US Open, Ruud: "Ho imparato a gestire le partite al meglio dei cinque set"

Flash

US Open, Ruud: “Ho imparato a gestire le partite al meglio dei cinque set”

Dopo l’accesso alle semifinali, Casper Ruud parla dei suoi miglioramenti sul campo, del rapporto con il suo padre/coach Christian e di Kyrgios

Pubblicato

il

Casper Ruud - US Open 2022 (foto Twitter @atptour)
 

Ruud raggiunge per la prima volta la semifinale agli US Open (la seconda a livello Slam della sua carriera) battendo in tre set Berrettini. Di seguito la conferenza stampa post partita

“I primi due set sono andati molto meglio di quanto mi aspettassi. Tutto è andato a mio favore, e Matteo non riusciva a produrre il livello che di solito produce. Tuttavia credo che con il tetto chiuso le condizioni fossero a mio favore, il campo sembrava un po’ più lento, sentivo di avere un po’ più di tempo per colpire la palla, un piccolo vantaggio per me.”

Nel terzo set sono stato abbastanza fortunato, ho salvato alcuni set point e sono riuscito a vincere il tie break. Ora due giorni di riposo prima della semifinale.”

Volevi fare meglio agli Slam, e sei riuscito nel tuo intento. C’è qualcosa che hai capito nel corso di questo processo di miglioramento che ti ha consentito di estrarre il meglio da te stesso?

“L’inizio dell’anno è stato piuttosto sfortunato, mi sono infortunato a una caviglia in Australia e non ho potuto partecipare. Ho passato 40 ore in aereo tra andata e ritorno.”

A Parigi qualcosa ha fatto click. Ho trovato il modo di gestire le partite al meglio dei cinque set, che sono molto diverse da quelle al meglio dei tre. A volte si possono dosare le energie abbandonando uno dei set e risparmiarle per quello successivo.”

CONFERENZA MATTEO BERRETTINI

Sei sorpreso di quello che apprendi di te stesso sul campo da tennis? Come si riesce a trasformarsi in un giocatore diverso da quello che ti aspetteresti?

Sono sorpreso di essere arrivato alle semifinali oggi, e penso che il torneo di Miami mi abbia dimostrato che posso battere giocatori molto forti e arrivare in fondo nei grandi tornei. È stata una grande iniezione di fiducia.” “In Norvegia si gioca sei mesi l’anno su terra e sei mesi su cemento indoor, quindi non è che non mi piaccia giocare sul cemento, solo che nella parte iniziale della mia carriera mi sono concentrato molto di più sul sentirmi a mio agio sulla terra.” “In questo torneo due giocatori che sono noti per essere particolarmente “terraioli”, ovvero Rafa e Thiem, sono riusciti a vincere. Rafa ha addirittura vinto quattro volte. Quando guardo il “Wall of Champions” negli spogliatoi vedo che negli ultimi 18-19 anni ci sono stati molti più vincitori diversi che negli altri tornei dello Slam. Non so perché, deve esserci qualcosa di speciale in questo posto. Forse è New York, la città dei sogni.

Come gestisci il rapporto giocatore/coach con tuo padre?

Mio padre era piuttosto giovane quando sono nato, aveva 26 anni. All’inizio ho praticato tanti sport diversi, soprattutto sport con la palla. Si divertiva molto a portarmi a giocare e anche a giocare con me. Fin da piccolo avevo una mentalità molto competitiva, volevo sempre essere il migliore.” “Da quando gli ho detto che avrei voluto diventare un giocatore professionista mi ha molto aiutato, spingendomi nella direzione giusta, tanto che mi sembra di essere professionista da 12-13 anni.

Quanto ti è servito durante il torneo poter ottenere consigli da tuo padre durante le partite? Ti capita mai di dirgli di lasciarti in pace?

No, non mi è ancora capitato. Qualche volta non siamo d’accordo, ma la regola del coaching non è molto chiara. Per esempio a Montreal mi è capitato che durante la semifinale Hubert [Hurkacz] era andato in bagno, per cui avevo un po’ di tempo e allora sono andato a chiedere qualcosa a mio padre, e l’arbitro mi ha detto che la regola non permette di avere una vera conversazione, ma solo qualche parola o cenno qua e là. È una regola nuova, ma è sicuramente utile. Tuttavia abbiamo solo 25 secondi tra un punto e l’altro e non c’è molto tempo per la comunicazione.

Tuo padre ha detto che per un periodo di circa due anni e mezzo, tra i 16 e i 18 anni hai lavorato con un altro coach, e poi gli hai chiesto di tornare ad essere il tuo allenatore. Cosa ti ha portato a questa decisione?

Anche durante quel periodo nel quale ho avuto aiuto da un altro coach, lui era comunque il capo allenatore, faceva tutta la programmazione, si sentiva con l’altro coach quasi ogni giorno e veniva anche a qualche torneo. Poi ho dovuto smettere di lavorare con Pedro, l’altro coach, quando avevo quasi 19 anni, e dopo aver valutato varie opzioni, mi sentivo più a mio agio con lui, perché sai che un padre comunque avrà molta più cura di te, è la tua famiglia.”Quindi abbiamo deciso che lui avrebbe viaggiato con me e quando avessi avuto bisogno di sviluppare il mio gioco e di allenarmi con giocatori che non fossero norvegesi sarei andato a Maiorca, all’accademia di Rafa, dove ancora vado di tanto in tanto.

Se giocherai contro Nick Kyrgios in semifinale, ovviamente bisogna parlare dell’incidente della sedia lanciata in campo e dei commenti fatti sui social media. Qual è il tuo rapporto con Nick e come lo valuti in qualità di giocatore e di uomo?

Ha fatto molti progressi con il suo tennis. Ha battuto giocatori molto forti già quando aveva 18-19 anni, ma ora ha fatto vedere che può vincere tante partite in sequenza. Ora sembra molto dedicato al tennis ed è molto vicino alla Top 10.”“Credo che il suo gioco sia alla pari con la sua classifica. È un peccato che non abbia ottenuto punti per la finale di Wimbledon, perché sarebbe nei primi 15, vicino ai primi 10. Ma sappiamo tutti che è pericoloso.” “Dal punto di vista personale, non abbiamo un vero rapporto, un tempo non ci salutavamo neppure, ma ora le cose vanno meglio, e durante la Laver Cup si è pure venuto a congratulare con me per la mia vittoria. Credo che ciò che è successo sia tutta acqua sotto i ponti. È un giocatore molto divertente da giocare, non sai mai quello che può uscire dalla sua racchetta o dalla sua bocca, ma alla fine è venuto da me e si è congratulato, quindi va bene così.”

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement