US Open, Jabeur: "Nei primi tre Slam del 2023 non avrò punti da difendere. Voglio raggiungere il numero 1"

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US Open, Jabeur: “Nei primi tre Slam del 2023 non avrò punti da difendere. Voglio raggiungere il numero 1”

“Rispetto a Wimbledon questa finale è stata più stressante, però vincere e perdere fa parte del tennis”. Queste le parole di Ons Jabeur in conferenza stampa

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Ons Jabeur - US Open 2022 (foto Twitter @rolandgarros)
 

Ons Jabeur si ferma ancora sul più bello. Alla seconda finale Slam consecutiva dopo quella raggiunta a Wimbledon, la tunisina si arrende alla numero uno del mondo Iga Swiatek. La prossima n°2 WTA si presenta comunque sorridente alla sua ultima conferenza stampa di questo US Open 2022, inaugurandola con un Speriamo che la terza volta sia quella buona!”. Di seguito i suoi interventi più significativi.

D: Nell’intervista sul campo hai dichiarato di voler ispirare fare sempre di più e essere fonte d’ispirazione per molte persone. Hai in mente qualche azione specifica?

Ons Jabeur: “A livello di risultati, sicuramente devo ancora vincere uno Slam per dimostrare davvero che non è impossibile raggiungere certi risultati per chiunque venga dal mio paese e dal mio continente. Devo solo continuare a migliorare. In futuro potrei magari condividere le mie esperienze, diciamo indicare un cammino da seguire. Non vorrei che alcuni sprecassero del tempo come ho fatto io in alcune situazioni perché, ad un certo punto, non sapevo più che cosa fare. Spero di vedere sempre più giocatori e giocatrici

D: Puoi parlarci un po’ della partita in sé? Che cos’è accaduto e quali differenze ci sono state tra il primo e il secondo set, in cui sei quasi riuscita a completare la rimonta?

Ons Jabeur: “Iga ha iniziato subito molto forte, mettendomi molta pressione. Certamente questo non mi ha aiutato, io stavo cercando di entrare nel match. È stata dura perché in alcuni momenti giocava davvero bene, colpendo molte righe. Nel secondo set ho avuto le mie chances, così come lei ha avuto le sue, ma io pian piano sono riuscita a rientrare. Speravo di riuscire a passare in vantaggio per continuare a costruire la rimonta. In ogni caso, non ho nulla da rimproverarmi, ho fatto tutto il possibile. Avrei giusto potuto servire un po’ meglio, quello certo mi avrebbe aiutato parecchio”.

D: È la tua seconda finale consecutiva in un Major. È difficile dover aspettare fino al prossimo anno per giocarne un altro o credi che per te possa essere un vantaggio?

Ons Jabeur: “A me va bene avere la possibilità di prepararmi con calma ed essere pronta per quel tipo di eventi. In ogni caso, c’è un altro grande torneo come le WTA Finals che mi aspetta: per me è un mini-Slam, ho sempre sognato di poterlo giocare. A livello di punti, non dovrò difenderne all’Australian Open, al Roland Garros e a Wimbledon (appena i 10 del primo turno dell’Open di Francia, ndr). È un’ottima prospettiva, senz’altro andrò all’assalto del numero 1 del mondo“.

D: Immagino che questa sconfitta possa essere molto dolorosa. È più difficile da digerire rispetto a Wimbledon, visto che è la seconda?

Ons Jabeur: La sconfitta di Wimbledon è stata veramente dura. Ho pianto tanto, è stata la prima cosa che ho fatto, però essere riuscita ad esternare le mie emozioni mi ha fatto bene. Anche questa sarà dura da assimilare, forse è stata più stressante: vi dirò nei prossimi giorni se sarò riuscita a dormire un po’! Rispetto a Wimbledon cercherò di godermi il tempo che ho a disposizione, poi mi preparerò al meglio per il finale di stagione. In ogni caso, vincere e perdere fa parte del tennis. Ho dovuto lottare molto per vincere il mio primo titolo WTA, evidentemente anche il primo Slam richiederà tempo. Non sono una che si butta giù, so che arriveranno altre finali“.

D: Dopo le tue due finali consecutive hai un messaggio da mandare alle ragazze africane?

Ons Jabeur: “Devono sempre credere in loro stesse e non mollare mai. È quello che io ho cercato di fare durante tutta la mia carriera, anche se ho avuto degli alti e bassi. All’inizio ho dovuto convivere con gli infortuni, poi con le sconfitte nei quarti di finale, ora con quelle in finale. Sono anche arrivati alcuni titoli. Ho giocato molti tornei in Africa: il modo in cui combattono è incredibile. Spero che un giorno possano trovare la persona giusta, qualcuno che sia pronto a guidarle.

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