US Open donne Day 4: Sabalenka trema, ma rimonta Kanepi, Martic sorprende Badosa. Nessun problema per Swiatek e Azarenka

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US Open donne Day 4: Sabalenka trema, ma rimonta Kanepi, Martic sorprende Badosa. Nessun problema per Swiatek e Azarenka

Impresa della bielorussa contro Kanepi, mentre passeggia la connazionale. La croata mette a segno il colpo della giornata, un treno la n.1 al mondo

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Aryna Sabalenka - US Open 2022 (foto via Twitter @usopen)
 

[6] A. Sabalenka b. K. Kanepi 2-6 7(10)-6 6-4

Che quando giochi Aryna Sabalenka la partita spesso si trasformi in uno psicodramma, come accadde proprio contro Kaia Kanepi allo scorso Australian Open, non è quella che si dice una novità. Ma che la bielorussa sappia rientrare da un ampio svantaggio per andare a vincere, mandando l’avversaria in crisi, decisamente fa notizia. E così è stato oggi, al secondo turno di questo incredibile US Open, quando la n.6 del tabellone, sotto 6-2 5-1 e in condizioni di gioco da dimenticare, ha pazientemente rimontato l’estone (decisamente calata, c’è da dirlo, con troppi non forzati per sperare di vincere), annullandole due match point prima di andare a vincere il tie-break del secondo set 10 punti a 8, una scossa che le ha decisamente messo la strada in discesa per il parziale decisivo.

Nel terzo set Sabalenka appare tranquilla, l’insperata rimonta del secondo parziale sembra averla rinvigorita, e infatti nel quinto game mette la freccia, l’unico momento di rottura del parziale: trova grandi accelerazioni da fondo con il dritto, che le permettono di attaccare ed essere ben propositiva, andando così a recuperare da 30-0 per il break di vantaggio. La spina sembra rimanere attaccata, dopo la paura scongiurata, e anche le occasioni che capitano a Kanepi crollano sotto la potenza della bielorussa. Chiude, dopo suspense, pathos, rimpianti e chi più ne ha più ne metta, un’incredibile partita e una sublime rimonta Aryna, con due match point sfumati e annullando due pericolose palle del contro-break, con il risultato in bilico fino alla fine. La n.6 del tabellone, che deve difendere la semifinale dello scorso anno, e che non può che trarre segnali positivi da questa prova di lucidità fornita oggi, troverà ora la vincente del match tra due ammazzagrandi come Burel, che ha eliminato Rybakina, campionessa di Wimbledon, e Van Uytvanck, trionfatrice su Venus Williams.

P. Martic b. [4] P. Badosa 6(5)-7 6-1 6-2

Se i grandi fanno rumore quando cadono, non ci sarà un po’ di pace per i timpani in quel di Flushing Meadows dopo soli quattro giorni di US Open, tra tabellone maschile e femminile. Sedici teste di serie cadute tra le ragazze, di cui tre delle prime cinque, e in ultima Paula Badosa, n.4 del seeding, e in disperata ricerca dei bei giorni del gran tennis e dei gran risultati, sempre più a singhiozzi nell’ultimo periodo (dell’estate sul cemento americano, anche per problemi fisici, da ricordare solo la semifinale nel 500 di San José). E, infatti, la spagnola è crollata sotto l’esuberanza di Petra Martic, capace di rimontare dopo un primo set di livello altissimo, perso al tie-break, che lasciava intravedere già i rischi per Badosa, e andare poi a vincere in scioltezza lasciando solo 3 game nei successivi due set alla n.4 del mondo. Una prestazione debordante della croata, che chiude con 35 vincenti, e un saldo di +16 rispetto ai non forzati, emblema perfetto della qualità, della precisione messe in campo, al cospetto delle quali anche una lottatrice e campionessa come la spagnola (che già aveva però sofferto all’esordio contro Tsurenko, vincendo in rimonta) non ha potuto nulla. Martic, al terzo turno, in cerca del secondo ottavo Slam di fila dopo Wimbledon, e del terzo in carriera allo US Open, dopo quelli del 2019 e del 2020, troverà un osso duro come Vika Azarenka.

