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ATP Napoli, Tartarini (coach Musetti): “Lorenzo gioca come Federer? Roger è unico, ma forse come fluidità…” [ESCLUSIVA]
Simone Tartarini alla vigilia della finale della Tennis Napoli Cup by Banca di Credito Popolare, derby tra Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. I progressi del suo allievo e il suo tennis speciale

Abbiamo avvicinato Simone Tartarini, coach di Lorenzo Musetti, subito dopo la splendida vittoria contro Miomir Kecmanovic che ha spalancato al carrarino le porte della prima finale sul cemento, per giunta in Italia e contro l’amico e connazionale Matteo Berrettini.
È limitativo definire Simone Tartarini come allenatore, si tratta di un vero e proprio secondo padre da quando ha accolto Lorenzo giovanissimo nel suo circolo di La Spezia.
Chi meglio di lui pertanto può descriverci cosa proverà domani Musetti al cospetto di Berrettini nella finale del Torneo Atp di Napoli? “ Credo che Lorenzo non si farà influenzare dal fatto che di fronte avrà Matteo, sono convinto che sarà tranquillo in campo. Sono molto amici, si sono allenati spesso insieme, anche stamattina, ma il percorso che stiamo facendo e che lo sta facendo maturare molto, lo ha portato ad un punto in cui lui sa che deve concentrarsi soprattutto su se stesso e sul suo gioco. Sarà comunque bellissimo domani per Lorenzo e per Matteo, questa finale ripaga anche il torneo dopo tutte le disavventure che ci sono state in questi giorni”.
La prestazione in semifinale contro Kecmanovic ha fatto stropicciare gli occhi al pubblico napoletano. Un tennis propositivo ed entusiasmante che Lorenzo ha sempre saputo di possedere ma che adesso sta anche connotando di continuità e consistenza. “ Oggi ha fatto una partita perfetta, vedo che continua a giocare divertendosi tantissimo, gioca in maniera aggressiva ma ordinata, restando sempre lucido anche nei momenti delicati. I progressi di un giocatore non possono essere immediati. Io credo che il lavoro non paghi subito, ma si veda nel medio-lungo periodo. Con Lorenzo stiamo facendo un percorso preciso da tempo e che adesso sta dando i suoi frutti. Sono evidenti i progressi sotto tutti i punti di vista, in maniera graduale ma costante”.
Nel giro di poche settimane Musetti ha raggiunto almeno la semifinale in tre tornei consecutivi ( Sofia, Firenze e Napoli), tutti giocati sul cemento, smentendo chi vedeva in Lorenzo un giocatore prevalentemente da terra rossa. “ Non ho mai avuto dubbi, io ho sempre creduto che Lorenzo potesse fare bene sul cemento. Ha un gioco che si adatta ad ogni tipo di campo, quando Lorenzo gioca bene, gioca bene ovunque e su qualsiasi superficie”.
Il tennis di Musetti ha tutto per fare innamorare il pubblico e di questo ne è consapevole lui per primo ma anche il suo coach. “È molto bello vedere come il pubblico apprezzi il modo di stare in campo e di giocare di Lorenzo, lo stiamo notando soprattutto all’estero, poi è chiaro che in Italia in questo momento c’è tanto entusiasmo, Lorenzo ha tante soluzioni, ha sempre avuto talento e questo alla gente piace molto”.
Qualcuno ha paragonato il tennis di Musetti a quello di Federer ed in fondo sono tanti gli “orfani” di Roger alla disperata ricerca di un nuovo beniamino dai “gesti bianchi”. Tartarini sorride, ma non si nasconde. “ Beh, Roger è unico, in campo sembrava volasse tanta era la leggerezza dei suoi movimenti e delle sue esecuzioni. Probabilmente la gente accomuna Lorenzo a Roger perché entrambi riescono a trovare delle soluzioni in campo molto difficili con estrema semplicità, facendo sembrare agevoli e naturali delle cose che in realtà sono di una difficoltà estrema. Diciamo che forse sul piano della fluidità dei colpi hanno qualcosa in comune”.
Questa stagione sembra davvero essere quella della consacrazione ad altissimi livelli di Musetti che domani andrà alla caccia del secondo titolo dopo la grandiosa vittoria di Amburgo. “ Battere Alcaraz in finale in quel modo è stato certamente importante, non tanto per la fiducia perché quella c’è e ci sarebbe stata in ogni caso. Ma sicuramente quella vittoria lo ha tranquillizzato, perché gli ha tolto un po’ l’assillo della vittoria contro un grande giocatore ed anche del suo primo torneo”.
