Prima missione compiuta (Cocchi). L'Italdavis viaggia in anticipo. E' alle finali (Giammò). Grand'Italia firmata Berrettini&Sinner (Azzolini). Un'Italia da sogno (Martucci)

Rassegna stampa

Prima missione compiuta (Cocchi). L’Italdavis viaggia in anticipo. E’ alle finali (Giammò). Grand’Italia firmata Berrettini&Sinner (Azzolini). Un’Italia da sogno (Martucci)

La rassegna stampa del 17 settembre 2022

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Prima amissione compiuta (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

La rotta è tracciata. Direzione Malaga, dove l’Italia di Filippo Volandri correrà a fine novembre (dal 23 al 27 nel caso voleste organizzare un weekend di tennis nel tepore andaluso) per tentare l’assalto alla Davis. La qualificazione, dopo questa seconda giornata è certa nonostante il 2-1, ma per sapere se chiuderemo il girone A in testa bisognerà aspettare domani, dopo la sfida con la sorprendente Svezia. Se dovessimo perdere 3-0 contro Ymer e compagni chiuderemmo al secondo posto, considerando che in caso di parità con Argentina o Croazia, che si affrontano oggi, passeremmo noi per gli scontri diretti. Finalmente azzurro. […]. Ora Berrettini, anche da numero 2 italiano ha il piglio del capitano. È: molto più che presente, è uomo-squadra, il fratello maggiore. Dopo aver chiuso il primo punto liquidando Sebastian Baez, si è piazzato in panchina a spingere Jannik Sinner, scuoterlo, motivarlo nel momento di appannamento avuto nel secondo set quando stava rischiando di compromettere il match contro Francisco Cerundolo. Matteo sorride, è felice, perché questa volta le Finals spera di godersele e di lottare per l’insalatiera che manca all’Italia dal 1976: “Magari una bella finale con la Spagna di Alcaraz…”., diceva alla vigilia. E della squadra è fiero : “Stiamo costruendo un gruppo speciale, una squadra molto unita. Voglio proprio godermi l’atmosfera e ringrazio tutta la gente arrivata qui per fare il tifo, non avevo mai giocato in casa in Davis ed è un’esperienza speciale”. Nel match di ieri, dopo l’esordio contro la Croazia in cui aveva sofferto un po’ con Borna Coric, il romano non ha lasciato scampo all’argentino. “Venivo da New York e questo è un campo diverso, al chiuso. Più gioco e più mi sento a mio agio. Panatta mi ha fatto i complimenti per le smorzate? Cerco di andare a rete il più possibile – aggiunge – la mia indole non è quella, visto che sono cresciuto sulla terra, ma devo farlo per faticare di meno…Comunque qui non conta come gioco, conta portare a casa il punto». Dimenticare Carlos Stesso concetto esposto da Jannik Sinner, felice del ritorno in Nazionale e delle sue sei vittorie in singolare su altrettante presenze. Ieri ha fatto un po’ di fatica, un po’ ingolfato dopo una decina di giorni senza partite «Ho fatto un passo in avanti, non ho giocato benissimo ma ho provato a restare sempre in partita in qualche modo – analizza Jannik -. Mi hanno aiutato tanto la squadra, Volandri e il pubblico. Sono felice perché questa è una vittoria importante». Soprattutto per cancellare il ricordo amaro di New York e della sconfitta al quinto set contro Alcaraz. «Sono venuto a Bologna per ripartire subito e cercare di migliorare da questa settimana – continua – Quando siamo tornati dallo Us Open, io e Vagnozzi ci scrivevamo alle tre del mattino per colpa del jet lag e io gli dicevo di volermi rimettere subito in pista. Posso essere contento della mia performance, era la prima partita dopo lo Slam e sono venuto qui anche un po’ per dimenticare la partita contro Alcaraz». Ultimo passo. Ma ai ragazzi di Volandri non basta solo qualificarsi, vogliono chiudere in testa il girone di casa, fare il pieno di vittorie anche contro la Svezia. Impresa ampiamente alla portata di questo squadrone: «Ci siamo io, Matteo e Musetti, poi Fabio e Simone che hanno vinto uno Slam in doppio. Non possiamo accontentarci, la missione è finire al primo posto». Anche perché un secondo posto potrebbe complicarci non poco la vita facendoci affrontare la prima del girone B. Volandri a fine giornata è raggiante, nonostante la sconfitta di Bolelli e Fognini: «Sono stati tutti eccezionali, anche questa volta. Ora bisogna pensare alla Svezia Chi giocherà? Vediamo, per fortuna abbiamo l’imbarazzo della scelta». 

