ATP Washington: il cuore e il fisico di Evans abbattono Fritz, Nishioka sorprende Khachanov. Prosegue il sogno di Ymer

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ATP Washington: il cuore e il fisico di Evans abbattono Fritz, Nishioka sorprende Khachanov. Prosegue il sogno di Ymer

L’americano Taylor Fritz, dopo la rimonta subita, si ritira a metà del terzo. Il giapponese e lo svedese sorridono e continuano a stupire nella capitale USA

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Daniel Evans - ATP Washington 2022 (foto Twitter @ATP Tour)
 

Il redivivo tennis americano, proprio nella sua capitale, nel torneo di preparazione a uno dei mesi più intensi dell’anno (in meno di 40 giorni Open del Canada, Cincinnati e US Open, due 1000 e uno Slam), perde il proprio n.1 Taylor Fritz, che aveva ben iniziato la partita, per essere poi costretto a ritirarsi e a favorire il passaggio al turno successivo di Daniel Evans. 3-6 7(8)-6 4-1 al momento del ritiro (e dunque finale) il punteggio a favore del n.40 al mondo, che ci ha messo un gran cuore nel non arrendersi, venendo aiutato dal destino per arrivare al suo quinto quarto di finale a livello 500 (record di 2-2, l’ultimo perso al Queen’s 2021 contro Berrettini). Le speranze degli americani, visti i recenti risultati e la propensione al cemento, erano ben riposte in Fritz, che però probabilmente ha preferito prevenire ritirandosi, in vista dei tanti impegni importanti da lunedì (inizio del 1000 di Montreal) in calendario.

Il match – non si fa attendere il break per l’americano, a segno già nel quarto game per mettere la freccia sui tagli di Evans, che da fondo ha un ritmo troppo più basso per tenere le accelerazioni del n.1 d’America. Vende però cara la pelle Dan, che nonostante un brutto passaggio a vuoto che gli costa il doppio break, subito si mostra aggressivo e radente alla rete in risposta, mettendo in difficoltà le lunghe leve di Fritz, costretto quantomeno a rimandare la conquista del primo set. Ma, come pronosticabile, seppur con qualche singhiozzo in più del necessario, la terza forza del seeding sfrutta un servizio da serata di gala (solo due punti persi con la prima) per mettere in cascina un primo set non esattamente perfetto dal punto di vista tecnico-tattico, ma in cui ha saputo reggere e controbattere gli slice e le variazioni di Evans, anch’egli non impeccabile.

Il tabellone completo dell’ATP 500 Washington

Il secondo set prosegue il discorso aperto nel primo: Evans regala qualcosa di troppo, manca colpevolmente sulla seconda, e Fritz ne può facilmente approfittare rispondendo bene e spingendo per portare subito a casa il break. Il parziale sembra scorrere veloce sui binari dei servizi eppure, come un fulmine a ciel sereno, l’ottavo game spariglia completamente le carte in tavola, regalando un importante contro-break alla tds n.16, che trova la giusta dimensione in risposta e, approfittando di un paio di gentili omaggi di Fritz rimette in piedi una partita che appariva ormai quasi compromessa. L’inglese ha alzato sensibilmente il suo livello, ora attacca molto più spesso la rete e trova incisività con la prima. Pesa enormemente questo “upgrade” del gioco per Evans, che forza il tie-break, giocato a ritmi elevati, di qualità, in cui annulla anche un match point a Fritz, che, un po’ per frustrazione pensando alle occasioni sprecate, un po’ per affanno, affossa in rete un gravissimo dritto sul set point per il suo avversario, regalandogli un insperato set decisivo.