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L’ATP ha già il calendario del 2024
L’associazione dei professionisti annuncia l’elenco dei tornei della prossima stagione: 63 eventi in 24 Paesi, tra lo swing asiatico al completo, i cambi di slot e le necessarie compressioni

Con ancora tre quarti della stagione 2023 da giocare e appena il secondo Masters 1000 in corso, l’ATP annuncia il calendario del prossimo anno. Sono 63 i tornei in programma e si giocherà in 24 Paesi.
Secondo quanto riporta l’associazione dei professionisti, sono oltre quattro milioni e mezzo gli appassionati che assistono dal vivo agli eventi del Tour, mentre sono un miliardo i fan complessivi che si godono per undici mesi all’anno il tennis offerto dai loro beniamini in sei continenti.
I Giochi Olimpici di Parigi, in contemporanea con il torneo di Washington, comportano una compressione del calendario di luglio, con l’ATP 500 di Amburgo che va ad aggiungersi a Newport, Gstaad e Bastad nella settimana successiva a Wimbledon.
Ecco i momenti salienti e le novità che ci aspettano nel 2024:
- La seconda edizione della United Cup, l’evento a squadre misto che dà l’avvio alla stagione, organizzato in collaborazione con la WTA e Tennis Australia.
- Il torneo di Los Cabos cambia slot, passando da luglio a febbraio, nella settimana che precede Acapulco, come aveva “spoilerato” Casper Ruud, Nello stesso mese, le qualificazioni della Coppa Davis coincideranno con l’ATP 250 di Montpellier, subito seguito da Marsiglia.
- Cinque tornei Masters 1000 da 12 giorni (Indian Wells, Miami, Madrid, Roma e Shanghai) secondo quanto previsto dal piano strategico del presidente Gaudenzi.
- Le modifiche alla programmazione estiva che tengono conto delle Olimpiadi di Parigi.
- Da fissare il luogo di svolgimento del torneo di aprile che quest’anno si disputerà a Banja Luka.
- Il ritorno completo del tradizionale swing asiatico con Chengdu e Zhuhai in coincidenza con la Laver Cup, Tokyo, Pechino e Shanghai.
- Per quanto riguarda le Next Gen Finals, ancora tutto da confermare.
- La 54a edizione delle ATP Finals, la quarta a Torino.
“Ci sono pochi sport che catturano fan durante tutto l’anno e in cos tanti mercati globali come fa il tennis” ha dichiarato il presidente del Board ATP Andrea Gaudenzi. “Abbiamo messo tutto per creare la miglior esperienza possibile per appassionati e giocatori. Dalla United Cup in Australia alle Nitto ATP Finals a Torino, l’ATP Tour 2024 vivrà un’altra stagione intensa e coinvolgente”–
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Sinner felice: “Le sfide con Alcaraz mi rendono un giocatore migliore. Lui è a un livello più alto”
“Sto lavorando tanto in palestra e ho riscontri positivi” così Jannik Sinner sul suo stato di forma, in vista del 1000 di Miami

Gli incontri tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz cominciano a segnare un’epoca nella quale si sentiva la necessità di una nuova rivalità. Questa è sana e coinvolge due giovanissimi tennisti di grande prospettiva; e come ha confermato anche lo spagnolo si aiutano a progredire a vicenda. La semifinale di Indian Wells è stata combattuta nel primo set con gli episodi decisivi che hanno segnato, a favore dello spagnolo, l’inizio del secondo. L’intero percorso del Masters 1000 californiano è stato entusiasmante per l’azzurro, capace di battere anche il n. 5 in classifica Taylor Fritz. Ma come si sente Jannik: “Ho iniziato la stagione abbastanza bene con la vittoria di Montpellier, poi ho fatto finale a Rotterdam e semifinale al Master1000 di Indian Wells“.
“Sto cercando di migliorarmi in ogni fase del torneo – spiega Sinner ai microfoni dell’ATP – e l’unica cosa che posso controllare ora è quella di essere felice della posizione in cui sono. Ma ovviamente non sono appagato e voglio sempre di più da me stesso. So che se gioco il mio miglior tennis riesco a competere con i migliori ed è un grande stimolo per me. E’ tutta mentale la partita che sto disputando e da inizio stagione la sto vincendo“.
Su cosa sta lavorando il n. 1 azzurro in questa fase? “Dato che sono ancora giovane, ho 21 anni, stiamo lavorando sodo fisicamente e sto provando a miscelare un’alternanza di cambi che possa darmi dei vantaggi. Sto lavorando tanto in palestra e in campo riscontro sensazioni positive più importanti di quelle che respiravamo un anno fa“.