L’Italdavis viaggia in anticipo. E’ alle finali (Roland Giammò, Il Corriere dello Sport)

Seconda vittoria consecutiva per l’Italia in Coppa Davis. Dopo il successo all’esordio contro la Croazia finalista della scorsa edizione, gli uomini di capitan Volandri hanno battuto l’Argentina 2-1 qualificandosi così con un turno d’anticipo per la fase finale di Malaga (22-27 novembre). E’ un’Italia che vince, convince, ma soprattutto piace. Volevamo vederli tutti insieme, finalmente, i nostri top player. Ed eccoli lì, assiepati a bordo campo, a incitare e sostenere Jannik Sinner nell’unico momento delicato della sfida. Una squadra, anche loro. La Davis è speciale per questo, nuovi format e futuro non ne intaccano fascino e tradizione, e non è allineando top player che si allestisce un team. […]. CRESCENDO.A confezionare il successo anche questa volta sono stati i due singolari, giocati stavolta da Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Match a senso unico quello del n.15 del mondo contro Sebastian Baez (37), chiusosi in novanta minuti 6-2 6-3. Se quella contro Coric, per sua stessa ammissione, era stata la sua «miglior partita dopo il Covid», quella contro l’argentino ne è stata l’deale prosecuzione. «Più gioco e meglio mi trovo», ha poi dichiarato l’azzurro a SupertenniX al termine di un match in curi – assestata la misura – ha potuto dar sfogo a tutti i cilindri del suo motore: 4 ace, nessuna palla-break concessa, mobilità e fiducia in crescendo e cui affidarsi nel gioco a rete distillato ieri con maggiore accuratezza e precisione. ‘Sembrava più facile di quello che sentivo. Sarebbe bastato scendere un po’ e la partita avrebbe potuto cambiare – ha aggiunto a caldo il romano – Sono molto contento di come ho giocato». Ed è una dichiarazione, questa, che fan ben sperare in vista del rush finale che lo vedrà impegnato nella rincorsa a un posto per le ATP Finals (ben sei giocatori racchiusi in 600 punti per un solo posto disponibile) nell’ultimo swing indoor. TRAPPOLA A chiudere i giochi ha pensato poi Jannik Sinner. Atterrato martedì a Bologna e assente all’esordio, capitan Guillermo Corea aveva pensato bene di tendergli un agguato: fuori condizione “el Peque” Schwartzman (sconfitto dallo svedese Mikael Ymer con un doppio 6-2 martedi), spazio a Francisco Cerundolo, fresco del primo titolo sulla terra di Bastad e con cui proprio l’altoatesino a Miami era stato costretto al ritiro per le vesciche. Poco sostenuto dalla battuta, è stato un Sinner meno efficace e più accorto quello che è comunque riuscito a incamerare il primo set. Rotti gli indugi e con l’eliminazione a un passo, Cerundolo nel secondo ha giocato il tutto per tutto, verificando le incertezze nel gioco dell’italiano, riportandosi in parità e spostando dalla sua l’inerzia. «Non era semplice – ha confessato Sinner a SkySport – ho provato a spingere e non ci sono riuscito, in alcuni momenti ho servito bene e in altri ho fatto più fatica». Non era semplice, ed è stato in quel momento che la panchina azzurra si è fatta sentire. Schiaritasi le idee e tomato in campo dopo un toilet-break, Simer ha ridotto i propri errori in attesa dell’occasione giusta, arrivata a metà parziale dopo esser stata fiutata a lungo da tutti i suoi compagni di squadra. Gli ultimi brividi Sinner li ha riservati per il game finale, durato 20 punti e in cui ha dovuto annullare due palle-break prima di aggiudicarselo con un ace al sesto match -point. «Domenica c’è un’altra partita che vogliamo vincere» la sua promessa finale. IPOTESI. Così fosse, ci qualificheremmo da primi del girone e ai quarti, a Malaga, troveremmo la seconda del girone di Glasgow. In caso di sconfitta contro la Svezia, invece, fischieremmo di trovare i padroni di casa della Spagna, guidati dal duo Alcaraz-Nadal.

