Matteo Viola dice addio al tennis: "Faticare e viaggiare, sacrifici ormai insostenibili"

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Matteo Viola dice addio al tennis: “Faticare e viaggiare, sacrifici ormai insostenibili”

Il veneto, arrivato tra i primi 120 al mondo, si ritira dal tennis professionistico dopo un’onesta carriera

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Matteo Viola e Andy Murray - ATP Challenger Maiorca 2019 (foto via Twitter, @rnadalacademy)
 

Il mondo del tennis è costituito di vari livelli, non ci sono solo i campionissimi con milioni di telespettatori e stadi pieni, ma anche quegli onesti mestieranti che, pur non ricevendo il bacio di chissà che grande talento, hanno passione per questo sport e la capacità di gettare il cuore oltre l’ostacolo. A questa seconda categoria, di romantici e giocatori challenger d’antan, certamente appartiene Matteo Viola, trentacinquenne di Mestre, ex n.118 del mondo e per anni assiduo frequentatore, con anche qualche soddisfazione portata a casa, dei circuiti minori del tennis. E, dopo una carriera in giro per il mondo, tra campi di secondo piano e piccole grandi soddisfazioni, Viola ha deciso di dare l’addio al tennis professionistico, con un lungo post su Facebook.

Finisce qui la mia carriera da tennista professionista. È arrivata l’ ora di voltare pagina verso nuovi progetti. La voglia di faticare sul campo e di viaggiare distante dalla mia famiglia sono diventati sacrifici per me insostenibili“, questa l’apertura del messaggio di Viola per comunicare la sua decisione, prima di una serie di ringraziamenti e una venata ombra di malinconia che inevitabilmente cade quando una storia finisce. E la storia di Matteo, in fin dei conti ha qualcosa da raccontare: 17 affermazioni in carriera, tra cui 3 Challenger, un quarto di finale ATP nel 2013, a Bogotà, e una partita in un tabellone Slam (raggiunto tramite qualificazioni) all’Australian Open 2012.

Questi gli highlights principali di una carriera che ha avuto nel 2019 il suo ultimo acuto: la finale, il 1° settembre di quell’anno, persa nel Challenger di Maiorca contro Emil Ruusuuvuori. Da sottolineare la vittoria con Andy Murray (al tempo appena rientrante dall’operazione all’anca, e non certo in buone condizioni) agli ottavi verso quell’ultima finale in carriera. Un’affermazione che resterà il fiore all’occhiello di una carriera come tante, che forse dai più addirittura verrà dimenticata, ma che costituisce una prova di forza, di coraggio e di tanta, tanta passione per tutti coloro che non riescono a sfondare nel mondo della racchetta dalla porta principale. Ma, e Matteo Viola lo ha dimostrato, se vuoi giocare a tennis la prima cosa è avere cuore e spirito di sacrificio, condizioni indispensabili per guardarsi indietro con un sorriso.

Questo il resto del bel messaggio di Viola:
“Quante volte mi è capitato di dire che sport di m….Ma alla fine quello che provo è sempre un amore forte. Auguro a tutti di poter vivere il tennis come l’ho vissuto io o magari ancora più intensamente. Viaggiare per il mondo e riuscire a vivere con la propria passione è cosa rara. Averlo vissuto da professionista è stato per me un grande privilegio. Un privilegio peró conquistato sul campo e fuori.
A partire dai sacrifici della mia famiglia quando ero più giovane. Poi passando dal lavoro di ogni giorno e dalla volontà di tirare fuori il meglio da me stesso. La bellezza di svegliarsi la mattina con l’obbiettivo di migliorare il mio gioco mancherà come l‘aria. Ora passerò dall’ altra parte del campo, con grandi stimoli, cercando di dare ai miei allievi la mentalitá giusta e di trasmettere la mia passione insieme a tutto quello che ho imparato da questo lungo viaggio fatto di vittorie ma soprattutto di tante sconfitte. Si perchè onestamente a volte è proprio uno sport di m….

Grazie mamma e grazie papá per i sacrifici fatti, mi avete dato la possibilità di inseguire un sogno. Portarvi con me ai tornei dello slam è stata la più grande soddisfazione. E grazie a mia moglie che ha sofferto la mia lontananza per 18 lunghi anni aspettandomi sempre a casa e dandomi la possibilità anche dopo la nascita di Anna di continuare a fare la cosa che più mi piaceva. Quanto è stata dura partire ogni volta sapendo di farla star male. Ci è voluta una motivazione davvero enorme.
Ringrazio tutti i coach che han fatto parte di questo lungo cammino : in particolare Massimo Pietrogrande , Marco Cepile e Andrea Mantegazza.Un abbraccio a tutte le persone che ho conosciuto durante il percorso e che ne hanno fatto parte anche in piccolo.

Ps. Per chi avesse voglia di scrivermi un qualsiasi aneddoto, episodio vissuto con me o anche solo il ricordo di un mio match me lo scriva in privato o qui sotto nei commenti. Mi farebbe davvero piacere. Vi abbraccio.
Buon tennis!!!
Matteo

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