[26] V. Azarenka b. M. Kostyuk 6-2 6-3

L’odore di Slam fa benissimo a Victoria Azarenka che batte Marta Kostyuk e si regala il terzo turno agli UsOpen con il punteggio di 6-2, 6-3. Vince due gare di fila sul cemento, rarità per gli ultimi cinque mesi vissuti sul cemento dalla bielorussa. In cinque tornei su sei aveva vinto una sola gara prima di essere eliminata. L’abitudine a vincere a certi livelli, la capacità di ritrovarsi campionessa nei momenti che contano fa sempre tutta la differenza del mondo. Per cui non inganni il punteggio, perché la gara è stata molto equilibrata, ma alla fine ha inciso la capacità di Vika di annullare ogni chance concessa all’ucraina.

Kostyuk a far la partita, a mettere alle corde con il suo diritto lungolinea l’avversaria, ma Azarenka ha saputo gradualmente alzare il livello del suo tennis e di prendere il largo appena ne ha avuto la possibilità. In un mare di incertezze, la solidità di Azerenka è sicuramente un segnale per il tabellone femminile. Anche le statistiche parlano chiaro: 7 palle break su 9 salvate da Vika, la metà da Kostyuk, 4 su 9. Si comincia ed è subito grande equilibrio con la bielorussa costretta ai vantaggi nel terzo gioco dell’incontro. Nel game successivo, black-out di Kostyuk e primo break dell’incontro a favore di Vika.Nel turno di servizio successivo, l’ucraina potrebbe subito rientrare ma  col servizio, Azerenka annulla tre palle break all’avversaria e sale 4-1. Più aumentano le asperità dell’incontro e più Vika sale di livello. Identica situazione nel settimo gioco: palla del 4-3 annullata con veemenza dalla bielorussa e Kostyuk che in un “amen” passa dal rientrare in partita a perdere il set nel turno di battuta successivo.

L’ucraina gira a vuoto in avvio di secondo set e si ritrova sotto 4-0, malgrado una palla break a suo favore come al solito non sfruttata. Kostyuk decide di rientrare in partita e ricuce lo strappo portandosi sul 5-3. Sembra la fotocopia di quanto visto nella sfida con Krueger nel turno precedente, ma stavolta Azarenka è attenta e trova due linee a fondo campo col dritto che la fanno salire 40-15 con due matchpoint a proprio favore. Kostyuk non si arrende e reagisce prontamente, ma col servizio Azarenka la mette in difficoltà al terzo matchpoint archivia i giochi. Azarenka al turno successivo, con il saluto tra le due a rete che riporta all’attenzione i risvolti di un conflitto geograficamente lontano, ma sembre molto attuale.

[1] I. Swiatek b. S. Stephens 6-3 6-2

Locomotiva Swiatek procede spedita la sua marcia senza aver perso mai un set. Pur col tifo contro per ovvi motivi, la n. 1 del ranking batte la Stephens con il punteggio di 6-3, 6-2. Gara a senso unico dominata dalla polacca che mostra la sua splendida condizione fisica e mentale.  Otterrà il 77% dei punti con la prima di servizio, per la Stephens, invece, solita partenza lenta ma stavolta non ha avuto amnesie dall’avversaria.

Solita partenza aggressiva di Swiatek che strappa il servizio all’americana, prima di farle un regalo nel turno successivo. Il terzo break di fila premia Iga che scappa via sul 4-1. Stephens soffre l’aggressività dell’avversaria che da fondo la costringe a scambi lunghi per poter portare a casa il punto. Alla prima palla set la n. 1 del tabellone femminile chiude il set 6-3. Di fatto la gara finisce qui: è straripante Swiatek che martella col servizio ed è micidiale col dritto. E’ subito 4-0 per lei e per Stephens è ora di cominciare a preparare il borsone e salutare Flushing Meadows.

Eloquente l’ultimo game del match: quattro prime di Iga, quattro risposte in rete di Sloane. Vince Swiatek che nel terzo turno affronterà Davis abile a battere Alexandrova in rimonta al tie break del terzo set (0-6, 6-4, 7-6(5)) . La russa domina il primo parziale con un rotondo 6-0, poi lentamente cede al rientro in partita dell’americana che vince il secondo set 6-4. Grande equilibrio nel terzo set con Alexandrova che non sfrutta quattro palle break nel quarto game. Si va al tie-break: parte forte Davis subito sul 4-0. Alexandrova rientra sul 4-3, ma è l’ultimo squillo di tromba, di un finale di partita incolore che premia la statunitense 10-5.

(ha collaborato Paolo Michele Pinto)

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