Grand’Italia firmata Berrettini&Sinner (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Così la Davis è perfetta. […] Perfetta, perché si vince, si esulta, si canta, e c’è anche il brivido. Di quelli che obbligano il pubblico a stringersi intorno al proprio giocatore e spingerlo nella cacciata dell’invasore (ma dai, un ragazzo di ventiquattro anni con l’aria che più mite non si può) che ha tutta l’intenzione di capovolgere il risultato e rimandare il verdetto alle due ultime giornate di questo girone. Ce la fa? Forse? No, non ce la fa, il giovane Cerundolo, argentino di parenti calabresi. Ma lotta a muso duro contro il nostro Sinner, e lo obbliga a pagare dazio. Gli sfila un set, e lo costringe al sesto match point per prendersi la vittoria tanto attesa. La sesta in Coppa del ragazzo dei monti, ancora imbattuto in singolare. La seconda per l’Italia in questo girone di Casalecchio che già vale una parte del verdetto finale. L’Italia è alle Finali di Malaga (22-27 novembre). Resta da vedere se andrà come prima o come seconda. Non il miglior Sinner. Ma era nei piani di questo match che l’ha proposto al debutto con una giornata di ritardo. La caviglia non è ancora a posto, c’era bisogno di prendere tempo. La prima giornata l’hanno affrontata Berrettini e Musetti, con Fognini e Bolelli doppisti, e il risultato è stato un limpido tre a zero alla Croazia. Ma con l’Argentina il via libera a Jannik non era più rimandabile. II ragazzo aveva voglia di provare, di competere, insomma, di essere utile alla causa. Rapidamente Berrettini gli ha fatto spazio, annichilendo con una gran prova il numero due argentino Sebastiano Baez, numero 37 ATP (best ranking al numero 31) e portando l’Italia sull’uno a zero. Sinner ha trovato la strada sgombra, ma non Diego Schwartzman, che capitan Coria ha messo da parte per raggiunti limiti di scarsa forma (non l’ha impiegato manco in doppio). L’avversario dell’ultima ora è diventato Cerundolo, Francisco, ancora sconosciuto al pubblico, ma non agli avversari che anzi ne conoscono assai bene le doti di inesausto combattente. Cerundolo è di quelli che ti fanno andare ai matti. Ha studiato tennis nei challenger, e il ricordo di come si sopravvive tra chi è disposto a tutto pur di farti fesso è ancora vivo, anzi, quanto mai fresco. Era l’anno scorso, e lui ancora spedagnava da un capo all’altro del circuito in cerca di punti. Li ha trovati sul finire del 2021, ha aggiunto la vittoria a Santa Cruz a inizio anno e ha messo piede nei tornei che contano. Ora è fra le teste di serie negli Slam, accreditato di un 27 nella classifica attuale e di un 24 come best ranking. Se lo conosci lo eviti, è la voce che gira nello spogliatoio del tennis. Jannik ne era convinto già da prima (proprio contro l’argentino, nei quarti di Miami, fu costretto al ritiro per un problema al piede), ora sa per certo che va preso con le molle. […] «Un buon match, tutt’altro che facile», dice Adriano Panatta che l’ha seguito in telecronaca per la Rai, «l’argentino è solido, ma Sinner è molto più forte. Lo si è visto anche da come ha saputo vincere il match malgrado non fosse nei suoi panni migliori. il dritto in corsa è spettacolare, ma sulle palle basse e sdrucciole e su quelle alte, c’è da lavorare, non sempre riesce a trovare la posizione giusta. Nel secondo set ha perso un po’ il ritmo dei colpi, ma nel terzo è stato lucido fino in fondo. Resta il fatto che non giocare al meglio e vincere ugualmente è uno dei segreti eterni di queste competizioni». Meglio Berrettini, contro un avversario altrettanto solido e veloce di gambe. Matteo è entrato in campo con le idee chiare e tanta voglia di chiudere subito il discorso, e per la prima volta dai giorni del Queen’s ha saputo mettere in campo tutto l’arsenale di colpi che possiede. Baez ci ha provato, con il cuore e con le gambe, ma gli è arrivato addosso di tutto, a cominciare dai servizi a 228-230 orari che Matteo ha giocato con estrema disinvoltura. Il duplice successo nei singolari ha di molto ridotto l’importanza dell’ultimo punto in palio, quello del doppio, che Bolelli e Fognini hanno perso dopo gran lotta contra Gonzalez e Zeballos. Domani il match finale con la Svezia, battuta l’altro ieri dalla Croazia. Lì si deciderà la classifica dei primi due posti del girone.

