Al Tel Aviv Watergen Open, Novak Djokovic ha alzato il suo 89° trofeo, portandosi a meno tre da Rafa Nadal, con i 94 titoli di Ivan Lendl nel mirino. In realtà, sappiamo bene che, più che alla quantità, Nole punta alla qualità dei titoli (“i tornei dello Slam e i principali eventi dell’ATP sono quelli che contano di più”), ma non per questo rinuncia ad attività, diciamo così, collaterali. Con questo non intendiamo certo l’ATP 250 israeliano – tappa invece necessaria per assicurarsi un posto in top 20 a fine Race, condizione per poter partecipare alle ATP Finals –, bensì la sua apparizione in campo prima di disputare la vittoriosa finale contro Marin Cilic.
Djokovic si è infatti accomodato su una carrozzina per colpire qualche palla. Non è la prima volta che il fenomeno di Belgrado si cimenta nella specialità: nel 2017, all’Australian Open, aveva giocato con Dylan Alcott, vincitore del Golden Slam nel quad singolo e del Grande Slam in doppio. Questa volta, l’avversario è stato Elay Chayot, giocatore israeliano di wheelchair tennis.
Un momento che Elay certo non dimenticherà. Ecco cosa scrive sul suo account Instagram:
“In due giorni, ho conosciuto un nuovo amico. E non un nuovo amico qualunque, ma uno dei più grandi tennisti della storia e attualmente uno dei principali atleti del mondo.
Oltre a essere un grande atleta, Novak Djokovic è un essere umano meraviglioso. Dopo esserci incontrati giovedì, ieri Novak mi ha visto dopo la fine del suo incontro a ha proposto di giocare insieme.
Mi ha domandato se avessimo un’altra carrozzina e, dopo che gli ho risposto “certamente!”, mi ha chiesto di portargliela. Ci si è seduto ed è così che abbiamo giocato a tennis insieme, entrambi su una sedia a rotelle ai lati opposti del campo: io e il tennista numero 1 nel mondo.
Novak mi ha domandato dello sport paralimpico in Israele, era molto interessato a me e ai miei nel settore del tennis israeliano a mi ha detto quanto si stesse divertendo qui.
La sera, mi dono chiesto se fosse stato un sogno, se tutto quello che ho passato in quei due giorni fosse accaduto davvero.
Sono la persona più felice per aver avuto il privilegio di conoscere Novak da vicino.”