Carlos Alcaraz ora è avanti 3-2 nei confronti diretti con Sinner: “Ogni volta che giochiamo – racconta Jannik – diamo vita a belle partite. Carlos mi rende un giocatore migliore, mi spinge a giocare al limite delle mie possibilità. Lui è su un livello più alto del mio, attualmente, tanto da meritare la prima posizione nel ranking. Siamo entrambi giovani e possiamo crescere ancora. Intanto, ho fatto tanti complimenti a lui e alla sua squadra“.
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Tsitsipas ne ha per tutti: “A Indian Wells non volevo giocare”. Le palle utilizzate quest’anno? “Hanno causato il mio infortunio”
“Certe regole ATP ti obbligano a giocare anche col dolore, e a me non piace ritirarmi” così Stefanos Tsitsipas in vista del torneo di Miami. “Qui i campi sono più veloci”

Ne ha per tutti Stefanos Tsitsipas nel primo incontro con la stampa a Miami durante il media day. Il greco infatti, ancora debilitato dall’infortunio alla spalla patito all’Australian Open, si augura di poter finalmente giocare in Florida al 100%. Tsitsipas ha affermato di esser stato spinto a disputare Indian Wells per le regole dell’ATP sui Masters 1000. Ma il tema caldo in conferenza stampa ha riguardato il tipo di palle usate in quest’inizio di stagione 2023, definite pesanti, e che a suo dire hanno causato diversi infortuni – come il suo – in questo inizio di stagione .
“Qual è il mio obiettivo qui a Miami? Giocare senza dolore ed essere in grado di mostrare qualcosa di diverso da quello che ho fatto a Indian Wells. È stato un torneo in cui ho sofferto, non era facile stare in campo, ho sentito come se “dovessi farcela”, ma in realtà non volevo giocare. Ci sono alcune regole dell’ATP che ti obbligano a giocare questi grandi eventi, e io non sono un tipo a cui piace ritirarsi dopo un paio di partite. Spero di poter scendere in campo qua in buone condizioni e divertirmi un po’ di più, senza pensare troppo al mio braccio.
A Indian Wells ero infortunato, per fortuna ora mi sento meglio. Quando giochi con il dolore al braccio non ti diverti affatto, cerchi solo di sopravvivere e andare avanti, niente di più. Ti concentri troppo sulle cose interne e non su quelle esterne. La salute è la cosa più importante e quando mi sento bene tutto è al suo posto e tutto funziona. Sono creativo in campo, il mio gioco è vario e sento che nulla può andare storto. Questo è il mio obiettivo per questo torneo, giocare senza dolore e vedere come risponde il mio braccio”.
Tsitsipas ha poi spostato l’attenzione sul tema dei campi di Miami, facendo notare come siano più rapidi e di come il rimbalzo sia diverso rispetto a Indian Wells, soprattutto per le differenti condizioni climatiche: “Questi campi sono un po’ più veloci di quelli di Indian Wells. La scorsa settimana la palla rimbalzava un po’ più in alto ed era più viva. Questi sono fattori che dobbiamo considerare. Qui c’è più umidità e la palla rimbalza un po’ più in basso. Mi piacciono entrambi, devi solo acclimatarti alle diverse condizioni”.
Tsitsipas prosegue la sua arringa lamentandosi del tipo di palle utilizzate quest’anno, a suo dire tema che ha tenuto banco anche tra i giocatori del circuito: “Penso che il problema più grande quest’anno sia stato il cambio delle palle. È stato un argomento che abbiamo discusso tra noi giocatori. Le palle dovrebbero rimanere coerenti nella maggior parte dei tornei, e penso che nei tornei sul cemento questo sia ancora più necessario. Quando così è, ne beneficiano tutti e impedisce ai giocatori di infortunarsi. Ho ricevuto molti commenti negativi da parte di altri giocatori sulle palle di questa prima parte di stagione, tutti pensano che abbiano avuto un impatto significativo sulle spalle, sui polsi… sul braccio, in generale. Credo proprio che anche il mio infortunio derivi da lì“.
A 24 anni, n.3 del ranking ATP, Tsitsipas è nel pieno della propria carriera tennistica. Pur essendo ancora giovane, le nuove leve come Alcaraz e Sinner stanno spingendo per prendersi la scena. Il greco sente questa competizione, ma la vive come un fattore positivo: “La crescita dei ragazzi più giovani? Sono felice per loro. Credo e mi fido della filosofia e del messaggio di Ubuntu: ‘se il resto migliora e tu sei testimone della grandezza intorno a te, io stesso avrò l’opportunità di essere altrettanto grande’. Credo in quel messaggio. Il fatto che stiano facendo grandi cose mi avvantaggia, mi dà una visione più chiara e migliore di come dovrei affrontare il mio tennis”.