Il terzo set inizia senza padrone, con Fritz che, pur regalando il break nel game d’apertura, subito se lo va a riprendere causa uno scambio di gentilezze di Evans; chi serve la fa da protagonista (in negativo). Ma le montagne russe sono solo al primo sali scendi, poiché il n.13 al mondo, anche accusando qualche problema fisico, si fa ristrappare il servizio dall’inglese, che non deve far altro che esultare. Ma appare troppo in difficoltà Taylor e, infatti, dopo aver subito il doppio break, getta definitivamente la spugna e si ritira, non avendo proprio le forze per proseguire. Rimangono i meriti per Evans in ogni caso, che ha saputo crederci fino alla fine, e anche quando a un punto dalla sconfitta, o sotto di un set e un break, è sempre rimasto attaccato giocandosela a viso aperto, ricevendo gli omaggi degli dei del tennis, che gli regalano un quarto di finale che mancava da inizio anno a Sidney (vinto su Cressy).

Suo avversario sarà il protagonista della partita di apertura della giornata: Yoshihito Nishioka, che battendo per 7-6(2) 7-6(1) Karen Khachanov, n.24 al mondo e settima testa di serie, mette a segno il terzo upset del proprio torneo dopo Brooksby e De Minaur. Il giapponese, n.96 del mondo, sin da subito tiene bene il campo e impedisce al russo di alzare il ritmo e trovare le sue vertiginose accelerazioni. E così il primo set, da quasi un’ora e mezza, trascorre liscio con palle break solo in due game (tra cui il primo), ma nessuna sfruttata, ed è vinto al tie-break proprio da un Nishioka che per strada si è anche fatto annullare quattro set point, ma è stato più costante e ha saputo tenere botta dall’inizio alla fine. Una tattica sempre giusta da usare, così da spazientire ed innervosire il n.7 del seeding che, come suo solito, fa e disfa con le sue mani, alternando pesantissimi e prodigiosi vincenti a grossolani non forzati.

Il secondo set si apre con una piega diversa per poi mantenere la stessa trama: Khachanov è stato ad un passo dal 5-1 e servizio, per poi ritrovarsi ad annullare due palle break che avrebbero mandato il giapponese a servire per il match. Il parziale è nettamente più godibile, si sviluppa tra buone giocate, più costanti del russo e un piccolo calo di Nishioka, che quando riesce però a trovare il suo gioco mette in seria difficoltà il suo avversario, costringendolo agli straordinari. E proprio così vanno a finire le cose anche nel tie-break del secondo set, di nuovo a senso unico in favore del giapponese che, contando sulla sua vena e sulla propensione di Khachanov all’errore per forzare sempre più del dovuto, porta a casa il secondo quarto di finale dell’anno (sempre in un 500, ad Acapulco perse contro Medvedev), chiudendo con percentuali di resa ottime sia di prima che di seconda, e un solo break subito.

L’ottavo delle grandi occasioni, quello dell’ultimo spicchio di tabellone (che era presidiato da Hurkacz), va a colui che più è sorprendente ritrovare così avanti in un torneo di livello 500 (non a caso è il primo quarto di finale a queste altezze): Mikael Ymer. Il più piccolo dei fratelli svedesi, nel derby nordico, ha battuto il ben più quotato Emil Ruusuvuori (anche lui, dopo Murray e Karatsev, miete un’altra vittima da sfavorito), un amante del duro, con il punteggio di 6-4 6(3)-7 6-4, raggiungendo il sesto quarto di finale della carriera, tra l’altro dal 19 luglio 2021 in poi, nonché quarto sul cemento. Quasi tre ore di tennis intenso, generoso, sono state mostrate sui bollenti campi del Citi Open, con il finlandese che difficilmente stanotte dormirà sonni tranquilli: per due volte nel terzo è stato in vantaggio di un break, portandosi avanti addirittura 3-1. Lì bravo Ymer a non demordere, a giocare come sa, bene da fondo e difendendo tutto, così da cavalcare la tensione di Ruusuvuori. Non perfetto nel gestire la sua a dirla tutta, subendo il contro-break al momento di servire per il match; ma è quantomeno bravo a rimanere concentrato e recuperarlo subito dopo, per raggiungere il miglior risultato della carriera, infilando 5 degli ultimi 6 game.

Il tabellone completo dell’ATP 500 Washington

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