Un’Italia da sogno (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

La gente di Bologna, nel ritrovare la coppa Davis dopo 46 anni, chiedeva un’emozione in più. Non le bastava abbracciare il Dream Team azzurro e la prevedibile promozione dell’Italia alla fase finale, a 8, del 21-27 novembre a Malaga. […]. E’ stata accontentata in pieno: dopo il 3-0 sulla Croazia, ha assistito anche al 2-1 contro l’Argentina (a risultato acquisito Fognini e Bolelli si sono arresi in tre set a Gonzalez e Zeballos), e quindi alla qualificazione che può essere perfezionata domani contro la Svezia con un successo che garantirebbe il primo posto nel girone e quindi di evitare la Spagna di Alcaraz negli incroci fra i vincenti degli 8 raggruppamenti (diretta piattaforma streaming Supertennix). Ed ha avuto anche il pathos che agognava. TROPPO BERRETTINI Il 6-2 6-3 di Matteo Berrettini contro Sebastian Baez, fra il peso mediomassimo romano e il clone di Pollicino Schwartzman, era stato troppo impari, con l’allievo di Santopadre che non ha concesso palle-break, ha sempre tenuto in mano il gioco e ha risolto in nemmeno un’ora e un quarto. «Il mio avversario è solido, non lo sfondi, devi andarti a prendere i punti. Venendo da New York, mi sto adattando sempre più alle condizioni e mi sto sentendo a mio agio, tanto che la palla mi andava di più: il campo è più lento ma mi dà anche un po’ più di tempo per la risposta e quindi più possibilità di breakkare». Ci voleva di più, sulla scia delle forti emozioni degli US Open e dei ritiri di Serena Williams e Roger Federer. FANTASMI Il primo a capire la situazione è stato proprio Matteo che ha guidato con veemenza la claque dei compagni per sostenere Jannik Sinner nel braccio di ferro con Francisco Cerundolo. Lanciato da capitan Guillermo Coria dopo la catastrofica prestazione d’acchito di Diego Schwartzman contro la Svezia, sarebbe stato arcigno ed equilibrato. Infatti, l’ex terraiolo ha tenuto botta per 50 minuti, disunendosi sotto la tensione dell’esordio in Davis con un harakiri di 2 punti a 12 e concedendo il primo set all’altoatesino. «Forse lì Jannik ha creduto che gli bastasse quel ritmo e ha frenato un attimo», avrebbe poi azzardato Paolo Lorenzi un po’ talent tv e un po’ uomo macchina Fit. Di certo, appena l’azzurro ha tolto il piede dall’acceleratore e dal tasto varietà, il 24enne argentino, 27 del mondo grazie ai tornei Challenger, ha sfoderato servizio e dritto, dominando gioco e set, che ha chiuso 6-1. LA SVOLTA Sinner ha arrancato per cinque games, ammutolendo la folla ma, da vero campione, sul 3-2, ha guardato i compagni dicendo: «E’ il momento del break». E’ tornato a spingere, ha ritrovato le palle break che mancavano dal primo game del secondo set, ed è passato 4-2 e poi 5-3. Ma poi è dovuto transitare per troppe seconde di servizio, troppe indecisioni, troppi ringraziamenti alle svirgolate di un avversario molto più debole di lui. Che, comunque, a Miami a marzo, l’aveva costretto al ritiro con la complicità delle vesciche ai piedi. Fortuna che, dopo 2 ore e mezza, l’ace ha cancellato i fantasmi di New York di Jannik e il famoso match point mancato contro Carlos Alcaraz. «Non ho giocato benissimo ma ho portato a casa il punto, mi hanno aiutato la squadra e il pubblico. Non era semplice, ho accusato la tensione, ora vogliamo il primo posto». Eureka! 

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