un rovescio diagonale di violenza spaventosa che porta Sinner a un’altra palla break, ma Djokovic è bravo a cancellarla col dritto, per poi salire 5-4. Senza corrrere rischi l’italiano tiene la battuta, e poi sale 15-40, altre due opportunità per lui: uno splendido dritto incrociato fa letteralmente venire giù lo stadio, ma soprattutto manda Jannik a servire per il set. per la prima volta con qualcosa da perdere, Sinner sembra esitare, commette un doppio fallo, la prima latita, ma non trema spingendo le seconde palle, e si procura un set point. Bravo e fortunato Nole a salvarsi col rovescio esterno che sfiora il nastro, ma poi una sontuosa smorzata di Jannik, e una battuta vincente, decretano il 7-5 per l’azzurro. Che set ragazzi, intensità altissima, spettatori entusiasti, tutto davvero bello.

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Il livello non scende a inizio secondo set, ora se le stanno suonando di santa ragione, e da fondocampo è spesso Sinner a comandare. Il gran tennis di Jannik appare sempre più incisivo, e arriva un altro break nel terzo gioco, confermato per il 3-1. In tribuna stampa ci si stropiccia gli occhi, il parziale ora è di 9 giochi a 2 per l’italiano dopo il 4-1 iniziale (ripensandoci, quanto è stato fondamentale in quel game il servizio che ha cancellato una palla del 5-1 Djokovic). Che non siamo davanti a una gran versione di Nole è chiaro, ma Sinner è bravissimo a tenerlo costantemente sotto pressione. Sul 4-2 per l’azzurro, Djokovic si salva momentaneamente dal doppio break (con un nastro assassino in suo favore), ma poi un doppio fallo e una risposta di Jannik che pizzica la riga lo mandano sotto 5-2, roba da non credere. Poco dopo l’ora e mezza di gioco, la battuta vincente di Sinner decreta il 6-2, due set a zero in suo favore, speriamo davvero che l’inerzia della vicenda non cambi. C’è la consueta pausa che consente ai tennisti di andare in bagno.

Nel secondo game del terzo set Jannik, che sembra stia un attimo tirando il fiato, annulla bene una palla break (Nole non ne aveva più avute dopo la metà del primo parziale), ma poco dopo si trova sotto 0-40, e stavolta cede, 3-1 Djokovic. Ci sta un calo dopo due set giocati in modo straordinario, così come ci sta la reazione del campione, che allunga 4-1. Sinner non cede, tiene la battuta, e riprova la rimonta come all’inizio. Uno splendido pallonetto vincente fa ben sperare, ma servendo e passando bene Nole si porta 5-2. Come temevo, l’inerzia è cambiata, spingendo alla grande il serbo va 15-40, sono due set point. Jannik li annulla con coraggio, servendo potente e solido accorcia 5-3, ma la conclusione del parziale è solo rimandata, Djokovic non esita ed è 6-3, si va al quarto.

Il passaggio a vuoto di Sinner purtroppo continua, il fatto che Nole sembri piuttosto rinfrancato e più sicuro di sè chiaramente non aiuta, e il primo game del quarto set vede subito un break subìto dall’italiano. E’ davvero un momentaccio adesso, a Jannik volano via dritti lunghi anche di metri, sbaglia tocchi banali, lascia palle dentro di spanne, è come se stesse pagando lo sforzo più mentale che fisico profuso nella prima parte della partita. Quando nel terzo gioco arriva il secondo break per Djokovic, si inizia a fare il conto alla rovescia per il quinto set. Sinner, ammirevole, giustamente non molla, tiene due turni di battuta, si procura una palla break sotto 2-5, e capitola solo al terzo set point. Nell’ultimo game, un attimo di paura per l’azzurro quando si impunta la caviglia sinistra in un recupero in avanti, bello e sportivo il gesto di Nole che si precipita ad assicurarsi che vada tutto bene, per fortuna nulla di grave. Inizia il quinto, siamo a tre ore di gioco, che gran battaglia comunque vada.

Jannik tiene con autorità il primo game al servizio, nel secondo concede buona una palla mal chiamata fuori a Djokovic risparmiandogli un “challenge”, dal punto di vista del fair play l’atmosfera in campo è esemplare. Devo onestamente rilevare che in questa edizione di Wimbledon i giudici di linea non stanno facendo proprio una gran figura. Sull’1-1, alla fine di uno scambio durissimo, Sinner fallisce una smorzata, ed è ancora break per Nole, che sale 2-1, e senza problemi allunga 3-1. Pochi minuti dopo, il Djoker (è proprio il caso di definirlo così) spara un passante incrociato di rovescio in corsa irreale, brekka per la seconda volta, e va a servire per il match sul 5-2. Ormai qui sul campo centrale lo sappiamo in 15.000 come andrà a finire, e quando il cronometro segna 3 ore e 35, la battuta vincente di Nole gli consegna la semifinale. Pochi rimpianti per Jannik, che ce l’ha messa tutta, forse all’inizio del terzo avrebbe dovuto fare di più per impedire al serbo di ringalluzzirsi, ma è facile dirlo dalla tribuna. L’intramontabile Djokovic attende il vincitore della sfida fra Goffin e Norrie.

Molto soddisfatto Nole nell’intervista post.match: “Possiamo parlare solo degli ultimi tre set, e non dei primi due? (risate) Sono sicuro che ci saranno tante possibilità per Jannik in futuro, gli auguro solo tanta fortuna. Sì, sono state due partite differenti, all’inizio lui è stato migliore, poi io sono uscito, mi sono parlato da solo allo specchio – è vero, l’ho fatto! – e insomma, quando vieni messo sotto, è necessario riordinare le idee. Sono stato fortunato a brekkarlo subito a inizio terzo, ho notato qualche crepa nel suo gioco, e sì, il toilet break è stato il momento di svolta. Ho giocato per 20 anni ormai, ma lo stesso mi capitano momenti di dubbio interiore come a tutti, è quella la sfida maggiore, e l’esperienza, gestire le pause, come ho detto sfruttare le pause bagno, credo che sia per quello che sono riuscito diverse volte in carriera a ribaltare partite in cui ero sotto. Questo campo mi ha ispirato a prendere in mano la racchetta quando avevo 5 anni, e spero che mi possa motivare a continuare

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